Se qualcuna delle mie povere parole ti piace e tu me lo dici sia pur solo con gli occhi io mi spalanco in un riso beato ma tremo come una mamma piccola giovane che perfino arrossisce se un passante le dice che il suo bambino è bello.
Ci sono poesie che, non so per quale misterioso motivo, ti prendono… ti sorprendono… ti colpiscono al cuore e ti fanno venir la voglia di conoscerne l'autore.
Proprio questo mi è capitato leggendo la poesia postata in “Amici di Psiche e Sogno” dall'amica Giovanna Martignago… “Scrivo perché“ di Anna-Élisabeth de Noailles
Qui dipinta da Philip De Laszlo
ANNA DE NOAILLES
a cura di Tony Kospan
Questa poetessa e romanziera parigina vissuta a cavallo tra il 19° e 20° secolo potrebbe essere definita la… Poetessa dei Giardini per il suo grande e riflessivo amore per la natura…
Ma conosciamola un pò meglio…
Anna-Élisabeth de Noailles (Parigi 15.11.1876 – Parigi 30.4.1933)
BREVE BIOGRAFIA
La contessa Anna de Noailles nasce a Parigi in una nobile famiglia rumena molto in vista e molto introdotta negli ambienti dell'alta società.
A 21 anni sposa un rampollo del duca de Noailles dal quale avrà un unico figlio.
A partire dal 1900 il suo salotto culturale inizia ad esser frequentato dall'élite intellettuale ed artistica della capitale francese
soprattutto grazie al suo fascino ed al suo charme.
Qui dipinta da Ignacio de Zuloaga
Nel 1901 pubblica il suo primo libro di poesie “Il cuore infinito” che ebbe immediato e grande successo.
L'innata classe, la grande cultura ed il suo estro poetico resero il suo salotto uno dei ritrovi culturali
più famosi dell'epoca contando tra gli ospiti personaggi del calibro
di Edmond Rostand, Colette, Jean Cocteau, Mauriac,
Maurice Barrés, Marcel Proust, Paul Valéry etc.
Qui dipinta da Jean Louis Forain
Si narra che avesse il portamento di una principessa greca e dai numerosi dipinti in cui fu ritratta appare evidente il suo fascino orientaleggiante
Ebbe per le sue opere (poesie e romanzi) numerosi premi e riconoscimenti.
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In particolare fu nominata Commendatore della Legion d'onore e L'Académie Française creò in suo onore il Premio Anna de Noailles per dare risalto a donne che avessero brillato come letterate.
Morì nel 1933.
LA POETICA
La sua attività di poetessa e scrittrice iniziò presto.
Fin dalle sue prime opere rivela la sua aderenza
ai temi del Parnassianesimo che, in opposizione al romanticismo,
esaltava la bellezza e l'impersonalità.
Victor Hugo
Ma il suo faro appare esser soprattutto il grande Victor Hugo, di cui da molti è considerata l'erede al femminile, essendo chiara la vicinanza ai suoi temi ed al suo stile.
Infine già la sua prima pubblicazione
rivela un'anima dolce e malinconica insieme al suo amore per la vita e per la natura…
La sua poetica penso che ancor meglio la possiamo comprendere leggendo queste sue poesie.
Le prime 2 parlano d'amore, le 2 successive ci mostrano il suo affetto per la natura e con le ultime 2 lei ci svela quale sia sia il suo rapporto con lo scrivere e con i lettori.
Leggiamole.
ALCUNE POESIE
STAVO ZITTA
Stavo zitta, avevo fatto voto di non rimproverarti mai il tuo spirito squadrato, vuoto, negato a ogni slancio, a ogni sfogo; ma questa sera che il cielo d'autunno sfoglia un sole struggente, lascia che la mia voce si abbandoni a tradire i segreti del sangue: – Lo sai tu, caro cuore senza dolcezza, cara anima insensibile e ostinata, in questo giorno che io ti confesso la mia nativa e fiera tristezza, quante volte mi sono ammazzata?
