Archivio per 25 febbraio 2014

La colazione dei canottieri ed i personaggi dipinti nell’anniversario della nascita di Renoir   Leave a comment


  
Nell'anniversario della nascita di Renoir, 
uno dei massimi esponenti dell'Impressionismo,
mi fa piacere ricordarlo con questo mio post
dedicato ad uno dei suoi capolavori
e simbolo della gioia di vivere delle Belle Époque.
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Storia, personaggi, segreti ed analisi


di uno dei più grandi e più amati dipinti


dell’Impressionismo
 
 
 
Renoir – Autoritratto  




LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI


MITICO DIPINTO DI RENOIR


a cura di Tony Kospan

 
 

Il dipinto è anche una testimonianza della gioia di vivere

che caratterizzava quell'epoca e quindi, se ci va,

mentre leggiamo, possiamo ascoltare questo Can Can


 

 

 

Nota

 
 
 

Questo dipinto è considerato

 il capolavoro di Renoir

 

 

 
Auguste Renoir (Limoges 25.2.1841 – Cagnes-sur-Mer 3.12.1919)


 

  

LA STORIA DEL DIPINTO

 


Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!

Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.

Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.

Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.

Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.

La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.

 
 
 
 
 

I PERSONAGGI RAPPRESENTATI NEL DIPINTO  

 

 

 

 

 

Iniziamo ad identificarli.

Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia

 

 

 

 

 

e sua figlia, la bella Alphonsine (3) col cappello giallo appoggiata alla balaustra.

Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei.

Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da afre per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;


 

 

 

 

 

L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;

 

 

 

 

La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;

 

 

 

 

A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, accanto a Paul Lhote (12) “amicissimo” di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13);

 

 

 

 

 

 

Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;

 

 

 

 

Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è il giornalista Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.

 

 

 

 

 


Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale  (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.





 

 
 
ANALISI DEL DIPINTO
 
 
 
 
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
 
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
 
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
 
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
 
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.








IL COLORE

 

I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore


La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.

 

 

LA COMPOSIZIONE

 

Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.

L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.

Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.

 

 

LA PENNELLATA

 
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
 
 

 
 
F I N E
 
 
 
Fonti… vari siti web –


Elaborazione di molte immagini, coordinamento e impaginazione dell’Orso
 
 
 
 
 
 
 


 

La tua pagina culturale di Fb

 

L’analfabeta politico – Piccola lezione di democrazia di Bertoldt Brecht   Leave a comment

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Una riflessione quasi poetica che sembra scritta oggi…
e che ci fa comprendere quanto sia importante
non trascurare il nostro impegno civile..
nell’interesse di tutta la società…

E’ troppo facile infatti…
tirarci fuori dalla realtà sociale in cui viviamo
e, con la scusa di criticare tutto e tutti,
disinteressarcene completamente…







Il grande scrittore vuol rimarcare il fatto
che così facendo non solo si viene meno
ad un impegno civile ma addirittura
si danneggia la Società perché la si priva
di un nostro consapevole contributo…









Una poesia, dunque, dall’alto valore sociale…
che combatte un male presente in molte nazioni
ma che ultimamente dilaga in Italia…




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Nel riproporre questo noto brano
non intendo affrontare in questa sede “culturale
nessun discorso relativo alla politica degli schieramenti
(ciascuno ovviamente avrà le sue idee)
ma solo quello della necessità, per il bene comune,
di difendere i nostri ideali
e di dare un vero e sincero contributo
nel tentativo (difficile) di migliorare la società…

Ma ora leggiamolo…







L’ANALFABETA POLITICO
Bertoldt Brecht *

Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico.

Egli non ascolta, non parla nè partecipa agli avvenimenti politici.

Non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’ affitto, delle scarpe e delle medicine dipendono dalle decisioni politiche.

Un analfabeta politico è tanto animale che si inorgoglisce e gonfia il petto nel dire che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua ignoranza politica proviene la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore ed il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, ingannatore e corrotto, leccapiedi delle imprese nazionali e multinazionali.



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*Bertoldt Brecht
– Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino, 14 agosto 1956
è considerato il più influente drammaturgo,
poeta e regista teatrale tedesco del XX secolo.




TONY KOSPAN



Enrico Caruso.. il piu grande tenore di sempre – L’uomo… la voce… il mito   2 comments

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La sua voce, naturalmente travolgente

e nel contempo altamente professionale,

apprezzata ed amata in tutto il mondo 

l'ha reso una leggenda della Storia della Musica.



 

 

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ENRICO CARUSO


BIOGRAFIA – SUCCESSI – VOCE

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Enrico Caruso è stato un grande tenore italiano ed una vera e propria leggenda musicale per la sua magica voce.

