Archivio per 26 novembre 2014

Il rapporto tra Malinconia e Arte – Analisi… dipinti ed alcune poesie   2 comments

 


Un interessante articolo sul rapporto, ormai ampiamente riconosciuto, 
tra la malinconia e l’arte insieme a dipinti, poesie e canzoni in tema.





 


LA MALINCONIA NELL’ARTE.. NELLE POESIE E NON SOLO
PER IL BLOG IL MONDO DI ORSOSOGNANTE

 
 


La malinconia – Durer – (Partic.)

 
 

 
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La malinconia è il più legittimo tra tutti i toni poetici.
(Edgar Allan Poe)


La malinconia è la felicità di essere triste.

(Victor Hugo)


La malinconia e la felicità sono come due persone che fingono di non conoscersi
e si incontrano di continuo ad appuntamenti segreti.
(Fabrizio Caramagna)

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Paul Delvaux – Elogio della Malinconia

 
 

Rifuggita, nella nostra società iperattiva tutta volta verso l’esterno, la malinconia può essere letta come un bisogno di rivolgere l’attenzione verso l’interno, quella dimensione in cui gli artisti traggono ispirazione e carica per la loro attività.



 

Francesco Hayez – Pensiero malinconico


 

Da cosa dipende quel vago malessere che spesso accompagna la nostra vita?
Perché non siamo felici di ciò che possediamo e delle mete che abbiamo già raggiunto?
Da dove proviene quella struggente sensazione di non essere veramente a “casa”?
è lo stato di malinconia, quel vissuto psicologico che sperimentiamo di frequente nei momenti di “sosta”, di “arresto” nel corso della nostra vita.
Gli antichi la descrivono come “afflizione dell’anima” affine alla tristezza, ma non così dolorosa, e anche se cupa e profonda porta con se una certa tenerezza e dolcezza.
Inoltre, a differenza della tristezza, che sfiora la depressione e non induce alla riflessione, la malinconia si alimenta di un pensiero più intimo forse più a contatto con la “ragioni” del cuore.

 
 
 



  
Marie Constance Charpentier – La melanconia

 

 
Il termine malinconia deriva dal greco, mélas, nero e cholé, bile, quindi “bile nera” che insieme con il flegma, la bile gialla, e il sangue, formava i “quattro umori”.
Questi umori si credeva controllassero tutta l’esistenza e i comportamenti dell’uomo e, a seconda del modo in cui si combinavano, determinavano il carattere degli individui; in perfetta corrispondenza con gli elementi del cosmo e i suoi cicli, come l’alternarsi delle stagioni.


 

Christian Landier



Nel linguaggio moderno la parola “malinconia” o “melanconia” si usa per indicare indifferentemente cose alquanto diverse tra loro.
Nella nostra cultura medica viene indicata come prodromo della depressione, e viene riconosciuta come tale quando si accompagna a sensi di colpa e a umore depresso, sintomi però non scatenati da eventi ben identificabili e per lo più non caratterizzati da ansia.
Le persone che ne soffrono manifestano anche insonnia, perdita dell’appetito e incapacità di trarre piacere.
Questo “atteggiamento” scientifico, di sicura utilità per diagnosticare preventivamente una patologia depressiva, ha messo però in ombra la malinconia come “stato dell’anima”, talvolta penoso e deprimente e talaltra dolcemente pensoso o nostalgico, includendo tutte le manifestazioni in un’unica definizione di carattere clinico.
 
Elio Occhipinti


Ma eccoci alle poesie, associate a dipinti e canzoni. 
 
 
 
fre bia pouce  music+121      (Malinconia – Luca Carboni)
Arnold Bocklin – Malinconia
 
 
 

MALINCONIA E ARTE 
Daniele Bollea
 
La malinconia d’una
perduta armonia
è il vento perenne
che soffia nell’arte. 
Si placa nelle opere
che la vantano. 
Ma poi riattacca la cicala
e si rimette al vento. 
Già è altrove
l’occhio quieto del ciclone.

 
 
fre bia pouce  music+121 (Giuni Russo – Malinconia)
Louis Jean Francois Lagrenee – Malinconia
 

 

VOLUTTA’ DELLA MALINCONIA 
Johann Wolfgang von Goethe 

Non asciugatevi, non asciugatevi,
lacrime del sempiterno amore!
Oh come a occhi che vanno asciugandosi
il mondo appare squallido, smorto!
Non asciugatevi, non asciugatevi,
lacrime dell’amore infelice!

 
 
fre bia pouce  music+121 (Malinconia – Riccardo Fogli)
Edvard Munch – Malinconia



NEL LAGO DEI TUOI OCCHI 
Guillaume Apollinaire

Nel lago dei tuoi occhi assai profondo
il mio cuore si annega e si discioglie
E là dentro lo disfano nell’acqua
di amore e di follia
un po’ Ricordo, un po’ Malinconia.
 

