Archivio per 12 gennaio 2014

L’amaranto… pianta ricca di storia… miti… e oggi alimento ricco di nutrienti   Leave a comment

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Tutta la storia…  in breve… dell'amaranto


Così si chiamava nell'antica Grecia la pianta simbolo dell'amicizia
ma oggi è il nome di una pianta dello stesso colore,
sempre più apprezzata per le sue proprietà, proveniente dall'America
e molto utilizzata da tutte Civiltà Precolombiane
 
 

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L’AMARANTO…  
DALLA GRECIA ALLE AMERICHE…
 
STORIA – MITO – GIARDINAGGIO – ALIMENTAZIONE
E… SPORT…
 
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Lunga è la tradizione che considera l’amaranto una pianta sacra.

Il nome Amaranto* deriva dal greco amarantos e cioè “che non appassisce“.

Di qui il significato attribuito ad esso dai Greci di pianta dell’amicizia, della stima reciproca e più in generale espressione di tutti i sentimenti veri che non dovrebbero mai cambiare con il trascorre del tempo, in quanto eterni e unici.

Nella mitologia greca si narra che le Dee amassero essere festeggiate con ghirlande di amaranto; in tale contesto l’amaranto era dunque utilizzato per ottenere protezione e benevolenza.

I romani attribuivano all’amaranto il potere di tenere lontana l’invidia e la sventura.

Nel periodo ’600-’800 l’amaranto veniva utilizzato per ornare vestiti e abiti, in quanto si pensava fosse in grado di donare benessere fisico.

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* In verità con la parola “amaranto” gli antichi greci indicavano una pianta simile al crisantemo… se non proprio il crisantemo… mentre l'amaranto che conosciamo oggi è originario delle Americhe dove era molto amato ed usato nelle cerimonie religiose dai Maya, dagli Aztechi e dagli Incas.

 

Inoltre nelle Americhe era anche molto utilizzato come alimento.
 
 
 
 

 

 

Storia dell'amaranto

 

I romani attribuivano all’amaranto (*nel senso però su specificato) il potere di tenere lontana l’invidia e la sventura.

Nel periodo ’600-’800 l’amaranto veniva utilizzato per ornare vestiti e abiti, in quanto si pensava fosse in grado di donare benessere fisico

 

 

 

 

 

 

 

Ambiente

 

L’amaranto ha buona efficienza fotosintetica in quanto rientra nel gruppo delle piante C4.

Inoltre deve essere considerata una specie molto competitiva anche per il fatto che è in grado di sottrarre una notevole quantità di elementi nutritivi alle colture

 

 

 

 

 

 

Letteratura e Mitologia

 

 

Nella mitologia greca si narra che le Dee amassero essere festeggiate con ghirlande di amaranto*;

in tale contesto era, dunque, utilizzato per ottenere protezione e benevolenza

 

 

 

 

 

 

 

NOTIZIE PER IL GIARDINAGGIO

 

 

Amaranthus caudatus


Amaranto-Amaranthaceae

 

Generalità: erbacea annuale, originaria dell’America meridionale; al genere Amaranthus appartengono molte specie, alcune delle quali sono commestibili e venivano coltivate per l’alimentazione.

Ha portamento eretto, e fusti molto ramificati, che raggiungono i 90-100 cm di altezza; le grandi foglie, ovali o lanceolate, sono di colore verde scuro, opaco, in alcune varietà hanno colore rossastro o porpora; per tutta l’estate, fino ai primi freddi autunnali, produce particolari infiorescenze allungate, pendule, piumose, di colore rosso, arancio o giallo, contenenti numerosissimi piccoli semi scuri.

Queste piante si possono coltivare in giardino, come bordure, ma sono anche molto adatte ad essere poste a dimora in contenitore, per meglio godere dell’aspetto pendulo delle infiorescenze. Le infiorescenze di amaranto vengono utilizzate come fiori recisi e anche essiccate.

Esposizione: porre a dimora gli amaranti in posizione soleggiata, possibilmente al riparo dai venti forti, che potrebbero danneggiare i fusti sottili e le infiorescenze.

