Archivio per 13 dicembre 2014

Le 2 Rosamunda della musica… Classica e Polka… ed una grande Gabriella Ferri   Leave a comment

 
 
 
 
Sono 2 le Rosamunda della musica…
(classica e polka)
ma della seconda…
c'è poi anche la rivisitazione magica e mitica
di Gabriella Ferri
 
 
 
 
 
 
 
LE 2 ROSAMUNDA DELLA MUSICA
 
 
 
 
 
 
LA SINFONIA DI SCHUBERT
 
 
 
 
 
 
Schubert la compose nel 1823 per corredare una commedia
di Helmine von Chezy
Rosamunda, principessa di Cipro“,
che narra di una pastorella ignara delle proprie illustri origini.
 

La commedia fu un fiasco fin dalla prima rappresentazione,
ma la musica di Schubert no
ed anzi è considerata tuttora ,per la sua freschezza melodica,
un capolavoro della musica classica.
 
 
 
 


Franz Schubert


 
 
 
 
 
LA POLKA
 
 
La seconda è invece una danza
dall'aria spensierata ed allegra…
scritta dal compositore cecoslovacco
Jaromír Vejvoda nel 1927
ma divenuta famosissima in Ungheria nel 1938
poco prima della seconda guerra mondiale…
 
 
Grandi musicisti americani come Glenn Miller, Benny Goodman
e Billie Holiday la resero celebre nel mondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Giunse in Italia nel 1943/1944  seguito delle truppe americane.
ed un paio di decenni dopo Gabriella Ferri ricreò
e rivitalizzò questo canto rendendolo ancora più  straordinario
con la sua mitica interpretazione…
 
 
 
 
 
 
 


 
 
Sono dunque 2 musiche diversissime…
ma, a mio parere, entrambe nel loro ambito,
supergodibili…

 
 
 
 
 
 
 
 
Iniziamo dunque… con il video della
 
 
ROSAMUNDA DI SCHUBERT…
IN VERSIONE BALLETTO…
(che preferisco)
 
 
 
 
 
 
 
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e qui  quello della
 
ROSAMUNDA POLKA…






 
 
 
 
 
E dulcis in fundo la mitica
ROSAMUNDA
di Gabriella Ferri
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

Buoni ascolti e… buone visioni…
 se vi va…
 
 
 
Orso Tony
 
 
 
 
 
 
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Visitiamo virtualmente il Louvre… uno dei più grandi e più importanti musei del mondo   10 comments

 
 
 

 
 
 
 
Amiamo l'arte e vorremmo visitare il Louvre…
uno dei più grandi e più famosi musei del mondo?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In attesa di prendere l'aereo…
godiamoci, standocene in poltrona…,
la visione delle fantastiche opere d'arte lì esposte…
grazie a questo bel video.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Consiglio a tutti coloro che amano l'arte
di non perdersi… queste immagini…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 
IL GRUPPO DI CHI AMA L'ARTE
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Pubblicato 13 dicembre 2014 da tonykospan21 in ARTE

Non ancora risolto il mistero dei grandi geoglifi di Nazca! Nuove immagini   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sul Mistero delle linee di Nazca molto si è scritto
 
e molti credono (o credevano) che era stata trovata la soluzione…
 
ma in effetti… come possiamo leggere in questo articolo,
 
che mi appare serio e completo, pur senza esser pesante o noioso,
 
ahimé non sembra affatto che sia così…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NAZCA
 
– UN MISTERO ANCORA IRRISOLTO –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le mani
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gli enormi geoglifi dell’altopiano peruviano:
 
chi li ha tracciati? E perché?
 
 
 
Dario Massara
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
Nel sud del Perù, in un’area desertica di quattrocento chilometri quadrati, le linee di Nazca sono un complesso di oltre 13.000 tracce continue e quasi 300 tra disegni e figure geometriche, ciascuna con un’estensione variabile da un minimo di 25 a un massimo di 275 metri.
 
Avvistate per la prima volta nel 1927, a tutt’oggi costituiscono uno dei più grandi misteri dell’archeologia moderna.
Difficile stabilire con certezza chi le abbia tracciate, quando e con quali tecniche.
Persino più arduo decifrare il loro significato intrinseco.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ufficialmente gli archeologi attribuiscono la paternità dei geoglifi ai Nazca, una civiltà preincaica vissuta tra il 300 a.C. e il 700 d.C. circa.
 
Invero, trattandosi di opere fatte di pietra e sabbia, stimarne una datazione precisa con l’esame al carbonio è una strada non percorribile.
 
