Archivio per 26 marzo 2014

Libri – Suggestiva poesia del grande H. Hesse… sull’importanza della lettura…   3 comments

 

 

  



Le poesie di Hesse son tutte belle
e l’autore… è assolutamente geniale e profondo…
nonché riconosciuto da tutti come tale.

Ma non solo… molte di esse…
ci inducono anche ad interessanti riflessioni…
come questa…


 

 

  

 
 
 
 
LIBRI – H. HESSE – POESIA SUBLIME
 
 
 
 
 
(Calw 2.7.1877 – Montagnola 9.8.1962)
scrittore, poeta, aforista e pittore tedesco
 
 
 


L’importanza della cultura… dei libri…
ovviamente nessuno può scoprirla…
tanto essa è evidente…

Ma Hesse ci vuol dire che la loro importanza
non sta tanto nell’accumulare conoscenze… nozioni…
bensì nella loro capacità… potenzialità…
d’aiutarci a ricercare in noi stessi
la nostra luce… il nostro universo…
la nostra saggezza… la nostra verità… 

  

 
 
 

 

 
 
 
L I B R I
 
Hermann Hesse
 
 

Tutti i libri del mondo

non ti danno la felicità,

però in segreto

 ti rinviano a te stesso.

 

 Lì c’è tutto ciò di cui hai bisogno,

 sole stelle luna.

 Perché la luce che cercavi

 vive dentro di te.

 

 La saggezza che hai cercato

 a lungo in biblioteca

 ora brilla in ogni foglio,


 perché adesso è tua.




 

 

 

da La felicità, versi e pensieri

 

 

 

Hesse tra l'altro è stato anche apprezzato pittore

ed ecco allora un suo dipinto pur esso dedicato ai.. libri

 

 

HERMANN HESSE – Sedia con libri (1921)


 

 

 

Penso che possiate condividere questa mia opinione…

sulla poesia…

ma, se vi va, mi farebbe piacere leggere la vostra…

 

 

 

 

 

 

Ciao da Orso Tony

 

 

 

 POESIE?

 

ILFANTMONDO.jpg picture by orsosognante


 

Pubblicato 26 marzo 2014 da tonykospan21 in POESIE SUBLIMI

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Non basta aprire la finestra – Poesia metafisica dolce-amara di Pessoa   2 comments

 
 
 
 
 




   
Una poesia, della serie “grandissime poesie”
 dalle notevoli e profonde suggestioni… 
 
 
 
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA 
 




Dalì – Ragazza alla finestra
 
 
 
 
Pessoa, poeta del sogno…, stavolta… pur esaltandolo…
dubita che esso,
nonostante sia superiore alla fisicità delle cose
ed alla freddezza della razionalità…
riesca poi davvero a veder bene…
 quel che c’è davvero oltre la “finestra“. 
 






 
 
 
 
 
 
 
 
 

NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Fernando Pessoa
 
 
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi:
vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi,
simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa
e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto
se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede
quando la finestra si apre.
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

Alcuni ritengono che la poesia parli

di luoghi da visitare… paesaggi da vedere

perché più belli dal vero che sognati…

ma, secondo me, qui v’è chiaramente

una visione che va oltre e quindi più metafisica…

 


.
.
.

Penso che Pessoa ci voglia dire:
– della nostra incapacità di vedere la verità solo con i nostri occhi…,
– del pericolo di farci condizionare dai ragionamenti della filosofia…
– della possibilità di vedere molto più in là della realtà
grazie ai nostri… sogni…

Tuttavia però poi termina con l'amara considerazione
che nonostante ciò
la verità è… comunque sempre diversa.

.
.
.





 In altre parole ed in estrema sintesi
il significato è, a mio parere, dolce-amaro…
e ci lascia un senso di vuoto e di incompletezza.

Noi non conosciamo e non conosceremo mai la vera realtà…
che è quella che è oltre noi… (oltre la finestra)
ma la possiamo solo immaginare… sognare…
in quanto siamo prigionieri delle nostre convenzioni sociali
dei nostri tabù… delle nostre sovrastrutture mentali.

