Archivio per 25 gennaio 2015

Felice notte con la bella minipoesia… Ribaciami… di Alda Merini   1 comment

 
 
 
 

 John Everett Millais – Yes
 
 
 
 
RIBACIAMI
~ Alda Merini ~
 
Ribaciami in uno stelo
di amore
e pensa alla giovinezza
che mi prende
e mi ha lasciato sola
per lunghi anni
 
 
 
 

Tamara de lempicka – Il bacio

 
 
 
 
 
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da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

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IL GRANDE SPIRITO PARLA AL NOSTRO CUORE – La ricerca dell’armonia con se stessi e con la natura per i nativi americani   3 comments

 

 

 

 

 

Una bella, ed a mio parere, vera, riflessione sulla differente visione della vita
tra i Nativi americani e l’Uomo Bianco, con i primi che appaiono ben più vicini di noi
allo spirito della Natura ed al rispetto per il Pianeta che ci ospita.
 
 
 
 
 
 





IL GRANDE SPIRITO PARLA AL NOSTRO CUORE…
 
 
Un indiano Taos Pueblo incontrò un giorno il più famoso discepolo di Freud, Carl Gustav Jung, il quale era alla ricerca della propria ombra, e gli disse:
«I bianchi vogliono sempre qualcosa. Ma che cosa cercano? I bianchi vogliono sempre qualcosa. Sono sempre inquieti, turbati. Non sappiamo cosa vogliono. 
Non li comprendiamo. Pensiamo siano pazzi».
Nelle parole dell’indiano Jung trovò conferma di ciò che aveva già da tempo intuito: il mondo dell’uomo bianco è Koyaanisqatsi, un mondo disarmonico, privo di equilibrio.
Un mondo malato al quale la saggezza degli Indiani d’America può recare giovamento. 
Affinché l’uomo bianco possa vivere dentro le stagioni, nel cuore della vita, in armonia con se stesso e con la natura.








Nella cultura indiana il percorso di risanamento dell’anima ha delle tappe ben precise che devono essere rispettate: innanzitutto le quattro direzioni dei punti cardinali e, poi, il rapporto con la terra come madre dell’universo e con il cielo come dimora degli spiriti. 
Il processo si completa nel cerchio sacro, una forma che diventa il simbolo dell’armonia tra gli uomini e ciò che li circonda.
Questo viaggio senza fine, perché il miglioramento fisico, emotivo, mentale e spirituale non può mai essere completato, è lo scopo dell’esistenza di ogni Indiano, qualunque sia il gruppo tribale d’appartenenza.








Le quattrocento nazioni originarie del continente nordamericano erano caratterizzate da differenze marcatissime a livello geografico, sociale, linguistico e culturale. 
I Lakota-Sioux si muovevano liberamente nel grande `oceano d’erba’, le praterie e pianure sconfinate che si estendevano dalla Valle del Mississippi alle Montagne Rocciose. 
Erano nomadi che, spostando le proprie tende (tipi), seguivano le migrazioni del bisonte in cerca di nuovi pascoli. 
Gli Zuni e gli Hopi, stanziati nell’arida terra del sud-ovest americano, ricavarono le loro case dal deserto. 
I Cherokee praticavano l’agricoltura. 
Avevano un sistema sociale preciso basato su principi democratici e si organizzarono in insediamenti piuttosto ampi. 
Gli Tsimshian vivevano sulle coste nordoccidentali del Canada. I Chippewa e i Wintu appartenevano al gruppo degli Indiani dei boschi.









Ma un filo comune emerge dalle loro parole, dal ricchissimo patrimonio orale di canti, miti, leggende, narrazioni sacre e profane: la consapevolezza che la Terra è madre e deve essere rispettata. 
La meta di questa avventura spirituale è la comprensione che l’uomo è parte integrante di un cerchio che comprende le piante, gli animali, i minerali, la Terra, il Cielo, l’acqua, le stelle, la notte e il giorno, la Luna e il Sole. 
Il corpo umano è tutt’uno con la terra che lo nutre e lo sostiene: «Noi siamo la terra. 
Noi le apparteniamo. 
Noi siamo una parte della terra e la terra fa parte di noi. 
I fiori profumati sono nostri fratelli. Il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli. 
Le coste rocciose, il verde dei prati, il calore dei pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia». 
Non c’è separazione tra mondo naturale e mondo umano. 
L’uomo non è il Signore del Creato e il mondo non è a suo beneficio. 
Ogni creatura ha un eguale diritto all’esistenza e merita rispetto semplicemente perché è viva. 
Il ritmo della natura porta la salute, l’equilibrio, l’armonia la bellezza. 
Il ciclo annuale delle stagioni è garanzia di ordine e di benessere: il tepore primaverile verrà sempre a riscattare il gelo invernale.
Non bisogna spezzare il fluire del cielo naturale, altrimenti ne deriveranno malattia, paura, incubi e insicurezza.
La natura batte il tempo, il suo orologio regola la vita del pianeta e dell’uomo.
L’uomo non stabilisce quindi solamente un rapporto equilibrato con la natura ma arriva a conoscere se stesso grazie a questa armonia.