Annaffiature: questi piccoli arbusti possono sopportare brevi periodi di siccità, è bene però annaffiarli abbastanza regolarmente, lasciando asciugare bene il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. Nei mesi primaverili fornire del concime per piante da fiore ogni 15-2 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature.

Terre: preferiscono terreni sciolti e molto ben drenati, asciutti e sabbiosi. Porre a dimora dopo aver ben lavorato il terreno, a cui è bene aggiungere del terriccio bilanciato, sabbia e materiale drenante a granulometria grossolana, come pietra pomice o lapillo. Gli amaranti hanno sviluppo abbastanza vigoroso, quindi se si decide di porli in vaso è bene scegliere contenitori abbastanza capienti.

Moltiplicazione: avviene per seme: seminare in febbraio-marzo in semenzaio, che va tenuto in luogo protetto fino a germinazione avvenuta; in aprile-maggio è possibile seminare l’amaranto direttamente a dimora, in piena terra o in contenitore.

Parassiti e malattie: generalmente gli amaranti non vengono colpiti da parassiti o da malattie.


 

 

 




L’AMARANTO E LA SALUTE A TAVOLA



Molto grande è la sua ricchezza di nutrienti come proteine, grassi, minerali e fibre, vitamine A, B, C, B1, B2, B3, acido folico, niacina, calcio, ferro e fosforo presenti nelle sue spighe che sono a loro volta racchiuse nelle sue pannocchie.

Inoltre per il basso contenuto di sodio e l'assenza di grassi saturi è indicato per una dieta equilibrata.

Perfetto anche per chi non tollera il glutine e per i celiaci.

Le sue proteine presentano un indice glicemico basso e la ricchezza di fibre aiuta a combattere la stitichezza.

L'eccezionale quantità e qualità dei nutrienti (in particolare di calcio, ferro e fosforo) ben ci fa comprendere quanto possa essere utile
a tantissime persone.

Queste accertate notevoli qualità salutari fanno oggi dell'amaranto una pianta sempre più apprezzata nel campo dell'alimentazione in tutto il mondo.



 

 

 


L’AMARANTO NELLO SPORT

 

Il colore amaranto è stato adottato per le divise di diverse squadre di calcio…
 
Le più importanti sono

 
 
 
LIVORNO
 
  
  
 
 
 
 
 
 
E
 
 
 
REGGINA… 
 
 
 
 

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Fonti web… impagin.e coordin. by t.k.

 
 

Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 

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Ciao Arnoldo Foà… grande attore e fine dicitore del XX secolo…   Leave a comment




E' morto a Roma, all'età di 98 anni
il grande attore e fine dicitore… Arnoldo Foà.

E' stato un notevole rappresentante
della vita culturale, teatrale e poetica italiana
per tutto il secolo scorso…



(Ferrara 24.1.1916 – Roma, 11.1.2014)




Ha dedicato tutta la sua vita allo spettacolo
come attore, regista e doppiatore…
ma è stato anche scrittore.
 
 
  
Qui con Totò 
 
 
  
Mitica ed inconfondibile era la sua voce…
ed infatti sono amatissime e diffusissime
le sue letture di poesie…
  
 
 



 
Lo saluto e lo ricordo brevemente
proprio con questa sua bella lettura de…
L'infinito” di Leopardi…






Ciao Arnoldo…

Ora continuerai, con la tua mitica voce,
a legger poesie ed a recitare… tra le stelle…



Tony Kospan

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La colazione dei canottieri – Tutti i segreti del mitico dipinto di Renoir… inno alla Belle Epoque   4 comments


  
 
  
 
Storia, personaggi, segreti ed analisi
di uno dei più grandi e più amati dipinti
dell’Impressionismo
 
 
 
Renoir – Autoritratto  




LA COLAZIONE DEI CANOTTIERI
MITICO DIPINTO DI RENOIR
a cura di Tony Kospan

 
 

Il dipinto è anche una testimonianza della gioia di vivere

che caratterizzava quell'epoca e quindi, se ci va,

mentre leggiamo, possiamo ascoltare questo Can Can


 

 

 

Nota

 
 
 

Questo dipinto è considerato

 il capolavoro di Renoir

 

 

 
Renoir


 

  

LA STORIA DEL DIPINTO

 


Aveva vent’anni Renoir quando entrò come allievo nello studio di Gleyre; ben presto si rese conto di preferire la vita pulsante negli angoli di strada di Parigi, piuttosto che i calchi di gesso dell’atelier, e al maestro che lo rimproverò, Senza dubbio tu dipingi soltanto per divertirti, Renoir replicò: Sicuro, se non mi divertissi, non lo farei. Perché mai l’arte non dovrebbe essere piacevole? Sono già troppe le cose spiacevoli al mondo!