SE QUALCUNO TI PIACE
Se qualcuno ti piace, non lottare, abborda il volto nuovo dove a posarsi è andato il sole dei tuoi occhi ingenui; qualsiasi cosa ti attragga, il mio dolore te l'accorda. – Ed io, da lungi, il cuore sostenuto dal tuo, mescolando al tuo piacere la mia misericordia, ti benedirò la fronte poggiata su nude braccia, la fronte pugnalata che più distesa diventa, e i baci setosi che sognano e mordono …
– Non mi lamenterò, perché li ho conosciuti.
LA CALDA CANZONE
La chitarra amorosa e la canzone ardente piangono di voluttà, languore e forza sotto l'albero dove il sole indora l'erba e la corteccia, e davanti al muretto caldo della casa.
Come fiori che vibrano sullo stelo, tremolanti i desideri dondolano al vento, e l'anima, che si mette a sospirare e sognare, sembra che muoia di speranza, attesa e vertigini.
– Ah! Che svenimento d'azzurro morbido e chiaro! Respira bene, cuore mio, in questa calda esplosione, la musica che fa il vivace canto delle cicale, e la canzone che vola come il polline per l'aria… (traduz. t.k.)
LA VITA PROFONDA
Essere nella natura come albero umano, dispiegare i propri desideri come fitto fogliame, e sentire, dalla pacifica notte e dalla burrasca, la linfa universale affluire nelle mani. Vivere, avere i raggi del sole in viso, bere il sale ardente della salsedine e delle lacrime e gustare intensamente la gioia e il dolore che creano un vapore umano nello spazio. Sentire nel proprio cuore l’aria, il fuoco e il sangue vivi turbinare come fa il vento sulla terra; – elevarsi al reale e chinarsi al mistero, essere il giorno che sale e l’ombra che discende. Come la sera imporpora il colore della ciliegia, lasciar colare dal cuore vermiglio la fiamma e l’acqua, e come l’alba luminosa appoggiata al colle avere l’anima che sogna, seduta al confine del mondo…
OFFERTA
I miei libri, io li ho fatti per voi, giovani amici, e vi ho lasciato dentro, come fanno i bambini che mordono le mele, il segno dei denti. Ho lasciato le mani sulla pagina stese, e, la testa in avanti, ho pianto, come piange nel mezzo del viale un temporale estenuante. Vi lascio, nell'ombra amara del mio libro, la fronte e lo sguardo, e l'anima sempre che arde e ubriaca: lì vi andranno le mani. Vi lascio il chiaro sole del mio viso, i suoi milioni di raggi, e il mio cuore debole, che ebbe tanto coraggio per i suoi desideri. Vi lascio questo cuore e tutta la sua storia, la sua dolcezza di lino, e l'alba del mio viso, e la notte blu e nera che mi riempie i capelli. Vedete come a voi, in un misero vestito, è venuto il mio Destino. I più poveri viandanti, sulle più tristi sabbie, non hanno così nudi i piedi. – E vi lascio, col fogliame e le sue rose, il giardino caldo brillante che vi dicevo sempre; – e la mia pena immotivata che non è mai finita…
SCRIVO PERCHE'
Scrivo perché il giorno in cui non vivrò più si sappia quanto l’aria – e il piacere – mi piacquero, perché il mio libro sveli alla folla futura come ho amato la vita e la felice natura…. Attenta alle opere del campo e della casa, annotai ogni giorno la forma delle stagioni, perché l’acqua, la terra e la fiamma nascente solo nella mia anima fossero tanto belle. Ho scritto quel che ho visto e quello che ho sentito di un cuore, per cui il vero non fu mai troppo audace. L’ardore che ho provato fu l’amore ad impormelo perché io – dopo la morte – possa essere riamata: perché quel giorno un giovane, leggendo quanto scrissi senta per me il suo cuore commuoversi turbato, e, dopo aver obliato le dilette del giorno, m’accolga nel suo cuore, preferendomi a loro.
grande scrittore francese del 1800 innamorato dell’Italia,
attraverso un accenno alle sue opere letterarie
e poi con la storia del suo sfortunato amore milanese
indice comunque del suo grande impeto romantico.