Di certo si sa che esse furono realizzate mediante la rimozione dello strato superficiale e dei ciottoli del deserto, lasciando così scoperto il fondo giallino sottostante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Del tutto inspiegabile, però, il meccanismo con cui gli autori poterono seguire il buon andamento dei lavori e la corretta esecuzione delle figure, posto che esse risultano ben visibili solo da un’altezza di almeno di 300 metri.
 
Negli anni Settanta qualche studioso aveva addirittura teorizzato che i Nazca, già 2.500 anni fa, fossero in grado di costruire oggetti volanti simili alle attuali mongolfiere.
 
Un’ipotesi suggestiva, ma ben lungi dall’essere suffragata da prove certe.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La balena
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per convenzione i disegni presenti sull’altopiano peruviano vengono suddivisi in tre categorie: gli antropomorfi, gli zoomorfi e le forme geometriche pure.
 
Il loro stato di conservazione appare pressoché perfetto.
 
Un fatto di per se straordinario, se si considera che i sassi e la sabbia siano materiali mobili, non cementati con alcun tipo di malta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ecco come appaiono le linee viste da vicino

 

 

 

 

 
 
 
 
Secondo l’archeologo Josué Lancho Rojas la spiegazione risiederebbe in una particolarità dell’area.
 
“L’incidenza del sole su un terreno altamente mineralizzato crea un vuoto termico di quasi un metro d’altezza.
 
Per tale motivo i venti non riescono ad avere un’incidenza diretta sul paesaggio, lasciandolo immutato”.
 
A ciò si aggiunga un’ulteriore peculiarità della zona, la quasi totale assenza di precipitazioni: ogni anno la durata complessiva delle piogge non supera mai i venti minuti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il ragno

 

 

 

 

 
 
 
 
Una delle figure più complesse e controverse è quella del ragno.
 
Si tratta di un aracnide particolarmente raro, appartenente alla famiglia dei Ricinulei, che vive solo all’interno della foresta amazzonica.
 
La sua caratteristica principale è la presenza di un organo genitale minuscolo localizzato su una delle zampe, osservabile in via esclusiva attraverso l’uso del microscopio.
 
 
 

 

 

 
 
 
 
Di qui l’insorgere di diversi interrogativi.
 
– Uno: come facevano i Nazca a conoscere un animale così raro, che per giunta viveva a centinaia di chilometri da loro?
 
– Due: come hanno potuto rappresentarlo con precisione assoluta, considerando che non disponevano di strumenti d’osservazione minimamente paragonabili ai moderni microscopi?
 
– Tre: perché raffigurare proprio tale specie di ragno e in quella data posizione?
 
 
 

 

 

 

 
 
 
 
 
Tra i primi tentativi di fornire delle risposte, quello della ricercatrice tedesca Maria Reiche all’inizio degli anni Quaranta.
 
A suo avviso lo schema dell’aracnide rappresentava gli spostamenti delle stelle della cintura di Orione nel firmamento a partire dal III secolo avanti Cristo.
 
L’intero complesso di Nazca, poi, era da considerare come un gigantesco calendario astronomico, volto a spiegare il processo degli equinozi.
 
Pur interessante sul piano teorico, la teoria astronomica della Reiche venne però contraddetta quasi trent’anni dopo da uno studio del professor Gerald Hawkins.
 
Questi, infatti, dall’analisi computerizzata di circa 200 geoglifi, dimostrò che solo un 20% di essi risultava orientato secondo la posizione dei principali corpi celesti, tra cui il Sole e le stelle dell’Orsa Maggiore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La scimmia

 

 

 

 

 

 

 
 
 
Agli studi della Reiche ne fecero seguito diversi altri, sovente piuttosto fantasiosi e arditi. Johan Reinard suppose che i geoglifi costituissero una sorta di calendario solare, per tenere sotto controllo lo scorrere del tempo.
 
Simone Waisbard, invece, avanzò l’idea che essi potessero rappresentare una stazione meteorologica, per prevedere in anticipo il livello annuo delle precipitazioni.
 
Addirittura, nel 1968, lo scrittore svizzero Erich von Daeniken sostenne che le raffigurazioni sudamericane fossero dei veri e propri segnali di richiamo per velivoli extraterrestri, predisposti per favorire atterraggi in condizioni di sicurezza.
 
Di tutte le tesi sin qui elaborate, la più realistica appare quella presentata nel 2001 dall’archeologo italiano Giuseppe Orefici, secondo cui le linee di Nazca erano dei lunghissimi viali consacrati dagli indigeni alle divinità dell’acqua e della fertilità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In particolare, Orefici ritenne che la loro esecuzione ebbe inizio a partire dal 350 a.C., ossia dopo il terribile terremoto che distrusse Cahuachi, l’antica capitale religiosa dei Nazca.
 
“Il loro era un mondo senza scrittura – osservò Orefici – comunicavano attraverso i segni dipinti su ceramiche o stoffe”.
 
