Archivio per 5 marzo 2014

Inno a Iside – Ode sì antichissima ma anche di sorprendente modernità   1 comment

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Questo testo dell’Antico Egitto
è a mio parere molto sorprendente
in quanto lo trovo per molti aspetti
incredibilmente modernissimo.


Certo questo antichissimo inno 
ha molte letture e valenze
alcune chiare ed altre criptiche.

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Ma, pur senza approfondire i significati storici e religiosi
del testo, una cosa mi appare a prima vista
davvero stupefacente ed è
la modernissima concezione dell’archetipo femminile
tutto concentrato su accesi e forti contrasti.

Certo il tutto è velato e coperto dalla simbologia
di Iside e Osiride (la luna ed il sole).


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L’inno è stato trovato nel Papiro di Ossirinco 
n.1380, 1. 214-216, risalente al II secolo a.C.
ma ovviamente si ignora 
se sia stato scritto proprio in quell’epoca
o sia stato riportato da scritture di epoche anteriori.
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Ma ora leggiamolo.

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INNO A ISIDE
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Perché io sono la prima e l’ultima,
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure numerosi sono i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono colei che dà la luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creò.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la scandalosa e la magnifica.

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Se ci va possiamo anche ascoltarlo in questo video
in cui viene letto da un’amica del blog.


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Cosa ne pensate?

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Orso Tony
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Gif Animate Frecce (117)

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Breve ricordo del geniale compositore Cesare Andrea Bixio e della sua famosa… Violino tzigano   Leave a comment



Forse ai giovani d'oggi il suo nome dice poco o nulla
ma Cesare Andrea Bixio è stato un vero mito della musica leggera
in quanto autore di notissime ed ormai classiche
canzoni napoletane ed italiane,
nonché di colonne sonore in tutti i campi dello spettacolo
nella prima metà del secolo scorso.





(Napoli 11.10.1896 – Roma 5.10.1978)



Figlio di padre genovese e madre napoletana
a partire dagli anni '20 iniziò la sua collaborazione con
il quasi omonimo Bixio Cherubini con cui creò capolavori come
Violino tzigano, Il tango delle capinere, Mamma, Vola colomba,
Parlami d'amore Mariù, Portami tante rose, Vivere. etc.

La sua attività musicale proseguì per tutta la vita…
sia interagendo con i massimi artisti dell'epoca
che adeguandosi con grande successo ai nuovi “media”
dell'epoca… come il cinema e la televisione.







E' stato anche un geniale industriale
e fondatore di diverse case editrici di musica.

Mi fa dunque piacere ricordarlo con questo mio post
dedicato ad uno dei suoi massimi successi… 

  
 
 
 
 
 
 

La rivisitazione delle grandi canzoni che hanno segnato
tempi lontani ormai.. ma non lontanissimi…
ci porta stavolta a conoscer meglio la suggestiva,
ed ancor amata da molti…,
VIOLINO TZIGANO
 

 
 

 

 

 

VIOLINO TZIGANO

ATMOSFERE E NOTE D'UN TEMPO
a cura di Tony Kospan

 

 

 

 

 

 

LA STORIA DELLA CANZONE

 
 

La canzone (un tango) è del 1934 ed è opera dell'allora già noto duo
Cherubini (paroliere) e Bixio (compositore).
 
 

Fu scritta e musicata per il film sonoro Melodramma
(il cinema sonoro era nato pochi anni prima)
con protagonista Elisa Merlini che la cantò per prima.
 
 


Subito dopo però fu cavallo di battaglia
anche di Milly, Carlo Buti, Ada Neri
e del tenore Fernando Orlandis. 


 



 
 Il successo fu clamoroso anche all'estero
e nemmeno il tempo ne scalfì il fascino
tanto che nel 1962 era di nuovo ai primi posti
della classifica dei dischi più venduti…
grazie a Connie Francis
che la fece apprezzare anche negli USA.


 






Connie Francis
 
La canzone emana vibrazioni profonde…
e ci riporta ad emozioni nuove ed antiche…

 
 


ATMOSFERA DEL 1934




Il 1934 è l’anno in cui l’Italia vinse i suoi primi mondiali di calcio…






  Diamo ora un'occhiata ad altre immagini di quell'epoca.


 
 
 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL TESTO DELLA CANZONE


 
Oh tzigano dall’aria triste e appassionata,
che fai piangere il tuo violino fra le dita,
suona ancora, come una dolce serenata,
mentre, pallida, nel silenzio ascolterò
questo tango che, in una notte profumata,
il mio cuore ad un altro cuore incatenò.
Suona solo per me,
oh violino tzigano.
Forse pensi anche tu
a un amore laggiù
sotto un cielo lontan.
Se un segreto dolor
fa tremar la tua mano,
questo tango d’amor
fa tremare il mio cuor,
oh violino tzigano.
Tu che sogni la dolce terra d’Ungheria,
suona ancora con tutta l’anima tzigana.
Voglio piangere, come te, di nostalgia
nel ricordo di chi il mio cuore abbandonò.
Come il canto che tu diffondi per la via
con il vento, la mia passione dileguò.
Questo tango è d’amor,
ma il mio amore è lontano.
Suona, suona per me
pur se piango con te,
oh violino tzigano.