BREVE RICORDO DELLO SCRITTORE
Amante dell’arte e appassionato dell’Italia, dove visse a lungo,
esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart e Metastasio,
seguite nel 1817 da una Storia della pittura in Italia
e dal libro di ricordi e d’impressioni su Roma, Napoli e Firenze.
Quest’ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal,
nome forse ispirato alla città tedesca di Stendhal,
dove nacque l’ammirato storico e critico d’arte Johann Joachim Winckelmann.
I suoi romanzi, caratterizzati dalla ricerca della verità psicologica
dei personaggi, fanno di Stendhal uno dei maggiori rappresentanti
del romanzo francese del XIX secolo.
I protagonisti dei suoi romanzi
“Il rosso e il nero”, “La Certosa di Parma e l’incompiuto “Lucien Leuwen”,
sono giovani romantici che aspirano alla realizzazione di sé
attraverso il desiderio della gloria e l’affermazione di sentimenti appassionati.
(da Wikipedia con modifiche)
Grenoble 23.1.1783 – Parigi 23.3.1842
IL GRANDE AMORE DI STENDHAL.. IL MILANESE
Tony Kospan
Perché possiamo chiamare “milanese“ Stendhal pseudonimo dello scrittore franceseHenri Beyle uno dei più grandi romanzieri dell’800?
Semplice… perché amava Milano (e l’Italia) al punto che sulla sua tomba volle che fosse scritto “Arrigo Beyle – Milanese – Scrisse – Amò – Visse“
Iniziò a frequentare Milano nel 1800 e dopo un po’ vi si stabilì vivendo alla grande la fervente vita milanese d’allora che oggi chiameremmo movida, fatta però di incontri artistici, letterari, musicali e non ultimi, anzi, amorosi.
Stendhal giovane
Ma in verità amava tutta l’Italia che girò in lungo ed in largo per ammirarne le bellezze paesaggistiche storiche ed artistiche.
Dicevamo che la sua passione però era Milano che elesse a città della sua felicità, ma qui ebbe però anche forse la più grande delusione d’amore della sua vita, quella per Metilde.
Ma andiamo con ordine. Chi era Metilde?
Métilde Viscontini Dembowski è stata una notevole figura del Risorgimento italiano amica di Foscolo, Pellico, Confalonieri etc.
incerto ritratto di Metilde
Fu anche arrestata dagli Austriaci ma non rivelò mai i nomi degli altri patrioti.
Di ottima famiglia milanese Metilde ha 28 anni quando Stendhal, che ne ha 35, il 4.3.1818 la vede per la prima volta.
Madre di 2 figli è la moglie separata di un Ufficiale Napoleonico della Legione polacca ma di lei si hanno pochissime ed incerte immagini.
E’, per Stendhal, un vero e proprio colpo di fulmine per una donna davvero bella e cortese.
Ma non è affatto un colpo di fulmine per lei che subito si mostra fredda.
Stendhal non capisce più niente cerca in ogni modo di incontrarla di approcciarla arrivando a fermarla per strada ma sempre senza esito.
Una volta lei, dopo aver ascoltato le sue parole d’amore, gli consigliò d’andar a veder il Duomo.
Sempre in preda alla passione allora le scrisse una lettera disperata in cui chiedeva almeno di poterla incontrare, anche solo da amico, una volta al giorno.
Lei gli concesse solo 2 incontri al mese ma nei salotti e tra altre persone.
Stendhal era convinto che la sua resistenza fosse dovuta al fatto che una sua cugina aveva parlato male di lui.
Ad un certo punto però le cose peggiorarono addirittura.
Egli venne a sapere che lei si sarebbe recata a Volterra per incontrare i figli che erano in collegio e lui la raggiunse lì nascosto da occhiali verdi.
Lei lo riconobbe subito e lo cacciò in malo modo e per sempre.
In preda al suo immenso dolore scrisse allora di getto il breve romanzo “Roman“ in cui lo stesso Stendhal ci racconta tutto il suo amore e tutto il suo dolore.
