Archivio per 7 Maggio 2014

Buonanotte con la bella minipoesia… Intensità… di Gelsomina Vecchiato   Leave a comment

 
 
 
 

 

 

 

INTENSITA'

Gelsomina Vecchiato

 

Passione fusa in

Corpi che

Si amano per

Varcare unisoni i

Limiti del reale e

Trovarsi,

Nella profondità del tempo,

Alle radici

Dell'assoluto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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by Tony Kospan

 

 

 

 

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Pubblicato 7 Maggio 2014 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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La vera storia della Festa della mamma – anche in immagini – dall’antichità ad oggi   Leave a comment

Questa festa, diffusa in tutto il mondo, ha un’origine antichissima…
ma è stata codificata in tempi molto più recenti.

Già gli antichi Greci dedicavano alle loro genitrici un giorno dell’anno,
festeggiando la dea Rea, madre degli dei, da loro molto amata.

Feste in onore della nascita e della maternità
venivano poi celebrate anche tra gli antichi Romani,
che salutavano l’arrivo di maggio e della primavera
con un’intera settimana di feste dedicate alle rose e alle donne
anche per festeggiare la rinascita della natura…
Come i romani, anche gli antichi Umbri, a maggio,
ricordavano la dea dei fiori
e regalavano rose alle loro amate.

Charles Courtney Curran
Una ‘Festa della mamma’,
veniva celebrata anche nell’Inghilterra del 1600.
Nel XVII secolo infatti, in Gran Bretagna,
la quarta domenica della Quaresima,
veniva celebrato il ‘Mothering Sunday’,
il giorno in cui chi lavorava lontano da casa
poteva tornare dai genitori e onorare la propria madre,
offrendole il dolce ‘Mothering cake’.

Louis-Emile Adan – Neo mamma

La festa, originariamente tutta pagana,
con il diffondersi del cristianesimo,
venne acquisita anche dalla Chiesa,
divenendo il giorno in cui si celebrava la…
“Madre della Chiesa:
forza spirituale della vita e protezione dal male”
,
ma anche la propria madre terrena.
Brenda Burke




Ma la vera “madre“… della FESTA DELLA MAMMA….
ovvero la creatrice dell’evento che viene festeggiato in tutto il mondo,
fu una donna americana.


Ana Jarvis
La scelta della della 2° domenica di maggio era avvenuta
in un primo momento per festeggiare la pace…
ma poi Ana Jarvis, nel 1907,
per ricordare l’anniversario della morte di sua madre,
persuase la sua parrocchia a a Grafton, nel West Virginia,
a celebrare l’evento la seconda domenica di maggio.
L’anno successivo tutti gli abitanti di Philadelphia
si misero a scrivere a ministri ed a grandi personaggi dell’epoca
per proporre quel giorno come festa nazionale,
e già dal 1911 l’usanza incominciò a diffondersi
in quasi tutti gli Stati americani.

Mary Cassat
Sul finire del 1914, il Presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson,
ufficializzò la festa come festività nazionale,
da tenersi ogni anno nella seconda domenica di maggio.

Pian piano questa festa laica ed amatissima si è diffusa
in buona parte del mondo…

In questo giorno le mamme di quasi tutto il mondo ricevono doni e fiori
dai loro figli, a testimonianza del loro affetto e della loro riconoscenza.
Ma, nel lieto giorno in cui le mamme
sono circondate da amore, affetto e piccole attenzioni,
si dovrebbe anche riflettere sulla figura ed il ruolo
della “mamma” nella nostra società…


Il suo fondamentale ruolo infatti,
ahimè esaltato solo a parole,
viene invece con leggi e comportamenti sociali
in realtà denegato e maltrattato.
TONY KOSPAN








Le 4 streghe Navajo… Breve e sorprendente racconto ma molto saggio   Leave a comment

 
 



Una favola (o racconto mitico) semplice… semplice…
ma davvero forte ed inconsueta… che ci racconta come…
per apprezzare la luce… la gioia… etc.
sia necessario che esista anche il buio… il dolore… etc…

E' certo un profondo concetto comune a molte civiltà
ma è interessante il modo in cui gli Indiani
facevano sì che il popolo lo capisse e lo facesse proprio.