 
 
 
 
 
 
 
  
 
ORA LA CANZONE IN 2 VERSIONI
 
 
Ascoltiamola ora nel video qui giù
cantata da uno dei suoi primi famosi interpreti…
Carlo Buti… (1934)
 
 

 
 
 
e poi qui cantata
in una versione un pò più moderna
da Connie Francis… (1962)
 
 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN


IL GRUPPO DI GOOGLE PLUS
DI POESIA E CULTURA
I N S I E M E


Breve ricordo di Lucio Battisti… con la sua biografia ed alcune mitiche canzoni…   Leave a comment

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Lucio è un vero e proprio mito della musica leggera italiana

della seconda parte del secolo scorso.

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Desidero ricordarlo e rendergli omaggio

con la sua biografia ed alcune tra le sue canzoni più belle.







BREVE BIOGRAFIA

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Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, vicino a Rieti in una famiglia molto semplice. 

I compaesani lo ricorderanno come un ragazzo intelligente ma introverso.


Trasferitasi la famiglia a Roma scoppia, quando è ancora un ragazzo, 

nasce la sua passione per la musica (la sua stanza è invasa da chitarre).


Contemporaneamente manifesta il desiderio di conoscere il mondo 

attraverso il suo temperamento artistico.

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La cosa contrasta però con gli studi 

e dopo una serie di discussioni e di patti col padre, 

ma con l'appoggio della madre, ottiene, ormai divenuto giovanetto, 

di poter tentar di trovar uno suo spazio nel mondo musicale.  



(Poggio Bustone 5.3.1943 – Milano 9.9.1998)



Nel 1962 si aggrega ad un gruppo musicale napoletano 

che suona nei locali notturni “I Mattatori”, 

ma è grazie a “I Campioni”, il gruppo che accompagnava Tony Dallara

che inizia la sua avventura nel mondo della musica.


Rendendosi conto che il centro nevralgico del mondo musicale è a Milano, 

vi si trasferisce e dopo un po' conosce il celebre paroliere Mogol.

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Le prime affermazioni come autore sono “Per una lira“, 

incisa dai Ribelli, “Uno in più” cantata da Ricky Maiocchi 

e “Dolce di giorno” per i Dik Dik.


A consacrarlo in pieno come autore è, però, “29 Settembre“, 

in collaborazione con Mogol per L'Equipe 84.


 Nel 1967 Battisti entra in sala di incisione anche come cantante, 

nonostante le perplessità dell'ambiente sulle sue qualità vocali. 


Incide “Per una lira” e “Luisa Rossi”.


Ma la non-voce di Battisti era, indubbiamente, 

quella giusta per dare un'anima alle sue canzoni, 

come lui stesso sosteneva con grande convinzione.



Acqua azzurra acqua chiara




Il successo arriva al Cantagiro del 1968 con “Balla Linda” 

e viene replicato e ampliato nel Cantagiro del 1969 

con “Acqua azzurra acqua chiara“. 


Nello stesso Anno partecipa al Festival di Sanremo, 

in coppia con Wilson Pickett con “Un'avventura“, che entra in finale.


Ma l'avvenimento più importante per Lucio 

è l'incontro con Grazia Letizia Veronesi

segretaria del Clan Celentano.


Inizia cosi il loro rapporto forte e simbiotico 

che durerà fino alla sua morte.

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Il crescente successo di Battisti, sottolineato dall'eccellente accoglienza 

riservata all'album Lucio Battisti” del 1969, 

si consolida ulteriormente con il 33 giri “Emozioni” che comprende, 

oltre al brano omonimo, pezzi come “7 e 40“, 

Anna“, “Fiori rosa fiori di pesco“, “Io vivrò“.




 





La collaborazione con Mogol diventa sempre più stretta e costruttiva, 

dando origine ad un'amicizia forte ed esclusiva 

che li porterà anche a costruire residenze confinanti vicino Molteno, 

al centro di un grande faggeto.




Battisti e Mogol 


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.Battisti e Mogol continuano a scrivere anche per altri cantanti 

canzoni destinate a lasciare il segno.


Basti ricordare “Insieme”, “Io e te da soli“, “Amor mio“, per Mina; 

“Per te” e “Il Paradiso” per Patty Pravo.


Nel 1973 nasce il figlio Luca e  

nel 1976 Lucio e Letizia si sposano.





 


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I successi continuano con l'album “Umanamente uomo: il sogno”, 

che contiene brani come I giardini di Marzo“, “E penso a te“, 

fino ai 33 giri “Il mio canto libero“, “Il nostro caro angelo“.


Nel 1976 con “Ancora tu”, Battisti torna alla canzone pop 

e il pubblico gli decreta ancora un successo trionfale, 

confermato dall'album “La batteria, il contrabbasso, eccetera” .


Nel 1977 esce il 33 giri “Io, tu , noi, tutti” che balza in cima alle classifiche, 

mentre “Images”, registrato negli U.S.A., trova un pubblico indifferente.


Ma con “Una donna per amico“, nel 1978, 

il duo Mogol-Battisti ritrova e perfeziona la vena creativa.


