Archivio per 12 gennaio 2015

Balla mia Esmeralda – Poetica… grande canzone dal musical… Notre Dame de Paris   2 comments

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Leggeremo prima il testo di questa canzone inusuale,

con immagini dell'indimenticabile spettacolo musical – teatrale…

di grandissimo successo, in Italia e non solo,

scritto e curato da Cocciante e da Pasquale Panella

(tratto dall'omonimo romanzo di Victor Hugo),

e poi potremo ascoltarla in un bel video.







NOTRE DAME DE PARIS…

L'AMORE VINCE SULLA MORTE







Chi ama soprattutto le emozioni, il sogno e le forti sensazioni

non potrà restar indifferente ascoltando questa canzone-poesia

che picchia duro nel profondo del nostro cuore.

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Per questo desidero portarla alla vostra attenzione

e, se vi va, mi farebbe piacere sapere conoscere il vs pensiero





Riccardo Cocciante




Leggiamone dunque il testo…

e poi vedremo uno dei momenti più intensi del musical

che ha avuto milioni di spettatori in tutto il mondo.






BALLA MIA ESMERALDA

Testo di Cocciante


Quando il tempo sarà passato

La terra scoprirà

I nostri due scheletri abbracciati

E il mondo lo saprà

Che Quasimodo amò Esmeralda

La raggiunse e la strinse a sé

Oltre i baci da respirare

Nella morte che dà la vita

All'amore che mai non muore

Il mio corpo l'ho abbandonato

Mangiatelo, avvoltoi

Che la morte ha già incatenato

I nostri nomi e noi

Così l'anima vola via

Via da un misero mondo perso

Questo amore sarà una scia

Tra le luci dell'universo

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Balla ancora, amore mio

Mi sento solo da morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Con te sto morendo anch'io

Perché ti voglio da morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Questa vita se ne va

L'amore vive e fa morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Al di là dell'al di là

L'amore non saprà

Morire

Balla, mia Esmeralda

Canta, mia Esmeralda

Con te io vivrò, con te

Perché con te non è

Morire







Ed ecco il video, altrettanto “forte” ed imperdibile,

che mostra proprio la scena del poetico testo…







Ciao da Tony Kospan




IL TUO BEL GRUPPO DI FB
INSIEME SPENSIERATO E CULTURALE






Tematica e liriche d’amore di Pablo Neruda… vero grande mito della poesia   1 comment


 
La poetica di Neruda in generale spazia
dal senso di vicinanza alla natura…
all'impegno sociale e politico,
dalla difesa del sud del mondo…
all'amore in ogni suo aspetto.
 
 
E' però quest'ultima che lo ha reso leggendario.

 

 

 

 

 

 

NERUDA LA SUA POETICA D'AMORE
ED ALCUNE GRANDI POESIE
a cura di Tony Kospan

per il blog

 
 
 

 

  

 

LA POETICA DI NERUDA

 

 
Anche se, come abbiamo visto nella I parte, la sua poetica spazia in molteplici ambiti ai quali negli ultimi anni si aggiunsero pure versi e riflessioni che, sempre in modo sublime, affrontarono temi morali ed indagarono sul senso della vita, qui parleremo soprattutto della sua poetica d'amore
 
Il bello (o il curioso) è che poi non era quella che apprezzava di più… essendo convinto che le sue poesie più importanti fossero quelle di natura sociale….
 
Eh sì… sono proprio le poesie d'amore che lo fanno ritenere oggi uno dei più grandi poeti di sempre ed in particolare… il più grande cantore dell'amore… .
 
Amore che lui canta in ogni suo aspetto… e senza confini… se non quelli… umani…
 
L’amore da vivere in modo intenso… totale… senza riserve… per un’ora… per un giorno o per la vita…
 
 
 
 
 
 

 

 

 

I suoi versi non presentano parole raffinate o difficili… nè paroloni… tantomeno misteriose contorsioni da decifrare… bensì vocaboli semplici… naturali a volte perfino umili… eppure però capaci di donarci, con la loro armonia e musicalità insieme alla bellezza delle immagini che evocano, grandiose coinvolgenti emozioni…
 
Tuttavia non possiamo, anche se solo per un attimo, non dare uno sguardo anche alla sua tematica poetica complessiva.
 
