Nato nel castello di Miromesnil (Normandia) il 5 agosto 1850 in una famiglia della piccola nobiltà francese dovette assistere alle liti prima ed alla separazione poi dei genitori.
Visse la sua adolescenza in modo libero attratto dagli ambienti naturali della bella regione francese e frequentando senza problemi persone delle più diverse categorie sociali.
Guy de Maupassant (Tourville sur Arques 5.8.1850 – Parigi 6.7.1893)
Se dalla madre (donna coltissima), presso la quale visse da ragazzo, ereditò l'amore per l'arte… quello per la letteratura lo ereditò da Gustave Flaubert amico di famiglia che, insieme ad altri, lo introdusse alla lettura di opere di autori contemporanei come Victor Hugo, Balzac, Baudelaire etc.
Arruolatosi nel 1870 nell'esercitò partecipò alla guerra Franco-Tedesca combattendo valorosamente ma vivendo
sia la delusione per lo scarso spirito di corpo e la disorganizzazione dell'esercito che l'entusiasmo
per l'eroica resistenza delle popolazioni civili di cui parlò in seguito in diversi racconti.
Finita la guerra andò a vivere a Parigi dove potè lavorare da impiegato in importanti Ministeri ma ben presto sentì la nostalgia dei paesaggi marini e agresti dell'amata Normandia.
Dal 1880 in poi, aiutato da Flaubert, si dedicò solo all'attività letteraria ed iniziò anche a frequentare i circoli culturali parigini che si erano formati attorno al vero mito d'allora… Emile Zola.
Guy de Maupassant in barca con amiche
Nello stesso anno pubblicò la sua prima novella… “Palla di sego“ che ebbe subito un grande successo ma visse anche la perdita dell'amico-tutore Flaubert.
Anche le successive sue opere letterarie ebbero grande successo e con esse giunse il benessere economico… grazie al quale poté vivere come desiderava e cioè viaggiando ed amando belle donne.
Con amici nel 1988
Si recò in Italia… in Corsica… in Africa e spesso era in crociera…
Nel 1889 venne scosso dall'internamento del fratello in un ospedale psichiatrico, ed allora aumentò ancora di più la frequenza dei suoi viaggi.
Nel 1891 però si ammalò di una grave malattia venerea
che gli procurò dolori… allucinazioni… crisi epilettiche…
Nel 1892 tentò il suicidio…
Nel 1893 la sua salute si aggravò sempre di più
ed il 6 luglio morì… a soli 43 anni…
avendo accanto la moglie…
unica donna forse davvero importante per lui
e da cui aveva avuto 3 figli.
La commemorazione funebre fu ad opera di Emile Zola.
STILE E TEMATICA
E' considerato uno dei padri del racconto moderno.
I suoi romanzi ed i suoi racconti, intrisi di pessimismo, sono una continua denuncia della stupidità, dell'affarismo e della crudeltà della società borghese e manifestano vicinanza alle sue vittime i deboli, i derelitti, le prostitute
Egli in questo è influenzato non solo da Flaubert e Zola
ma anche dalla filosofia di Schopenhauer.
Il suo stile è secco… conciso… intenso… ma è bravissimo nella costruzione degli intrecci delle sue storie ed è geniale nella fantasia con cui riesce ad illuminare i suoi temi.
Ha scritto 6 romanzi, di cui il più famoso è Bel-ami, ed un gran numero di racconti e novelle.
se non addirittura, in alcuni, perfino la convinzione
che la realtà sia solo quella virtuale.
CERVELLO… IMMAGINARIO
REALTA' E VIRTUALITA'
Paolo Manzelli
Viviamo in una epoca in cui il “TANGIBILE tende a diminuire di valore, mentre l’INTANGIBILE” cresce come valore aggiunto sociale ed economico.
Con l’ avvento di “Internet” la “dimensione dell’Intangibile” ha acquisito un valore in seguito alla immediatezza ed al basso costo della comunicazione interattiva.
