Archivio per ottobre 2014
UNA CANZONE DI UN TEMPO
CHE VA OLTRE IL… TEMPO

Storia testo atmosfera e musica
di questa mitica poetica canzone…
VOCE 'E NOTTE
ATMOSFERE E NOTE DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
per il blog
L'ANALISI DELLA CANZONE E LA MUSICA
Stavolta siamo nel 1903/1904… oltre centodieci anni fa dunque…

e la canzone di cui parleremo e che sentiremo… oltre ad essere una poesia densa di struggente ed immensa passione… presenta una melodia, quasi musica classica, altrettanto dolce ed appassionata.
Si tratta dunque di grandissima musica… e non per nulla questa canzone è stata interpretata anche da grandi cantanti lirici.
Per questo ho anche pensato d'ascoltarla e di farvela ascoltare nella superba interpretazione del noto tenore Franco Corelli.

Possiamo quindi ben dire che il matrimonio tra versi e musica… più riuscito di così non poteva essere.
Tony Kospan
LA SIMPATICA STORIA
Voce ‘e notte
(Musica di E.Nicolardi- Testo di E.De Curtis)
Questa canzone si può certamente definire autobiografica.
Racconta di un innamorato che disperato canta sotto il balcone della sua innamorata andata in sposa ad un’altro uomo.
Correva l’anno 1903 ed Eduardo Nicolardi, giovane poeta di 25 anni,
si innamorò di Anna Rossi l’esile e bellissima vicina di casa figlia di un facoltoso commerciante di cavalli.
Quando Eduardo dichiarò il suo amore ai genitori di Anna, questi lo cacciarono via.
La loro giovane figlia non poteva andare ad un giovane poeta dal futuro incerto, ma a Pompeo Corbera, un ricco cliente del padre dalla veneranda eta’ di 75 anni.

Il destino, o l’età dell’anziano marito, volle che l’amore trionfasse. Infatti dopo poco tempo dal matrimonio, Pompeo Corbera morì e d i due poterono coronare il loro sogno d’amore e noi così abbiamo potuto avere una delle più belle canzoni d’amore di tutti i tempi.
(dal web con modif. e integraz.)

