Archivio per 3 settembre 2014

G. Gozzano e A. Guglielminetti – Il difficile amore tra noti poeti ed alcune lettere   Leave a comment




Amalia Guglielminetti




Stavolta parliamo di una storia d’amore tra… poeti e cioè… tra Amalia Guglielminetti e Guido Gozzano.
Le storie d'amore tra poeti in realtà sono rare… ma non rarissime.





Amalia e Guido




Spesso però… sono anche storie “difficili”.
Ma in fondo forse non sono dissimili affatto da quelle di altre persone che poeti non sono… quando l'amore, anche grande, è di uno solo dei due come capiremo, leggendo qui di seguito, alcune loro lettere.








DA AMALIA A GUIDO
Martedì – 24 marzo 1908


Perché mi fate piangere, Guido, perché mi fate rimpiangere quel poco che v’ho dato di me?
Non dovevo venire con Voi quel giorno per soffrirne dopo, così, per vedermi tolta anche la piccola dolcezza di sentirvi qualche volta vicino.
E così poca cosa la vita e così breve per negarci qualche poco della sua bellezza per tormentarci volontariamente anche quella piccola parte di bene che ci concede?
Voi vi dite corazzato anzi insensibile ad ogni ferita. Io no, mio dolce Amico, o vi voglio bene e soffro crudelmente di sentirvi tanto lontano.
Mi pare di trovarmi più sola in quest’ombra grigia di banalità che ci circonda, sento d’aver smarrito qualche cosa di più leggero, di più chiaro, di più elevato, l’amico che mi comprende, il fratello che sogna i miei sogni e gioisce della mia gioia, la tenerezza che blandisce e riscalda il cuore.
Io non voglio che tu mi sfugga, Guido, io non voglio che tu mi segua di lontano come un estraneo, che tu mi riveda ancora un giorno lontano quando forse i miei capelli non saranno più tanto bruni e la mia bocca fresca e i miei occhi lucenti.
Lascia ch’io ti dica tu come un compagno, ch’io non senta fra noi il gelo di quella parola dura.
Io ti sono compagna ora senza tremori e senza fremiti, sorella della tua anima.
Io ti saprei baciare la fronte con un sorriso sereno come si bacia un bambino.
No, noi non abbiamo ancora sepolto nulla di noi stessi.
Io sono per te come il primo giorno che ti vidi, non sazia, né stanca, né oppressa dalla più piccola parte di te.
Sei nuovo e fresco al mio spirito come allora che m’eri ignoto.
Ogni tua parola è come una piccola luce che ti rischiara un momento e ch’io guardo risplendere con gioia nuova ogni volta che tu parli.
E un senso strano ch’io non so dire, ma che non ho mai sentito per altri, una malia, quasi, che è credo, una occulta profonda fraternità, un oscuro legame spirituale che ci unisce anche nostro malgrado.
Ma tu non provi questo fascino, lo so, poiché mi respingi dopo alcune ore di comune vita, mi allontani con un gesto che mi pare un urto di disdegno.
Forse io non sono stata con te, quel giorno, quella della tua attesa.





Marco Reviglione – Ritratto di Amalia Guglielminetti




Ora leggeremo l'amara risposta di Guido.
Facciamolo con attenzione.
E' chiara ed evidente, anche se davvero elegante, la volontà di staccarsi da parte del poeta.
Però debbo dire che, nonostante appaia ben descritta la spiegazione della sua decisione, forse ne ignoriamo i veri motivi. 








