Spesso usiamo o sentiamo l’espressione
PIETRA DELLO SCANDALO
ma perché, da cosa nasce e cosa c’entra la pietra?

Nell’antica Roma, i debitori insolventi ed i falliti
dovevano subire una forte e pubblica umiliazione.
dovevano subire una forte e pubblica umiliazione.
Questa pratica, con valore legale, era così chiamata:
“labonorum cessio culo nudo super lapidem“
(cessione delle proprietà con sedere nudo sopra la pietra).
“labonorum cessio culo nudo super lapidem“
(cessione delle proprietà con sedere nudo sopra la pietra).

Essa consisteva nel fatto che, davanti a tutti,
per 3 volte l’interessato doveva gridare “cedo bona”,
ossia “cedo le mie proprietà”,
mentre si sedeva con violenza, e con le vesti alzate,
per 3 volte l’interessato doveva gridare “cedo bona”,
ossia “cedo le mie proprietà”,
mentre si sedeva con violenza, e con le vesti alzate,
sulla pietra, che a Roma era davanti al Campidoglio,
con su scolpito un leone di fronte ad una folla che lo scherniva….
con su scolpito un leone di fronte ad una folla che lo scherniva….

L’origine di questa espressione, ancor oggi molto in uso,
è quindi questa esposizione al pubblico ludibrio
in forma altamente sconveniente ed alquanto ridicola.
è quindi questa esposizione al pubblico ludibrio
in forma altamente sconveniente ed alquanto ridicola.
Ciò fatto i creditori però
non potevano più rivalersi sul debitore
non potevano più rivalersi sul debitore
se non sui beni ceduti.

Eppure l’esser costretti a questa forte pubblica umliazione
era in realtà un notevole miglioramento, voluto da Cesare,
rispetto alla situazione precedente che consentiva
ai creditori di uccidere o ridurre in schiavitù i debitori.
era in realtà un notevole miglioramento, voluto da Cesare,
rispetto alla situazione precedente che consentiva
ai creditori di uccidere o ridurre in schiavitù i debitori.
Questa usanza si diffuse in tutto in tutti i territori governati da Roma
e durò molto a lungo… anche dopo la fine dell’Impero.
Da essa poi sembra anche che sia nata l’altra espressione,
anch’essa diffusissima e popolare, “che culo”
in riferimento ad un grosso colpo di fortuna.
F I N E