Archivio per 26 luglio 2014
Il teatro al servizio delle idee
è stata questa la stella cometa di questo grande autore

George Bernard Shaw
BREVE BIOGRAFIA
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George Bernard Shaw, scrittore, drammaturgo, aforista e critico musicale irlandese nacque a Dublino in una famiglia povera…
Giovanetto raggiunge la madre a Londra e cerca di guadagnarsi da vivere scrivendo romanzi di scarso successo ma poi riesce ad essere assunto da una rivista come critico musicale e così nasce il suo amore per Wagner.

Dublino 26.7.1856 – Ayot St Lawrence 2.11.1950
Nel 1891 scrive un libro a difesa delle opere del drammaturgo Ibsen e del loro contenuto dissacrante e di critica della società.
In effetti proprio questo divenne poi l'oggetto della sua produzione teatrale insieme ai temi delle differenze sociali e dell'emancipazione delle donne.
Le sue opere teatrali caratterizzate quindi da impegno sociale ebbero un grandissimo successo in tutto il mondo e gli valsero nel 1925 il Premio Nobel.
Col tempo i suoi scritti presero a giocare in un modo sempre più brillante con le parole ma sempre più privi di storie e di sentimenti…
Morì a 94 anni nel suo giardino a seguito di una caduta per catturare una farfalla

Pigmalione – Commedia – 1914
UNA SELEZIONE DI SUOI ORIGINALI AFORISMI
L’unico periodo in cui la mia educazione si è interrotta è stato quando andavo a scuola.
L’uomo può scalare le cime più alte, ma non può dimorarvi a lungo.
La bellezza, dopo tre giorni, è tanto noiosa come la virtù.
La crudeltà sarebbe deliziosa se si potesse trovare qualche tipo di crudeltà che non facesse veramente male.
La libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono.
La regola d’oro è che non esistono regole d’oro.
La scienza è sempre imperfetta. Ogni volta che risolve un problema, ne crea almeno dieci nuovi.
Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano,
e se non le trovano le creano.
Nei certificati di nascita è scritto dove e quando un uomo è venuto al mondo, ma non vi è specificato il motivo e lo scopo.
Nessun uomo impegnato a fare una cosa molto difficile, e a farla molto bene, perde mai il rispetto di se stesso.

Candida – Dramma in 3 atti – 1894
Nessuna domanda è più difficile di quella la cui risposta è ovvia.
Non fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, i loro gusti potrebbero essere diversi.
Non vale la pena di fare nulla a meno che le conseguenze non possano essere serie.
Per giocare a golf non è necessario essere stupidi. Esserlo, però, aiuta molto.
Per ogni problema complesso, c’è sempre una soluzione semplice. Che è sbagliata.
Quando uno stupido fa qualcosa di cui si vergogna, dice sempre che è suo dovere.
Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.
Signora, vostro marito ha bisogno di riposo. Vi ho fatto la ricetta di un tranquillante. Dovete prenderne quattro compresse al giorno.
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La professione della signora Warren
Tony Kospan

ARTE MUSICA POESIA ETC
I N S I E M E
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Questo di Coelho…, è a parer mio,
un brano davvero sublime…
teso a farci comprendere l’importanza di lottare
per la difesa e la vitalità… dei nostri sogni…
Chi ama il sogno come amico… sostegno… dei nostri giorni
nonché capace di arricchire la nostra vita…,
proponendoci mete realizzabili o meno…,
non potrà non apprezzarlo in pieno…
IL BUON COMBATTIMENTO
ovvero
ELOGIO DEL SOGNO
P. Coelho
(musica
new age)
“Ho combattuto il buon combattimento e ho mantenuto la fede”, dice Paolo in una delle sue epistole.
E sarebbe bene ricordare questo tema, quando un nuovo anno si prospetta davanti a noi.
L’uomo non può mai smettere di sognare.
Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo.
Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra.
Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno.
Nel suo famoso discorso sui sogni, Martin Luther King ricorda il fatto che Gesù ci chiese di amare i nostri nemici, e non che essi ci piacessero.
Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore.
In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare.
Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso a lottare.
Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico.
Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il primo sintomo che stiamo uccidendo i nostri sogni è la mancanza di tempo.
Le persone più occupate che ho conosciuto in vita mia avevano sempre tempo per tutto.
Quelle che non facevano nulla erano sempre stanche, non tenevano dietro a quel poco di lavoro che dovevano fare e si lamentavano continuamente che il giorno era troppo corto.
In realtà, esse avevano paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il secondo sintomo della morte dei nostri sogni sono le nostre certezze.
Poiché non vogliamo guardare alla vita come ad una grande avventura da vivere, finiamo per giudicarci saggi, giusti e corretti in quel poco che chiediamo all’esistenza.
Guardiamo al di là delle mura del nostro quotidiano e udiamo il rumore di lance che si spezzano, l’odore di sudore e polvere, i grandi crolli e gli sguardi assetati di conquista dei guerrieri.
Ma non avvertiamo mai la gioia, la Gioia immensa che c’è nel cuore di coloro che stanno lottando, giacché per questi ultimi non è importante la vittoria o la sconfitta, ciò che importa è solo intraprendere il Buon Combattimento.
Infine, il terzo sintomo della morte dei nostri sogni è la Pace.
La vita diviene un pomeriggio domenicale, che non ci chiede grandi cose e non esige nulla di più di quanto noi possiamo dare.
Riteniamo allora di essere “maturi”, di avere messo da parte le “fantasie dell’infanzia”, e raggiungiamo la nostra realizzazione personale e professionale.
E siamo stupiti quando qualcuno della nostra età dice di volere ancora questo o quello dalla vita.
Ma, nell’intimo del nostro cuore, sappiamo che ciò che è accaduto è che abbiamo rinunciato a lottare per i nostri sogni, a combattere il Buon Combattimento.
Quando rinunciamo ai nostri sogni e troviamo la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo.
Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi.
Compaiono le malattie e le psicosi.
Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.