TESTO E TRADUZIONE
Si ‘sta voce te scéta ‘int”a nuttata, mentre t’astrigne ‘o sposo tujo vicino… Statte scetata, si vuó’ stá scetata, ma fa’ vedé ca duorme a suonno chino…
Nun ghí vicino ê llastre pe’ fá ‘a spia, pecché nun puó sbagliá ‘sta voce è ‘a mia… E’ ‘a stessa voce ‘e quanno tutt’e duje, scurnuse, nce parlávamo cu ‘o “vvuje”.
Si ‘sta voce te canta dint”o core chello ca nun te cerco e nun te dico; tutt”o turmiento ‘e nu luntano ammore, tutto ll’ammore ‘e nu turmiento antico…
Si te vène na smania ‘e vulé bene, na smania ‘e vase córrere p”e vvéne, nu fuoco che t’abbrucia comm’a che, vásate a chillo…che te ‘mporta ‘e me?
Si ‘sta voce, che chiagne ‘int”a nuttata, te sceta ‘o sposo, nun avé paura… Vide ch’è senza nomme ‘a serenata, dille ca dorme e che se rassicura…
Dille accussí: “Chi canta ‘int’a ‘sta via o sarrá pazzo o more ‘e gelusia! Starrá chiagnenno quacche ‘nfamitá… Canta isso sulo…Ma che canta a fá?!…”
|
Se questa voce ti sveglia nella notte, mentre ti stringi allo sposo tuo vicino… Stai sveglia, se vuói star sveglia, ma fai finta di dormir un sonno profondo…
Non avvicinarti alla finestra per vedere, perché non puoi sbagliar questa voce è la mia… E’ la stessa voce di quando noi due, timidi, ci parlavamo col “voi”.
Se questa voce ti canta nel cuore quello che non ti chiedo e non ti dico; tutto il tormento d’un amore lontano, tutto l’amore di un tormento antico…
Se ti viene voglia di voler bene, un desiderio di baci corre nelle vene, un fuoco che ti brucia proprio tanto, bacia lui… che t’importa di me?
Se questa voce, che piange nella notte, sveglia il tuo sposo, non aver paura… Vedi bene ch’è senza nome la serenata, digli quindi di dormire e di star sereno…
Digli cosí: “Chi canta in questa via o sará pazzo o muor di gelosia! Stará piangendo per qualche tradimento… Canta da solo… Ma che canta a fare?!…”
(Traduz. di Tony Kospan)
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LA CANZONE
Ascoltiamola ora, come ho accennato su,
nell'interpretazione di un grande cantante lirico
Franco Corelli
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Federico Fellini e la moglie Giulietta Masini
FELLINI…
VERO MAGO DEL CINEMA DEL II NOVECENTO
(Rimini 20.01.920 – Roma 31.10.1993)
Vincitore di 4 premi Oscar e di tanti altri premi
è stato certamente uno dei massimi protagonisti
della storia del cinema… mondiale… del 900
per la sua capacità di coniugare
l'arte cinematografica
alla poesia… alle emozioni… al sogno.
BREVE BIOGRAFIA
La sua carriera ebbe inizio nel '29 come…
disegnatore satirico…
dopo esser giunto a Roma dalla natia Rimini…
Negli anni '40 passò alla collaborazione
nella stesura di sceneggiature teatrali
ma nel '45, con la conoscenza di un grande regista
come Rossellini, s'avvicinò al mondo della celluloide.
Nel 1950 la sua prima regia (insieme con Lattuada)
con “Luci del varietà” mentre il debutto come unico regista
avvenne con “Lo sceicco bianco“.
Qui la sua vena artistica, che possiamo definire
un misto di sogno e realtà che dona suggestioni magiche
inizia a manifestarsi, ma non trova consensi
nè dalla critica… nè dal pubblico.
Sordi in una mitica immagine da “I vitelloni”
Nel '53 il suo primo grande successo con “I Vitelloni“
con il quale vinse il Leone d'argento alla Mostra di Venezia…
Il successo si confermò subito dopo,
anche a livello internazionale
con “La strada“.
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Mastroianni e Anita Ekberg ne “La dolce vita”
Ormai era diventato un regista affermato…
La sua carriera da quel momento è stata un susseguirsi
di successi di pubblico e di premi nei vari Festival del Cinema… con…
Le notti di Cabiria, 8 e mezzo, La dolce vita, Satyricon, Roma,
Amarcord, La città delle donne, Ginger e Fred.
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L'ultimo suo film è stato “E la nave va” nel 1990.
Oltre ai 4 premi Oscar vinti
gli fu poi conferito nel 1993
anche l'Oscar alla carriera.
Come ricordarlo ora al meglio se non con una scena,
tratta da un suo mitico film,
che mette in evidenza il suo stile poetico e sognante?
La passerella finale di Otto e mezzo (musica di Nino Rota)
Tony Kospan
Ff.
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Sogni – Vittorio Corcos



La gentilezza è il linguaggio
che il sordo può sentire
ed il cieco può vedere.
Mark Twain


Luna di miele – Vittorio Corcos
NEL NOSTRO AMORE, LA PENA E LA GIOIA
– Juan Ramon Jimenez –
Nel nostro amore, la pena e la gioia
si accendono e si spengono,
come, a primavera,
la mattina e la sera.
Oh soave scontro dolce
dell’ombra e della luce,
della luce e dell’ombra
– nè luce del tutto,
nè ombra del tutto -,
belle loro due, come quelle due;
simulacro di lotte,
uguali nella disfatta e nel trionfo!
Amore; crepuscolo,
aurora di primavera!

Due donne – Vittorio Corcos
per tutti da Orso Tony
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Il film di Mario Costa con una giovane Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Tito Gobbi ed altri, è la trasposizione cinematografica del noto melodramma giocoso.
L'opera lirica di Donizetti, su libretto di Felice Romani, fa parte del particolare ambito dell'opera comica, anche se in essa non mancano momenti… sofferti.

Gaetano Donizetti
LA TRAMA
Siamo alla fine del '700 in un villaggio dei Paesi Baschi.
Nemorino, timido contadino, sogna la ricca Adina, ma non osa dichiararle il suo amore… e quando ci riesce riceve un netto rifiuto.
Arriva nel paese Dulcamara, un ciarlatano, che offre al Nemorino un elisir magico che subito gli farà conquistare Adina.