Fedele alle sue convinzioni, Renoir nei suoi quadri espresse sempre la joie de vivre, il sentimento gioioso della vita, amò ritrarre i propri amici e le proprie amanti, senza vergognarsi di dipingere quadri spensierati (avversato in ciò dalla critica), esaltando l’aspetto edonistico dell’esistenza, dipingendo in una stato d’animo di pura felicità, ritraendo un’umanità sorridente e felice, proprio come lo erano le sue modelle che cantavano, leggevano e ricamavano durante le pose, scegliendo sempre soggetti che risvegliassero il suo sentimento di gioia: paesaggi solari, bambini al gioco, bellezze femminili, raduni di amici.

Renoir amò molto rappresentare i divertimenti borghesi tipici delle grandi città, già espressi nella grafica francese, infatti, molti illustratori del tempo raffiguravano le attività della gente mondana, gli svaghi e i divertimenti, quotidiani e festivi, dei piccoli e medi borghesi parigini e dei bohémiens; poco svolto era, invece, il tema dello svago all’aperto, che il pittore affrontò spesso.
Affascinato dall’idea di ritrarre un allegro gruppo di amici a pranzo sulla terrazza del ristorante, idea già realizzata in un precedente quadro, il Moulin de la Galette, dipingendo figure umane insieme ad un campo libero illuminato dal sole, preparato da quadri come Canottieri a Chatou e La colazione in riva al fiume, e da abbozzi, approfondì il tema con la Colazione dei canottieri, iniziando a dipingere il quadro nell’estate del 1881.

Un amico, il barone Barbier, un capitano di reggimento dal carattere estroverso che preferiva più i cavalli che i quadri, si offrì di organizzare la riunione, chiamando a raccolta tutti gli amici del pittore, artisti, giornalisti, modelle, e facendo in modo addirittura che le imbarcazioni sullo sfondo avessero una precisa posizione.

Sul posto, Renoir cominciò una serie di studi e schizzi, fino a giungere a dipingere la tavolata di giovani amici convenuti nel ristorante di Alphonse Fournaise a Chatou sulla Senna, vicino alla Grenouillére, luogo molto affollato di domenica, dove, dopo le escursioni in barca, i canottieri erano soliti incontrarsi con le loro ragazze e pranzare sulla terrazza del primo piano che affacciava sul fiume.

La composizione è nettamente delimitata ai due lati, ma la scena è suddivisa in singole figure dettagliate e in piccoli gruppi collocati al riparo di una tenda da sole, mentre la calda luce del giorno filtra attraverso la veranda. Sullo sfondo s’intravedono le barche sulla Senna che ricordano all’osservatore che l’allegra combriccola di amici, che ora riposa dopo la colazione, è appena tornata da una gita sul fiume.

 
 
 
 
 

I PERSONAGGI RAPPRESENTATI NEL DIPINTO  

 

 

 

 

 

Iniziamo ad identificarli…


Sulla sinistra è raffigurato il proprietario del locale, monsieur Fournaise (2) con cappello e barba rossiccia

 

 

 

 

 

e sua figlia, la bella Alphonsine (3)… col cappello col cappello giallo appoggiata alla balaustra. Alphonsine ha di fronte un uomo seduto a tavola, con il cappello rotondo che è girato verso di lei. Si tratta del barone Barbier (4), che si diede da afre per radunare tutti gli amici che appaiono nel ritratto;


 

 

 

 

 

L’uomo col cappello a cilindro in fondo, che sta parlando con Jules Laforgue poeta simbolista, è Charles Ephroussi (5 e 8) collezionista d’arte d’origine russa e finanziatore degli impressionisti;

