Origine, storia e leggenda,
della bella tradizione di donare
il mughetto il 1° Maggio
Però prima appare opportuno
innanzitutto rivolgere il nostro pensiero alla
Festa del Lavoro
ed a tutti coloro che si sono battuti perché esistesse
un giorno dedicato alla dignità del lavoro.
Ed un altro bisogna rivolgerlo a tutti quelli che lavorando
perdono la vita o si feriscono gravemente
Ed infine, a tutti coloro che
cercano davvero un lavoro senza però riuscirci
con la speranza che questa difficoltà possa presto ridursi per tutti
nonostante l’attuale tremenda situazione.
Ma veniamo a questa storica e suggestiva tradizione,
diffusa in varie parti d’Europa,
di regalare il 1° maggio dei mughetti alle signore.
IL MUGHETTO
LEGGENDA… STORIA E…1° MAGGIO
a cura di Tony Kospan
LA LEGGENDA DEL MUGHETTO
Il Mughetto è considerato sinonimo di felicità che ritorna e di portafortuna.
Secondo la leggenda San Leonardo dovette combattere contro il demonio con le sembianze del diavolo.
Egli vinse, ma il combattimento fu difficile e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini.
In Francia durante la festa del primo maggio si offre mughetto per buon augurio.
LA STORIA DEL “LEGAME”
TRA IL MUGHETTO
ED IL 1° GIORNO DI MAGGIO
Il primo maggio del 1561, Carlo IX introdusse la tradizione d’offrire un rametto di mughetto come porta fortuna.
Tradizione ancora più antica… e del tutto pagana… era poi il celebrare l’arrivo della primavera offrendo tre rami di mughetto alla persona amata, agli amici, ed alle donne come segno d’amicizia.

Nei tempi antichi poi questa era la data in cui i naviganti uscivano in mare.
Per i Celtici, il 1° maggio era poi l’inizio della prima metà del loro anno.
Nel Medio Evo col 1° maggio iniziava il mese dei fidanzamenti.

Nel Rinascimento, il mughetto era un amuleto portafortuna associato alla celebrazione del Primo giorno di Maggio.
Tenere in grande considerazione il primo giorno di Maggio dunque risale ad ancor prima che diventasse la festa del lavoro e dei lavoratori.
IL MUGHETTO IL 1° MAGGIO
E LA FESTA DEL LAVORO
Dal 1889 infine il 1° maggio è stato universalmente conosciuto come il Giorno della Festa del Lavoro.
Il primo maggio del 1895, al cantante Mayol fu presentato un mughetto dalla sua amica Jenny Cook, e quella sera lo mise all’occhiello al posto della tradizionale camelia.
Nel 1900, il primo maggio, il capo delle sartine offrì ai suoi clienti e lavoratori dei mughetti.
Da allora la tradizione di associare mughetto, 1° maggio e Festa del Lavoro si è estesa in diversi paesi occidentali… ma resta diffusissima soprattutto in Francia… e nei paesi francofoni.

