Tra le poesie che definisco ”sublimi”,
intendendo con questo termine poesie
che uniscono alla bellezza dei versi
anche profondità di pensiero, riflessioni sulla vita, etc…,
non può mancare questa del mitico Neruda…
In molti pensano che Neruda abbia scritto solo
poesie bellissime d'amore… mentre ha in realtà
scritto anche opere morali e sociali…
di cui tra l'altro andava più fiero che delle prime.
Questa, che è di genere morale ed introspettivo,
ci sorprende molto favorevolmente come sempre.
CHIEDO SILENZIO
– NERUDA –
– SUBLIME POESIA MORALE –
Può sembrare all’inizio una poesia triste
di una persona che dà l'addio al mondo,
ma poi si apre in un affresco in cui è dipinta,
in modo chiaro e lucido,
la sua idea delle stagioni della vita… dell’amore…
ed in definitiva la sua visione del senso del nostro vivere.
Visione che appare quasi filosofica o religiosa…
con la suggestiva affermazione di un eterno ciclo
nel quale la nascita ci porta sempre alla morte
e che la morte che ci porta sempre ad una nuova nascita…
Il Poeta dunque, pur facendo un resoconto della sua vita,
non si lascia trascinare nella malinconia dei ricordi
nè dal pessimismo del pensiero sul destino dell’uomo.
Anzi, grazie anche alla proclamazione
del suo amore per Matilde (Urrutia),
che considera la donna del suo destino,
la poesia raggiunge anche un grande vigore lirico.
In ultima analisi a me sembra
che la poesia contenga, pur nel commiato,
un sereno ed innamorato abbraccio alla vita…
in ogni suo aspetto.
CHIEDO SILENZIO
Pablo Neruda
Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.
Io chiuderò gli occhi
E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.
Una è l’amore senza fine.
La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.
La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.
La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.
La quinta cosa sono i tuoi occhi.
Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.
Amici, questo è ciò che voglio.
E’ quasi nulla e quasi tutto.
Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.
Accade che sono e che continuo.
Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i grani che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.
E’ che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.
Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere.
Come sempre mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere…
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Tutti conosciamo (?)
o dovremmo conoscere i…
7 PECCATI CAPITALI…
(riguardo poi al tenerne conto
è proprio tutto un altro discorso eh eh)

Essi rappresentano delle “violazioni”
che potremmo definire all’interno
di un ordine principalmente individuale…

Ma ecco che però nella saggezza Vedica,
sono stati individuati i
7 PECCATI SOCIALI…
che ovviamente fanno riferimento invece
al nostro vivere e convivere nell’umana società.
Debbo dire che mi sembrano divieti…
davvero interessantissimi ed attualissimi…
e che, mai come in questo periodo,
dovrebbero essere rispettati…
soprattutto dai politici ma anche dai cittadini…
dato che ogni nazione esprime la classe dirigente
che la maggioranza si merita…
”I 7 PECCATI SOCIALI”
L’autore è il grandissimo M. K. Gandhi.
Quelli che seguono sono dunque i sette peccati sociali
secondo Mohandas Karamchand Gandhi,
così come li elencò sul settimanale «Young India»,
da lui fondato, il 22 ottobre 1925.

Anche se normalmente il termine «peccato»
viene associato a un contesto religioso,
Gandhi lo adopera qui però nell’accezione più ampia
di «offesa alla fondamentale dignità umana».

ECCOLI…

1) politica senza principi;
2) affari senza moralità;
3) scienza senza umanità;
4) conoscenza senza carattere;
5) ricchezza senza lavoro;
6) divertimento senza coscienza;
7) religione senza sacrificio.
A questi sette, Arun Gandhi, nipote del Mahatma
ne aggiunse un ottavo:
8) diritti senza responsabilità.
Cosa ne pensate?
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