E' un album con dei capolavori musicali assoluti.

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 Una donna per amico




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Nonostante i successi, il trionfo e gli incassi miliardari 

Lucio Battisti resta schivo e riservato 

e sopporta sempre meno la folla, i fans, i giornalisti ed i fotografi.


Questo atteggiamento, incentivato anche dalla moglie, 

si accentua nel 1975, dopo il tentato rapimento del figlio Luca, 

fino a rendere l'esigenza di riservatezza della coppia quasi maniacale.


Il 1976 vede il ritiro dalle scene di Battisti, 

dopo una memorabile tournèe con i Formula 3.


Poco tempo dopo essersi ritirato Battisti dichiarò 

Non parlerò mai più, perchè un artista 

deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro“.


Ha tenuto fede all'autoconsegna fino alla fine.







Sulle motivazioni che l'hanno indotto ad un cosi categorico isolamento 

si sono sprecati fiumi di inchiostro.


E' probabile che l'insorgere di alcuni problemi di salute 

abbia accelerato una decisione che stava maturando; 

verosimilmente su un' indole già naturalmente schiva, 

si è innestato il fastidio profondo di sentirsi spesso frainteso 

e oppresso dall'attenzione morbosa di certa stampa.


L'ultima produzione Mogol-Battisti risale al 1980; 

Una giornata uggiosa” segna l'ultimo capitolo di un'amicizia solida 

e la fine di un felice connubio artistico

sulla quale si discusse tantissimo riguardo ai motivi che l'avevano causata.







Il primo album del dopo – Mogol, del 1982, si intitola “E già“.

I testi qui sono della moglie Grazia Letizia Veronesi, in arte Velezia 

e l'album riesce ad ottenere un discreto successo, 

con un mese di primato nelle classifiche di vendita.



  I giardini di marzo




Nel 1986 Battisti inizia la collaborazione con il poeta Pasquale Panella 

ed il loro primo lavoro comune è “Don Giovanni“.


I testi sono ermetici, criptici, colmi di simbolismi e metafore; 

tuttavia l'album – oggi considerato da alcuni un capolavoro assoluto – 

resta per due mesi in cima alle classifiche.


Seguono nel 1988 “L'apparenza“, dalle melodie bizzarre ed i testi ostici;

nel 1990 “La sposa occidentale”, con un ritorno alla vena melodica;

nel 1992 “Cosa succederà alla ragazza”, dai testi ermetici e dalle musiche raffinate.


Infine è del 1994… “Heghel“, 

il disco che chiude il ciclo di collaborazione con Panella.







Durante il ventennale rigoroso isolamento il ruolo della moglie di Battisti 

diventa sempre più condizionante, 

sia nei rapporti privati che in quelli di lavoro 

e da molti amici (o ex amici) di Lucio 

viene considerata una presenza negativa e incombente.


Degli ultimi anni di Lucio Battisti resta qualche immagine scattata di sfuggita, 
che lo ritrae invecchiato e ingrassato, gonfiato dai medicinali 
necessari per i problemi di salute che da tempo lo affliggevano.


Ma nel ricordo è, forse, giusto separare il Battisti uomo, 
ritroso e scorbutico all'eccesso, dal Battisti artista, 
che ha saputo dispensare emozioni, 
facendo spiegare le ali alle poetiche e tenere parole di Mogol.





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Liberamente tratto e adattato dal (web) 

“Lucio Battisti la vita,i grandi successi” di Manola Mineo – Antares editrice

Impaginazione Tony Kospan







Grazie Lucio per tutte le emozioni che ci hai dato.

Mi fa piacere infine salutarti con questa tua favolosa canzone:


 Il mio canto libero


Tony Kospan

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Buon mercoledì in poesia – Vita! di J. R. Jimenez – arte.. E. de Blaas – canzone.. Sicuramente tu – e..   Leave a comment

 

 

 

Eugene de Blaas – Sul balcone

 

 

 

 

 

A volte basta un attimo per scordare una vita,

ma a volte non basta una vita per scordare un attimo.

Jim Morrison

 

 

 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
   
Eugene de Blaas – Chiacchierata
 
 
 
 
 
VITA!

Juan Ramon Jimenez

 

 

Vita!

 

Giorno difficile, in cui il sole

e le nuvole combattono

– a tratti aperto, fiore,

a volte chiuso, frutto – ,

per confondersi nella notte!

 

Vita!

 

Veglia in cui gli occhi

si aprono e si chiudono,

in un gioco stanco

di verità e menzogna,

per confondersi nel sogno!

 

Vita!

 

 

 

Eugene de Blaas – Corteggiamento al pozzo

 

 

 

 

 

 

 
 

      

 

 
A TUTTI DA ORSO TONY
 
 
                                                   

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Buonanotte con la bella minipoesia… Margheritina… di Nino Casola…   1 comment

 

 

 

 

 

 

MARGHERITINA

Nino Casola

 

Raccolgo in un prato

Una triste, solitaria margheritina,

Sincera,

Come quella che tanti anni fa

Mi disse:

“Non m’ama!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da Tony Kospan

 

 

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