Archivio per 20 aprile 2014

Buonanotte con la bella minipoesia… Il primo amore… di Elisabeth Wolff   5 comments

 
 
 
 

Sir Luke Fildes

 
 
 
 
IL PRIMO AMORE
Elisabeth Wolff
 
Il primo amore scende nella fanciulla
come rugiada sui fiori,
in notte di primavera;
investe invece il giovane
con la forza della tempesta
e l'onda del mare
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 

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Pubblicato 20 aprile 2014 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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I segreti dell’Allegoria dell’Amore e del Tempo… mitica opera del Bronzino – III Parte   2 comments

 

 

Concludiamo l'analisi del mitico dipinto

svelando i nascosti significati degli altri personaggi

 

 

 

 

 

 

 

L'ALLEGORIA DELL'AMORE E DEL TEMPO

ARTE E SEGRETI

 

III  PARTE

 

 

 

 

 

 

Sono rappresentate due donne, nella parte del dipinto in alto a sinistra.

La simbologia di una delle due, la donna che piange ed urla strappandosi i capelli, è stata sempre chiara, dal Vasari ad oggi, anzi ben prima del Vasari e del Bronzino: è il simbolo della Gelosia disperata, altro inconveniente dell’amore, forse quello che più fa soffrire.

Riguardo la donna più in alto ci sono state molte discussioni; Erwin Panofsky credette di essere arrivato nel giusto definendola come Verità che aiuta il Tempo ad alzare il velo: Veritas filia Temporis, appunto. Quindi ritenne che il titolo più appropriato del quadro era: “La lussuria smascherata”. Ma ebbe la correttezza di cambiare idea quando osservò che nel quadro c’è una contrapposizione fra questa donna ed il Tempo: si scambiano sguardi irosi e sembra che la donna cerchi più di continuare a coprire col drappo piuttosto che alzarlo.
 
Oggi l’interpretazione più diffusa ritiene che questa donna rappresenti la Notte, colei che cela gli amanti ed in cui sembra che il tempo si fermi.
 
 
 
 
 

 

 

 

Al centro del quadro Cupido e Venere si baciano e si carezzano lascivamente, ma le forme di Cupido hanno ben poco di maschile, sembra un androgino.
Qui c’è tutta la cultura neoplatonica di Firenze che tendeva ad una rappresentazione molto simile dei corpi maschili e femminili, lo si vede benissimo dai disegni di Leonardo, Michelangelo e Raffaello.
L’aspetto più sorprendente è la gestualità dei due amanti: Venere ha in mano una freccia, Cupido tiene una mano sui capelli di Venere, sino ad arrivare al diadema.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Non possono essere gesti vacui, e l’interpretazione è singolare: entrambi stanno perseguendo la stessa finalità, che è quella di sottrarre qualcosa senza che l’altro se ne accorga.
Venere disarma Cupido privandolo della freccia, e Cupido disarma Venere privandola del suo diadema.
Entrambi operano in modo nascosto, difatti i loro gesti non possono essere reciprocamente visti.
Trovo convincente questa interpretazione, perché dopo che la si è sentita la prima volta non si può fare a meno di vedere la specularità dei due gesti, che sono fra di loro in corrispondenza fraudolenta.
 
 
 
Rivediamolo infine un'ultima volta e tutto intero, il quadro,
dopo gli spezzettamenti faticosi della spiegazione.

 

 

 

 

Un altro titolo dell'opera, forse vicino alle intenzioni dell’artista, è “L’Allegoria del Trionfo di Venere”.
 
 
Il quadro è stato eseguito attorno al 1546 e segna la fine del periodo dei manieristi eroici e furiosi: il Parmigianino, il Rosso fiorentino, il Pontormo, i pittori della crisi politica italiana.
 
Due poteri politici assoluti, il Vaticano e la Spagna, hanno vinto, e “la lucida intenzionalità con cui il Bronzino dà forma incorrotta alla materia pittorica, fissando le immagini in una statica e aulica preziosità, si pone come superamento delle inquietudini della precedente generazione manieristica”.
E’ “un emblematico riflesso della volontà assolutistica della politica”.
 