Questo ci conferma la grande saggezza
degli Indiani d’America…

 
T.K.

 

 

 

 

 

 

LE QUATTRO STREGHE

Racconto Navajo

 

 
 


 

 

LE QUATTRO STREGHE

 

Il Distruttore, figlio del dio Sole, si mise in cerca un giorno di quattro streghe, perché voleva ucciderle.



La prima che incontrò tremava e si torceva al suo cospetto, però non di paura.
Freddo era il suo nome.
“Se tu mi uccidi” disse “il caldo regnerà e il grano non potrà crescere senz’acqua che lo bagni.”

Il Distruttore disse: “Vecchia hai ragione, io non ti ucciderò”.

Fame era la seconda, ella così parlò: “Se tu mi uccidi il cibo verrà a noia alla tua gente”. Ed egli disse: “E vero, la gioia di ogni festa sparirebbe con te. Io non ti ucciderò”.

La terza era Povertà. “Uccidimi” ella disse sono così infelice! Però sappi che morta io mai più i vestiti potranno consumarsi e la tua gente non avrà più il sapore delle cose nuove.

Ed egli disse: “è vero, la mia gente gode degli abiti nuovi. Non ti ucciderò”.

L’ultima strega, la più vecchia e curva, disse: “Se tu mi uccidi, la Gente non morirà mai più, né nuovi bambini nasceranno, al mondo sarà un popolo di vecchi.
Lasciami andare e la Gente crescerà, giovani forti prenderanno il posto dei vecchi che prenderò per mano. Sono la Morte, amica non compresa della Gente.”

“Nemmeno te posso uccidere” concluse il Distruttore.

E’ così che Morte, Miseria, Fame e Freddo, vivono tra di noi.

Il figlio del Sole, tornato dal suo viaggio, spiegò a tutti quanti queste cose.

 

 

 

 

 

tratto da: “49 canti degli Indiani d’America” Ed. Mondadori
LE QUATTRO STREGHE racconto Navajo

 

 

 

 

– Impaginazione T. K. –


CIAO DA TONY KOSPAN

 

 


 


 


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Jim Morrison la leggenda e la poesia del rock   5 comments


 

Mi fa piacere ricordar Jim Morrison,

leader dei Doors e “Poeta Maledetto del Rock“,

morto sì giovanissimo

ma che, per la bellezza dei testi e delle musiche,

è tuttora vivissimo, amatissimo

e resta una vera leggenda… del rock.


 

 

 

 

Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa,

è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente.

Jim  Morrison

 

 

 

(Melbourne 8 12 1943 – Parigi 3 7 1971)

 
 
 
 
JIM MORRISON
 
LA LEGGENDA E LA POESIA DEL ROCK
 
 
 .
.
 



Nella sua trasgressione
l’inquietudine di una intera generazione…

E’ anche considerato un poeta maledetto
della Beat Generation


.
.

 
 
 
Quando il mio corpo sarà cenere
il mio nome sarà leggenda
Jim Morrison
 
 
 
 
Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo.
Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un’epoca in cui rock era ancora vivo.
 
Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi,) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell’Ucla aveva conosciuto l’altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un’icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto.
 
 
 
 

I Doors

 

 

Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 38 anni fa, in un albergo di Parigi. 

La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l’inizio della leggenda.  
Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie. 

E’ una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali.

Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perchè Morrison non dovrebbe esserlo? Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo.

Per evitare equivoci l’ha intitolato «Vivo!».









Per chi non ama aggrapparsi al sogno dell’immortalità terrena, il viaggio, anche soltanto virtuale al cimitero parigino di Père Lachaise, è obbligatorio.

E’ il camposanto degli artisti e delle celebrità.

Lo stesso Jim Morrison amava andare a visitare le tombe dei poeti che adorava.








Oggi è un itinerario che si può compiere da casa, con un clic, attraverso il sito del cimitero, per trovare la tomba di Morrison ancora oggi meta di visite e omaggi così come accade a Graceland, o a Central Park sul mosaico che ricorda John Lennon. 

Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante (gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto). 
Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare, tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell’area californiana. 
 

A Parigi Morrison cercava una nuova vita.


Era arrivato il 12 marzo del ’71, appena terminata l’incisione di LA WOMAN, l’ultimo album dei Doors.  


E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua “compagna cosmica” cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee. 






 


Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l’amica regista Agnès Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni.

Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie “The Lords And The New Creatures” è un successo, “La Woman”, appena uscito, pure.

Ma quando arriva l’estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l’entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all’isolamento.

Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971.Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio: Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin. Circostanze simili e vite, anche le loro, all’estremo.  





 The Doors – Light My Fire


 

Poche persone per l’addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon. 
Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall’inizio.

Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison: This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend… 


Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall’effetto combinato di eroina e alcol.


Pamela morirà di overdose tre anni dopo.

  

 

This is the end, my only friend, the end…. 
.


.
.
TESTO DAL WEB – IMPAGINAZ. TONY KOSPAN




Ricordiamolo infine anche con questo bel video,

che contiene sue canzoni, poesie ed aforismi.



 
 
 



Spero di riuscire prima o poi a dire la mia…
su questo poliedrico geniale e grande
“artista maledetto”…
dalla vita indubbiamente travagliata.








Ciao da Tony Kospan



 
 
 
 

Buon pomeriggio in poesia – Correnti d’amore di F. Lugnani – arte.. Martin-Kavel – canzone.. Almeno tu – e..   3 comments

 
 

 
 
 

 

Francois Martin-Kavel

 

 
 
 
 
 
 
L’ebbrezza, e il desiderio, e il lasciarsi andare,
e  questo  era  la mia  vita
era questo
che l’acqua dei tuoi occhi portava.
 Pablo Neruda

 
 
 
 

 
 
 
Francois Martin-Kavel – Giovane bellezza con il cappello floscio

 

 

 

CORRENTI D’AMORE

– Franco Lugnani –

 

D’amore ho percorso i nascosti sentieri

sempre cercando dovunque là fuori

la luce nascosta nei nuovi amori,

ma cenere resta dei fuochi di ieri.

Nell’abbraccio cercato

nell’amplesso goduto

nell’attimo andato

nel sogno vissuto

nell’emozione provata

nell’occasione mancata

e non solo…

Da sempre ho percorso d’amore i sentieri

sol cenere resta della vita di ieri.

Nel fiore sbocciato

per la donna che ho amato,

nell’incontro sfiorato

con la donna che ho amato

nello sguardo trovato

nella donna che ho amato,

e non solo…

Da sempre percorsi d’amore i sentieri

sol cenere resta degli amori di ieri.

 

 
 
 
 
Francois Martin-Kavel
 
 
    

 

 

 
 
 
 
 
 
 

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I 2 cavalli… saggia favola… di un grande scrittore… Lev Tolstoj   1 comment

 
 
 
 
 

 
 
 
 

Con le sue favolette… semplici semplici…
questo grandissimo scrittore
ci dona chiari e concreti esempi di saggezza
anche se in questo caso
l'esito non piacerà agli animalisti.

Bisogna però sempre, nel leggere opere del passato,
immedesimarsi nella cultura e nella mentalità dell'epoca
in cui furono scritte.
 
 

 
 
 
 
 

 UNA SAGGIA FAVOLETTA FIRMATA…
LEV TOLSTOJ!*

 
 
 
 
(Jàsnaja Poljana 9 settembre 18 – Astàpovo 20 novembre 1910)
 
 
 
 
 
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I 2 CAVALLI

 
 
 
Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro.
  
Il primo cavallo non si fermava mai;
ma l’altro sostava di continuo.
  
Allora tutto il carico venne messo sul primo carro.
  
Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto,
disse sentenzioso al compagno:
” Vedi? Tu fatichi e sudi!
Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.”
 
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
” Perché devo mantenere due cavalli!
Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi?
Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro;
ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! “

  
E così fece….
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
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CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
*grande scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

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