Archivio per 3 novembre 2014

La Cappella Sansevero e lo stupefacente Cristo velato – II PARTE   3 comments

 
 
 

 
 
 
 
La più importante opera del Principe Raimondo de Sangro è certamente questa Cappella da lui abbellita ed arricchita da eccezionali opere d’arte.
 
 
 
 
LA CAPPELLA DI SANSEVERO
 
 
 
 
Costruita già nel 1590 per ospitare le tombe della famiglia fu del tutto restaurata nel corso del ‘700 dal Principe.
 
 
 
 

La Cappella in una antica stampa

 


E’ situata in pieno centro storico a pochi metri dalla piazza San Domenico Maggiore, ed è accanto al palazzo di famiglia dei Principi di Sansevero, ma divisa da un vicoletto che era però sormontato da un ponticello sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere direttamente alla Cappella.
 
 
 
 

La piantina della Cappella

 
 
 
 
La prima cosa che stupisce è che nella Cappella sono presenti soprattutto sculture ed infatti gli unici dipinti sono: 
il soffitto affrescato da F. M. Russo nel 1749 con le immagini allegoriche dei Santi della famiglia ed i medaglioni monocromatici con i Santi protettori del Casato.
 
Tutti presentano ancor oggi colori vivissimi grazie all’uso di una cd. pittura “oloidrica” che consisterebbe nell’uso, al posto della colla, di sostanze create dal Principe ed il cui segreto avrebbe portato nella tomba con sé.
 
Questa massiccia preponderanza di sculture e di parti architettoniche rappresenta probabilmente un vero e proprio “unicum” nell’ambito delle Chiese e delle grandi Cappelle (benché questa sia ora sconsacrata).
 
 
 
 

 
 
 
LE 4 CHIAVI DI LETTURA
 
 
 
Prima dare un’occhiata alle opere più rappresentative presenti nella Cappella bisogna precisare che essa presenta, a mio parere, ben 4 chiavi di lettura:
– La prima è quella religiosa… certo è una Cappella… con statue e qualche dipinto di carattere religioso… eppure forse è la chiave meno importante.
– La seconda è quella della rappresentazione della
storia della famiglia del Principe e dei personaggi che più le diedero lustro.
– La terza è quella
artistica, per la presenza di fantastiche opere di grandi maestri dell’epoca inserite in un contesto tutto barocco ed in un trionfo (quasi musicale) di marmi e stucchi.
– La quarta, la più misteriosa e per molti affascinante, è quella
esoterica in quanto il Principe avrebbe “fatto nascondere ma non troppo” nelle diverse opere i suoi principi e le sue conoscenze ermetiche ed alchemiche. Qualcosa di vero certamente ci deve essere se si pensa alla persecuzione che il Principe subì da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
 
 
 
 

 
 
 
Dunque nell’esaminare ciascuna opera cercherò di evidenziare le diverse chiavi apparenti o nascoste… per quanto è a mia conoscenza.
 
 
 
 
 
IL CRISTO VELATO
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ certo l’opera più bella e nel contempo più misteriosa… in quanto è considerata uno dei massimi capolavori dell’arte mondiale e basterebbe da sola a giustificare una visita…
 
Il grande Canova, quando la vide, ne rimase così entusiasta che era pronto a spender qualunque cifra per poterla acquistare… e studiare… ed affermò che avrebbe dato 10 o 20 anni di vita per poter dire d’esserne stato lui l’autore.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Il motivo di tanta stupefacente bellezza?
 
E’ soprattutto la presenza di un velo di marmo che lascia incredibilmente visibile sia il corpo sottostante che perfino le ferite ed i buchi fatti dai chiodi sul corpo di Gesù.
 
Molto si è scritto su quest’opera in quanto ci sono opposte versioni su questo velo.
 
Secondo presunte clausole del contratto d’opera che sarebbero state ritrovate nell’Archivio Notarile di Napoli tra il Principe ed il Sammartino (che potremo leggere nelle note in calce), allora apparirebbe certo che il “velo trasparente di marmo” sia stato un composto alchemico fornito dal Principe allo scultore.
 
 
 
 

 

 

 
 
Tuttavia sulla base di altri documenti c’è anche una tesi opposta e cioè che l’opera sia tutta un unico blocco di marmo finemente e favolosamente lavorato dal Sammartino.
 