Però nemmeno questo sognare, ahimè,
corrisponde mai alla verità sconosciuta
o inconoscibile da noi umani…








Per questo si può parlare di poesia metafisica…

La mia è però una personalissima interpretazione
e mi piacerebbe legger quel che ne pensate voi…



Pessoa


CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 

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Il Buon Combattimento… di P. Coelho… ovvero Elogio del Sogno   Leave a comment

 
 
 
 



Questo di Coelho…, è a parer mio,
un brano davvero sublime…
teso a farci comprendere l’importanza di lottare
per la difesa e la vitalità… dei nostri sogni…

Chi ama il sogno come amico… sostegno… dei nostri giorni
nonché capace di arricchire la nostra vita…,
proponendoci mete realizzabili o meno…,
non potrà non apprezzarlo in pieno…









IL BUON COMBATTIMENTO
ovvero
ELOGIO DEL SOGNO
P. Coelho


(musica new age)





“Ho combattuto il buon combattimento e ho mantenuto la fede”, dice Paolo in una delle sue epistole.
E sarebbe bene ricordare questo tema, quando un nuovo anno si prospetta davanti a noi.
L’uomo non può mai smettere di sognare.
Il sogno è l’alimento dell’anima come il cibo è l’alimento del corpo.
Tante volte, nella nostra esistenza, vediamo i nostri sogni infranti e i nostri desideri frustrati, ma bisogna continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non vi penetra.
Agape è l’amore universale, quell’amore che è più grande e più importante del semplice “piacere” a qualcuno.
Nel suo famoso discorso sui sogni, Martin Luther King ricorda il fatto che Gesù ci chiese di amare i nostri nemici, e non che essi ci piacessero.
Questo amore più grande è quello che ci dà l’impulso per continuare a lottare malgrado tutto, per mantenere la fede e la gioia, e combattere il Buon Combattimento.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso perché lo chiede il nostro cuore.
In epoche eroiche, quando gli apostoli giravano nel mondo predicando il vangelo, o al tempo dei cavalieri erranti, questo era più facile: c’erano molte terre da attraversare e tante cose da fare.
Al giorno d’oggi, però, il mondo è cambiato, e il Buon Combattimento è stato trasportato dai campi di battaglia all’interno di noi stessi.
Il Buon Combattimento è quello intrapreso in nome dei nostri sogni.
Quando essi esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso a lottare.
Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico.






Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il primo sintomo che stiamo uccidendo i nostri sogni è la mancanza di tempo.
Le persone più occupate che ho conosciuto in vita mia avevano sempre tempo per tutto.
Quelle che non facevano nulla erano sempre stanche, non tenevano dietro a quel poco di lavoro che dovevano fare e si lamentavano continuamente che il giorno era troppo corto.
In realtà, esse avevano paura di intraprendere il Buon Combattimento.
Il secondo sintomo della morte dei nostri sogni sono le nostre certezze.
Poiché non vogliamo guardare alla vita come ad una grande avventura da vivere, finiamo per giudicarci saggi, giusti e corretti in quel poco che chiediamo all’esistenza.
Guardiamo al di là delle mura del nostro quotidiano e udiamo il rumore di lance che si spezzano, l’odore di sudore e polvere, i grandi crolli e gli sguardi assetati di conquista dei guerrieri.
Ma non avvertiamo mai la gioia, la Gioia immensa che c’è nel cuore di coloro che stanno lottando, giacché per questi ultimi non è importante la vittoria o la sconfitta, ciò che importa è solo intraprendere il Buon Combattimento.
Infine, il terzo sintomo della morte dei nostri sogni è la Pace.
La vita diviene un pomeriggio domenicale, che non ci chiede grandi cose e non esige nulla di più di quanto noi possiamo dare.
Riteniamo allora di essere “maturi”, di avere messo da parte le “fantasie dell’infanzia”, e raggiungiamo la nostra realizzazione personale e professionale.
E siamo stupiti quando qualcuno della nostra età dice di volere ancora questo o quello dalla vita.
Ma, nell’intimo del nostro cuore, sappiamo che ciò che è accaduto è che abbiamo rinunciato a lottare per i nostri sogni, a combattere il Buon Combattimento.
Quando rinunciamo ai nostri sogni e troviamo la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo.
Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi.
Compaiono le malattie e le psicosi.
Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.

 

 

 

 

 


 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

 




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