Nemorino allora si dichiara di nuovo, tutto sicuro di sé, ma l'effetto è opposto perché lei decide di sposare il generale Belcore.
Lui allora le chiede almeno di rinviare le nozze, con la speranza che l'elisir faccia effetto, e chiede un altro elisir a Dulcamara.
Ma essendo senza soldi, per pagarlo, si arruola nell'esercito di Belcore.
Ad un certo punto però gli sembra che tutte le ragazze si innamorino di lui… ma la verità è che è diventato erede di una fortuna.

Adina intanto comincia ad amarlo e per dimostrarglielo compra dal generale il contratto d'arruolamento e glie lo dona.
E' stato proprio l'elisir a dargli la bella conclusione crede Nemorino (Viva il grande Dulcamara).

LA CRITICA DELL'EPOCA AL FILM
“Dei vari film che fedelmente riproducono le opere liriche sullo schermo, questo ci sembra il migliore, perchè il suo realizzatore è stato attento a non dimenticare le particolari esigenze dello spettacolo cinematografico, che sono ben diverse da quelle del palcoscenico.
Se si aggiunge che la fotografia è splendida […] si può concludere affermando che questa fatica di Mario Costa merita, nel suo genere, ogni considerazione e molti elogi”.
(L'Operatore, “Intermezzo”, n. 14/15 del 16/8/1947).
Ora vediamo il film ed ascoltiamo la mitica musica

Tony Kospan
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ANDIAMO INSIEME
Pablo Neruda
Andiamo insieme.
Spezziamo questa strada insieme.
Sarò la tua rotta.
Passa.
Lasciami andare.
Desiderami, stremami, versami, sacrificami.
Fai vacillare le cinte dei miei ultimi limiti.
da Tony Kospan
Dipinti di Jack Vettriano
IL MONDO DELL'ARTE
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Non preoccupatevi eh eh… non è un post lungo e barboso…
Ci consente però una sbirciatina sulla storia della danza
BREVE STORIA DELLA DANZA
ED IN PARTICOLARE DI QUELLA MEDIEVALE
Il medio evo è stata un’epoca che,
al contrario di quanto comunemente si crede,
non fu affatto un periodo oscuro,
ma di gestazione dello splendore del Rinascimento…
e che, forse proprio per questo, mi affascina molto.
Giovanni Guidi – 1450 – “Adimari cassone”
Ascolteremo anche una musica forse non proprio medievale
ma certo molto vicina a quel periodo…
e vedremo un video che ci consentirà di farci un'idea
della danza dell'epoca.
Ma prima un cenno sul significato e sulla storia della danza…
Cos’è la danza?
Gli esseri umani si esprimono naturalmente attraverso il movimento.
La Danza è la trasformazione di ordinari movimenti funzionali e espressivi in movimenti straordinari per scopi straordinari. Molte specie animali eseguono danze di corteggiamento o per altri scopi, ma la danza umana differisce da quello di altri animali per l’uso consapevole di simboli.
La danza va oltre gli scopi funzionali dei movimenti usati nel lavoro o nello sport, per esprimere emozioni, stati d’animo, o idee; raccontare una storia; o semplicemente creare un’esperienza che sia piacevole, eccitante, esteticamente valida.
Movimenti del corpo umano in disegni ritmici sono stati usati per dare espressione a esperienze di vita prima ancora dell’uso di sostanze materiali o della parola scritta. Incisioni nelle Grotte di Addaura, vicino a Palermo, testimoniano l’esistenza della danza nel Neolitico (circa 12.000 anni fa).

Esistono due principali tipi di danza:
– danze di partecipazione, che consistono in movimenti codificati eseguiti in determinati situazioni sociali,
– e danze di presentazione, che sono create per un pubblico di spettatori.
Il secondo tipo di danza è considerata una delle maggiori forme di arte.
La danza occidentale che conosciamo oggi ha le sue origini nel Medioevo; della danza praticata nell’antichità rimangono alcune tracce archeologiche, analizzate solo negli ultimi secoli.
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Danza Antico Egitto
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Il corpo umano può eseguire molti movimenti come piegamenti, salti, stiramenti, giri. Ogni stile di danza privilegia certi tipi di movimenti anziché altri, ed è ciò che caratterizza lo stile. Combinando i vari movimenti contemplati da uno stile di danza e usando dinamiche diverse, si può creare un infinità di passaggi. Gradualmente i movimenti stilizzati che compongono il balletto classico occidentale sono stati codificati in un sistema ben definito.