In ogni caso, quando la vidi qualche anno fa, davvero mi sbalordì e mi sconvolse la trasparenza e l’aderenza del velo di marmo capace di mostrar con estrema e realistica precisione tutto quanto è da esso coperto… e cioè… la vena gonfia sulla fronte, i fori dei chiodi sui piedi e sulle mani, il costato scavato e l’aspetto rilassato del Cristo per la sopraggiunta morte liberatrice dal dolore.
Questi incredibili aspetti si possono ammirare con stupore soprattutto da vicino non potendo le foto dare l’esatta visione del realismo dell’opera.
 
 
 
 

Il foro nel piede

 
 
 
 
Ma cosa voleva dirci il Principe volendo realizzare quest’opera?
 
Potrebbe aver avuto lo scopo di dimostrare la possibilità di una felice unione tra arte ed alchimia oppure richiamare l’attenzione sulla Sindone quale simbolo esoterico di perfezione..
A mio modesto parere, con essa il Principe ha voluto soprattutto evidenziare la grandezza della sua potenza (in tutti i sensi) in quanto capace di pensare e di far realizzare (con o senza alchimie) un’opera davvero mitica ed unica al mondo.
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
NOTE
Tra le virgolette ecco degli estratti dalle clausole del contratto per la realizzazione del Cristo Velato rinvenute in alcuni siti in cui si afferma che siano state ritrovate nell’Archivio Notarile di Napoli ma delle quali non sono in grado di confermare l’autenticità:
 – Lo scultore s’impegna a realizzare una ” statua raffigurante Nostro Signore Morto al Naturale da porre situata nella cappella Gentilizia del Principe, un Cristo Velato steso sopra un materasso che sta sopra un panneggio e appoggia la testa su due cuscini, apprè del medesimo vi stanno scolpiti una Corona di spine tre chiodi e una tenaglia“.
Il Principe s’impegna a fornire il marmo ed a realizzare una “Sindone, una tela tessuta la quale dovrà essere depositata sovra la scultura, dopo che il Principe l’haverà lavorata secondo sua propria creazione e cioè una deposizione di strato minutioso di marmo composito in grana finissima sovrapposta al telo; Il quale strato di marmo da usa idea, farà apparire per la sua finezza il sembiante di Nostro Signore dinotante come fosse scolpito di tutto con la statua“.
Lo scultore avrebbe però dovuto mantenere il segreto sulla “maniera escogitata dal Principe per la Sindone ricovrente la statua” e però l’opera sarebbe stata attribuita solo allo scultore.
 
 
 
 
 
FINE II PARTE
 
 
 
Chi volesse conoscer la biografia
del misterioso ma geniale Principe e della sua famiglia
(I Parte del post) può cliccare qui giù…
 
 
 
 
 

CONTINUA
CON LE ALTRE MIRABILI OPERE DELLA CAPPELLA… E NON SOLO…
 
 
LE IMMAGINI SONO PRESE DAL WEB E SARANNO SUBITO RIMOSSE SE
CHI NE DETIENE IL COPYRIGHT LO CHIEDERA’
 
 
 
 
 
 


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Walter Rosenblum – La fotografia come arte… testimonianza sociale e ricerca dell’umanità   Leave a comment

 






QUANDO LA FOTOGRAFIA E’ ARTE
UMANITA’ E DOCUMENTAZIONE STORICA


Walter Rosenblum per oltre mezzo secolo
è stato un punto di riferimento per l’arte fotografica,
sia negli Stati Uniti che nel mondo.

 
 
 
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WALTER ROSENBLUM
ARTE FOTOGRAFICA… E TESTIMONIANZA SOCIALE
 
 
 
 
 
Walter Rosenblum (New York, 1 ottobre 1919 – 23 gennaio 2006)




DIAMO PRIMA UN’OCCHIATA AD ALCUNE TRA LE SUE FOTO PIU’ FAMOSE





 
 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
 

Walter Rosenblum fu testimone attivo di alcuni dei più significativi eventi dell’età moderna e sperimentò personalmente, durante gli anni giovanili, le condizioni degli immigrati in America; visse la grande Depressione, la seconda Guerra Mondiale e la repressione del maccartismo.
 
In tempi più recenti poté osservare il mutarsi delle condizioni di vita delle minoranze di New York e la crescita di una consapevolezza politica ed estetica nel Terzo Mondo. Rosenblum usò occhi e apparecchio fotografico per cercare di capire il corso delle vicende umane e celebrare i sentimenti egli uomini.