DA GUIDO AD AMALIA 
30 marzo 1908


Rileggo ogni giorno la tua lettera, mia buona Amalia, con una grande malinconia.
E indugio nella risposta, preso da un’indolenza dolorosa: forse perché non so bene come dirti…
Da molti giorni sono in casa ed ho l’anima morbosamente assopita, incerta di tutto come in un sogno.
Penso a tante cose, sopra tutto, avvenire; e penso anche a te, con molta tenerezza e con molta serenità.
Sento in fondo all’anima una specie di fiera tristezza, per aver saputo essere crudele con me e forse — perdonami — anche un po’ con te…Io provo una soddisfazione speciale quando rifiuto qualche bella felicità che m’offre il Destino.
E quale felicità, Amica mia!
Il nostro amore che sarebbe fiorito con tutti i fiori della primavera torinese! (così dolce per l’esule che ritorna!) anche la stagione sarebbe stata propizia alla nostra follia! 
E quanti mesi di serenità, di sole, di profumo! E quanti sogni! 
Avremmo voluto pellegrinare la nostra passione in tutti i dintorni favorevoli al sentimento: quanti sogni!
Io li ho già sognati tutti e t’ho già vista in tutti: con a sfondo i paesi sconosciuti, le viuzze di provincia dove si sarebbe delineata al mio fianco la tua svelta parigina figura primaverile.
Io non vedrò le tue vesti nuove.
Sarò lontano, solo, con la mia ambizione taciturna: una compagna ben più crudele della tua malinconia…
Perché non confessartelo, mia buona sorella?
L’ambizione da qualche tempo mi artiglia in un modo atroce.
Non sento non vedo non godo non soffro di altro.
Come puoi tu, che pure hai tra le mani i germi di mille speranze e segni la stessa mia via, come puoi rivolgere ancora le forze della tua giovinezza verso altri destini?
Per me, camminando diritto, con l'occhio fisso alla mia meta lontana (o quanto!) tutto è secondario e trascurabile: gioie e dolori: tutto, perfino la tua bellezza sulla quale mi sono chinato un istante, come su un fiore, al margine del sentiero, ma dalla quale mi separo tosto, perché arresterebbe di troppo il mio passo tranquillo…
Ah! Se io potessi darti una parte soltanto di questo mio orgoglio latente, anche il dolore che tu dici di avere in te impallidirebbe e l’amore ti apparirebbe qual è: un inganno della giovinezza e un episodio trascurabile in un destino come il mio e come il tuo.
E mai come in questi tempi che tale smania mi fa soffrire, ho avuto tanto disprezzo per le mie attitudini artistiche e ho tanto sentito la necessità di affinarle con lo studio, con la meditazione, col silenzio. 
Tu hai ancora l’avidità di cogliere fiori e di godere l’ora che passa: per me anche la lusinga del piacere mi è intollerabile come un ostacolo sul mio sentiero.
Amalia, mio buon amico, quante di queste cose t’avrei detto e ti vorrei dire se tu non fossi giovine e bella! 
Ma hai degli occhi luminosi ed una bocca tentatrice ed è impossibile starti vicino senza diventare irriverenti con te come con una crestaia od una cortigiana qualunque…
Ho rilette queste sei pagine, amica mia: ohimè!
Parlo, parlo, e, sopra tutto, ragiono: quanto devo farti soffrire! E anche sdegnare. Perdonami. Perdonami.
Ragiono, perché non amo: questa è la grande verità. Io non t’ho amata mai.
E non t’avrei amata nemmeno restando qui, pur sotto il fascino quotidiano della tua persona magnifica; no: avrei goduto per qualche mese di quella piacevole vanità estetico-sentimentale che dà l’avere al proprio fianco una donna elegante ed ambita.
Non altro. Già altre volte l’ho confessata la mia grande miseria: nessuna donna mai mi fece soffrire; non ho amato mai; con tutte non ho avuto che l’avidità del desiderio, prima, ed una mortale malinconia, dopo.
Ora con te, che sei il più eletto spirito femminile ch’io abbia incontrato mai, e con te che dici di amarmi, sono stato sempre e voglio essere ancora sincero: non ti amo.
E la risoluzione più leale da parte mia è il distacco.
Partirei pur non dovendo partire.
Invece il Destino è propizio: m’impone l’esiglio anche per altre cause ch’io tolgo a pretesto.
Rivederci? A che scopo?
Un colloquio di più nulla aggiungerebbe (o sottrarrebbe forse) alla fraterna benevolenza che noi dobbiamo portare l’uno dell’altro.
Addio, mia buona amica! Ti bacio.




Guido Gozzano




Nella terza ed ultima parte leggeremo infine la risposta (scritta in 2 momenti) di Amalia che ci porta a “sentire” l'immensa forza del suo amore… dolorosamente unita però all'abisso di sofferenza per la consapevolezza che esso non è ricambiato.
Eppur vediamo che lotta ancora come una leonessa.








