Archivio per 20 dicembre 2014
Sempre più forte si sente nell'aria
l'atmosfera del Natale anche se quest'anno,
per la crisi sempre più pesante,
appare un pò annacquata…
SII PADRONE DI TE!
Fernando Pessoa
Sii padrone di te
Senza chiudere gli occhi.
Nel duro palmo stringi
Con un tatto serrato
Il mondo esterno
Sentendo nella mano
Ben altro che la mano.



à tout le monde…
da Orso Tony

IL SALOTTO DI SOGNO DI FB?
APRI LO SCRIGNO
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Ci sono ricorrenze che non nascono da tradizioni umane
ma sono momenti veri della Natura…
.
I solstizi e gli equinozi
sono infatti appuntamenti astronomici eterni
che influenzano realmente la nostra vita
e che sono stati considerati molto importanti
in tutte le culture fin dall’antichità.
.
22 DICEMBRE 2019
ORE 05,19
SOLSTIZIO D’INVERNO
.
.
.
Che la luce del nuovo sole possa illuminare
il cammino di tutti voi
Felice Alban Arthuan
Ruth Sanderson – Yule sparge i semi che sbocceranno in primavera
Il solstizio, che può essere d’estate o d’inverno, è ciascuno dei due punti dell’orbita terrestre in cui il Sole è alla massima distanza angolare rispetto al piano dell’equatore terrestre.
La parola “solstizio” significa “Sole stazionario”, ed indica il suo non alzarsi né abbassarsi rispetto all’equatore celeste.
E’ in questo momento che la nostra stella si trova alla massima altezza sull’orizzonte dell’emisfero boreale (cioè quello nord, dove si trova l’Italia), mentre a sud la situazione è capovolta.

A partire dal 22 giugno le ore di luce sono diminuite gradualmente, fino a raggiungere il minimo che si verifica proprio durante il solstizio d’inverno che quest’anno avviene il 22 dicembre.

Fin dall’antichità l’uomo si è reso conto del cammino ciclico che il Sole descrive nel cielo, traendone così spunto per regolare la propria vita agricola e di caccia e creare bellissime leggende per spiegare e spiegarsi il fenomeno.
Per i greci, ad esempio, il solstizio d’estate coincideva con la “Porta degli uomini “, cioè il momento in cui le anime uscivano dalla caverna cosmica.

(Invisible power – New age)
SOLSTIZIO D’INVERNO
(Filastrocca)
Quando a dicembre arriva il solstizio
che dell’inverno scandisce l’inizio
il sole pare diventare più mite ed umano
non fa più l’altezzoso nel cielo lontano
insieme a noi si leva tardi al mattino
si tira pigramente sul tetto vicino
rimanendo incantato tutto il giorno
a guardare curioso le case intorno
non c’è chi non lo veda affacciare
che non lo faccia subito entrare
accogliendolo con cordialità e calore
come si trattasse d’un ospite d’onore
in realtà sembra che al solstizio
sia la festa del sole ad avere inizio.
In Perù la divinità associata al Sole ed all’imperatore, Inti, riceveva sacrifici di animali ed offerte, affinché i raccolti estivi fossero abbondanti.
Il Cristianesimo sovrappose alle celebrazioni pagane la festività dedicata a San Giovanni Battista.
Secondo le tradizioni italiane nella notte di San Giovanni le streghe si levavano in volo e raggiungevano il “Grande Noce di Benevento“, l’albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.
Fino al 1872 a Roma, dopo l’Ave Maria, veniva sparato un colpo di cannone che dava inizio ai festeggiamenti. Il popolo si ritrovava nelle osterie per banchettare con le lumache, considerate in grado di scacciare i litigi ed il pericolo di essere traditi dai propri amati. Ma a partire dal quell’anno la festa venne soppressa dal governo italiano.

(Ice dance – New age)
Il Solstizio d’Inverno cade in un giorno variabile dal 20 al 24 dicembre.
E’ definito anche come il giorno più breve o la notte più lunga dell’anno.
In questo giorno il sole compie il suo giro più breve attraverso il cielo, riducendo così le ore di luce del giorno.
Dopo questa data le giornate iniziano nuovamente ad allungarsi.
Nell’antichità era un’importante festività dei popoli pagani per tutte le tradizioni il Solstizio d’Inverno celebra sempre la morte del Dio Sole, la sua trasformazione e la sua rinascita nel ventre della Dea.

Altri termini usati per indicare il Solstizio sono Yule, che sembra derivare dalla parola anglosassone “Yula” o quella scandinava “Jul” o “Iul” che significa “ruota”, la Ruota dell’Anno.
Infatti per le popolazioni anglosassoni proprio il solstizio segnava l’inizio del nuovo anno e per la tradizione druidica indicava la rinascita del dio Sole in questo giorno.