  







Joseph Bruhac ci racconta una storia che riassume questo viaggio interiore:
 «Dopo che Wakan Tanka, il Grande Spirito, ebbe messo in ordine le altre sei direzioni, l’est, il sud, l’ovest, il nord, il cielo e la terra, restava sempre una direzione senza destinazione. 
Ma poiché la settima direzione era la più potente di tutte, in quanto racchiudeva la saggezza e la forza più grandi, Wakan Tanka, il Grande Spirito, desiderò metterla in un luogo dove non sarebbe stato facile trovarla.
Ecco perché la nascose nell’ultimo posto dove gli uomini generalmente pensano di guardare: nel loro cuore».
Nonostante siano stati privati della propria terra, della propria cultura e della propria identità, gli Indiani d’America sono riusciti a trasmettere la loro fede in questo modo di vivere. 
Hanno parlato con il cuore , di padre in figlio, per indicare il sentiero che porta alla rigenerazione e la loro voce è rimasta.
 
Anche con queste parole:








Accanto alla montagna,
spianato
dai nostri passi,
il terreno del campo risuona.
Ti dice: la terra è un tamburo,
pensaci.
Noi, per seguirne il ritmo,
dobbiamo fare attenzione ai nostri passi.
 

 
TESTO DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.

 

 




PER LE NOVITA' DEL BLOG

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La vera atmosfera della Roma degli anni 30… in un film-documento   Leave a comment

 
 


Roma – Rione Monti
 
 
Non so a voi…
ma a me dona un misto di curiosità… affetto… entusiasmo…
riscoprire le atmosfere vissute dai nostri antenati…
 
 
Dopo la nascita della fotografia e del cinema…
è poi divenuto ancor più vero e reale
questo tuffo nel passato…
 
 
 
 
 
 
 
 
IL FASCINO DEL TEMPO CHE FU…
ROMA COM’ERA…
 
 
 
 
 
 
 
 
Penso che questo video
 possa piacere ai romani certo…
ma anche a tutti…
 
 
Qualche problemino tecnico
può esser accettato
data l'autenticità della documentazione.
 
  
 
 
 FILM DOCUMENTO ROMA ANNI 30
 
 
 
 
 
Sempre per i Romani… ma non solo…
ecco ora una canzone dedicata alla
Roma di un tempo…
 
 
 
 
 
 
 
 
Orso Tony
 
 
 
 
 

Atmosfera di Roma negli anni 30

Buona domenica pomer. in poesia.. Quando te ne andrai.. di E. Morgan – arte.. Sir J. N. Paton – canzone.. Oh my love   4 comments

 
 

 

 

Sir Joseph Noel Paton – Paolo e Francesca
 
 

dim.gif picture by RosaRossa_2007 

 

 

 
Ognuno vede quel che tu sembri,
pochi sentono quel che tu sei.
N. Macchiavelli
 
 
 
 
 
 

(John Lennon – Oh, my love)

Sir Joseph Noel Paton  – Hesperus
 
 
 

QUANDO TE NE ANDRAI
Edwin Morgan
 
Quando te ne andrai,
semmai te ne andrai,
ed io dovessi volerne morire,
null'altro mai mi salverebbe
che il ricordo di quella volta in cui
ti addormentasti tra le mie braccia
in un abbandono così teneramente fiducioso
e la stanza dove la penombra si addensava
si imbevve sino all'ultimo della sera, finche'
il riposo o la pioggia novella
gentilmente ti riscossero dal sonno.
Ti domandai
se avessi sentito la pioggia in sogno
e semiaddormentata ancora
solo mi rispondesti, ti amo.
 
 
 
 

Sir Joseph Noel Paton – Pan che suona

 
 

 

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A TUTTI DA TONY KOSPAN
 

 

 

 

 

 
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Giorgio Gaber – Breve ricordo del mitico… signor G   Leave a comment

Oggi è l’anniversario della sua nascita

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Giorgio Gaber

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Pubblicato 25 gennaio 2015 da tonykospan21 in Senza categoria

Felice notte con la bella minipoesia… Volgi… di Angelo Poliziano   1 comment

 
 
  
 
 
 
V O L G I
Angelo Poliziano
 
 
Volgi
 
quegli occhi
a me benigni e ridi
e poi contento son
se ben m’uccidi…

 

 

 

Marcella Gianfrilli – Sguardo di Carlotta

 


 

da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

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