F I N E
 

 



Testo ed immagini dal web – Impaginazione e coordinam. T. K.



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IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE FIGURATIVA
(PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA E CINEMA)
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I Giardini La Mortella ed un Orso – Quando natura.. poesia.. arte.. bellezza e musica sposano il.. sogno   1 comment

 
 
 
 


 
 
 
 

 

Un giardino di sogno con oltre 3000 piante tropicali
nell’incantevole isola d’Ischia
ma anche un giardino da consigliare agli innamorati
e tanto altro
è quel che ha visto ed ora condivide con voi
Orso Tony

 
 
 
 
 

 

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UN ORSO AI GIARDINI LA MORTELLA
Tony Kospan
 
 
 
 
 

In zona panoramica a Forio d’Ischia nascono i giardini la Mortella, concepiti e creati dalla signora Susanna Walton, moglie di William Walton uno dei più importanti musicisti inglesi del ‘900.

Per la realizzazione del giardino fù assegnato l’incarico all’architetto paesaggista Russel Page, il quale lo strutturò in due aree principali, il giardino a valle e il giardino superiore, in totale il giardino copre circa 2 ettari e contiene circa 3000 specie di piante esotiche.

Il giardino è stato dotato anche di ruscelli e laghetti che rendo un ambiente adatto alla crescita delle piante acquatiche come le ninfee tropicali, il papiro e il loto. Nel giardino si trovano collezioni di specie vegetali che originarie di vari paesi, come felci arboree del continente australe, le Protee e l’Aloe del Sudafrica, Yucche e Agavi del Messico, e poi Magnolie, Camelie Bauhinie, Palme, Cicadacee.

Fra le piante più rare troviamo la Spathodea campanula proveniente dall’Africa tropicale, i Metrosideros della Nuova Zelanda, la Puya berteroniana del Cile, la Dracaena draco delle Canarie, la Chorisia speciosa e la Jacaranda mimosifolia dell’Argentina, e moltre Orchidee. Nella “Serra della Victoria” vengono coltivate la gigantesca ninfea Victoria amazonica e la rarissima rampicante delle Filippine Strongylondon macrobotys che si fa ammirare per gli stupendi fiori color verde giada.

Nel Giardino superiore spiccano la Sala Thai dall’ aspetto orientale, circondata da fior di loto, bambù e aceri giapponesi; il Tempio del Sole, con bassorilievi di Simon Verity; la Cascata del Coccodrillo; il Ninfeo, un angolo immerso tra la flora mediterranea, il Teatro greco, da cui si gode un incomparabile colpo d’occhio sul mare e la Roccia di William, dove sono custodite le ceneri del compositore William Walton.

Salendo la collina si incontrano la Serra delle orchidee, il Museo, contenente cimeli e ricordi di Walton, fotografie di Cecil Beaton e un teatrino di Lele Luzzati. La Mortella offre borse di studio per compositori in collaborazione con l’università di Harvard, e organizza una stagione di concerti con le scuole di musica di Napoli, Roma e Firenze. Da quest’anno il Teatro greco ospiterà concerti estivi all’aperto.

 

 

 
 
 
 
 

Questo da un punto di vista botanico… ma… viene anche definito anche… un luogo dell’anima.
 
Un viaggio alla scoperta delle meraviglie della flora mediterranea, ma non solo: piante rare e tropicali, roseti, tempietti cinesi, questo bellissimo angolo di terra foriana è diventato il giardino delle sette meraviglie, ma anche il giardino delle arti:
 
 
 
 
 

 

 
 
 
Poesia
 
come poesia può essere la bellezza allo stato puro della natura rugiadosa o aspra, dei giochi d’acqua delle fontane, dello spazio immenso che si apre all’improvviso dietro un angolo, il mare infinito.
 
 
 

Scultura
 

perché questi intrichi di foglie e di fiori che si avvoltolano si rincorrono,
diventano statue vegetali, architetture improvvisate, come i tronchi degli alberi, degli ulivi, che si torcono su se stessi, in spericolati virtuosismi tridimensionali.
 
 
 
Pittura
 
perché chi meglio di questi cento e cento colori può dare vita ad un quadro perfetto.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma i giardini La Mortella sono anche e soprattutto
Musica,
perché nati per ispirare il genio del compositore
William Walton.
 
 
 
 

I coniugi Walton
 
 
 
 
 
Il compositore inglese infatti amava questi luoghi e qui volle creare per sé e sua moglie Susana una dimora dove trascorrere giorni lieti.
 