 

 

 

 

La ragazza che beve è una delle modelle più care a Renoir, Angle (6), della quale si dice che, durante tutto il tempo della posa, chiacchierasse instancabilmente… ed alla sua destra s’intravede appena il volto dello scrittore Guy de Maupassant;

 

 

 

 

A sinistra qui giù, in piedi, in bombetta, c’è Lestriguez (11), detto l’ipnotizzatore, un amico del pittore affascinato dall’occultismo e dall’ipnotismo, accanto a Paul Lhote (12) amicissimo di Renoir e miope come una talpa ma instancabile rubacuori, ed infatti è ritratto mentre amoreggia con l’attrice Jeanne Samary (13), ;

 

 

 

 

 

 

Intorno alla tavola, sulla quale sono adagiati una bellissima natura morta, rivelatrice dell’abilità del pittore nel rendere gli effetti di luce, e bottiglie e bicchieri, che raccolgono i colori di ciò che li circonda, ci sono a destra, col cappello di paglia, a cavalcioni di una sedia, Gustave Caillebotte (9), artista di talento e ricchissimo di suo, fanatico della barca, che dialoga con l’attrice Ellen Anurie;

 

 

 

 

Alle loro spalle e chinato verso di loro, c’è il giornalista Maggiolo (10), giornalista italiano che scrive per il giornale satirico Le Triboulet.

 

 

 

 

 


Sulla sinistra c’è una giovane donna (carinissima) in posa molto naturale  (con cappellino a fiori e che stringe un cagnolino) nella quale si riconosce Aline Charigot (1), che presto sarebbe diventata la moglie di Renoir.





 

 
 
ANALISI DEL DIPINTO
 
 
 
 
Il quadro, uno dei più famosi di Renoir, considerato un capolavoro dell’Impressionismo, con le figure en plein air, i colori incisivi, vivaci e variati che rendono ben netta l’individuazione dei personaggi, cattura perfettamente l’atmosfera pigra di una domenica francese trascorsa fuori città, ed esprime compiutamente il senso di gioia dell’allegra brigata e dell’animo ben disposto del pittore.
 
La tela è ambientata sulla terrazza del ristorante La Fournaise, a Chatou, sulle rive della Senna, dove si ritrovavano abitualmente i canottieri. I parigini vi andavano per le gite domenicali, anche perché la zona era collegata con la città da una delle prime ferrovie costruite in Francia.
 
La Colazione dei Canottieri è un quadro di grandi dimensioni realizzato pochi anni dopo del Moulin de la Galette e ne rappresenta per molti versi una variazione sul tema. Rispetto a quest’ultimo, l’individuazione dei singoli personaggi è più netta, i colori più vari e vivaci, la struttura compositiva più chiara, gli effetti della pittura en plein air più accentuati.
 
La scena evoca lo stato d’animo, l’atmosfera che circonda questi giovani, tutti amici del pittore, immersi in una piacevole conversazione carica di cordiale intimità e resa ancora più accattivante dall’ambiente gradevole. Gli atteggiamenti aggraziati e vivaci, la naturalezza dei gesti, mostrano tutta l’abilità del pittore nel delineare i personaggi nel loro ambiente.
 
Il senso di animazione è reso sapientemente dalla prospettiva e dalla disposizione delle figure che in primo piano sfumano delicatamente verso lo sfondo, anche attraverso una sapiente utilizzazione dei rapporti cromatici.








IL COLORE

 

I colori del dipinto sono molto forti, caldi e lucenti. La superficie pittorica è costruita con un sofisticato alternarsi di zone lisce, da cui emerge talvolta la preparazione grigio chiaro della tela, con altre in cui si sovrappongono più strati di colore


La tovaglia bianca e le canottiere degli uomini, imprimono una nota luminosa a tutta la composizione, dando corpo alle affermazioni di quanti sostengono che l’uso del bianco fosse una diretta conseguenza del viaggio in Algeria.

