Archivio per 21 Maggio 2014

L’umana grande saggezza di Seneca ed il suo “De vita beata” hanno conquistato gli psicologi americani   4 comments

 
 
 
Sembra proprio che gli psicologi americani più in voga…
i super esperti delle felicità altrui…
i massmediologi dal consiglio facile…
e perfino i divulgatori di filosofie orientali…
(tutti pagati profumatamente)
hanno scoperto… nientepopodimeno
che i classici latini li hanno preceduti… alla grande…
 
 
 
 
 
 
 
INCREDIBILE…
E' STATO RISCOPERTO SENECA
ED IL SUO “DE VITA BEATA”
a cura di Tony  Kospan

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Leggeremo dunque prima qualcosa su Seneca e le sue difese dalle critiche che riceveva ai suoi tempi e poi… il primo capitolo del suo  “DE VITA BEATA”… che appare emblematico dei motivi di questa (ri)scoperta… americana… e che consiglio vivamente di leggere perché a mio parere ci può dare diversi spunti di riflessione.
 
 
 
 

 

 

 
DE VITA BEATA –  IL LIBRO E LE CRITICHE DELL'EPOCA

 
 
Seneca era stato accusato… dai critici dell’epoca… di predicare bene e razzolare male… e questo libro, che ha la forma di un dialogo apologetico, lo scrisse proprio per difendersi dalle accuse di incoerenza che gli erano state rivolte.
Aliter loqueris, aliter vivis”, lo apostrofa l’interlocutore immaginato nel dialogo: “dici una cosa, ne fai un’altra”.

Seneca non nega le sue colpe, ma controbatte che nei suoi scritti parla in generale della virtù, non della propria vita personale.
Lui si definisce infatti un semplice aspirante alla saggezza (adsectator sapientiae): “non sum sapiens […] nec ero“, cioè “non sono un saggio, né lo sarò”; .

Non ritiene quindi di appartenere alla categoria dei “sapientes“, gli unici che hanno raggiunto la virtù.

Afferma inoltre che la ricerca ed il conseguimento della virtù è uno dei mezzi per giungere alla felicità.

La virtù è dunque soprattutto un valore da ricercare ed esercitare.
 
 
 
 
 
 
 

Corduba 21 maggio da 1 a 4 a.C. – Roma aprile 65 d.C.

 
 
 
DE VITA BEATA
Seneca

 
I CAPITOLO
 


 
1 – Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, per poco che esca di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge.
Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni.
Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno.
E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.
Di qui tutta questa caterva di uomini che crollano gli unì sugli altri.
Quello che accade in una gran folla di persone, quando la gente si schiaccia a vicenda (nessuno cade, infatti, senza trascinare con sé qualche altro, e i primi provocano la caduta di quelli che stan dietro), capita nella vita: nessuno sbaglia solo per sé, ma è la causa e l’origine degli errori degli altri; infatti è uno sbaglio attaccarsi a quelli che ci precedono, e poiché ognuno preferisce credere, piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare.
Gli esempi altrui sono quelli che ci rovinano; noi invece staremo bene appena ci staccheremo dalla folla.
Ora, in verità, il popolo, contro la ragione, si fa difensore del proprio male.
E succede come nei comizi quando, mutato che sia il volubile favore popolare, a meravigliarsi dell’elezione dei pretori sono proprio quelli che li hanno eletti: approviamo e nello stesso tempo disapproviamo le medesime cose; è questo il risultato di ogni giudizio che si dà secondo quel che dicono i più.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

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LA TUA PAGINA CULTURALE

 

 
 
 

Breve ricordo di Raymond Burr… ovvero il Perry Mason dei mitici telefilm anni 50 e 60   1 comment


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Oggi è l’anniversario della nascita di Raymond William Stacey Burr,
noto semplicemente come Raymond Burr.




(New Westminster 21.5.1917 – Sonoma 12.9.1993)



E’ stato un attore canadese naturalizzato statunitense,
noto per le sue interpretazioni teatrali, cinematografiche e televisive
ma famosissimo in tutto il mondo come Perry Mason.

Tuttavia sarebbe ingiusto ricordarlo solo per quel personaggio
dato che ha recitato anche in altre serie televisive ed in numerosi film
anche se spesso non come attore protagonista.






Chi, come me, ha qualche anno in più lo ricorderà certamente.






Ricordiamolo e rivediamolo grazie a questo video,
classico inizio dei mitici telefilm rai,
in cui si vedono anche i coprotagonisti della serie
(un vero tuffo al cuore per chi li ricorda).








o in quest’altro che invece era la presentazione 
della seconda serie trasmessa alcuni anni dopo.






Tony Kospan

LA TUA PAGINA DI SOGNO A… COLORI
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Buon mercoledì in poesia – Valse brillante di Hesse – arte.. H. M. Siddons – canzone.. Roses are red   2 comments

 
 
Siddons Mowbray Henry
 
 

 

 

 

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C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare .
Alda Merini
 
 
 
 
Mowbray Henry Siddons – Il matrimonio di Persefone
 
 
 
VALSE BRILLANTE
Herman Hesse
 
 
Una danza di Chopin irrompe nella sala,
una frenetica, scatenata danza,
Le finestre riflettono aria di tempesta,
una corona appassita orna il pianoforte.
 
Il pianoforte tu, il violino io,
così suoniamo e non finiamo mai
ed aspettiamo ansiosi, tu ed io,
chi romperà per primo l’incantesimo.
 
Chi si fermerà per primo in mezzo al ritmo
e spingerà via da sé i lumi,
e chi per primo farà la domanda
alla quale risposta non c’è.
 
 
 
 
 
Mowbray Henry Siddons – Tempo di riposo
 
 
 
 
 

DA TONY KOSPAN

 

 

 

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