Certamente questa nuova dimensione facilita l'esigenza di un profondo cambiamento cognitivo, proprio in quanto in un mondo virtuale tutto ciò che accade è continuamente interconnesso nella rete Internet .
La trasformazione dei modelli di realtà nel loro divenire “virtuali” consiste nel fatto che vengono evocati come nel sogno dal alcune parole chiave, per mezzo di un motore di ricerca, ed evidenziati dal computer in uno spazio immaginario, in cui persone ed oggetti non possono essere toccati, ma comunque interagiscono con la nostra mente come elementi ovunque presenti a portata di unclick.
Proprio in quanto riferito ad una dimensione “intangibile” il termine “Virtuale” ha acquisito inizialmente il significato di “fittizio“, in quanto si contrappone alla antiquata concezione di “reale in quanto tangibile”.
Invero la concezione di “Virtuale” è mutuata da “Virtù’” perché effettivamente permette di acquisire coscienza di quanto non è visibile “ad occhio nudo”; ciò e importante perché il credere di percepire oggettivamente la realtà è falso proprio in quanto di fatto siamo capaci di vedere e toccare solo una parte grossolana della realtà. Se infatti riuscissimo percepire la energia che circonda ogni cosa, non riusciremo più a distinguere le cose materiali come oggetti separati tra di loro; ma non per questo la Energia non esiste.
Ciò è ben noto scientificamente, ma è proprio la comunicazione via Internet quella che contemporaneamente ci propone un cambiamento cognitivo delle “relazioni tra REALE e VIRTUALE”.
Tale cambiameno concettuale pertanto non è solo tecnologico ma essenzialmente culturale .
Infatti dato che è importante essere coscienti del fatto che noi osserviamo solo una porzione della realtà, quando si parla di “virtuale” dobbiamo evitare di ricorrere all’ idea che si tratti di qualche cosa di immaginario, fantastico, a volte ingannevole; ma di una realtà più profonda e culturalmente innovativa, che dobbiamo imparare ad apprendere, superando l'antiquata mentalità basata su una cultura della società industriale che ha dato maggior valore economico e sociale al mercato degli oggetti anziché al pensiero creativo.
Lo stesso sviluppo della scienza contemporanea, dimostra che il pensiero creativo si fonda più sull'immaginario scientifico che non sulla osservazione di oggetti visibili tangibili e sensorialmente recepibili dal loro odore o gusto. Ricordiamo infatti anche che in varie occasioni famosi scienziati hanno evocato il loro immaginario creativo proprio dai sogni .
E facile pertanto comprendere che grandi cambiamenti di pensiero sono avvenuti nella storia dell’ uomo quanto sono emerse interpretazioni in contrasto con la visione scientifica e culturale della precedente epoca.
Allo sviluppo dell’immaginario scientifico ha contribuito il sognare ed il fantasticare più della osservazione limitata alla percezione della realta’ , e pertanto grandi contributi alla concezione di quanto è “Intangibile” ed al contempo “Reale” sono stati recepiti sia sia nel sogno che nel fantasticare ad occhi aperti perseguendo un proprio immaginario interiore.
Omissis
Cosi come dopo un poco di stupore anche un bambino capisce che nello specchio la immagine virtuale è quella riflessa, ma che ciò non significa che non sia vera solo perché direttamente impalpabile e di conseguenza si rende conto che l'illusione percettiva sta nel credere che la immagine sia situata apparentemente dentro lo specchio,cosi pure oggi dovremo re-interpretare il valore della capacità mentale dell’uomo e riconoscere la Virtualità innata nel cervello, che in sostanza consiste nell'insorgere di una fertile immaginazione cosciente, tale che permetta di riconoscere le illusioni e le verità di tutto ciò che va oltre alla semplice percezione delle cose.
Articolo dal web con omissis e lievi modifiche by T.K. per focalizzare l'assunto iniziale e cioè la grandissima importanza, nella vita moderna, della presenza del virtuale… ma riconoscendola sempre come tale senza confonderla con la realtà .
Tony Kospan
Amicizia, arte, buonumore, musica, poesia, riflessioni, test, video… etc…
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