 

 

LA COMPOSIZIONE

 

Renoir rappresenta nel dipinto una struttura di tipo classico, divisa in tre linee verticali, delimitate dalle sbarre che sorreggono il tendone non che dal limite del fogliame nell’angolo alto a destra, e da una linea orizzontale che spezza in due il dipinto evidenziando, in primo piano in basso, il tavolo con la natura morta e i due personaggi seduti attorno (Aline col cagnolino e l’uomo seduto su una sedia che la osserva attentamente), in secondo piano in alto, il resto dei personaggi. Il dipinto è, inoltre, costruito su una diagonale maggiore, delineata dalla balaustra, che parte dal basso, a sinistra, fino in alto, a destra, e da una diagonale minore, meno appariscente, che parte dall’alto, a sinistra, fino in basso, a destra. A sinistra di questa diagonale è rappresentata la natura (le piante) e in profondità si intravede un piccolo brano di paesaggio, a destra, invece, vi sono tutti i personaggi seduti attorno a un tavolo o in piedi a chiacchierare.

L’opera riflette, nell’incisività dell’esecuzione, lo studio condotto da Renoir sulla tecnica dei dipinti a olio di Ingres, una ricerca che porta il pittore impressionista a rivalutare il ruolo del disegno.

Piena di figure, il dipinto, da un lato è una composizione d’insieme e dall’altro è uno studio delle singole forme, accuratamente strutturate.

 

 

LA PENNELLATA

 
La pennellata si sfrangia in tanti piccoli tocchi, fini e precisi, che anticipano il successivo periodo classico di Renoir.
 
 

 
 
F I N E
 
 
 
Fonti… vari siti web –
Elaborazione di molte immagini, coordinamento e impaginazione dell’Orso
 
 
 
 
 
 
 


 

La tua pagina culturale di Fb

 

La bella lettera d’amore di Beethoven ad una donna misteriosa   Leave a comment

 

 

 

 

Scopriamo con queste 2 lettere

un lato poco noto del mitico Ludwig

 

 

 

 

 

 

  LE PIU’ BELLE LETTERE D’AMORE

DI GRANDI PERSONAGGI DEL PASSATO…

 

 

 

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 Gustav Klimt – 2 donne con l’oleandro
 


DA LUDWIG VAN BEETHOVEN
AD UNA SCONOSCIUTA

 
 
 
 
 

Fragonard – Donna che legge (partic.)

 

 

 

6 luglio 1812, di mattina

 

Mio angelo, mio tutto, mio io.

Solo poche parole per oggi e addirittura a matita (con la tua) — Non sarò sicuro del mio alloggio sino a domani; che inutile perdita di tempo è tutto ciò! — Perché quest’angoscia profonda, quando parla la necessità — il nostro amore può forse durare senza sacrifici, senza che ciascuno di noi pretenda tutto dall’altro; puoi tu mutare il fatto che tu non sei tutta mia, io non sono tutto tuo? — Oh, Dio!, rivolgi il tuo sguardo alla bella Natura e da’ pace al tuo animo per ciò che deve essere — L’amore esige tutto e ben a ragione, così è di me per te, di te per me — Ma tu dimentichi così facilmente che io debbo vivere per me e per te. Se fossimo completamente uniti, tu sentiresti questa dolorosa necessità, tanto poco quanto la sento io – Il viaggio è stato orribile.

Sono arrivato qui soltanto ieri mattina alle quattro.
Siccome c’erano pochi cavalli, la diligenza ha scelto un altro itinerario; ma che strada orribile! Alla penultima stazione mi hanno sconsigliato di viaggiare di notte, hanno cercato di ispirarmi paura d’un bosco ma ciò non è servito ad altro che a spronarmi — e ho avuto torto.
La vettura ha finito con lo sfasciarsi su quell’orribile strada, un semplice sentiero di campagna senza fondo.

Se non avessi avuto quei due postiglioni, sarei rimasto per strada — Per l’altra strada, quella solita, Esterhàzy con otto cavalli ha avuto la stessa sorte che io con quattro — Tuttavia, in un certo senso la cosa mi ha anche fatto piacere, come succede ogni volta che supero felicemente qualche ostacolo — Ora voglio passare in fretta dagli eventi estrinseci a quelli intimi. Confido che ci vedremo presto; ed anche oggi mi manca il tempo per dirti i pensieri che ho rimuginato in questi ultimi giorni sulla mia vita — Se i nostri cuori fossero sempre l’uno vicino all’altro, non mi capiterebbe certo di avere simili pensieri. II mio cuore trabocca del desiderio di dirti tante cose — Ahimè – ci sono momenti in cui sento che la parola è inadeguata — Cerca di essere serena — e sii per sempre il mio fedele unico tesoro, ii mio tutto, come io lo sono per te. Sono gli dèi che debbono provvedere, qualunque possa essere il nostro destino.