Balletto nel '700
Siccome la codificazione del balletto è stata compiuta in Francia, molti passi e movimenti hanno nomi francesi. Questi nomi sono stati usati successivamente per indicare gli stessi movimenti anche nella danza moderna.

Degas – Ballerina
Attraverso un lungo periodo di studio, la potenzialità di movimento del corpo può essere aumentato per ottenere effetti più spettacolari o espressivi.
I costumi possono aumentare la potenzialità del corpo, come accade con le scarpe da punta in danza classica.

La Danza nel Medioevo
Durante il Medioevo europeo la chiesa cristiana disapprovava la danza come ricordo di manifestazioni pagane.
Due principali tipi di danze di partecipazione erano praticate:
– danze di isterismo religioso, come il ballo di San Vito, e
– danze popolari nel solco delle antiche tradizioni contadine.
Le danze erano in genere presenti durante le feste popolari ed erano eseguite anche per intrattenere un pubblico.
I balli popolari di oggi sono proprio la continuazione di questa tradizione agreste.
Alcune danze dei sudditi divennero però popolari anche tra gli aristocratici.
Queste danze si sono evolute in danze di corte, e da queste danze è nato il balletto.

Degas – Ballerine
Testo dal web – Impaginazione T.K.
Concludo il post con questo interessante video che ci mostra,
in modo indicativo, un tipo di danza medievale.
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Ciao da Orso Tony che al massimo può far il…
ballo… dell’Orso 
Scherzo… ma mica tanto… eh eh…
PSICHE E SOGNO
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Come è noto questa è la festa più controversa di tutte e ci sono accanite schiere di favorevoli e contrari…
Esaminerò i lati positivi e negativi… secondo le opposte visioni… cercando il massimo di obiettività… ma alla fine esprimerò comunque il mio pensiero.
PRO
– Ci sarebbero vaghe… lontane origini contadine europee
– Piace ai bambini
– Aiuta l’economia… consentendo alle aziende di produrre e vendere di più
– Aiuta a superare la paura della morte
– Bisogna viverla solo come un gioco… ed è una festa come tante altre
CONTRO
– Festa solo di importazione.. nata in piccole zone nordamericane.
– E’ caratterizzata soprattutto dall’esaltazione di un horror più o meno finto anche se edulcorato da giocose modalità infantili… tipo “Dolcetto scherzetto etc…”
– Festa lontanissima dalle nostre tradizioni.
– Festa senza alcun significato reale… e solo consumistica.
– Alcuni fanatici di Halloween vanno a caccia dei gatti neri per sacrificarli perché amici delle streghe… (Quando venivano bruciate le streghe si bruciavano anche i gatti neri).
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– Con la scusa di Halloween poi molti si abbandonano a comportamenti folli… pericolosi… vietati… vandalici… come ci dice la cronaca… al punto che alcuni comuni vietano i mascheramenti… ed ogni anno la cronaca nera ci racconta di spiacevoli episodi.
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– Il culto dei morti viene trasformato in una carnevalata…
– Per i cattolici infine con i giochi ed i riti finto-satanici (ma ahimé alcuni gruppi li fanno davvero) si aprirebbe la porta al Demonio
Infine ecco la definizione di Wikipedia:
“Halloween è una festività di origine celtica celebrata la notte del 31 ottobre che nel secolo XX ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota”
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IL MIO PENSIERO
Certo è una festa dalle modalità molto lontane dalle nostre idee e dalle nostre tradizioni… (ma che la globalizzazione ha portato in giro per il mondo) e le sue origini appaiono consistere in una deformazione celtica della nostra festa del 1° Novembre (Ognissanti).
Però chi vuole festeggiare lo faccia pure… ma auspicabilmente solo in modo giocoso… e sereno… e si diverta pure… ed anche alla grande… con pipistrelli… zucche vuote… (ce ne sono tante in giro in tutti i settori) e streghe varie… ma senza darle stupidissimi significati satanici e stia lontano da comportamenti pericolosi per sé e per gli altri… (e lasci in pace i gatti)..
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E VOI COSA NE PENSATE?
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Concludo dunque augurando… buona festa (a chi festeggia)
e buona e serena serata-notte del 31 ottobre… a tutti gli altri.
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Tony Kospan
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William Clarke Wontner
Il male che a vicenda ci facemmo
lo dimentica il cuore,
ma le ore beate si fermano per sempre
in un interminabile splendore
Hermann Hesse
Viola – William Clarke Wontner
MI VESTIRO’ DI TE ~ G. Xartam ~
Mi vestirò di te… dei tuoi caldi sguardi e delle tue illusioni, sarai per me il fresco cotone per le giornate afose oppure pura lana vergine per quando il freddo invaderà il cuore mio, cucirò un foulard colorato con la seta della tua pelle.
Mi vestirò di te… delle tue notti insonni e dei tuoi sogni più dolci che saranno il mio pigiama, sarai carezza lieve sulla mia pelle nuda, userò le fibre tue più calde per mantenere il fuoco nel mio corpo,
userò tutta la stoffa che c’è in te per fare capi unici.
Mi vestirò di te… perché senza di te è come se fossi nudo.
Safie – William Clarke Wontner
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SENZA FINE
Ono No Komachi (IX-X sec)
Senza fine penso a te
mi raggiungi nella notte
lungo il sentiero dei sogni
dove non incontro nessuno
che mi disapprovi.
DA TONY KOSPAN

