Archivio per giugno 2015

Brecht con il brano “L’analfabeta politico” ci dà una elevata visione della democrazia   Leave a comment

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Una riflessione quasi filosofica che sembra scritta oggi…
e che ci fa comprendere quanto sia importante
non trascurare il nostro impegno civile..
nell'interesse di tutta la società…

E' troppo facile infatti…
tirarci fuori dalla realtà sociale in cui viviamo
e, con la scusa di criticare tutto e tutti,
disinteressarcene completamente…







Il grande scrittore vuol rimarcare il fatto
che così facendo non solo si viene meno
ad un impegno civile ma addirittura
si danneggia la Società perché la si priva
di un nostro consapevole contributo…









Una poesia, dunque, dall'alto valore sociale…
che combatte un male presente in molte nazioni
ma che ultimamente dilaga in Italia…




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Nel riproporre questo noto brano
non intendo affrontare in questa sede “culturale
nessun discorso relativo alla politica degli schieramenti
(ciascuno ovviamente avrà le sue idee)
ma solo quello della necessità, per il bene comune,
di difendere i nostri ideali
e di dare un vero e sincero contributo
nel tentativo (difficile) di migliorare la società…

Ma ora leggiamolo…







L'ANALFABETA POLITICO
Bertoldt Brecht *

Il peggior analfabeta è l'analfabeta politico.

Egli non ascolta, non parla nè partecipa agli avvenimenti politici.

Non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell' affitto, delle scarpe e delle medicine dipendono dalle decisioni politiche.

Un analfabeta politico è tanto animale che si inorgoglisce e gonfia il petto nel dire che odia la politica.

Non sa l'imbecille che dalla sua ignoranza politica proviene la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore ed il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, ingannatore e corrotto, leccapiedi delle imprese nazionali e multinazionali.



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*Bertoldt Brecht
– Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino, 14 agosto 1956
è considerato il più influente drammaturgo,
poeta e regista teatrale tedesco del XX secolo.




TONY KOSPAN



Felice martedì pomeriggio in poesia.. Quando mi chino sulla tua anima di Jimenez – arte.. Carl Larsson – canzone.. Una canzone per te   1 comment

 

 

Carl Larsson

 

 

 

 

 
La ragione e l’amore sono nemici giurati.
Corneille

 

 

 

 Carl Larsson – Estate in Sudborn



QUANDO MI CHINO SULLA TUA ANIMA
Juan Ramòn Jiménez
 
 
Quando mi chino sulla tua anima
mentre dormi
e ascolto col mio orecchio sul tuo petto nudo
il tuo cuore tranquillo, mi sembra
di cogliere,
nel suo battito profondo,
il segreto del centro del mondo.
 
Mi sembra
che legioni d’angeli,
su cavalli celesti
 
– come quando a notte
fonda ascoltiamo,
senza respiro
e con l’orecchio a terra,
un lontano trotto che mai arriva –
 
che legioni d’angeli
vengano per te, da lontano
 
– come i Re Magi
alla nascita eterna
del nostro amore –
 
vengano per te, da lontano,
a portarmi, nel tuo sogno,
il segreto del centro del cielo.

 
 
 
 
 
Carl Larsson – Azalea

 

 

 

 

 

 

a tutti…  da Tony Kospan


 

 

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Carl Larsson – Bolla

Buonanotte con la bella minipoesia… Amore… di J. R. Jimenez   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
AMORE
Juan Ramon Jimenez
 
 
Salii verso il cielo puro
ed accesi la mia veglia tra le stelle,
sopra tutti i sogni.

La terra era una rosa aperta,
io la vidi!
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
IL GRUPPO IN CUI VIVER L'ARTE…
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Omaggio a Leopardi.. mito della cultura italiana e mondiale.. anche con sue grandi poesie   1 comment

 
 
 
 
 
 



Parlare di Leopardi è per me come parlare di un proprio Padre spirituale…

Penso però che questa sia la sensazione che vivono tutti coloro che sentono di far parte davvero della grande e comune famiglia della Poesia.
 
 
 
 

GIACOMO LEOPARDI
(Recanati 29.6.1798 – Napoli, 14.6.1837) 
 

 


Per questo… per la sua immensa grandezza… la sua intramontabile notorietà… e per la geniale profondità dei suoi versi… e delle sue opere in genere, qualunque cosa scriverei sembrerebbe (e sarebbe) vecchia e banale… 



La sua infatti è una delle più grandi figure di tutti tempi nell'ambito della letteratura mondiale…
 
 
 

 
 
 
Mi astengo dunque dal parlare della sua poetica e della sua biografia… e mi limiterò a condividere con te, lettore amante della poesia, alcune tra le sue più note e stupende liriche… 


Aggiungo solo che da ragazzo mi sentivo tanto profondamente vicino a lui ed al suo animo da giungere a scrivere sulla copertina di un mio diario… questi miei modestissimi versi… (eravamo nell'epoca della contestazione giovanile e delle battaglie per il divorzio etc…)

 
 
 
Qui la sensibil alma
di colui che singolar vita visse
nel borghese mondo
che la bestia umana crear seppe
per ritener valori
che pur già morti
vissero ancora a rovinar le genti
la fraterna dolorosa psiche
dell'amico Leopardi ammirando
all'ignara pagina
tutta si svelò…






 
 
Ma torniamo al Sommo Conte Giacomo… che non era, come sembrerebbe, solo dedito a profondissimi pensieri ma aveva passioncelle umanissime come ad es. il piacere di viaggiare, lo star in bella compagnia, l'amore per i dolci… (che gli rovinarono i denti) ed una finissima e come sempre geniale… autoironia.