Nell’antica Roma, nel giorno del Solstizio Invernale si celebrava la rinascita del Sole, il “Dies Natalis Soli Invicti” (il giorno di rinascita del Sole Invincibile) dopo l’introduzione, sotto l’imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mitra nelle tradizioni religiose romane.

Le feste in onore di Mitra erano comprese nell’ampio arco delle festività che i Romani chiamavano Saturnalia, e cioè festeggiamenti dedicati al dio Saturno.
In seguito fu Giulio I nel 325 d.C. circa a trasformare questa festività come ricorrenza per ricordare la nascita di Gesù Cristo, creando una celebrazione alternativa, e divenuta poi vincente, alla più popolare festa pagana di quei tempi.

(Reminiscenze – New age)

Anche appendere l’agrifoglio in casa è un’usanza che persiste da tempi antichissimi.
Fin dai tempi più remoti esso rappresenta un segno di protezione e difesa contro le negatività.
Inoltre rappresenta il Vecchio Dio del Cielo, il Re Agrifoglio che negli antichi miti nordici simboleggia l’anno morente che soccombe al nuovo anno nella simbolica battaglia contro il giovane Re Quercia.

SOLSTIZIO D’INVERNO
Parxifal
Come è limpida questa notte
cosi vicina al sole,
eppure cosi immensamente bella,
raccolgo il sorriso delle stelle,
questo meraviglioso dono
del solstizio d’inverno.
Chissà se lontano oltre gli spazi
dell’incommensurabile,
Musetta guarda la luna
che gira intorno al cuore,
che si fa stella,
fiore,
sogno.
La figura di Babbo Natale, strettamente legata a questa festività, è una raffigurazione fantasiosa di santi che durante questo periodo sono dispensatori di doni (come San Nicola o Santa Lucia), funzione simpaticamente ricoperta nell’antichità da Saturno.

Dalle celebrazioni pagane del solstizio d’inverno e dal desiderio di luce e di festa che per contrasto ne derivano sono infatti nate la figura di Lucia (nel suo significato di portatrice di luce) di bianco vestita e con candele sulla testa e quella di Babbo Natale.
Santa Lucia – Carl Larsson
Il Solstizio d’Inverno è occasione per guardare dentro sé stessi per cercare e riconoscere le proprie paure i propri dubbi.
E’ tempo di affrontare, sconfiggere e lasciar andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.
E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che, gravando sulla nostra anima, ci allontanano da un nuovo inizio, da una nuova rinascita.

FINE
Tony Kospan
TESTO DAL WEB – CON COORDIN., AMPIE RIELABORAZ. ED IMPAGIN. DI T.K.
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Ci sono ricorrenze che non nascono da tradizioni umane
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I solstizi e gli equinozi
sono infatti appuntamenti astronomici eterni
che influenzano realmente la nostra vita
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22 DICEMBRE 2019
ORE 05,19
SOLSTIZIO D’INVERNO
.
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Che la luce del nuovo sole possa illuminare
il cammino di tutti voi
Felice Alban Arthuan
Ruth Sanderson – Yule sparge i semi che sbocceranno in primavera
Il solstizio, che può essere d’estate o d’inverno, è ciascuno dei due punti dell’orbita terrestre in cui il Sole è alla massima distanza angolare rispetto al piano dell’equatore terrestre.
La parola “solstizio” significa “Sole stazionario”, ed indica il suo non alzarsi né abbassarsi rispetto all’equatore celeste.
E’ in questo momento che la nostra stella si trova alla massima altezza sull’orizzonte dell’emisfero boreale (cioè quello nord, dove si trova l’Italia), mentre a sud la situazione è capovolta.

A partire dal 22 giugno le ore di luce sono diminuite gradualmente, fino a raggiungere il minimo che si verifica proprio durante il solstizio d’inverno che quest’anno avviene il 22 dicembre.

Fin dall’antichità l’uomo si è reso conto del cammino ciclico che il Sole descrive nel cielo, traendone così spunto per regolare la propria vita agricola e di caccia e creare bellissime leggende per spiegare e spiegarsi il fenomeno.
Per i greci, ad esempio, il solstizio d’estate coincideva con la “Porta degli uomini “, cioè il momento in cui le anime uscivano dalla caverna cosmica.