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L'enigmatica Cappella Sansevero
è uno dei luoghi più visitati di Napoli,
e riscuote notevole interesse e grande curiosità
da oltre duecento anni.
E' altresì considerata, da un sondaggio fatto
tra tutti coloro che hanno visitato dei musei,
il museo più amato d'Italia ed è pure presente
nella top ten dei musei europei.
LA CAPPELLA ED IL PRINCIPE DI SANSEVERO
ARTE E… MISTERI…
a cura di Tony Kospan
Perché una piccola cappella suscita tanto interesse e tanta curiosità?
Perché visitarla è come fare 2 passi… nel mistero, 2 passi… nella grande arte, 2 passi… nella storia del '700 e 2 passi… . nel mondo umano e familiare di un geniale ed enigmatico principe ed alchimista… Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
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Pur essendo il tema apparentemente semplice, la biografia di un Principe e la descrizione di una piccola cappella, per la notevole complessità e quantità di aspetti artistici, storici, scientifici, alchemici, esoterici… etc… il post dovrà esser diviso in parecchie parti.
Inizieremo ordunque col parlare qui, in breve, della vita del Principe per passare poi ad esaminare la Cappella e le sue opere d'arte, le diverse stranissime invenzioni del Principe e ci soffermeremo anche su alcuni suoi contatti con personaggi altrettanto noti e misteriosi.
Questa prima parte, che possiamo definire essenzialmente di presentazione e biografica, è forse la meno affascinante ma è assolutamente necessaria per meglio comprender tutto quanto vedremo e conosceremo dopo…
I PARTE
DISSERO DEL PRINCIPE DI SANSEVERO
Ecco cosa scrisse di lui Benedetto Croce:
“Ammazzò sette cardinali e con le loro ossa costruì sette seggiole, mentre con la pelle, opportunamente conciata, ricoprì i sedili”
– Benedetto Croce-Storie e leggende napoletane -.
Per la gente del luogo era invece una specie di stregone ed ancora secoli dopo, al solo nominarlo, molti si facevano il segno della croce.
Wikipedia però lo definisce così… semplicemente
“Raimondo di Sangro (Torremaggiore 30.1.1710 – Napoli 22.3.1771) fu il VII principe di San Severo e studioso napoletano”.
Ma chi era e da dove veniva in verità costui?

LA FAMIGLIA D'ORIGINE DEL PRINCIPE
I conti dei Marsi e di Sangro vantavano, come si può evincere dal loro stemma, una discendenza “borgognona” dallo stesso Carlo Magno.
Inoltre la famiglia dei Sangro era molto legata al potente Ordine Benedettino, ed aveva avuto nei suoi ranghi, oltre ad abati ed altissimi prelati, anche i santi Oderisio, Bernardo e Rosalia e ben 4 Papi erano stati loro parenti.

Innocenzo III (1198-1216), Gregorio IX (1227-1241), Paolo IV Carafa (1555-1559) e Benedetto XIII (1724-1730).
Il padre di Raimondo, Antonio di Sangro, fu personaggio poco limpido, libertino e molto controverso.
Accusato dell'omicidio del padre di una ragazza di Sansevero, che era contrario alla loro relazione, scappò a Vienna dichiarandosi innocente ma, dopo che la Magistratura, forse corrotta, archiviò il caso, tornò e fece uccidere il Sindaco di Sansevero che era stato il suo accusatore.
Scappò di nuovo… stavolta a Roma dove infine prese i voti e si ritirò in un convento.