 
 
 
 
Il compositore nella sua villa di Forio
 
 
 
 
Il primo nucleo dei giardini La Mortella nasce dunque come luogo privato, e solo successivamente il parco viene aperto al pubblico ed ampliato.
Chi visita i giardini oggi, non può non rintracciare nel filo “ verde” del suo percorso una grande storia d’amore e musica che ancora oggi vive nella Mortella.
Lady Susana Walton ha creato all’interno dei giardini più luoghi deputati alla musica, l’ultimo è il grande anfiteatro all’aperto dove in estate si svolgono concerti sinfonici sotto le stelle per grandi orchestre.
 
 
 
 




 

 

Qualcuno si domanderà… “ma chi era questo William Walton?”
In effetti è la stessa domanda che mi sono posto anch’io e da una ricerca ecco cosa ho conosciuto di lui e del suo rapporto con Ischia, la sua villa poi diventata giardino botanico aperto al pubblico.
Walton  è stato uno dei principali musicisti inglesi del ventesimo secolo e ha vissuto a Ischia dal 1949 nei dintorni di Forio uno dei paesi più pittoreschi dell’isola.
 
 
 
 
 

 Lady Susana Walton

 

 

Egli visse qui nella villa dei giardini “La Mortella” creato da Susana Walton,  la sua moglie argentina, ed ora aperti al pubblico per la felicità dei visitatori.

 
 
 
 
 
E ora, se ci va, possiamo conoscere il musicista
attraverso una sua composizione musicale.




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 William Walton dipinto da Michael Ayrton – 1948
 
 
 
 
 
Ma torniamo a parlare dei Giardini


Nel 1956 il famoso architetto paesaggista Russell Page disegnò l’impianto del giardino integrandolo fra le pittoresche formazioni rocciose di origine vulcanica. 
La Mortella è divisa in due parti: 
un giardino più basso nella Valle, ed un giardino superiore sulla collina; 
si estende per un’area di circa 2 ettari ed ospita una raccolta di più di 3000 specie di piante esotiche e rare. 



L’Orso in un caratteristico angolo del parco



Tutto il giardino è disegnato con abilità ed è arricchito da fontane, piscine, corsi d’acqua che permettono la coltivazione di una superba collezione di piante acquatiche come papiro, fior di loto e ninfee tropicali.
Le varie zone del giardino sono connesse con viali, sentieri, scalette e muri a secco, che di terrazza in terrazza spingono il visitatore in alto fino alle splendide vedute sulla baia di Forio.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

Nel giardino si trovano collezioni di piante originarie da diversi paesi, come felci arboree dal continente Australe, Protee e Aloe dal Sudafrica, Yucche e Agavi dal Messico, e poi Magnolie, Camelie, Bauhinie, Palme, Cicadacee. 

Un accogliente bar è incastonato a metà collina dove, in grande tranquillità, potrete gustare un ricco tè oppure un cappuccino accompagnato dalla musica del Maestro. 

Un angolo del giardino ospita invece la Sala Thai, un luogo di meditazione thailandese, piacevole sosta per i visitatori davanti ai fiori di loto. 

Nel museo è conservata una bellissima collezione di immagini realizzate dal grande Cecil Beaton, l’artista fotografo che ha attraversato tutte le avanguardie del secolo scorso. 

Anche il celebre disegnatore Lele Luzzatti ha lasciato una sua deliziosa testimonianza realizzando un fantasioso e coloratissimo teatrino. 

 


 

 

 

 

Davvero un giardino stupendo, dunque. Uno dei più belli d’Europa… se non il più bello.
E’ stato tra l’altro premiato nel 2004 come Parco più bello d’Italia.


 
 
 
 
 
 
 
 

Consiglio di tutto cuore agli innamorati di visitarlo perché, oltretutto, ha tantissimi angolini romanticissimi.

Beh avrete capito che ne sono rimasto letteralmente ed entusiasticamente… folgorato!!!
 
 
 
 
 
L’Orso e la pagoda
 
 
 
 
 
Si è fatto tardi. Prima di lasciare questo che mi appare più un Eden
che un giardino diamo un’occhiata al panorama di Forio visto da qui
ed andiamo a prendere l’aliscafo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Ciao a tutti da Orso Tony.

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Buon mercoledì in poesia.. La speranza è un essere piumato di E. Dickinson – arte.. J. W. Waterhouse – canzone.. Let it be   Leave a comment

 

 

John William Waterhouse – Il Decamerone

 



 



 

  

Amami quando non lo merito
che è quando più ne ho bisogno. 
Catullo

  

 

Let it be

John William Waterhouse – La signora di Shalott

 
 
 
 
 


LA SPERANZA E’ UN ESSERE PIUMATO
– Emily  Dickinson –
 
La speranza è un essere piumato
che si posa sull’anima,
canta melodie senza parole e non finisce mai.
La brezza ne diffonde l’armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l’uccellino
che ha consolato tanti.
L’ho ascoltato nella terra più fredda
e sui più strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola – a me.

 
 
 
 

John William Waterhouse – La sirena



 
 

a tutti da Orso Tony 

 



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