All’età di diciassette anni entrò a far parte della Photo League di New York dove incontrò Lewis Hine e studiò con Paul Strand, che contribuirono in modo fondamentale alla formazione della sua visione sull’arte e sulla vita.
 
 
 
 
  
 
 
 
 

In particolare egli condivise con Hine la convinzione che con la fotografia fosse possibile dimostrare che la dignità è un sentimento universale, che non si possono fare differenze fra gli uomini in base alla razza, alle religioni, alla nazionalità o alle condizioni economiche.

 
 
 
 

 

 

Fotografo dell’esercito nel corso della seconda guerra mondiale, sbarcò il D Day in Normandia, dove, per la morte di un cineoperatore nel corso dello sbarco, ne dovette prendere il posto per tutto il conflitto attraversando così la Francia, la Germania,l’Austria e realizzando il primo film sul campo di concentramento di Dachau appena liberato.

Per le coraggiose azioni svolte durante il combattimento fu anche insignito della “Silver Star”, della “Bronze Star”, del “Purple Heart” e la Unit Citation presidenziale, divenendo uno dei fotografi più decorati della Seconda Guerra Mondiale.

 

 

Sbarco in Normandia

 

 

 

Prigionieri tedeschi



Ma Rosenblum nel suo percorso professionale non mancò di fotografare i quartieri dove vivevano gli immigrati di New York e del South Bronx con gli insediamenti della nuova immigrazione, e in seguito spingendosi anche ad Haiti, Francia, Italia, Cuba, Cina, nell’ Unione Sovietica e in Brasile.

 
Da quest’immensa ricchezza di esperienze e dal prolungato rapporto con le diverse culture la visione fotografica di Rosenblum divenne testimone della condizione umana come di una comunità globale in cui i bisogni fondamentali, i valori e le aspirazioni esistenziali sono universalmente condivisi.
 

 

 




 

 

Rosenblum cercò così di sottolineare la dignità dell’essere umano, con i suoi soggetti mai semplici vittime, ma persone integre e complesse, la cui umanità sopravvive intatta malgrado le circostanze avverse.

La sua macchina fotografica fu strumento affinché gli uomini si potessero riconoscere nelle loro azioni e comportamenti, nella speranza che la comprensione delle dinamiche interpersonali, potesse estinguere ignoranza e paura e le principali cause di tante ingiustizie sociali.

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
Le opere di Walter Rosenblum sono conservate in prestigiose collezioni, quali il J.Paul Getty Museum di Malibù, alla Library of Congress di Washington, al MoMA, al Metropolitan Museum of Art e all’ICP di New York, alla Bibliotheque Nazionale de France di Parigi ed altri ancora.

 
 
 
FINE
 
 
 
Testi ed immagini dal Web coordinati da T.K.
 
 
 
 
TONY KOSPAN


 
 
 
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LA TERRA COME LA VEDREBBE DALL’ALTO…

UN’ASTRONAVE ALIENA

 

Ai minuti 1,44 e  2,28 l'Italia

 

 


 

 

 

 

Immagini bellissime e…
del tutto nuove… ma anche verissime
della nostra cara madre Terra…
così come appare vista dal satellite…
accompagnate da una musica coinvolgente…

 
 
 
 
 
 
 
 
Un video che a mio parere merita… davvero…
e rappresenta un messaggio che chiede rispetto…

per la Natura…

 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao da Orso Tony
 
 
 
 
 


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Ecco il viso di Tutankhamon! Constatata anche la causa della sua morte   Leave a comment



 

La tecnologia moderna ci consente
cose davvero impensabili…
fino a pochi decenni fa…

 
 
 
 
 
 

Abbiamo ora la ricostruzione del volto del mitico faraone
ed anche nuove rivelazioni sulla sua morte:
fu causata da una cancrena.

 
 
 
 

  
Giovane e con le labbra carnose: così era il faraone.

L’immagine da una tomografia computerizzata alla mummia
 
 
 
 
IL CAIRO – Un team di esperti francesi, statunitensi ed egiziani è riuscito a ricostruire il volto di Tutankhamon, attraverso una tomografia computerizzata della mummia del faraone vissuto nel XIV secolo a.C..

Dalla ricostruzione il faraone egiziano appare un uomo giovane, di circa di 19 anni, dalle labbra carnose.
 

 

 

 Il volto del faraone
 
 
 
 
 
Gli studi sulle spoglie di Tutankamon erano iniziati a gennaio quando un equipe di scienziati sotto la direzione del segretario generale dell’Amministrazione archeologica del Cairo, Zahi Hawwas, ha estratto dal sarcofago che si trova nella Valle dei Re, la mummia del faraone.

