Oggi è l'anniversario della nascita di Aldo Palazzeschi considerato uno dei maggiori poeti italiani del 900
del primo novecento.
(Firenze 2.2.1885 – Roma 17.8.1974)
ALDO PALAZZESCHI
L'UOMO… LA POETICA… ED ALCUNE POESIE
a cura di Tony Kospan
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Firenze in una famiglia di commercianti Aldo Gìurlani frequentò gli studi di ragioneria per volontà del padre ma anche una scuola di recitazione e forse proprio fu proprio per questo, per non dar problemi alla famiglia che non amava l'ambiente teatrale, che scelse come nome d'arte Palazzeschi (cognome della nonna materna).
Ben presto però la sua strada divenne quella della poesia a ciò aiutato dai familiari al punto di pubblicare a loro spese il primo volume di poesie “I cavalli bianchi“.
Molto si è discusso sulla sua partecipazione al Futurismo…
Certo è che i contatti ci furono… ed anche stretti e numerosi… ma furono dovuti all'entusiasmo da parte di Marinetti per le sue poesie ed in particolare per quelle che avevano la caratteristica d'esser controcorrente e sorprendenti (v. qui giù Lasciatemi divertire).
Egli si adeguò al mondo Marinettiano… e per un po' partecipò alla corrente ma ben presto, appena si rese conto che i Futuristi erano favorevoli alla guerra, se ne allontanò anche se poi vi partecipò ugualmente sebbene nelle retrovie.
Nel 1941 si trasferì a Roma dove visse fino alla morte, avvenuta nel '74, quando mancava ormai poco al suo 90° compleanno.
Qui è con Montale
POETICA
La sua poetica, avvicinata ora a quella dei crepuscolaristi ed ora a quella dei futuristi, per la profonda intima ironia in realtà rimane sempre originale ed indipendente.
Per più di un cinquantennio,
con le sue sempre originali poesie ed altre opere, la più famosa delle quali è il romanzo “Le sorelle Materassi“, è stato un forte ed autorevole esponente del mondo letterario italiano.
ALCUNE POESIE
CHI SONO?
Son forse un poeta? No, certo. Non scrive che una parola, ben strana, la penna dell’anima mia: “follia”. Son dunque un pittore? Neanche. Non ha che un colore la tavolozza dell’anima mia: “malinconia”. Un musico, allora? Nemmeno. Non c’è che una nota Nella tastiera dell’anima mia: “nostalgia”. Son dunque…che cosa? Io metto una lente davanti al mio cuore per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell’anima mia.
MOVIMENTO
Io vo… tu vai… si va… Ma non chiedere dove ti direbbero una bugia: dove non si sa. E è tanto bello quando uno va. Io vo… tu vai… si va… perchè soltanto andare in un mondo di ciechi è la felicità.
RIO BO
Tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello, un esiguo ruscello: Rio Bo, un vigile cipresso. Microscopico paese, non è vero? Paese da nulla; ma però, c'è sempre di sopra una stella, una grande magnifica stella, che a un di presso occhieggia con la punta del cipresso di Rio Bo. Una stella innamorata! Chi sa se nemmeno ce l'ha una grande città.
Boccioni – La risata
LASCIATEMI DIVERTIRE
Tri tri tri, fru fru fru, uhi uhi uhi, ihu ihu ihu. Il poeta si diverte, pazzamente, smisuratamente. Non lo state a insolentire, lasciatelo divertire poveretto, queste piccole corbellerie sono il suo diletto. Cucù rurù, rurù cucù, cuccuccurucù! Cosa sono queste indecenze? Queste strofe bisbetiche? Licenze, licenze, licenze poetiche! Sono la mia passione. Farafarafarafa, tarataratarata, Paraparaparapa, Laralaralarala! Sapete cosa sono? Sono robe avanzate, non sono grullerie, sono la spazzatura delle altre poesie. Bubububu, fufufufu. Friù! Friù! Se d'un qualunque nesso son prive, perché le scrive quel fesso? bilobilobilobilobilo blum! Filofilofilofilofilo flum! Bilolù. Filolù. U. Non è vero che non voglion dire, voglion dire qualcosa. Voglion dire… come quando uno si mette a cantare senza saper le parole. Una cosa molto volgare. Ebbene, così mi piace di fare. Aaaaa! Eeeee Iiiii! Ooooo! Uuuuu! A! E! I! O! U! Ma giovinotto, diteci un poco una cosa, non è la vostra una posa, di voler con così poco tenere alimentato Un sì gran foco? Huisc…Huiusc… Huisciu… sciu sciu, Sciukoku Koku Koku, Sciu ko ku. Ma come si deve fare a capire? Avete delle belle pretese, sembra ormai che scriviate in giapponese. Abì, alì, alarì. Riririri! Ri. Lasciate pure che si sbizzarrisca, anzi è bene che non la finisca. Il divertimento gli costerà caro, gli daranno del somaro. Labala falala eppoi lala. elalala, lalalalala lalala. Certo è un azzardo un po' forte, scrivere delle cose così, che ci son professori, oggidì, a tutte le porte. Ahahahahahahah! Ahahahahahahah! Ahahahahahahah! Infine, io ho pienamente ragione, i tempi sono cambiati, gli uomini non domandono più nulla dai poeti: e lasciatemi divertire!
