Archivio per 6 marzo 2014

La ballata delle donne di Edoardo Sanguineti in poesia e musica…   Leave a comment

 


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Un piccolo ma poetico
omaggio alle donne
in prossimità della loro festa…






LA BALLATA DELLE DONNE

parole da una poesia di Edoardo Sanguineti
musica Massimiliano D'Ambrosio
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Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso alla gioia
pensare al maschio, pensarci mi annoia.


Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso alla pace
pensare al maschio, pensarci non piace.


Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.


Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra
ed è la terra, in cui fui seminato,
vita vissuta che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.


Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, la prendo per mano.






Possiamo ora anche ascoltarla in questo video
con immagini di donne storiche e delle loro battaglie



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Storia dell’Arte al femminile – Le donne non come muse… ma come pittrici – I Parte   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 


LE SIGNORE DEL PENNELLO
– NON SOGGETTI.. NE’ MUSE.. NE’ MODELLE MA PITTRICI –



Vincenzo Marinelli – Donna che dipinge




MINI STORIA DELL'ARTE AL FEMMINILE
DAL '500 AL '900
a cura di Tony Kospan

 
 

Questo post vuole, in uno ad una breve presentazione delle pittrici che ritroviamo significativamente nella storia dell’arte…, mostrarle così come esse stesse si vedevano… grazie a loro autoritratti… insieme a qualche loro opera… cercando in tal modo di coniugare la brevità, che il moderno lettore richiede*…, con un minimo di completezza… (*a mio parere).
 
E' anche da sottolineare che, ovviamente, è assolutamente impossibile presentarle tutte per cui mi sono limitato a ricordare quelle che appaiono aver lasciato un segno significativo nella storia dell'arte ma sarei lieto di aggiungere quelle che voi lettori ritenete meritevoli d'esser presenti in questa piccola Antologia…

Prima di iniziare mi appare doveroso riconoscere come altamente encomiabile soprattutto l’opera di quelle artiste vissute in secoli in cui il destino delle donne sembrava rinchiuso nei soli spazi del matrimonio o del convento.
 
 
 
 
 
I PARTE
 
 
 
 
Sofonisba Anguissola (1535 – 1565)
 
Deve la sua fama soprattutto al fatto che fu la prima espoenente della pittura italiana rinascimentale al femminile





Sofonisba Anguissola – Autoritratto, 1556
 
 
 
 
Sofonisba Anguissola – Partita a scacchi – Poznan, 1555





Sofonisba Anguissola – Due sorelle ed un fratello
 
 
 
 
 

Lavinia Fontana (1552 -1614)
 
Figlia del pittore manierista Prospero Fontana fu, ed è, molto apprezzata per l’accuratezza dei particolari e per la molteplicità dei temi della sua pittura…



Lavinia Fontana – Autoritratto
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Lavinia Fontana – La visita della Regina di Saba a Salomone

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 Lavinia Fontana – Bianca Degli Utili Maselli
 
 
 
 
 
Artemisia Gentileschi (1593 – 1652)
 
E’ però la romana Artemisia Gentileschi la prima a ricoprire un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna artista, denunciando anche la violenza da parte del famoso pittore Agostino Tassi.
E’ noto il drammatico episodio dello stupro, di cui fu vittima a diciott’anni (autore della violenza, il maestro di pittura a cui era stata affidata dal padre perché migliorasse la tecnica della prospettiva); e poi il matrimonio riparatore, e la scelta di libertà e di emancipazione che fanno di lei una sorta di femminista ante litteram.
Si può affermare, e tutti i critici sono d’accordo, che i tratti duri delle donne e la violenza di certe scene… presenti nei suoi dipinti siano coneguenza del tremendo stupro.
Pensiamo ad esempio alla violenza evidente e spaventosa di un’opera come la “Giuditta che decapita Oloferne” del Museo di Capodimonte a Napoli.
La sua è comunque una pittura forte, passionale e creativa.
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Artemisia Gentileschi – Autoritr. come suonatrice di liuto

 
 
 
 
 
Artemisia Gentileschi – Autoritratto come Allegoria della Pittura
 
 
 
 
 

Artemisia Gentileschi – Giaele e Sisera




Artemisia Gentileschi – Giuditta che decapita Oloferne




Elisabetta Sirani (1638 – 1665)

Elisabetta, prima figlia di Giovanni Andrea Sirani pittore bolognese, fin da giovanissima dimostrò notevole talento.
Fu davvero un'artista laboriosissima se si pensa che nei soli 10 anni di attività ha lasciato oltre 200 opere.
E' considerata una delle principali artiste del '600 e tra le più note esponenti del barocco bolognese
(Bologna aveva in quel periodo un eccezionale numero di pittrici)
Morì giovanissima, a soli 27 anni, rimpianta da tantissimi artisti, poeti e letterati dell'epoca.