In piccolo si trattava degli stessi segni riportati sul terreno e aventi le sembianze del ragno, del condor, del colibrì e delle innumerevoli altre immagini antropomorfe.
 
Tutte dotate di una forte carica esoterica, tutte deputate a proteggere l’uomo dai disastri naturali e dalla siccità.
 
In conclusione, nonostante i notevoli passi avanti nella conoscenza degli stili di vita e delle capacità e competenze della civiltà Nazca, il mistero delle linee appare ancora di difficile decifrazione.
 
Forse, come sostiene qualcuno, non è poi così assurdo vedere in esso un possibile anello di congiunzione tra il mondo primitivo e quello antico.
 
Il frutto, cioè, di una qualche antica civiltà molto evoluta, di cui purtroppo si sono perse completamente le tracce.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
DAL WEB – IMPAGINAZ. T.K.
 
 
LE ULTIME NOVITA’
 
 
Non ci sono delle vere novità interpretative ma recentemente sono state avvistate nuove linee e dunque nuovi geoglifi dal ricercatore Eduardo Herrán Gómez de la Torre forse grazie a tempeste di sabbia che le hanno rese visibili.
Esse rappresentano un serpente lungo circa 60 metri, un uccello ed un camelide… probabilmente un lama.
 
 
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LE LINEE DI NAZCA IN VIDEO
 
 
 
Infine un interessantissimo video con immagini davvero nuove dei misteriosi geoglifi…
 
 

 (COME NON LE AVETE MAI VISTE)

 

 

 
 

 

 

 

 
 
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

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Il condor
 
 
 


Buon sabato pomer. in poesia.. Bellezza di A. Pozzi – arte.. A. Cabanel – canzone.. Nessuno al mondo   Leave a comment

 

 


Alexandre Cabanel

 

 

 

 

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Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “amo,
l'altra, ancora maggiore, quando può dire “sono amato”.
Carlo Dossi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Alexandre Cabanel – La nascita di Venere

 
 
 

BELLEZZA
Antonia Pozzi
 
 
Ti do me stessa
 le mie notti insonni,
 i lunghi sorsi
 di cielo e stelle – bevuti
 sulle montagne,
 la brezza dei mari percorsi
 verso albe remote.
 
Ti do me stessa,
 il sole vergine dei miei mattini
 su favolose rive
 tra superstiti colonne
 e ulivi e spighe.
 
Ti do me stessa,
 i meriggi
 sul ciglio delle cascate,
 i tramonti
 ai piedi delle statue, sulle colline,
 fra tronchi di cipressi animati
 di nidi
 
E tu accogli la mia meraviglia
 di creatura,
 il mio tremito di stelo
 vivo nel cerchio
 degli orizzonti,
 piegato al vento
 limpido della bellezza:
 e tu lascia ch’io guardi questi occhi
 che Dio ti ha dati,
 così densi di cielo
 profondi come secoli di luce
 inabissati al di là
 delle vette.
 
 
 
Alexandre Cabanel – Ofelia

 
 
 
 

 
 
a tutti da Tony Kospan
 
 
 
 
 


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LE SUE SUBLIMI EMOZIONI…
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13 Dicembre Santa Lucia – Buon onomastico a tutte le… Lucia   Leave a comment






Oggi non possiamo non fare
gli auguri di buon onomastico
a tutte le Lucia
essendo questo nome diffuso ed amato in tutto il mondo
anche per le sue valenze simboliche e tradizionali.



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Carl Larsson



Ma chi era Santa Lucia?

E' stata una martire cristiana
(Siracusa 283 – Siracusa, 13 dicembre 304)
morta molto giovane durante le persecuzioni
di Diocleziano a Siracusa






In Italia, per lo più al Nord, quella tra il 12 e 13 dicembre
è una notte di magia per i bambini
 perché S. Lucia dona dolcetti e regalini.







Ancora… tanti… auguri di  
 

A TUTTE LE

L U C I A
 
 
 
 
 




Quale canzone poi associare oggi
agli auguri se non… la mitica…
SANTA LUCIA?


Eccola interpretata da… Elvis Presley…

 
 
 

 



 




 
 

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Serena notte con la bella minipoesia… L’attesa… di R. Tagore   Leave a comment


 
 
 
*
 
 
 
 
L'ATTESA


Rabindranath Tagore 


 


 Tu mi sorridesti
 e mi parlasti di niente
 e io mi accorsi
 che era questo
 che aspettavo da tempo.

 

 


 
 
 
 
 
 
 
 

 

BY TONY KOSPAN

 

 
 


* Dipinti di Hélène Béland

 
 
 



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Pubblicato 13 dicembre 2014 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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