BIOGRAFIA DEL PRINCIPE RAIMONDO
A causa di un genitore così scapestrato il ragazzo visse un'infanzia un po' disorientata con i nonni paterni che a 10 anni lo mandarono a studiare dai Gesuiti a Roma dove brillò negli studi ed acquisì una grande cultura di cui poté far sfoggio quando, tornato a Napoli, primeggiò tra i Nobili dell'epoca che erano molto poco inclini al sapere ed alla cultura.
Ma le sue non furono solo conoscenze scolastiche in quanto si estesero anche ad altre discipline ed alle lingue straniere.
Già da studente mostrò le sue capacità inventive. Infatti quando per uno spettacolo a scuola bisognava smontare presto il palco per consentire un successivo spettacolo equestre superò “primi Ingegneri e valentuomini” creando un palco che “coll'aiuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote” spariva in breve tempo.

Tornato all'età di 20 anni a Napoli, divenuta sede principale della famiglia, già con il titolo di VII° Principe di Sansevero, per la morte del nonno, sposò per procura la giovanissima cugina Carlotta Gaetani residente nelle Fiandre che conobbe però solo 6 anni dopo a causa delle continue guerre di quegli anni.
Per le sue conoscenze dell'arte militare divenne Colonnello del Reggimento Capitanata e nel 1744 mostrò il suo valore nella Battaglia di Velletri contro gli Austriaci e gli apprezzamenti del Re Carlo di Borbone.

Il Re alla Battaglia di Velletri contro gli Austriaci
Nel frattempo scriveva libri, che editava egli stesso nella tipografia che aveva fatto costruire negli scantinati del suo palazzo, frequentava le migliori Accademie letterarie e culturali dell'epoca ed approfondiva studi, ricerche ed esperimenti in materia chimica ed alchemica.
I suoi libri di chiaro stampo massonico venivano spesso censurati dalle Autorità ecclesiastiche mentre la sua tipografia stampava libri di vario genere che nessuno pensava di pubblicare in Italia.

Nel 1744 il Principe iniziò quello che oggi possiamo definire il suo capolavoro principale e cioè il restauro e la risistemazione della Cappella familiare, oggi nota in tutto il mondo come “Cappella Sansevero” per la qual cosa chiamò i più grandi (e costosi) artisti dell'epoca come vedremo in seguito.
Sempre nel 1744 si iscrisse alla Massoneria ed in breve scalò tutti i gradini della Loggia Napoletana divenendone il Gran Maestro.

Questi sono però anche gli anni un cui, per impulso del Re Carlo III di Borbone, avvengono grandi scoperte archeologiche nelle aree soprattutto di Pompei, Ercolano e Paestum.
Scoperte che per la loro straordinarietà rafforzarono negli adepti della Loggia le loro convinzioni esoteriche.
Ma Re Carlo III, suo amico, nel 1759 fu chiamato a regnare sulla Spagna per la morte del fratello maggiore e lasciò così il Regno delle due Sicilie al giovane ed inesperto Re Ferdinando IV.

Re Carlo III di Borbone
Quest'ultimo, su consiglio del Ministro della Real Casa (e suo nemico), Bernardo Tanucci, lo fece arrestare perché aveva affittato delle stanze del suo palazzo ad una bisca per pagare i debiti contratti con gli artisti e le maestranze che lavoravano per la Cappella.
Dopo qualche mese però per le sue importanti ed aristocratiche amicizie fu liberato.

La Cappella in una antica stampa
Allora il Principe, per risolvere una volta per tutte i problemi economici, fece sposare il primogenito con la principessa Gaetana Mirelli di ricca famiglia che gli portò una considerevole dote che, non solo gli consentì di non aver più debiti, ma anche di continuare l'opera di completamento di quella che possiamo definire… la ragione della sua vita….
I suoi ultimi anni li passò, oltre che nella cura della Cappella, suo amato gioiello, anche a studiare, a fare esperimenti ed ad inventare come vedremo più avanti.
Morì nel 1771

FINE DELLA I PARTE
continua…
Fonti:
vari siti web e conoscenza diretta (della cappella eh eh)
Immagini dal web
– Copyright: Tony Kospan
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