Elisabetta Sirani – Autoritratto

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Elisabetta Sirani – Porzia che si ferisce alla coscia – 1664




Elisabetta Sirani – La Giustizia, la Carità e la Prudenza – 1664




Elisabetta Sirani – Cupido


 
 
 
 
 

Rosalba Carriera: (1675-1757)

Pittrice veneziana.

Ebbe nel 1720 ben due grandi riconoscimenti:essere accolta nell'Accademia di Bologna e nell'Académie Royale de Peinture et Sculture di Parigi.

Il suo stile, molto differente dall'accademismo della sua epoca, influenzerà in modo evidente ed incisivo l'arte del ritratto soprattutto in Francia

 

 

Rosalba Carriera – autoritratto

 
 
 
 
Rosalba Carriera – Apollo


 
 
 
 
 Rosalba Carriera – Ritratto di Gustavus Hamilton – 1730





 
Rosalba Carriera – Allegoria dell'aria




 
 
 
Elizabeth Vigée Le Brun (1755 – 1842)
 
Veniamo ora ad una delle più grandi e prolifiche ritrattiste del 1700…
I suoi dipinti riccamente colorati, con una incredibile precisione della resa tecnica, mostrano toni morbidi e soavi nel dipingere gli innumerevoli volti che immortalò sulle tele.
La sua opera è anche un documento visivo del suo tempo e della storia rivoluzionaria di quegli anni unita alla indubbia bellezza artistica.
Questo rende ancor più interessante oggi la sua opera.
I suoi dipinti erano finiti nell'oblio e solo da qualche decennio il suo amore per la bellezza che traspare nelle sue opere, nonostante i sommovimenti politici di cui fu involontaria protagonista dalla Rivoluzione Francese in poi, sono stati ampiamente rivalutati.
(E' da tempo che desidero creare un post su di lei e prima o poi ci riuscirò (N.T.K.)




Elizabeth Vigée Le Brun – Autoritratto (1790)
 
 
 



Elizabeth Vigée Le Brun – Autoritratto con la figlia
 
 
 
 
Le Brun – Autoritratto
 
 
 
 
 
Le Brun – Julie Le brun

 
 
 
 
 
 
Mary Cassatt (1844 – 1926)
 
Ecco ora l’americana Mary Cassat (1844 – 1926).
Fu introdotta nell’ambiente degli impressionisti dal grande Edgar Degas… 
E' tra le mie pittrici preferite per la dolcezza dei suoi dipinti… 
Non fu mai mamma.. ma forse nessuna più di lei ha “cantato” col pennello la maternità… in quantità e qualità…

 
 
 

Mary Cassatt – Autoritratto




Mary Cassatt – In barca





Mary Cassatt – Mamma con la sua bambina





Mary Cassatt – Mamma con la sua bambina
 
 
 
 
 
 
Eva Gonzales – (1869 – 1870)
 
Figlia di Emmanuel celebre romanziere è nota per la dolcezza e la morbidezza della sua pittura.
 
Fu allieva e modella di Manet.
 
Pur non avendo mai esposto alcun dipinto viene in genere collocata nell’ambito degli Impressionisti.
 