Questo grande poeta e scrittore irlandese è considerato il creatore della letteratura moderna
.
.
.
.
James Augustine Aloysius Joyce
(Dublino 2.2.1882 – Zurigo 13.1.1941)
JAMES JOYCE
L’UOMO – LE OPERE – L’ULISSE…
ED ALCUNE POESIE
a cura di Tony Kospan
Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch’essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un’immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questo è l’arte. J. J.
.
.
.
BREVE BIOGRAFIA
Nato in una famiglia cattolica con problemi economici studiò presso i Gesuiti per esser avviato al sacerdozio…
Non solo non divenne sacerdote ma fu sempre molto critico nei confronti della Chiesa e degli ambienti cattolici…
Abbandonati gli studi universitari, girò dedicandosi a diversi lavori e soprattutto insegnando l’inglese, vivendo un pò qua ed un pò là, l’Europa con Nora, la donna irlandese che l’accompagnò per tutta la vita.
.
.
J. J. da giovane
Da lei ebbe 3 figli… tra cui Lucia che s’ammalò di mente influenzando così in vario modo sia la vita di Joyce che della sua famiglia.
Visse a Trieste, a Roma a Parigi ed infine dopo l’inizio della guerra, a Zurigo dove morì…
Non trascurò di tornare diverse volte a Dublino…
L’UOMO
Durante la sua vita fu sempre in compagnia dell’alcool, del suo spirito anticonformista ed in difficoltà economiche… anche quando raggiunse il successo, a causa della sua leggerezza nello spendere il denaro.
INFLUENZA SULLA LETTERATURA DEL 900
ED IL MODERNISMO
E’ considerato il padre del modernismo in letteratura. Il modernismo fu una delle tante correnti d’avanguardia (futurismo, dadaismo, cubismo, surrealismo etc.) dell’inizio del secolo scorso. Essa si caratterizzava per l’ampio svecchiamento degli anchilosati stili ottocenteschi. In particolare ricercava: l’avvicinarsi alla lingua parlata, l’uso di simboli anche psicoanalitici, la riscoperta dei miti, la trattazione di temi tabù… soprattutto sessuali (Joyce per “Nausicaa” fu oggetto di un processo a New York e l’opera fu condannata per oscenità), e la sperimentazione di nuove tecniche espressive.
Il carattere delle sue opere fu insieme profondamente irlandese ma nel contempo anche veramente europeo.
LE OPERE PRINCIPALI
Poesie: Musica da camera, Poesie da un soldo, Collected Poems
Racconti: Gente di Dublino Teatro: Esuli
Romanzi: Ritratto dell’artista da giovane o Dedalus, Ulisse, Finnegans Wake, Stefano eroe
L’ULISSE
E’ la sua opera principale… Si tratta di una reinterpretazione della vicenda omerica nella Dublino del 900… L’opera presenta un linguaggio pressoché rivoluzionario per l’epoca, come il monologo interiore, l’esame di coscienza, enigmi nascosti, la parodia etc… Ma non basterebbero queste tecniche a farne un capolavoro, infatti a ciò si aggiunge la verità e vivacità dei personaggi, dei paesaggi e delle vicende narrate in un’atmosfera che genialmente crea tensione, inquietudine perché porta alla luce l’immensa varietà dei sentimenti umani dai più nobili ai più perversi.
ALCUNE SUE POESIE
Infine ricordiamolo con 3 sue poesie…
Jan Van Beers
NELLA BUIA PINETA
Nella buia pineta
Vorrei con te giacere,
Nella frescura dell’ombra densa
A mezzogiorno.
Là com’è dolce distendersi, Soave baciarsi, Della vasta pineta Sotto le navate.
Jan Van Beers
NEL CREPUSCOLO SOAVE
Nel crepuscolo soave, ascolta il canto del tuo amante, ascolta la chitarra.
Bella, bella signora, raccogli in fretta il tuo mantello, perché il tuo amante possa gustare la dolcezza dei tuoi capelli…
E' sempre stato così, che l'amore non conosce la sua propria profondità finché non arriva l'ora del distacco. Kahlil Gibran
Vittorio Matteo Corcos
LA FELICITA’ Jorge Luis Borges
. Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva. Tutto accade per la prima volta. Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma Che posso fare con una parola e con una mitologia. Gli alberi mi fanno un poco paura. Sono così belli. I tranquilli animali si avvicinano perché io gli dica il loro nome. I libri della biblioteca sono senza lettere. Se li apro appaiono. Sfogliando l’Atlante progetto la forma di Sumatra. Chi accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco. Nello specchio c’è un altro che spia. Chi guarda il mare vede l’Inghilterra. Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia. Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine. Ho sognato la spada e la bilancia. Sia lodato l’amore che non ha né possessore né posseduta, ma entrambi si donano. Sia lodato l’incubo che ci rivela che possiamo creare l’Inferno. Chi si bagna in un fiume si bagna nel Gange. Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero. Chi maneggia un pugnale prevede la morte di Cesare. Chi dorme è tutti gli uomini. Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita. Non c’è nulla di antico sotto il sole. Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno. Chi legge le mie parole sta inventandole.
Vittorio Matteo Corcos
da Orso Tony
GRUPPO DI RIFER. DELLA PAGINA PSICHE E SOGNO ARTE POESIA MUSICA SOGNI RACCONTI RIFLESSIONI BUONUM. ETC INSIEME