DA AMALIA A GUIDO
30 marzo 1908 – risposta immediata


Caro Amico, vi pensavo più buono di quanto vi dimostrate.
Credevo di meritare almeno una parola di risposta se vi pareva troppa concessione accordarmi una visita come vi chiedevo.
Un’amicizia come la nostra non deve morire così fra la vostra indifferenza inerte e la mia esasperata tristezza.
Perché io non credo possibile per Voi e per me una fedeltà che resista alle lontananze e agli oblii.
Siamo entrambi troppo egoisti per i culti essenzialmente spirituali.
Mi costringete a mendicare dagli amici vostri le vostre notizie con parola leggera e anima febbrile.
Mi costringete a mendicare da Voi una condiscendenza che non dovrebbe esservi grave. 
E mi è duro, sapete, curvarmi così.
Vorrei parlarvi di cosa che non posso affidare a una lettera.
V’aspetterò a casa mia mercoledì fra le quattro e le cinque, o, se preferite un luogo aperto, giovedì alle tre e mezza laggiù a’ piedi della collina dove già v’ho atteso una volta soffrendo.
Non rispondetemi se vi pesa, ricordate solo ch’io v’aspetterò con intenso desiderio, e che vi prego di venire.

……………………….

Stamani io scrivevo questo mentre tu forse aggiungevi per me tristezza a tristezza nello otto pagine della tua lettera.
Non distruggo e non disdico il mio biglietto.
Ho troppa sete di te per saziarmi delle tue parole amare.
Non è vero ch’io abbia cose segrete a dirti, era una menzogna per indurti a venire.
Porta pure con te la tua ambizione, la tua freddezza, la diffidenza che hai verso di me.
Sarà meglio, forse mi guarirai; ma non inasprire ancora il mio male con un rifiuto.
Se anche non mi ami perché vuoi ch’io ti perda?
Perché vuoi farmi sentire così nera così crudele la mia solitudine, così completo il mio isolamento?
Ah! La gloria, Guido, come ne sogghigno!
Io non so come tu possa amare sognare darti a una così vacua cosa.
Io voglio più bene a te che alla gloria, quella non mi farà mai piangere né aspettare in ansia.









In un primo tempo, quando lessi queste lettere per la prima volta, non apprezzavo affatto le fredde parole di Gozzano.
Mi sembravano troppo aride e distaccate… e solo una scusa per tagliare la corda.
Poi conoscendo meglio la vita del poeta… e soprattutto il suo delicato stato di salute… sono giunto a pensare che la sua decisione di troncare la loro storia non era forse originata da futili motivi di comodità bensì da altri e più gravi che, forse per pudore, il grande poeta del crepuscolarismo non se la sentiva di confessare all'amata.
Non so cosa ne pensiate voi… ma mi piacerebbe saperlo.



F I N E



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Amalia e Guido


La marcia nuziale e l’ascesa di Psiche – Bouguereau e Mendelssohn – Arte e Classica   Leave a comment

Pubblicato 3 settembre 2014 da tonykospan21 in Senza categoria

Il significato delle 10… P… di Barbarano…   1 comment



In giro per il mondo,
ma soprattutto nella nostra cara vecchia Italia,
ci sono iscrizioni su vecchi palazzi… chiese… castelli etc…
più o meno strane… più o meno chiare…

.

.





Qui parlerò di una targa, detta delle 10 P,

posta nel '600 a Leuca Piccola,

presso il Santuario di Santa Maria di Leuca del Belvedere

a Barbarano del Capo in provincia di Lecce.







Cosa vogliono dire queste 10 P?



Sono un consiglio prezioso per tutti

(in primis i politici… ma non solo)

e da tenere sempre a mente



Il significato?

E' presto detto:




“Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare”







Tony Kospan


Pubblicato 3 settembre 2014 da tonykospan21 in SCIENZE TECNOLOGIE CURIOSITA' BUONO A SAPERSI

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La storia… la romanza… la mitica canzone del 1929… Tu che m’hai preso il cuor   Leave a comment




Questa è un’altra canzone che è andata oltre…
molto oltre il suo tempo… giungendo quasi intatta…
in quanto a bellezza e piacere d’ascolto…
ai nostri giorni…
 
 
Una canzone… classica… classicissima…
e non solo perché nata dall’operetta





 
 
 
 
TU CHE M’HAI PRESO IL CUOR
 
ATMOSFERE E NOTE… DI QUALCHE TEMPO FA…
 
 
A cura di Tony Kospan
 
 

  


 

  


 
Come sempre iniziamo con alcune immagini del 1929 circa…
 
 
 
   
Stanlio e Onlio nel  1929 




Ferrovia Genova – Casella nel 1929




Donne al lavoro




 
 
 


Tu che m’hai preso il cuor è infatti il titolo di una romanza tratta dall’operetta Il paese del sorriso (Das Land des Lächelns) musicata da Ferenc Lehár su libretto di Ludwig Herzer e Fritz Löhner-Beda (per l’Italia Edizioni Suvini Zerboni), andata in scena per la prima volta al Metropol-Theater di Berlino il 10 ottobre 1929  

 

 


 
 
 
 
Per la musica e le parole il brano gode di tanta notorietà da allora da essere entrato – come standard – nel repertorio della musica popolare.
 