Eva Gonzales – ritratta da Manet 
 




Eva Gonzales – Risveglio




Eva Gonzales – Nanny e la bimba




Eva Gonzales – Segretamente
 
 
 
 
 
FINE I PARTE…

CONTINUA…

CIAO DA TONY KOSPAN


 
 
 
 
 
IL GRUPPO DI CHI AMA VIVER L'ARTE
I N S I E M E
Ripped Note



 
 

R. M. Rilke.. poeta delle rose – Un emozionante racconto.. La Rosa e la mendicante.. ed altre poesie   Leave a comment

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Un bel raccontino poetico e delicato,

direi di più… da brividi per il cuore,

che ha come protagonista il…

Poeta delle rose“…

Rainer Maria Rilke 



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L A    R O S A

 


George Dunlop

 
 
 
 
Il poeta tedesco Rilke abitò per un certo periodo a Parigi.
Per andare all’Università percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese, una strada molto frequentata.
Un angolo di questa via era perennemente occupato da una mendicante che chiedeva l’elemosina ai passanti.
La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo.
Rilke non le dava mai nulla, mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta.
Un giorno la giovane francese, meravigliata domandò al poeta:
– Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta? –
– Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani – rispose il poeta.
Il giorno dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l’atto di andarsene.
Allora accadde qualcosa d’inatteso:
la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell’uomo e la baciò.
Poi se ne andò stringendo la rosa al seno.
Per un’intera settimana nessuno la vide più.
Ma otto giorni dopo,la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via.
Silenziosa e immobile come sempre.
– Di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla? – chiese la giovane francese.
– Della rosa – rispose il poeta.
 
 
 
 
 

J. W. Waterhouse

 



La rosa di cui parla Rilke nelle sue poesie forse però non è solo un fiore,
come mi segnalava un lettore del blog in una precedente versione del post,
ma anche e forse soprattutto l'allegoria del mistero della natura… della vita.



“Rosa, oh, contraddizione pura!

Delizia d’essere il sonno di nessuno sotto tante palpebre”


 

Questo è infatti l’epitaffio autografo voluto dal poeta sulla sua tomba.

  

 


Praga 4.12.1875 – Montreux 29.12.1926

 

 

Se ci fa piacere ecco ora in questo video

alcune sue poesie dedicate dal poeta alla rosa

 

 

 

 

 

 

 

 

orsotony

 

 

 

Racconto e video dal Web – Presentazione ed impaginazione T.K.

 

 

 

 

PER LE NOVITA' DEL BLOG

SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I

 

 

Manet… Liszt e… Zola – Arte… musica classica e… narrativa…   Leave a comment



Manet – Chez le père Lathuille

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Stavolta… nell’ambito del libero accostamento
tra arte e musica classica…
s’insinua in modo sublime…
anche la… narrativa… di qualche secolo fa…

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Manet – Autoritratto

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ARTE…  MUSICA CLASSICA…
E NARRATIVA
a cura di Tony Kospan





Liszt

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Dunque porto all’auspicabile vostro godimento,

che spero simile al mio,

questa rapsodia ungherese di…Liszt

e quest’opera di Manet che ritrae… Emile Zola


Quest'ultimo, famoso autore di Nanà

e considerato il creatore del naturalismo,

è uno degli scrittori francesi dell’800

che preferisco…

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Emile Zola

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Per chi ama le emozioni che trasmettono

musica, arte e narrativa… dunque… ecco…

– un pensiero di Zola…

– il noto dipinto dedicato da Manet allo scrittore,

e

– la rapsodia… di Liszt …







Lezione di Musica – Manet




La scienza ha promesso la felicità?
Non credo, ha promesso la verità,
e la questione è sapere se con la verità
si farà mai la felicità.
Emile Zola




Rapsodia di Liszt – Un sospiro

Ritratto di Emile Zola – Edouard Manet





Ciao da Tony Kospan





LA TUA PAGINA DI SOGNO?




Ecco la storia del… rossetto… insieme ai suoi vari aspetti…   Leave a comment



Anche la cura del corpo e la cosmetica…
hanno una loro lunga storia… che risale alla notte dei tempi…
 
Oggi il rossetto è il cosmetico più usato in tutto il mondo…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

STORIA SIGNIFICATO ED ASPETTI DEL…
ROSSETTO…

 
 

 
 
Nota

 

 

 

IL ROSSETTO NELLA STORIA DELLA BELLEZZA

 

 

Il rossetto è sinonimo di seduzione, sensualità e sex appeal e bel l'80% delle donne ne fa uso ogni giorno.
 