Nato a Napoli il 25 febbraio 1873 da una famiglia povera fu avviato da ragazzo a lavori manuali e poi, per la sua bravura, a studi di disegno, ma ben presto la sua voce, esibita nel coro della chiesa ed in spettacoli locali, cominciò ad esser molto ammirata.

Ma il vero colpo di fortuna fu esser notato dal baritono Eduardo Missino che l'indirizzò dal maestro di musica Guglielmo Vergine perché educasse e migliorasse la sua voce (scuola… ben pagata perché pretese il 25% dei guadagni per 5 anni).

Evitato il militare perché migliorasse le sue doti canore… dopo qualche iniziale insuccesso si esibì in varie parti…

Conosciuto il direttore d'orchestra Vincenzo Lombardi accettò di far parte nel suo spettacolo che doveva tenersi a Livorno.

Qui conobbe la soprano Ada Giacchetti con cui ebbe una relazione durata 11 anni da cui nacquero 2 figli ma finita molto male per il tradimento ed i ricatti di lei (che fu anche condannata).

Intanto il numero delle sue esibizioni e la sua notorietà aumentava pian piano sempre più… cantò nel 1900 anche alla Scala sotto la direzione di Arturo Toscanini… ma ebbe anche delle defaillances come al San Carlo di Napoli nel 1901.

Decise allora di tornar a studiare per corregger qualche difetto e migliorar le sue doti canore.

 

 

 

 

 

 

Fu tra i primi cantanti lirici ad utilizzare le nuove tecnologie dell'epoca incidendo nell'aprile del 1902 con una casa inglese 10 dischi cosa che portò notevoli fortune ad entrambi.

Fu il primo a superare il milione di dischi venduti.

Nel novembre del 1903 ebbe un tale successo Metropolitan di New York da diventare una star.

 

 

 

 

 

 

Iniziava il mito della sua voce… che però insieme alla fama gli causò diversi piccoli processi in USA per varie accuse da parte di invidiosi… che lo umiliarono…

Nel 1909, dopo la separazione da Ada incise una serie di canzoni napoletane presto divenute un successo tra cui “Core 'ngrato” ispirata proprio alla sua storia. 

Intanto trionfava con le sue interpretazioni nei più importanti teatri lirici del mondo… 

 

 

 

 

 

Nel 1918 sposò Dorothy Benjamin molto più giovane di lui da cui ebbe una figlia, ma presto a partire dal 1920 iniziarono i problemi di salute.

Un brutto male lo stava minando…

 

 

 

Caruso con la moglie a Sorrento al Vittoria Hotel nel 1921

 

 

Nel giugno del 1921 una crociera lo portò a Sorrento… per la convalescenza  dopo un'operazione.

Aggravandosi la salute volle tornare a Napoli ed alloggiò all'Hotel Vesuvio dove fu visitato dai più grandi medici dell'epoca, come il Cardarelli ed il Moscati.

Ma non ci fu nulla da fare..

Moriva a soli 48 anni il 2 agosto 1921…

La sua storia commosse il mondo… 

Il suo mito non è mai tramontato.

Desidero ricordarlo prima riascoltando la sua leggendaria voce con il video di una sua mitica interpretazione di “Una furtiva lacrima”…

 

 

 

 

 

 

e poi con quello della bella canzone di Dalla a lui dedicata.

 

 

 

 

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

 

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Timeline – Linea della vita – Antica poesia pensiero degli Indiani d’America   Leave a comment




La poesia indiana, nei tempi antecedenti ai contatti con i bianchi, 
non è la poesia così come l’intendiamo noi,
bensì pensieri, riflessioni, canti,preghiere
che i capi e gli anziani delle tribù proponevano al loro popolo.






Più tardi…, in epoca quindi abbastanza recente,
è divenuta anche presso di loro
un fatto letterario secondo i contorni classici della poesia
che conosciamo.

Questa in particolare è molto antica
ed è tra le prime di cui si hanno notizie.






Infatti, come vedremo,
offre notevoli difficoltà per una buona traduzione
ma ci dà una sincera immersione
nel vero mondo dei nativi americani
non ancora contaminato dalla cultura occidentale.









L’ho trovata, ahimé, solo in lingua inglese, 
ma lingua inglese antica e per di più utilizzata da un nativo,
(molte parole infatti non sono nel vocabolario)
per cui chiedo aiuto
a chiunque sia in grado di fornire una migliore traduzione.

Per questo motivo propongo anche la versione originale.