(Invisible power – New age)
SOLSTIZIO D’INVERNO
(Filastrocca)
Quando a dicembre arriva il solstizio
che dell’inverno scandisce l’inizio
il sole pare diventare più mite ed umano
non fa più l’altezzoso nel cielo lontano
insieme a noi si leva tardi al mattino
si tira pigramente sul tetto vicino
rimanendo incantato tutto il giorno
a guardare curioso le case intorno
non c’è chi non lo veda affacciare
che non lo faccia subito entrare
accogliendolo con cordialità e calore
come si trattasse d’un ospite d’onore
in realtà sembra che al solstizio
sia la festa del sole ad avere inizio.
In Perù la divinità associata al Sole ed all’imperatore, Inti, riceveva sacrifici di animali ed offerte, affinché i raccolti estivi fossero abbondanti.
Il Cristianesimo sovrappose alle celebrazioni pagane la festività dedicata a San Giovanni Battista.
Secondo le tradizioni italiane nella notte di San Giovanni le streghe si levavano in volo e raggiungevano il “Grande Noce di Benevento“, l’albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.
Fino al 1872 a Roma, dopo l’Ave Maria, veniva sparato un colpo di cannone che dava inizio ai festeggiamenti. Il popolo si ritrovava nelle osterie per banchettare con le lumache, considerate in grado di scacciare i litigi ed il pericolo di essere traditi dai propri amati. Ma a partire dal quell’anno la festa venne soppressa dal governo italiano.

(Ice dance – New age)
Il Solstizio d’Inverno cade in un giorno variabile dal 20 al 24 dicembre.
E’ definito anche come il giorno più breve o la notte più lunga dell’anno.
In questo giorno il sole compie il suo giro più breve attraverso il cielo, riducendo così le ore di luce del giorno.
Dopo questa data le giornate iniziano nuovamente ad allungarsi.
Nell’antichità era un’importante festività dei popoli pagani per tutte le tradizioni il Solstizio d’Inverno celebra sempre la morte del Dio Sole, la sua trasformazione e la sua rinascita nel ventre della Dea.

Altri termini usati per indicare il Solstizio sono Yule, che sembra derivare dalla parola anglosassone “Yula” o quella scandinava “Jul” o “Iul” che significa “ruota”, la Ruota dell’Anno.
Infatti per le popolazioni anglosassoni proprio il solstizio segnava l’inizio del nuovo anno e per la tradizione druidica indicava la rinascita del dio Sole in questo giorno.

Nell’antica Roma, nel giorno del Solstizio Invernale si celebrava la rinascita del Sole, il “Dies Natalis Soli Invicti” (il giorno di rinascita del Sole Invincibile) dopo l’introduzione, sotto l’imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mitra nelle tradizioni religiose romane.

Le feste in onore di Mitra erano comprese nell’ampio arco delle festività che i Romani chiamavano Saturnalia, e cioè festeggiamenti dedicati al dio Saturno.
In seguito fu Giulio I nel 325 d.C. circa a trasformare questa festività come ricorrenza per ricordare la nascita di Gesù Cristo, creando una celebrazione alternativa, e divenuta poi vincente, alla più popolare festa pagana di quei tempi.

(Reminiscenze – New age)

Anche appendere l’agrifoglio in casa è un’usanza che persiste da tempi antichissimi.
Fin dai tempi più remoti esso rappresenta un segno di protezione e difesa contro le negatività.
Inoltre rappresenta il Vecchio Dio del Cielo, il Re Agrifoglio che negli antichi miti nordici simboleggia l’anno morente che soccombe al nuovo anno nella simbolica battaglia contro il giovane Re Quercia.

SOLSTIZIO D’INVERNO
Parxifal
Come è limpida questa notte
cosi vicina al sole,
eppure cosi immensamente bella,
raccolgo il sorriso delle stelle,
questo meraviglioso dono
del solstizio d’inverno.
Chissà se lontano oltre gli spazi
dell’incommensurabile,
Musetta guarda la luna
che gira intorno al cuore,
che si fa stella,
fiore,
sogno.
La figura di Babbo Natale, strettamente legata a questa festività, è una raffigurazione fantasiosa di santi che durante questo periodo sono dispensatori di doni (come San Nicola o Santa Lucia), funzione simpaticamente ricoperta nell’antichità da Saturno.

Dalle celebrazioni pagane del solstizio d’inverno e dal desiderio di luce e di festa che per contrasto ne derivano sono infatti nate la figura di Lucia (nel suo significato di portatrice di luce) di bianco vestita e con candele sulla testa e quella di Babbo Natale.
Santa Lucia – Carl Larsson
Il Solstizio d’Inverno è occasione per guardare dentro sé stessi per cercare e riconoscere le proprie paure i propri dubbi.
E’ tempo di affrontare, sconfiggere e lasciar andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.
E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che, gravando sulla nostra anima, ci allontanano da un nuovo inizio, da una nuova rinascita.