Il tuo fedele Ludwig

 

 

      




7 Luglio 1812

A letto i miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri, posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a casa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti.

Purtroppo così deve essere, ti rassegnerai, tanto più conoscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai, mai.

O Dio perché doversi allontanare dall’oggetto di tanto amore,  la mia vita a V. è ora miserevole.

Il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini, alla mia età avrei bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse, ma è ciò possibile nella nostra situazione?

Angelo mio, mi dicono ora che la posta funziona tutti i giorni quindi chiudo affinché tu possa ricevere la lettera al più presto.

Sii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il nostro scopo di vivere insieme.

Sii calma – amami – oggi – ieri.

Quanta nostalgia, quanto rimpianto di te, di te, di te, mia vita, mio tutto.

A presto, ti prego continua ad amarmi, non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato.

Ludwig

Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri




Giulia Guicciardi




Dopo la morte di Ludwig van Beethoven (1770-1827) queste lettere vennero trovate in un cassetto segreto del suo armadio.

Scritte fra il 6 e il 7 luglio 1812 a Teplilz non vennero probabilmente mai spedite.

Da allora i biografi hanno cercato di identificare la misteriosa destinataria senza approdare a una conclusione definitiva.

Quale delle donne che il musicista frequentava è l’amata immortale?  

 

 

Renoir – Giovane donna dal cappello nero

 

 

La contessa Giulietta Guicciardi, allora diciassettenne? Therese Brunsvick? Amalie Sebald? Josephine Staekelbeig?

Sfuggente a ogni più precisa identificazione, la donna sconosciuta resta comunque una delle più suggestive incarnazioni del mito romantico

 

 

Testi dal web – Impaginaz. T.K



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Ora, se ci va, 

possiamo ascoltar in questo video la 2° lettera

letta da par suo da Fabio Volo.





 

 

 

 
Ciao da Tony Kospan
 
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 PER CHI AMA LA STORIA.. I RICORDI E LE ATMOSFERE DI UN TEMPO
 



   (Per Elisa – Richard Clayderman)



Buona domenica pomeriggio in poesia – Agrodolce.. di R. Perin – arte.. C. C. Curran – canzone.. Milady.. – e..   2 comments

 

 

Charles Courtney Curran – Pomeriggio nel giardino Cluny – 1889

 

 

          

 

 

Tutti i grandi sono stati un tempo bambini

ma pochi di loro se ne ricordano

Antoine de Saint-Exupéry

 

 
 
 
 
 

Charles Courtney Curran – Donna che legge

 

 

 

 

 

 

 

 

AGRODOLCE

Roberto Perin


Il mondo perfetto,

ideale: i ricordi.

Voglio vivere solo di piaceri,

il lampo di un bacio,

il fruscio di una carezza,

il temporale di una passione.

Ricordi di bimbo,

gli attimi di fantasia,

in sfide con il sole

nell’inventare ombre cinesi,

le urla nella notte

per spaventare i fantasmi.

In me bimbo,

in me uomo,

in me futura anima,

il desiderio di un mondo

senza ombre.

Voglio trasformare

la realtà in ricordo,

un ricordo eterno.

Giochi, fantasie e realtà,

in un perfetto mondo dei ricordi.

Voglio vivere il presente

al suono delle campane,

per vestirlo a festa

e portarlo nel mio

mondo perfetto.

Ricordi di baci,

ricordi d’amore,

ricordi…

che brilleranno per

l’eternità.

 

 

 

 
 
 
 
 
 

Charles Courtney Curran – Ritratto di Dolly 1909

 

 

 

 

  

 

a tutti da Orso Tony

 

 

 

 

 

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