LA LINEA DELLA VITA
Cherokee anonimo – 18° secolo

Adesso, ora!
Ah, ora tu vieni ad ascoltare,
tu alla fin fine capisci d’ essere una persona umana,
tu ora te ne stai fermo, tu capo di esseri umani.
Tu non sarai l’ultimo che si lascia prendere dalla passione.
Tu non sarai, come potresti pensare,
il primo a lasciarsi prendere dalla passione.
Io colpito dalla cataratta, non sono però ancora fuori di me.
Io stenderò la mia mano lì dove tu sei.
La mia anima è venuta a bagnarsi nel tuo stesso corpo.
La schiuma bianca si aggrapperà alla mia testa man mano
che avanzo lungo il percorso della vita,
il bianco bastone entrerà nella mia mano tesa.
Il fuoco del focolare sarà lasciato acceso per me
in modo che bruci senza spegnersi.
L’anima sarà poi innalzata al settimo superiore mondo.








TIMELINE
Chinook (Anonymous) (18th Century)
Now, then!
Ha, now thou hast come to listen, thou Long Human Being,
thou art staying, thou Helper of human beings.
Thou never lettest go thy grasp from the soul.
Thou hast, as if it were, taken a firmer grasp upon the soul.
I originated at the cataract, not so far away.
I will stretch out my hand to where thou art.
My soul has come to bathe itself in thy body.
The white foam will cling to my head as I walk along the path of life,
the white staff will come into my extended hand.
The fire of the hearth will be left burning for me incessantly.
The soul has been lifted up successively to the seventh upper world.








CIAO DA TONY KOSPAN




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Buon martedì in poesia – Innamorato di Goethe – arte.. N. Van Wieck – canzone.. Romeo and Juliet – e..   Leave a comment

 
 
 

Nigel Van Wieck

 

 

 
 
 
 

Ehi amici ascoltate,
l'amore somiglia a un sole,
il cuore che non ha amore
somiglia ad una nera pietra.
Yunus Emre

 
 
 

Nigel Van Wieck – In treno

 

 

INNAMORATO

Johann Wolfgang Goethe

 

Vorrei essere un pesce,
così vispo e guizzante;
venissi tu a pescare,
io mi lascerei prendere.
Vorrei essere un pesce,
così vispo e guizzante.
 
Oh se fossi un cavallo,
ti sarei caro allora!
Oppure una vettura,
per portarti a tuo agio.
Oh se fossi un cavallo,
ti sarei caro allora!
 
Vorrei essere oro,
e sempre al tuo servizio;
se tu facessi spese,
io tornerei correndo.
Vorrei essere oro,
e sempre al tuo servizio.
 
Vorrei esser fedele,
la mia bella sempre diversa;
a lei vorrei promettermi,
né vorrei mai andarmene.
Vorrei esser fedele,
e lei sempre mutare.
 
Vorrei essere vecchio,
tutto rugoso e freddo;
se tu mi rifiutassi,
non potrei certo affliggermi.
Vorrei essere vecchio,
tutto rugoso e freddo.
 
Se io fossi una scimmia
pronta agli scherzi buffi,
e tu fossi imbronciata,
ti farei delle burle.
Se io fossi una scimmia
pronta agli scherzi buffi.
 
Fossi mite come una pecora,
ardito come un leone,
avessi l’occhio di lince
e un’astuzia di volpe.
Fossi mite come una pecora,
ardito come un leone.
 
Tutto quello che io fossi,
te lo concederei;
con i beni di un principe,
tutto ti apparterrei!
Tutto quello che io fossi,
te lo concederei!
 
Ma sono come sono,
e accettami così!
Se ne vuoi di migliori,
fatteli su misura.
Io sono come sono;
così dovrai accettarmi!

 

 

 

Nigel Van Wieck – Intimità

 

 

 

        

 

 

 
 
a tutti da
Tony Kospan
 
 
 
 
 

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IL GRUPPO DI CHI AMA L'ARTE
E NON SOLO
Ripped Note

 

 

Buonanotte con la bella ed antica minipoesia… Lesbia… di Catullo…   1 comment

 
 
 
 
 
John Reinhard Weguelin – Lesbia
 
 
 
 
LESBIA*
Catullo
 
Lesbia impreca incessantemente
contro di me.
Lesbia mi ama mi ama mi ama.
Ne ho la prova:
io faccio come lei.
La copro d’insulti
e sono pazzo di lei.
 
 
 
John William Godward – Danza Jonica
 
 
 
 
*Lesbia è un nome femminile dell'antica Roma
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
PAR TONY KOSPAN
 
 
 
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