Nel tempo succederà altre volte, ancora con grandi artisti: Guido Reni, dopo la tempesta sublime e terrestre del Caravaggio, e Jean Dominique Ingres, dopo la Rivoluzione francese, in piena Restaurazione.
 
Ma se seguiamo Erwin Panofsky, ci accorgiamo di quanta duplicità, ambiguità, insicurezza, ci sia dietro questo trionfo allegorico, ed il Bronzino ne era consapevole, solo che i tempi erano quelli.
 
La scialuppa di salvataggio non è il trionfo, è la consapevolezza, ed il sorriso che ne scaturisce, non ironico né grottesco, è il sorriso di chi ha capito, e va bene così, perché chi se ne accorge già è fuori dal gioco fraudolento della ipocrisia fatta sistema, dei disvalori elevati a valori.
 
Questo può essere il senso catartico del capolavoro del Bronzino.

 

F i n e

 

Testo di Solimano – Impaginazione note e coordinam. di Tony Kospan

 
 
 
 
PER CHI VOLESSE LEGGER
LA I PARTE

 
 
 

PER CHI VOLESSE LEGGER
LA II PARTE:

 

 

 

 
IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE?

 
 
 

L’origine religiosa e civile dell’amato pic nic di… Pasquetta   6 comments


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Tutti conosciamo ed amiamo la tradizione della Pasquetta…

ma ne conosciamo il significato e l’origine? 

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STORIA DELLA PASQUETTA

 

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Giotto – L’incontro dell’angelo

 

 

Il lunedì dell’Angelo
(detto anche lunedì di Pasqua, lunedì in Albis oppure Pasquetta)
è il giorno dopo la Pasqua.

Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro.

Popolarmente si usa di più il termine Pasquetta.
 
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STORIA RELIGIOSA
 
 


Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù.

Vi trovarono il grande masso che chiudeva l’accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse:

“Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.

Non è qui! è risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mt 28,5-6).

E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, e si precipitarono a raccontare l’accaduto agli altri.



 


 


 

STORIA CIVILE
 

 
Il Lunedì di Pasqua è un giorno festivo, introdotto dallo Stato italiano nel dopoguerra, ed  è stato creato per allungare la festa della Pasqua, così come è avvenuto per il 26 dicembre, indomani del Natale.
 

 
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LA TRADIZIONE DEL PIC NIC PASQUALE

 


Il lunedì dell’Angelo, in Italia, è un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme a parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull’erba e attività all’aperto.






Una interpretazione di questa tradizione potrebbe essere che si voglia ricordare i discepoli diretti ad Emmaus.
Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata “fuori le mura” o “fuori porta”.

Tuttavia penso che la tradizione del picnic pasquale sia amata perché ha sempre rappresentato il momento di chiusura della quaresima e, con l’affermarsi di un clima più mite, soprattutto il momento di tornare a vivere di più all’aria aperta ed a contatto con la natura.




 



Fonti web con modifiche di T. K.- Impaginaz. T. K.



Osias Beert (dipinto scelto come simbolo di Pasquetta in casa)

 

 


Stavolta, se il tempo sarà clemente o meno 
conterà poco o nulla ma resta la speranza 
che ci sarà, comunque, una serena Pasquetta per tutti.


 Tony Kospan
 



tititatitita

IL SALOTTINO DI FB
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Felice notte e buona Pasqua con la bella minipoesia… Lo dirò con un sorriso… di D. M. Turoldo   1 comment


 
 
 
 
 
 
LO DIRO' CON UN SORRISO
David Maria Turoldo
 
Andrò in giro per le strade sorridendo,
finché gli altri diranno:- è pazzo!
E mi fermerò soprattutto
Coi bambini a giocare in periferia,
poi lascerò un fiore ad ogni finestra
e saluterò chiunque incontrerò per via,
stringendogli la mano.
E poi suonerò con le mie mani
le campane della torre a più riprese
finché sarò esausto,
e dirò a tutti: PACE!
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso,
ma tutti capiranno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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LA POESIA (E NON SOLO)
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Pubblicato 20 aprile 2014 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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