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Tony Kospan
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Oggi è l’anniversario della scomparsa di Walter Chiari,
pseudonimo di Walter Annicchiarico
(Verona 2.3.1924 – Milano 20.12.1991)
E’ stato un notissimo attore, comico
e conduttore televisivo
dalla vita costellata da incredibili
e numerose alterne vicende…

Qui è con Ava Gardner nel 1956
(e nella 1° foto con la moglie Alida Chelli)
Infatti la sua vita è stata come le montagne russe…
su…
per i suoi grandi successi artistici (e con le donne)
e giù…
ahimè per le grandi cadute (giustizia e grosse gaffes).
La sua famosa maschera del “Sarchiapone”
usata nei mitici sketch con Carlo Campanini
“Vieni avanti cretino!”
Ciò però nulla toglie alla statura artistica
ed alla classe del personaggio…
ed infatti era amatissimo dal pubblico…
Il suo variegato percorso nel modo dello spettacolo
dal teatro al cabaret… dal cinema alla televisione
si è snodato dagli anni 40 agli anni 80.
(IL SARCHIAPONE)

Walter Chiari e Carlo Campanini
Personalmente ne ho un bel ricordo
per la sottile ironia e la grande simpatia…
e soprattutto… perché era un mito
per quelli della mia generazione.
Qui col figlio Simone Annicharico avuto da Alida Chelli
(attualmente conduttore televisivo)
Ricordiamolo con questo video che è in grado
di farci conoscere al meglio il suo stile comico
elegante ed assolutamente unico…
TONY KOSPAN
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LA STORIA RELIGIOSA
Narra la leggenda che a Betlemme nei giorni immediatamente dopo la nascita del piccolo Gesù ci fosse un artista di strada che voleva portargli un dono.
L'artista… un ragazzo, molto povero, non aveva nulla da regalare a Gesù ed alla fine decise di offrirgli la sua arte.

Essendo un giocoliere creò un gioco con delle palline ed il piccolo Gesù rise moltissimo.
In ossequio a questo evento e per ricordare i sorrisi di Gesù Bambino si mettono le palle sull’albero di Natale.
LA STORIA LAICA
Tanto tempo fa, l’albero di Natale veniva addobbato esclusivamente con della frutta dalla forma rotonda: arance e mele.
In Francia però, precisamente in Alsazia, in tempi remoti si verificò una pessima annata per le mele, limitandone così i raccolti.

In sostituzione del frutto, che per quell’anno non poteva essere utilizzato come addobbo, un vetraio si propose di costruire delle palline di vetro, in sostituzione delle mele.
Per i tedeschi invece le palline di vetro, denominate kugels, rappresentano una fonte di protezione:
essi infatti hanno il compito di proteggere la casa dagli spiriti cattivi.

Ciao da Tony Kospan
LA TUA PAGINA DI SOGNO
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Walter Crane
Che io possa avere la forza di cambiare
le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare
le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l'intelligenza
di saperle distinguere.
Tommaso Moro



Walter Crane – La belle dame sans merci


TI ADORO
Charles Baudelaire
T'adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto più t'amo quanto più mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all'attacco, m'arrampico all'assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa più bella ai miei occhi.

Walter Crane – I cavalli di Nettuno









La pagina culturale di Fb
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Nata da una famiglia benestante di Verona
si è diplomata al Liceo Artistico.
Abbandonati gli studi universitari si dedicò all'attività di cantante
che aveva però già iniziato, e con successo, a 15 anni.
Il 1963 fu il suo anno magico!
Infatti dopo aver vinto il Festival di Castrocaro
si presenta a soli 16 anni al Festival di Sanremo del 1964
vincendolo con la canzone “Non ho l'età“.
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Ma non finì lì!
Dopo solo 2 mesi cince a Copenaghen anche l'Eurofestival
sempre con la stessa canzone.
La canzone vendette oltre 4 milioni di dischi in tutta Europa
rimanendo per mesi ai primi posti delle classifiche.
Verona 20 dicembre 1947
Nel 1966 rivince Sanremo con “Dio come ti amo”
in coppia con Domenico Modugno.
La sua carriera è continuata fino ad oggi con altri successi
ma nessuno ha eguagliato quello ottenuto con “Non ho l'età“.
Cara Gigliola
Sei la nostra amica di sempre…
quella che non “avrà mai l'età“
Riascoltiamo quella mitica canzone ..
(Non ho l'età)
Ancora augurissimi Gigliola…
per altri mille di questi giorni
e sempre… senza avere l'età… 
anche da Tony Kospan
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