PERCHE’ IL MUGHETTO?
Perché è sinonimo di ritorno della felicità e di portafortuna.
Trasmette un messaggio d’amore perché fiorisce all’inizio della primavera e l’atto di cercarlo nelle foreste ombreggiate è un’opportunità per le prime passeggiate dell’anno per i boschi ed all’aperto.
Ha un profumo così delizioso che è anche usato per creare profumi.
L’OMAGGIO DI ORSO TONY
L’Orso quindi non può non offrire,
per la festa del 1° Maggio
come ogni anno, un bel mazzo di mughetti,
benché virtuali, a tutte le signore,
amiche o meno, reali o virtuali
che leggeranno questo post.
AUGURO ANCORA A TUTTI…
TONY KOSPAN
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
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Quest’opera, con il Cristo velato di cui abbiamo già parlato
ed il Disinganno di cui parleremo più avanti,
forma la triade delle opere della Cappella più apprezzate
fin dal ‘700 dai visitatori e dagli storici dell’arte
ed è oggi un’immagine che vediamo molto spesso nel web.
LE ALTRE OPERE DELLA CAPPELLA
LA PUDICIZIA
a cura di Tony Kospan
Il Principe Raimondo l’ha dedicata alla memoria
della “incomparabile madre”, la nobildonna Cecilia Gaetani,
morta quando Raimondo aveva meno di un anno.
L’autore, il veneto Antonio Corradini noto per le sue figure velate,
è davvero un grande della scultura dell’epoca.
Aveva lavorato con successo in diverse parti d’Europa
ma morì proprio poco dopo averla terminata.
La prima cosa che salta all’occhio nell’osservarla
è che il titolo “La pudicizia” è davvero strano
tanto la statua appare… maestosamente “impudica“!
Anche qui il “velo corradiniano” appare fantastico
con quelle pieghe trasparenti del tessuto
che aderiscono elegantemente e morbidamente alla pelle.
L’arte del velo nella scultura era già nota agli antichi
ed era molto amata dal Principe anche per il suo significato esoterico
del… velare e… svelare (la verità).
La donna ha una cintura di rose intrecciate
ed uno sguardo perso nel vuoto ed ha poi accanto a sé
l’albero della vita e una lapide divisa in 2 parti
simbolo indiscusso di una vita troppo presto spezzata
ed ancor più confermato dalla mano lì appoggiata.
La base infine su cui essa è situata
mostra un bassorilievo in cui è raffigurato
l’episodio evangelico del Noli me tangere.
Abbiamo dunque visto e descritto la statua
sia come “significato familiare“,
omaggio alla madre prematuramente morta,
che da un punto di vista artistico,
la genialità dell’arte del Corradini.
Ora esaminiamola anche secondo
le differenti ed opposte interpretazioni
esoteriche e cristiane della stessa.
INTERPRETAZIONE ESOTERICA
Appare chiaro che se la scultura voleva rappresentare
solo un omaggio alla madre morta così giovane
qui c’è molto… ma molto di più
a partire da quel velo di cui abbiamo già parlato,
riferimento alla sapienza nascosta ai non iniziati,
e per la figura accostabile alla dea egizia Iside.
Inoltre tanto gli arbusti di quercia,
albero della conoscenza del Bene e del Male per gli antichi,
l’opulenza delle forme, la cintura di rose (Rosa mistica?) etc
evidenziano che l’opera
non è altro che un’allegoria della sapienza esoterica.
INTERPRETAZIONE RELIGIOSA O CLASSICA
Tutti i simboli dell’opera non sono altro
che espressione della fede cristiana.
La quercia è anche un simbolo cristiano,
il vaso sotto la statua è un contenitore di incenso,
la cintura di rose rappresenta la nascita della vita,
la lapide rotta fa riferimento alla resurrezione
(lapide del sepolcro di Cristo trovata rotta )
ed il velo null’altro è che un omaggio
alla nuda castità e/o alla nudità di Eva.
UNA PERSONALE OPINIONE
Tanta religiosità nel Principe, noto massone
e duramente perseguitato a più riprese dalla Chiesa
mi sfugge proprio del tutto e mi appare incomprensibile.
Lo stesso Corradini, l’autore, era poi un iniziato.
Come pure non mi convince l’idea che un figlio
voglia ricordare la madre precocemente scomparsa
mostrandola con forme così procaci
e coperte solo da un leggero velo trasparente.
Però penso anche che sia innegabile
la presenza di diversi riferimenti religiosi.
Dunque ritengo che nell’opera siano presenti
entrambi gli aspetti che forse sono stati volutamente
tenuti insieme principalmente per 2 motivi.
Il primo è quello di renderla ancor più misteriosa
ed il secondo per evitare le ire delle Autorità ecclesiastiche.
In ogni caso è indubitabile che si tratta
di un vero e proprio fantastico capolavoro…
FINE DELLA IV PARTE
(LA CAPPELLA SANSEVERO
E LE 4 INTERPRETAZIONI
DELLE SUE MISTERIOSE OPERE)
La visita virtuale della Cappella
continuerà con le altre misteriose opere
Chi volesse legger la I parte
– Presentazione e biografia del Principe di Sansevero –
Chi volesse legger la II parte
– La storia fella misteriosa Cappella –
Chi volesse legger la III parte
– Il mitico Cristo Velato –
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