 
Non c’è poi vip o star che non gareggi per il titolo di labbra più sensuali del mondo esponendo rossi infuocati e bocche a prova di bacio.
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 LA NASCITA

 

 

Ma quando è nato veramente il rossetto?

La storia della cosmesi colloca la data del suo ingresso ufficiale nella società della bellezza intorno alla fine dell’ottocento (1883 per l’esattezza), anche se l’abitudine di tingersi le labbra è una delle piacevolezze più antiche della storia dell’umanità come vedremo in seguito.
 
 
 
 

 

 

 
Ma la data di nascita dello stick portarossetto, con il formato che noi conosciamo è molto più recente e risale al 1915 quando fu inventato da un americano di nome Maurice Levy.
 
 
 
 
 

 

 

 

Il rossetto veniva usato dalle donne della Mesopotamia per abbellire le labbra e occasionalmente gli occhi, ben 5000 anni fa.

 

I primi a fare uso quotidiano del rossetto e, in generale, dei cosmetici sono stati gli antichi Egizi attorno al 4000 a.C.. ed usato con profitto da Cleopatra.
 
 
 
 

 
 
 
 

Anche gli Antichi Greci e gli Antichi Romani facevano uso di cosmetici.
In particolare utilizzavano cosmetici contenente un elemento tossico come il mercurio.
Ma il rossetto divenne popolare solo nel 1500, durante il regno della regina Elisabetta d’Inghilterra,
che usava una miscela di una speciale cera e di un colorante vegetale.
Nel XIX secolo la Regina Vittoria, definì il trucco una maleducazione.
 
 
 
 

Liz Taylor

 
 
 
 
Veniva considerato come qualcosa di volgare e usato solo da attori e prostitute. 
 
In Oriente, perlopiù in Giappone, le geishe utilizzavano un rossetto prodotto dai petali del cartamo o zafferanone (nome comune di una pianta che cresce spontanea in quei luoghi) schiacciato non solo per truccare la bocca ma anche il taglio degli occhi e le sopracciglia.
 
 
 
 

 

 


Dalla Seconda guerra mondiale in poi la diffusione dei cosmetici si fece capillare
in tutto il mondo occidentale.
L’uso nella forma attuale fu diffuso soprattutto grazie alla cinematografia,
cioè ai films prodotti, soprattutto dagli USA, proprio durante il secondo conflitto.

 
 
 
 
 
IL SIGNIFICATO DEL ROSSETTO
 
 
 
 
 
 
 
 

Ma che significato ha il rossetto nella nostra cultura?
Da sempre simbolo di seduzione le labbra sono il punto del viso che più di ogni altro viene inconsciamente associato alla carica di femminilità di una donna, complici rossetti e matite che ne enfatizzano il fascino.
Secondo gli antropologi, le labbra piene ed estroflesse delle donne, avrebbero infatti la funzione di richiamo sessuale. Siccome l’essere umano non esibisce le proprie regioni genitali quando è eccitato (come fanno i nostri cugini primati), trasmette lo stesso messaggio attraverso qualcosa di simile. Le labbra della bocca non solo somigliano a quelle dei genitali femminili, ma quando la donna è sessualmente stimolata, queste arrossano e inturgidiscono. 
 
 
 
 
 

Frantisek Kupka – Rossetto – 1908

 
 
 
 
Colorarle con il rossetto rievocherebbe questa condizione.
La psicologa Monica Moore della Webster University, ha per altro osservato che talvolta l’atto di mettere il rossetto di fronte ad uomo è un segnale di disponibilità all’approccio.
E’ innegabile del resto che la fisionomia del volto dipenda in maniera diretta dall’aspetto, dal movimento e dal colore delle labbra, uno degli strumenti più seducenti del fascino femminile. Con la bocca si sorride, si bacia, si parla.
E labbra turgide e piene, morbide e vellutate, carnose e rosse sono inevitabilmente sinonimo di bellezza e salute. Ben lo sanno le donne che ricorrono al bisturi per ritoccarsele.
Le labbra ideali? Secondo l’editore Harlequin Enterprises, che ha condotto tempo fa un sondaggio piacciono soprattutto quelle morbide e umide e dal sapore di fragola.
Va bene il rossetto per il 37% degli uomini del campione, ma nature al momento clou soprattutto in Francia dove il 63% apprezza il look naturale, come del resto il 60% dei tedeschi e il 52% degli olandesi.