E' stato infatti inciso sia da cantanti lirici che di musica leggera. 
 
 

 

Calcio figurina 1929
 
 

Il brano è, nella sua versione originale, un duetto d’amore tra la giovane occidentale Lisa ed il principe cinese Sou-Chong.
 
I due innamorati, disposti a inseguirsi tra Vienna e la Cina, sfidano le difficoltà derivanti dalle diverse culture ma alla fine riusciranno a giurarsi amore eterno.
 
 
 
 


Tamara de Lempicka autoritratto – 1929
 
 
 
La musica  e le parole, ed in particolare il refrain che segue, rivela  appieno il senso del sentimento amoroso che unisce i due giovani protagonisti e fa di questo brano uno dei classici delle canzoni per innamorati: 
 
 
 

 
 
 

« Ti vedo tra le rose
ti dico tante cose
se il vento lieve t’accarezza
un profumar di giovinezza
mi fai tremar
La notte sogno tremando di te
quale incantesimo il mio cuor sul tuo cuor
mentre si schiudono le pupille tue d’or. » 
 

 

 


 
 
 

Ascoltiamola dunque in questa versione cantata, come sempre alla grande, da Pavarotti
 
 
 
 
 

 

 

 

 CIAO DA TONY KOSPAN 

 

 

 

 


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Settembre – Poesia di Tony Kospan   2 comments








SETTEMBRE

Tony Kospan


Dolce tramonto dell'anno
dell'estate annunci la fine.

I tuoi color rossarancioni
per bellezza fanno a gara
con i verdazzurri di primavera.

Cadon con le foglie, tanti sogni,
nell'umida terra settembrina
mentr'altri però metton radici.

Dalle più corte giornate
un nuovo antico eterno
ciclo di natura prende vita
che poi al sol d'estate splenderà.

Più fresca l'aria
danzando con le fronde
ai consueti giornalieri riti
ci riporta.

Caro malinconico settembre
ch'ancor risenti del fuoco estivo
dacci anche tu, insieme al vino,
un bel ricordo d'un sogno d'amore.

Rubiamo dunque insieme
del sol l'ultimo raggio
e da lui lasciamoci baciare.

E così, tra rimpianti e speranze,
una fiammella di luce e di calor
sotto un tappeto di morbido fogliame,
e nel segreto dei nostri cuori -,
il lungo inverno affronterà
ed aspettando primavera
accesa resterà.





L'amica Maria Antonietta ha voluto dedicar

a questa mia modesta poesia un suo bel video.


 





Buon mercoledì in poesia – Il sorriso di Neruda – arte.. R. de Madrazo – canzone.. Una su un milione   4 comments

 
 
 
 
 
 

Raimundo de Madrazo – La lettera
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
L'amore è la più saggia delle follie,
un'amarezza capace di soffocare,
una dolcezza capace di guarire
William Shakespeare
 
 

 
 

 (Una su un milione di Alex Britti)

Raimundo de Madrazo – Signora sdraiata

 
 
 
 
IL TUO SORRISO
Pablo Neruda
 
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo riso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo riso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore
voglio il tuo sorriso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morirei.
 
 
 

Raimundo de Madrazo – Album dei ricordi

 
 
 

 

 

 

A TUTTI

DA ORSO TONY

 

 

 
 
 
 
 

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Buonanotte con la minipoesia… L’oblio… di A. Pizarnik   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’OBLIO
Alejandra Pizarnik
 
Sull’altra riva della notte
l’amore è possibile
– portami là –
portami tra le dolci sostanze
che muoiono ogni dì nel tuo ricordo
 
 
 
 
 
Giulio Benedetti – L'oblio degli dei
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by
Tony Kospan
 
 
 
 
 

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