Ma lei non lo lesse mai.
Metilde morì giovanissima a 35 anni.
Lui non la dimenticherà mai e ne parlerà ogni tanto nei suoi romanzi.
Sogno causato dal ronzio di un’ape su una melagrana un attimo prima del risveglio 1944 (part.)
E’ stato uno dei più grandi surrealisti del XX secolo amato ed odiato per i suoi eccessi… e per il suo incredibile ma geniale… istrionismo.
Autoritratto
BREVE BIOGRAFIA
Scacciato da giovanetto, per indegnità,
dall’Accademia delle belle arti di Madrid
si recò a Parigi dove venne in contatto
con i più grandi artisti del primo '900
Qui poi dall’incontro con il Surrealismo
comprese che attraverso esso
poteva dar libero sfogo alla sua enorme immaginazione
ed al suo desiderio di rottura di ogni inibizione.
(Figueres 11.5.1904 – Figueres 23.1.1989)
Anche qui però, per il superamento di ogni limite,
lo portò ad essere espulso dalla corrente Surrealista
da parte di André Breton… con cui ebbe tutta la vita
momenti di incontro e di scontro.
Tuttavia questo non lo fermò affatto… anzi.
Dalì giovane con Man Ray
Nel 1929 ci fu un incontro che avrà grande importanza per la sua vita e per la sua arte quello con Gala Deluvina Diakonoff,
moglie del poeta Paul Eluard che diventò prima sua amante e poi sua moglie e con cui restò poi per tutta la vita.
Dalì e Gala
Ma soprattutto Gala fu la sua musa ispiratrice di tanti dipinti in cui dava libero sfogo alla sua idea di sensualità dipingendola quasi sempre nuda e provocante.
Leda ed il Cigno (part.)
(qui è dipinta Gala sua moglie e musa)
Il suo rapporto con lei fu sempre di ammirazione e devozione
ma in un contesto di reciproca e totale libertà sessuale.
Metamorfosi di Narciso – 1937
Col tempo i suoi dipinti però raggiungevano
sempre più chiari significati ed alti livelli artistici
come il geniale “La persistenza della memoria“
così come i suoi successi nella vendita dei dipinti.
In particolare il suo dichiarato intento pittorico
era quello di rappresentare la ricerca
della verità nella surrealtà
ovvero dipingere le manifestazioni dell’inconscio.
La persistenza della memoria
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Tuttavia si faceva conoscere anche per altri aspetti…
se Breton, l’iniziatore del surrealismo e suo “maestro”,
arrivò a coniare per lui il nomignolo di “Avida dollars“,
anagramma del suo nome, per la sua ricerca,
continua e senza limiti, di successo e di denaro.
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Il sogno americano
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Nel 1939 si trasferì negli USA dove si avvicinò al Cattolicesimo.
Tornato, dopo la guerra, in Europa continuò la sua ricerca artistica
anche in altri settori… così come continuarono i suoi eccessi.
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Mae WEst
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Dopo la morte di Gala negli anni ’60
fu Amanda Lear la sua Musa ispiratrice.
Negli ultimi anni di vita però
si affievolì molto la sua vena.
Ragazza alla finestra
LA DOMANDA
La domanda che molti si pongono è: L’artista spagnolo era un folle o un genio?
Propendo per la seconda ipotesi… e spiego perché.
Donna nel paesaggio
In fondo tutti i grandi artisti hanno sempre avuto un pizzico, e spesso più di un pizzico, di follia…
ed il rilievo artistico del nostro è indubitabile
nonostante una personalità molto discutibile…
Certo alla fine della sua lunga e controversa vita umana ed artistica Dalì fece cose non degne di un grande pittore ma questo nulla toglie al suo grande estro ed alla sua genialità di cui aveva dato grande prova in precedenza.
La rosa meditativa
Questo bellissimo video, si pone la stessa domanda e nel contempo ci illustra molto bene la sua arte nell’ambito del surrealismo ma non solo