Archivio per 28 settembre 2015
Davvero un racconto bello e suggestivo
pieno di fascino… mistero e… amore…
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PASSI NELLA NEVE
Paola Mastrorilli
RACCONTO DEL MISTERO
La neve cadeva soffice, a coprire ogni cosa col suo manto di zucchero a velo ed io camminavo da sola lungo il selciato, seguendo le orme che io stessa avevo lasciato il giorno prima quando, in preda ai capricci di un dolore antico, avevo preso a camminare senza meta lungo i sentieri dei ricordi.
Il freddo era pungente e il dolore sferzante; chiudevo i pensieri in granelli di luce e li cospargevo per terra, come a voler concimare con essi il terreno.
Infagottata in un cappotto asfittico non smettevo di ricordare noi, i tuoi baci lievi sulle mie labbra turgide, le tue mani sfrenate a cercare nuovi angoli del corpo da far fremere, la tua voglia di danzare e danzare… assieme, io e te, da soli, al centro della foresta incantata, dalla neve sfiorata.

E la neve cadeva soffice a rivestire gli alberi con pennellate di morbida ovatta.
Ed io passeggiavo da sola, ricalcando con la mente i nostri giorni assieme, schiudendo il lucchetto alla gioia dei sorrisi lanciati a briglia sciolte verso l’orizzonte e raccogliendo i granelli di dolore sparsi per terra per trasformarli in sogni nuovi.
Nutrivo la speranza di un domani diverso, tra le braccia di chi potesse amarmi, con l’assoluta certezza che sarei arrivata alla fine del sentiero, senza nemmeno accorgermene.
E lì, lo sapevo, avrei trovato un nuovo sole, al di là delle fronde, ad aspettarmi per farcire di tepore i pensieri e per cullare via le mie ore stanche.
Poi la neve smise di cadere e, tramutandosi in una pioggia catartica, si adagiò sui miei capelli bruni bagnandoli di essenza fresca e dolciastra; un tenue soffio di calore mi travolse, facendomi cadere lievemente sul terreno spugnoso e persi i sensi, per un istante solo.
Fu allora che mi voltai indietro e sentii il fiato mancare per un lungo scroscio di tempo.
Una mano eterea aveva sospinto via i pensieri e la mente, svuotata e solitaria, aveva soltanto smesso di correre lontano.

Lottando contro la luce che accecava la vista scorsi ciò che la mia mente non avrebbe mai osato nemmeno immaginare e mi parve di udire il cuore che si frantumava in mille frammenti: accanto alle mie impronte impresse sulla neve candida ve n’erano altre, eteree e appena tracciate sul manto di malinconica bambagia.
Sensualmente mi avvicinai e le sfiorai con le labbra assetate.
Con gesti antichi affondai il volto dipinto di lacrime sul terreno umido e freddo ed egli, vorace, le bevve via fino all’ultima, asciugando il pianto e riscaldando il cuore.
Poi alzai la testa verso la volta immensa che dominava dall’alto ogni mia singola emozione e ringraziai il cielo grigio, affidandogli preghiere tacite e parole d’amore sommesse.
Guardai per terra e vidi l’impronta delle orme amiche sbiadire piano, come se fosse bastato il mio dolore a colmarne il fondo.
Ma un alito di vento gelido soffiò sui miei pensieri e una voce remota ed impalpabile riecheggiò con forza estrema lungo i corridoi del cuore, svelandomi l’arcano: tu avevi camminato accanto a me per tutto il tempo, fino alla fine del sentiero e accanto a me saresti rimasto, lungo tutto il cammino della vita.