Egli appare nei suoi versi un osservatore della vita umana nei suoi vari aspetti… con passione, intensità ed in modo quasi incantato.
 
Ma è proprio “cantando” la “normalità” del vivere che i suoi versi acquistano significati universali.
 
Infatti viene da molti anche… definito “Il profeta dell'Uomo“…
 
Certo l’ideale sarebbe leggere le sue poesie in originale per coglierne al massimo la musicalità… – nonostante la massima libertà metrica – ma ritengo che la lettura in italiano non la danneggi poi molto vista la vicinanza linguistica con lo spagnolo.

Tornando alla sua poetica d’amore essa è caratterizzata anche da un ritmo incalzante che ci conquista… ci avvolge… ci coinvolge… ci prende l’anima… con stupore e calore.  
 
 
 
 

 

 

 

Neruda poi non ha alcuna remora a mostrare, quasi denudando il suo cuore, il suo temperamento caldo e passionale.
 
Stupisce infine questo suo cantare l’amore in modo sempre giovanile ed emozionante… nonostante le grandi e gravi vicissitudini della sua vita… di cui abbiamo parlato nel precedente post.
 
Ma passiamo dalla teoria alla … pratica… e cioè leggiamo ora alcune sue poesie d’amore… da me scelte per questa occasione… (tralasciando in questa sede quelle di genere più erotico che saranno eventualmente oggetto di un post ad hoc) alle quali mi piacerebbe che voi ne aggiungeste altre dal suo vastissimo repertorio.
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 
cuorecuorecuorecuorecuorecuore
 
 
 
 
 
 
 
ALCUNE SUE GRANDI POESIE D'AMORE
 
 
 
 
 

 
 
 
E’ OGGI
 


E’ oggi: tutto l’ieri andò cadendo
entro dita di luce e occhi di sogno,
domani arriverà con passi verdi:
nessuno arresta il fiume dell’aurora.
Nessuno arresta il fiume delle tue mani,
gli occhi dei tuoi sogni, beneamata,
sei tremito del tempo che trascorre
tra luce verticale e sole cupo,
e il cielo chiude su te le sue ali
portandoti, traendoti alle mie braccia
con puntuale, misteriosa cortesia.
Per questo canto il giorno e la luna,
il mare, il tempo, tutti i pianeti,
la tua voce diurna e la tua pelle notturna
 
 
 
 
 


 
 
 
IL TUO SORRISO
 
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’ aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’ improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’ aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della
vita.
Amore mio, nell’ ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’ improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera,
amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
 
 
 
 

 
 
 
XLIV SONETTO
 


Saprai che non t’amo e che t’amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un’ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t’amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l’infinito,
per non cessare d’amarti mai:
per questo non t’amo ancora.
T’amo e non t’amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t’amo quando non t’amo
e per questo t’amo quando t’amo.
 
da Cento sonetti d’amore

 
 
 
 
 
 
 
XVII SONETTO
 

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
 
da Cento sonetti d’amore
 
 
 
 
 
 
 
 
XLVIII SONETTO
 


Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lascian camminando due ombre che s’unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E’ la felicità una torre trasparente.
L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.
 
da Cento sonetti d’amore  
 
 
 

 
 
 
 
 
IL RAMO RUBATO


Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'è andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
SETE DI TE M’INCALZA
 

Sete di te m’incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
L’anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l’acqua nel fuoco.
 
da Il Fromboliere Entusiasta
 
 
 
 
 
 
Ed infine in formato  video…
 
 
 
 
 
 
 
 

 

F I N E
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 

Chi desiderasse leggere la romanzesca
storia della vita di Pablo Neruda
con immagini sue… ed altre poesie…

 
 
 
 
 

 

 
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Vasco Pratolini – Lo scrittore della Firenze popolare – Biografia e poetica   Leave a comment

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Da giovanetto ho conosciuto Vasco Pratolini,

grande scrittore fiorentino dallo stile semplice ma umanissimo,

attraverso la lettura dei suoi romanzi.