Una delle riproduzioni mostra un giovane dalla faccia di bambino, dalle guance paffute e dal mento rotondo, con una rassomiglianza con la famosa maschera d’oro dello stesso regnante, rinvenuta nella sua tomba nel 1922 dall’archeologo britannico Howard Carter.

Gli studiosi hanno realizzato a computer modelli del viso del faraone-ragazzo, basati su circa 1.700 scansioni ad alta risoluzione ricavate dalla tomografia computerizzata della mummia, al fine di rivelare le sembianze dell’antico re al momento della sua morte, circa 3.300 anni fa.

La forma del viso e del teschio sono notevolmente simili ad un famoso ritratto di Tutankhamon da ragazzo – ha precisato Zahi Hawass – , quando fu mostrato come il dio Sole all’alba, sorgente da un germoglio di loto».



 
Il volto del faraone Tutankhamon ricostruito al computer (Ap) 


Le indagini hanno svelato anche che il leggendario re egiziano morì di una cancrena fulminante, dopo essersi rotto una gamba. Dopo esserci consultati con esperti italiani e svizzeri e scienziati egiziani – spiegano gli studiosi che hanno realizzato l’impresa – abbiamo concluso che una frattura alla gamba sinistra del re, procurata il giorno precedente la sua morte, era infettata dalla cancrena e fu la causa del decesso.

E ancora: La frattura non si verificò durante il processo di mummificazione nè fu il risultato di un danneggiamento della mummia, come sostenuto dall’archeologo britannico Howard Carter, ovvero colui che nel 1922 scoprì il sarcofago del leggendario faraone.

Gli scienziati non hanno trovato prove che il faraone fosse stato colpito alla testa, nè che fosse stato ucciso, come è stato detto in passato. 

 
 

  

 

Testo dal     Impaginaz. e coordinam. T.K. 

 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
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VIVER L'ARTE… INSIEME
Ripped Note

 
 
 

La stupefacente velocità… e creatività… di un pittore all’Anderson Got Talent   Leave a comment



Altro che Artista… questo è un vero Genio!!!


Possiamo definirlo il… Pennello più veloce del mondo!






Sì…vera velocità mostruosa ma non solo (come vedrete alla fine)

del pittore D. Westry che mostra anche le sue capacità creative

durante il concorso

Gli spettatori di Anderson Got Talent.






I primi 90 secondi di questo video potrebbero probabilmente annoiarvi.





E' vero… ma scherzi a parte…

 dopo però sarete davvero sbalorditi.






Video imperdibile!






Link diretto per chi lo preferisce

http://www.youtube.com/watch?v=I9ficvPdpZg#t=157




Ciao da Tony Kospan





 IL GRUPPO DI CHI AMA ESPLORARE

I N S I E M E
L'ARTE



Buona settimana in poesia – L’amor mio di J. Joyce – arte… Rina Sutzkever – canzone… Pazzo di lei   Leave a comment

 

 

Rina Sutzkever

 

 

 

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Serenità è quando
ciò che dici,
ciò che pensi,
ciò che fai,
sono in perfetta armonia.
Mahatma Gandhi
 
 
 
 

Rina Sutzkever

 

 

L'AMOR MIO

James Joyce


 

L'amor mio è vestita di luce

In mezzo ai meli

Dove i lieti venti più bramano

Di correre insieme.

 

Là dove i venti lieti restano un poco

A corteggiare le giovani foglie,

L'amor mio va lentamente, china

Alla propria ombra sull'erba;

 

Là, dove il cielo è una coppa azzurrina

Rovescia sulla terra ridente,

Va l'amor mio luminoso, sostenendo

Con garbo la veste.

 
 
 
 

  
 
 
 
 
 
 

Rina Sutzkever

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

LA TUA PAGINA DI SOGNO DI FB?
samp5873205a0f06c928.jpg PSICHE E SOGNO picture by orsosognante

 
 

 

Buonanotte con la minipoesia… Se il genio… di Nizar Qabbani   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SE IL GENIO
Nizar Qabbani
 
Se il genio fosse uscito dalla lampada
e mi avesse detto: – Eccomi,
hai un minuto solo, –
tra pietre lucenti e smeraldi,
io avrei scelto i suoi occhi
senza esitazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Divisorio
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 

Pubblicato 3 novembre 2014 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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