Ah, signora!
Quello che lei crede una gobba
è l'astuccio delle mie ali!
Giacomo Leopardi




Immagine dal film a lui dedicato “Il giovane favoloso”





Ma veniamo alle sue mitiche liriche… 
 
Quelle che ho scelto e che possiamo leggere qui di seguito sono tra quelle che considero più belle. 


Se vi va, potete aggiungere o indicare le sue poesie che amate di più…


 
 


 LA SERA DEL DI' DI FESTA

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai nè pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.




 A SILVIA


Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.


 

L'INFINITO


Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare





ALLA LUNA

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!






Passiamo ora a 2 video davvero belli
dedicati ad altre 2 bellissime sue opere.


Il primoè “LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA” letta da Vittorio Gassman
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e l'altro il “CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA”
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CIAO DA TONY KOSPAN



 

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Felice settimana in poesia.. Se l’amore deve essermi negato di Tagore – arte.. Enjolras – canzone – Io che non vivo   1 comment

 
 
 
 
 
Delphin Enjolras
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci,
soprattutto perché provi un senso di benessere…
quando le sei vicino.
Charles Bukowski
 
 
 
 
 
 

clicca per vedere l'immagine a dimensioni normali

Delphin Enjolras – Donna che sistema i fiori

 

 

 

 

SE L’AMORE DEVE ESSERMI NEGATO

– Rabindranath Tagore –

 

Se l’amore deve essermi negato,

perché il mattino spezza il suo cuore

in canzoni, e perché questi sospiri

che il vento del sud disperde

tra le foglie appena spuntate?

 

Se l’amore deve essermi negato,

perché porta la notte, in dolente

silenzio, la pena delle stelle?

 

E perché questo folle cuore getta

getta sconsideratamente la speranza

su un mare la cui fine non conosce? 

 

 

 

Delphin Enjolras – Giovane donna

 

 

 

 

à tout le monde

par Ours Antoine

 
 
 
 


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Con la bella minipoesia… Io non ho detto… di Nizar Qabbani.. felice notte a tutti   Leave a comment

 

 

 

 

 

IO NON HO DETTO

Nizar Qabbani *

 

Io non ho detto a loro di te

ma essi

videro che ti lavavi nelle mie pupille

Io non ho parlato con loro di te

ma essi ti hanno letto nel mio inchiostro

e nei miei fogli

L’amore ha un profumo.

Non possono non profumare i campi di pesco.

 

*poeta siriano… 1923 – 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Pubblicato 29 giugno 2015 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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Buona domenica sera in poesia.. Cos’è l’amore di Alan Douar – arte.. Kaemmerer – canzone.. My love   1 comment

 
 
 
Frederik Hendrik Kaemmerer – Il minuetto
 
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Se ti dicono che l'amore è un sogno,
sogna pure ma non stupirti se ti svegli piangendo.
Jim Morrison
 
 
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COS'E' L'AMORE ?
Alan Douar
 
 

Quando ti chiedi cos'è l'amore,
immagina due mani ardenti
che si incontrano,
due sguardi perduti l'uno nell'altro,
due cuori che tremano
di fronte all'immensità di un sentimento,
e poche parole
per rendere eterno un istante.
 
 
 
 
 
 

Frederik Hendrik Kaemmerer – Pomeriggio di pesca
 
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Con la bella minipoesia… Se non dovessi tornare… di Giorgio Caproni… felice notte a tutti   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
SE NON DOVESSI TORNARE
Giorgio Caproni

Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai partito.
Il mio viaggiare
è stato tutto un restare qua,
dove non fui mai.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Pubblicato 27 giugno 2015 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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Buon sabato pomeriggio in poesia.. Le più belle poesie di A. Merini – arte.. F. Fressinier – canzone.. A chi   1 comment

 
 
 
 
 
Francois Fressinier
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “Amo”,
l'altra, ancora maggiore,
quando può dire “Sono Amato”.
Carlo Dossi
 

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Francois Fressinier – Bianco fiore
 
 
 
 
LE PIU’ BELLE POESIE
Alda Merini
 
 
Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da agenti
della divina follia.
Cosi, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso
né ti ha mai maledetto.
Ma tu si, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’ assenzio
di una sopravvivenza negata.
 
 
 
 
Francois Fressinier – L'ombrellino rosso
 
 
 

 
 
 
 
 
 

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Con la bella poesia… Amo in te… di Nazim Hikmet… felice notte a tutti   Leave a comment

 
 
 
 

 
 
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AMO IN TE
Nazim Hikmet
 
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
 
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by Tony Kospan


 


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Pubblicato 27 giugno 2015 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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