DAL WEB – IMPAG. T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN
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Per chi ama il sogno, quale compagno della nostra vita,
soprattutto nei momenti difficili,
questa carinissima favoletta
ci offre una bella chiave di lettura sulla sua importanza…
LA FAVOLA DEL SOGNO E DELLA REALTA’
Se ci va, possiamo leggere la favola ascoltando una musica new age.
(musica new age)
Un giorno, il sogno e la realtà si incontrarono per strada.
Si guardarono a lungo e poi esclamarono insieme: “Non ci assomigliamo per niente, com’è allora che l’uomo ci confonde così facilmente?”.
Due che facevano lo stesso cammino si intromisero nel discorso: “la colpa, o il merito, è nostro!”.
“Chi siete?” domandarono il sogno e la realtà.
“Siamo il dolore e il piacere. Avete mai visto un uomo che concepisca un sogno fatto di dolore, oppure uno che miri a una realtà priva di qualche piacere?”.
“Mai” assentirono il sogno e la realtà.
“Ed io“, intervenne a questo punto una voce squillante, “non sono forse la molla che sostiene ogni sogno?”.
Tutti si chiesero chi parlasse così… “sono la speranza” rispose la voce.
A questo punto si udì un’altra voce, robusta e pastosa:
“Ma senza di me, che sono il coraggio, mai nessun uomo riuscirebbe a trasformare un sogno… in realtà“.
“A meno che non intervenga io“, interloquì un’altra voce ancora, “trasformando il sogno e modificando la realtà“ il sogno, la realtà, il dolore, il piacere, la speranza e il coraggio riconobbero subito quella parlata in falsetto: era l’illusione.
“Che stolti“ mormorò fra sé qualcuno che non volle intervenire alla diatriba “non sanno che, per merito mio, il sogno è la realtà e la realtà è il sogno“.
Non pronunciò ad alta voce queste parole perché, pur essendo la verità, nessuno le avrebbe creduto.
– testo dal web
– impaginazione di Tony Kospan
CIAO DALL’ORSO…
OVVIAMENTE… SOGNANTE
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Oltre ai Trompe l'oeil, a cui comunque si avvicinano,
esistono immagini 3D create semplicemente…
con una matita.
Grazie a giochi di ombre… ma anche a colori…
ed a riprese da una certa angolazione
si ha davvero l'impressione di immagini tridimensionali.
Tra gli artisti più affermati in questo campo,
grazie soprattutto ai social network (Fb… Google plus… etc.),
dove sono amatissimi,
annoveriamo soprattutto il giovane artista olandese
Ramon Bruin e l'italiano Alessandro Diddi
ma ce ne sono anche altri.
Vediamo ora altri esempi…
di ingegnosissime creazioni che ci danno l'impressione
che gli oggetti e/o i personaggi dipinti
vogliano uscire dalla pagina o dallo schermo del pc





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Cosa ne pensate?
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Tony Kospan
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(Immagini dal web)
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IL GRUPPO IN CUI VIVER L'ARTE…
INSIEME
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Sir Frank Bernard Dicksee
L’amore è il fiume della vita del mondo.
– Henry Ward Beecher –
(
L'offerta – Frank Bernard Dicksee
CUPIDO MONELLO TESTARDO!
Goethe
Cupido, monello testardo!
M’hai chiesto un riparo per poche ore,
e quanti giorni e notti sei rimasto!
Adesso il padrone in casa mia sei tu!
Sono scacciato dal mio ampio letto;
sto per terra, e di notte mi tormento;
il tuo capriccio attizza fiamma su fiamma nel fuoco,
brucia le scorte d’inverno
e arde me misero.
Hai spostato e scompigliato gli oggetti miei,
io cerco, e sono come cieco e smarrito.
Strepiti senza ritegno, e io temo che l’animula
fugga via per sfuggire te,
e abbandoni questa capanna.
Sir Frank Bernard Dicksee – Leila
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Giulietta e Romeo – Sir Frank Bernard Dicksee
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TU SEI
Desirèe Shaurli
Sei un attimo di gioia,
il mio codice segreto,
un balcone volto al mare,
ogni alba e ogni tramonto,
sei la neve ad agosto…
sei la luna a mezzogiorno
ed il sole a mezzanotte,
sei il mio sangue nelle vene,
sei l'abisso che ci separa!
Arthur Hacker

A TUTTI DA ORSO TONY
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