LA POETICA NEOREALISTA






Stile semplice dicevo…

ma in realtà si tratta di una grande capacità d’immersione,

con naturalezza, nella realtà popolare certo molto fiorentina,

ma nel contempo anche universale.



Vasco Pratolini (Firenze 19.10.1913 – Roma 12.1.1991)




Nelle sue opere colpiscono infatti

i reali dialoghi delle persone normali,

le speranze della gente umile e senza pretese

ma pure i loro  amori e le loro passioni…

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Per questo molto bella ed aderente al vero

mi appare la definizione di

scrittore dei baci sulla bocca, dei baci rubati agli angoli della strada

letta nel web.








Ma perché era così attratto da questo mondo?


Soprattutto perché era proprio quello il suo mondo,

essendo molto umili le sue origini,

benché poi fin da ragazzo fosse attratto dalle letture .







BREVE BIOGRAFIA



Persa la madre quand’era piccolo,

fu allevato dai nonni materni

e da giovanetto fece vari mestieri.


Poi iniziò a lavorare in una tipografia

ma qui già sognava di dedicarsi alla scrittura.







Grazie al pittore Ottone Rosai

iniziò a scrivere sulla rivista “Il bargello

e con Alfonso Gatto, poeta salernitano,

creò la rivista “Campo di Marte” 

poi soppressa dal regime fascista.


Partecipò alla Resistenza e dopo la guerra, nel 1948,

 si trasferì a Napoli, dove visse sino al 1951.






Questi ultimi furono gli anni per lui più intensi

in quanto scrisse alcune tra le sue opere più belle

e collaborò alla sceneggiatura di alcuni mitici film neorealisti

come Paisà di Roberto Rossellini,

Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti,

 Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy etc.






Nel 1952 si trasferì a Roma, da dove non si allontanerà più.


Lì scrisse altri bei romanzi

e partecipò fino alla fine alla vita intellettuale italiana

che aveva, all’epoca, il suo fulcro nella capitale.








Vediamo ora una scena del film girato da Carlo Lizzani nel 1953

nato da uno dei suoi più noti romanzi…

che ci consente di conoscere le tipiche “atmosfere

narrate dallo scrittore fiorentino.

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IL VIDEO


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Alcune tra le sue opere più note:

Le amiche(1943), Il quartiere(1944), Cronaca familiare(1947), Cronache di poveri amanti(1947), Le ragazze di San Frediano(1949), La domenica della povera gente (1952), Metello (1955) Diario sentimentale (1956) e Lo scialo (1960)



Tony Kospan

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Buona settimana in poesia.. Non lasciarmi di Tagore – arte.. A. R. Mengs – canzone.. A Paris di Yves Montand   1 comment

 

 

Anton Raphael Mengs

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Innamorarsi è raro, ma non difficile.
La vera impresa è conservare quel sogno d’amore
anche dopo la sua trasformazione in realtà.
Perché se incontrarsi resta una magia,
è non perdersi la vera favola.
Massimo Gramellini


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Anton Raphael Mengs – Casanova

 

 

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NON LASCIARMI
Tagore
 
 
Non lasciarmi, non andartene,
perché scende la notte.
La strada è deserta e buia,
si perde tortuosa.
La terra stanca è tranquilla,
come un cieco senza bastone.
Sembra che io abbia aspettato nel tempo
questo momento con te così accendo la lampada
dopo averti donato fiori.
Con il mio amore ho raggiunto stasera
il limite del mare senza spiaggia,
per nuotarci dentro e perdermi in eterno.
  
 
 

Anton Raphael Mengs – Personificazione del sole – 1752

  
 
 
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à tout le monde

par Ours Antoine

 

 

 

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Felice notte con la bella minipoesia… Il sogno giusto… di Maria Luisa Spaziani   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 

IL SOGNO GIUSTO
Maria Luisa Spaziani
 
Se faccio un sogno, e poi
me ne nascono versi,
quei versi sono il sogno
che sognate con me.
Attenti ad incarnarvi
nel sogno giusto. Nascono
da una pagina scritta,
in fitta schiera,
mostri, presagi o angeli
 
 
 
 
 
 
 
dipinti di John Patrick O’Brien
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 

 
 
 
 
 

 

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