Dopo aver parlato ieri dell'italianissimo “Solo per due” ristorante per innamorati e nel contempo il più piccolo al mondo, oggi parliamo di un altro, però francese, da me appena scoperto.
A Strasburgo… in Alsazia… da molti già definita città dell'amore… per la sua bellezza ed eleganza c'è questo ristorante che è il più gettonato per esser un felice ritrovo per gli innamorati.
E' il Tire-bouchon… ristorante classico e tradizionale
Dai commenti letti dei clienti però pare che sia un felice luogo d'incontri non solo per la grande cucina ma anche per… il cuore.
L’importanza del buonumore nella nostra vita è ben nota
e non solo per gli effetti benefici sulla salute.
Infatti ci consente anche vivere al meglio i nostri giorni
pochi o molti che saranno.
Ma è sorprendente vedere come già nel ’500
il tema era chiaramente sentito.
Leggiamo quindi come il buonumore
veniva visto all'epoca… grazie a questa
PREGHIERA DEL “BUON UMORE”
di Tommaso Moro,
umanista, scrittore e politico cattolico inglese.
Tommaso Moro
Devo dire che è anche molto simpatica…
ed… attualissima.
Paolo Veronese
Ma eccola… dunque…
LA PREGHIERA DEL “BUON UMORE”
Dammi, o Signore, una buona digestione ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo, col buon umore necessario per mantenerla.
Dammi, o Signore, un’anima santa, che faccia tesoro di quello che è buono e puro, affinché non si spaventi del peccato, ma trovi alla sua presenza la via per mettere di nuovo le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama: “IO”.
Dammi, o Signore, il senso del ridicolo.
Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri.
Così sia.
Tommaso Moro (da una pagina del “Libro d’Oro” – Parigi – 1549)
è una delle più belle e suggestive della mitologia indiana.
Nonostante oggi sia diffusa tra tutti i popoli Indiani del Nord America,
si crede abbia avuto origine nelle terre degli Oneida.
Poi si sarebbe diffusa tra gli altri popoli nativi subendone variazioni e arricchimenti.
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LA LEGGENDA DEL DREAM-CATCHER
(L'ACCHIAPPASOGNI)
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La leggenda narra di una bambina, Nuvola Fresca, che un giorno, terrorizzata da incubi ricorrenti, rivelò alla madre le sue paure e le chiese aiuto.
Ultimo Sospiro della Sera, la madre, costruì allora una rete di forma circolare per “catturare” i sogni della piccola e le diede il potere di riconoscere i sogni buoni da quelli cattivi.
Quindi l'appese al lettino di Nuvola Fresca disperdendo le sue paure.
Ancora oggi, a secoli di distanza, ogni volta che nasce un bambino, gli Indiani costruiscono un dream-catcher e lo collocano sopra la sua culla.
Con un legno speciale, molto duttile, plasmano un cerchio, che rappresenta l'universo, e intrecciano al suo interno una rete simile alla tela del ragno.
Alla ragnatela assegnano quindi il compito di catturare e trattenere tutti i sogni che il piccolo farà.
Se si tratterà di sogni positivi, il dream-catcher li affiderà al filo delle perline (le forze della natura) e li farà avverare.
Se li giudicherà invece negativi, li consegnerà alle piume di un uccello e li farà portare via, lontano, disperdendoli nei cieli…
Gli Indiani conservano il loro acchiappasogni per tutta la vita.
Con gli anni, e con l'aggiunta di piccoli oggetti personali (che vanno appesi), il suo potere si accresce e, con esso, anche la capacità di proteggere il suo possessore e di aiutarlo a realizzare i suoi sogni.