Ciao da Tony Kospan
UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
NELLA PAGINA FB
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Questa nostra piccola antologia delle canzoni
che hanno segnato le nostre estati
prosegue con questa…
estivissima
STESSA SPIAGGIA STESSO MARE
di un autore… mitico…come Mogol…
LE CANZONI DELL'ESTATE
by Tony Kospan
IV
La canzone, che sembra farci vedere le immagini e sentire i profumi
delle estati degli anni 60… però…
come moltissimi tormentoni estivi, pur nata da cotanto autore.
non brilla certo per la bellezza del testo…
La canzone è del 1963…
(un anno ricchissimo di tormentoni estivi)
Ecco qualche immagine dell'estate di quell'anno…
per viverne (o riviverne) l'atmosfera.
Immagine dal mitico film L'ape regina
Ascoltiamo ora… l'allegra canzoncina
cantata da Piero Focaccia
leggendone anche il testo… comunque non eccezionale…
grazie al fantastico sito di un nostro connazionale
emigrato in Brasile
Ciaooooooooooo
e nonostante il tempaccio… di questo 2014…
felice estate a tutti
da Orso Tony
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Un raccontino davvero sublime
che ci consente qualche semplice,
ma interessante, riflessione

QUELLO CHE CI FA VOLARE
(Il venditore di palloncini)
Parecchi anni fa, un uomo vendeva palloncini per le strade di New York.
Quando gli affari erano un pò fiacchi, faceva volare in aria un palloncino.
Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto.
Alternava i colori, sciogliendone prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo.
Dopo un po’ un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guardò negli occhi e gli fece una domanda acuta:
“Signore, se lasciasse andare un palloncino nero, salirebbe in alto?”
Il venditore di palloncini guardò il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse:
“Figliolo, è quello che è dentro i palloncini che li fa salire verso il cielo”.

Raccontino dal web





“Se fossi più giovane, se fossi più ricco,
se fossi più grande, se fossi più bello…”

Come il bambino della storia molte persone pensano che il successo, ma anche il solo star bene con sé stessi, dipenda esclusivamente da fattori esterni e non da ciò che hanno dentro.
Ecco perché passano tutta la loro vita aspettando che altri li facciano volare… finché poi non si sgonfiano… perché non hanno trovato il tempo, o forse il coraggio, di guardarsi veramente dentro ed esprimere poi le proprie potenzialità quali che siano.
Però quel che conta non è tanto l'affermazione in sé e per sé, che va comunque ricercata senza frenesie ed evitando competizioni eccessive e continue, ma l'esser contenti con se stessi per esser riusciti in ogni caso ad esprimere ed “far volare” il proprio mondo interiore.

E voi che ne pensate?
Ciao da Tony Kospan
IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DEGLI AMICI DELL'ARTE

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di
a tutte le Anna…
Il loro nome è diffusissimo in tutto il mondo
in onore di S. Anna… madre della Vergine.
Filippo Lippi – Madonna col bambino e scene della vita di Sant’Anna
Di lei parla anche Dante
nel XXXII canto del Paradiso:
“Di contr’a Pietro vedi seder Anna
tanto contenta di mirar sua figlia
che non move occhio per cantare osanna“
E proprio a questa scena si ispira Leonardo
nel dipinto che possiamo vedere qui giù.
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Leonardo – Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e l’agnellino (part.)
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Sant’Anna e Gioacchino sono i genitori
di Maria Vergine (la Madonna).
Di loro però non parlano i Vangeli Ufficiali
ma quelli apocrifi.
Masolino da Panicale – Madonna col Bambino, sant’Anna e angeli
Sia la storia antica di Sant’Anna
che quella, per lo più agiografica, delle sue reliquie
hanno consentito al suo nome d’aver enorme diffusione.
Carlo Saraceni- La Vergine e Sant’Anna
E’ considerata la protettrice delle donne incinte,
che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori:
un parto felice, un figlio sano
e latte sufficiente per poterlo allevare.
A tutte le Anna del mondo auguro quindi
un giorno di grande festa e felicità
anche con questo simpatico video…
Tony Kospan

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VENNERO AD ELENCARMI…
Sara Teasdale
Vennero ad elencarmi i tuoi difetti
ad uno ad uno, li dissero tutti;
risi forte quando ebbero finito:
li conoscevo tutti a menadito.
Erano troppo ciechi per capire
che i tuoi difetti accrescono il mio amore.
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