 

 

 

 IL TRAMONTO DELLE LABBRA AL SILICONE

 

 

 

 

Definitivamente tramontata l’era delle labbra al silicone come rivela una ricerca Astra Demoskopea, secondo la quale il 70% degli uomini italiani non amano le labbra rifatte, o “a cerotto”, e preferiscono baciare e ammirare labbra tutte naturali, più “desiderabili” se sane, preferibilmente carnose e possibilmente sensuali.
Non piace l’eccessivo make-up, con una leggera approvazione nell’utilizzo di lucidalabbra e trucco leggero.

 

 

 

CONCLUSIONI

 

 

Non è insomma sempre vero che ricorrere al rossetto sia l’unico modo per accentuare la luminosità del proprio volto.

Spesso ci sono labbra già naturalmente colorite e luminose, che non hanno bisogno di alcun intervento.

 Per scegliere la tonalità di rossetto giusta bisogna tenere presenti il colore della pelle e quello dei capelli.

 

 

 

 

 

Per cui una bionda sceglierà un rosa avorio, una nera con la pelle chiara il rosso vivo.

Nella nostra cultura la scelta del colore per le labbra è anche una decisione che sembra dover riflettere la nostra personalità. Superati i tempi in cui il rosso rappresentava il colore delle prostitute e qualsiasi donna “per bene” se ne sarebbe tenuta lontana; oggi l’industria cosmetica propone una tale varietà di tinte di rosso, che è impossibile non trovare quello che soddisfi realmente in ogni occasione e stato d’animo.

Ma al di là di tutto, scegliere il rossetto vuol dire per la donna mettere in rilievo la propria personalità, la voglia di mettersi in gioco e di parlare di sé. Secondo alcuni psicologi infatti, il rossetto usato può influire sul proprio modo di porsi nei confronti dell’altro.

 

 

 

 

 

 

FINE

 

 

Testo dal Web con modifiche  – impaginaz. Orso
 
 
 
 
 
 

IL SALOTTO CULTURALE DI FB?

Felice giovedì in poesia – A Juliette Drouet di V. Hugo – arte.. F. Zandomeneghi – canzone.. Gli occhi miei – e..   2 comments

 
 
 
 
Federico Zandomeneghi – L'Amico Fedele, 1874
 

 
 
 

 

 

 

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Sembra che tutti abbiano l’idea esatta
di come dobbiamo vivere la nostra vita.
E non sanno mai come devono vivere la loro.
Paulo Coelho

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Federico Zandomeneghi – A letto
 
 

 
A JULIETTE DROUET
Victor Hugo
 
Faccio tutto ciò che posso
 perché il mio amore
 non ti disturbi,
 ti guardo di nascosto,
 ti sorrido quando non mi vedi.
 Poso il mio sguardo
 e la mia anima ovunque
 vorrei posare i miei baci
 sui tuoi capelli,
 sulla tua fronte,
 sui tuoi occhi,
 sulle tue labbra,
 ovunque le carezze
 abbiano libero accesso.
 
 
 
 

Federico Zandomeneghi – Donna che legge alla finestra

 
 

 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 

 
 

 
LA TUA PAGINA DI POESIA
 
 
 
 

Buonanotte con la bella minipoesia… Notte… di Anne Brontë…   2 comments

 
 

 
 
 
 
 
N O T T E
Anne Brontë
 
 
Amo l'ora silente della notte,
perché un sogno felice nasce allora,
rivelando alla mia vista incantata
ciò che il mio occhio sveglio non adora.
 
E può il mio orecchio udire anche la voce
che da tempo la morte ha soffocato;
l'afflitta solitudine in un grato
impeto di speranza si tramuta.
 
Fredda giace da anni nella tomba
la creatura che amavo contemplare;
soltanto il sogno, a notte, come viva
può farlo dolcemente ritornare.
 
 
 
 
 (Destiny)






DA ORSO TONY

 
 
 

 

 

 

 

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AMICI DI PSICHE E SOGNO

IL GRUPPO DI RIFERIM. DELLA PAGINA 

 PSICHE E SOGNO

 
 
 
 

Pubblicato 6 marzo 2014 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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