Archivio per 18 dicembre 2013
Visto l'interesse suscitato dall'opera di… Edward Sheriff Curtis
ho pensato che era opportuno approfondire la sua conoscenza
attraverso una breve biografia, qualche considerazione ed altre immagini…
che ci fanno ancor meglio comprendere la vita reale dei Pellerossa…
e che ci consentono quasi di immergerci in essa…
EDWARD SHERIFF CURTIS
L'UNICO BIANCO CHE DAVVERO INQUADRO'
GLI INDIANI D'AMERICA
By Tony Kospan
II PARTE
Edward Sheriff Curtis e 2 capi indiani
BREVE BIOGRAFIA
Nato a Whitewater (Wisconsin) piccola cittadina alla confluenza di due fiumi – il Whitewater Creek e lo Spring Brook il 16 febbraio 1868 dopo un'infanzia tranquilla iniziò ad accompagnare il padre, predicatore e veterano della guerra di Secessione, in canoa per raggiungere i paesi in cui doveva tenere i sermoni.

Ebbe Nel 1885 si costruì la prima macchina fotografica.
Ebbe quindi diverse esperienze fotografiche e partecipò a diverse spedizioni scientifiche.
Ben presto il suo amore per lo studio e la documentazione riguardo elle origini culturali ed all'identità dei nativi americani il cui destino si avviava al crepuscolo.
Ebbe per questa sua instanzabile attività diversi finanziatori tra cui Theodore Roosevelt, Andrew Carnegie ed i reali di Inghilterra e Belgio.
La collana fotografica che ne derivò ebbe grandi riconoscimenti, fin dal primo volume del 1906, ma gli costò problemi psicologici e la sua rovina economico-familiare.
La sua lunghissima e continua attività di pioniere dalle fredde lande dell'Alaska a quelle aride del Messico lo portò a conoscere a fondo la vita degli Indiani d'America diventando amico di diversi capi…
e gli consentirono di immortalare immagini irripetibili ed affascinanti.
Le gravi difficoltà economiche però ed i problemi finanziari non gli consentirono dopo il 1930 di proseguire nella sua libera attività ma dovette accontentarsi di collaborare con altri studi… ed anche di fare il cameraman per Cecil B. DeMille, per il quale avrebbe collaborato alle riprese del film I dieci comandamenti.
Morì il 21 ottobre 1952 a quasi 85 anni e poco prima che fosse pubblicata la sua autobiografia.
QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLA SUA OPERA
La ricerca storico-documentaristico-fotografica di Edward Sheriff Curtis ha coinciso con il crepuscolo di una epopea, l'epopea del vecchio west e del popolo pellerossa, e ne è fedele nonché ampia ed unica vera testimonianza.
Egli era così consapevole di quanto stava accadendo (la fine di una storia e di una civiltà) che svolse con grande senso di responsabilità un’attività frenetica per documentare la vita e la cultura del popolo pellerossa riprendendo cerimonie, momenti di vita e di lavoro, volti e luoghi.
Infatti scrisse che secondo l'uso pellerossa il suo nome doveva essere
“Uomo che non ebbe mai tempo per giocare”.
Davvero non possiamo non ringraziarlo per la sua incredibile e faticosissima ricerca che lo portò
a percorrere quasi 65.000 chilometri, utilizzando per i suoi spostamenti lungo terreni impervi e veloci corsi d'acqua i mezzi più diversi… dal treno, alla canoa, dai carri ai cavalli ed alle marce a piedi.
F I N E
Se desideri legger la I parte del post
LA TUA PAGINA
DI POESIA E CULTURA
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Parleremo di un artista che si esprime con immagini
che sanno di fantasia… poesia e magia…
ma proprio magia pura.
KAGAYA…
LA MAGIA DELLE IMMAGINI
.
.
.
.
Conosciamolo un po’.
.
Kagaya è un pittore giapponese
che da piccolo amava le scienze ed il cosmo.
Non potendo dedicarsi a questa sua passione per difetti visivi
si appassionò allora alla pittura digitale
raggiungendo risultati che possiamo definire senz’altro eccellenti
visti i suoi tanti successi.
Egli dipinge solo col computer partendo dalla struttura
per giungere ai colori.
Yutaka Kagaya – 1968 – Saitama
I suoi temi principali restano quelli che amava da bambino
e cioè stelle, cielo, pianeti etc.
Al ritorno da un viaggio in Grecia
gli venne l’idea di creare
quelli che sono tra i suoi più famosi dipinti
e cioè le 12 costellazioni astrologiche
ambientate in paesaggi d’antiche fiabe.
Acquario
Siamo quindi nel campo di quella che viene definita
Fantasy Art, Fine Art o Computer Graphics

Certamente riconoscerete molte delle sue opere
dato che sono diffusissime ed amatissime nel web.

Ammiriamone ora tante altre, se ci va, in questo video…


Ciao da Tony Kospan

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Il grande attore non è stato solo comicità pura…
a cinema, teatro… e tv…
ma è stato di multiforme ingegno…
anche nel campo della musica e della poesia.
Ecco allora una sua simpatica poesia…
in lingua originale… in italiano ed in… video…
SI FOSSE N'AUCIELLO – UNA POESIA DI TOTO’
SI FOSSE N’AUCIELLO
Si fosse n’auciello, ogne matina
vurria cantà ‘ncoppa ‘a fenesta toja:
“Bongiorno, ammore mio,bongiorno, ammore!”.
E po’ vurria zumpà ‘ncoppa ‘e capille
e chiano chiano, comme a na carezza,
cu stu beccuccio accussi piccerillo,
mme te mangiasse ‘e vase a pezzechillo…
si fosse nu canario o nu cardillo.




e poi,
per coloro che non conoscono la lingua partenopea,
tradotta dal sottoscritto… (non sparatemi…)
SE FOSSI UN UCCELLO
Se fossi un uccello, ogni mattina
vorrei cantare sulla finestra tua:
“Buongiorno, amore mio, buongiorno, amore!”.
E poi vorrei saltare sui tuoi capelli
e piano piano, … come una carezza,
con questo beccuccio così piccolino,
ti mangerei di baci a… pizzichillo*
se fossi un canarino od un cardillo.
*(intraducibile… a parer mio per render un’idea…
si tratta di bacetti a mò di pizzicotti o di morsetti
come il beccar di un uccello)
Ed infine eccola anche in versione video…
con in sottofondo la musica
di una classicissima canzone napoletana…
– 'na sera 'e maggio” –
in dolce versione… mandolino…
Ciao da Tony Kospan
PER LE NOVITA' DEL BLOG
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Fantastico… sognante… dolce… nostalgico…
video musicale natalizio
con stupende immagini di neve ed invernali
Buona visione, buon ascolto…
e complimenti all'autrice
Tony Kospan
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Vivere senza tentare, significa rimanere
con il dubbio che ce l’avresti fatta.
– J. Morrison –
Marie Bracquemond – Louise in giardino
IN UN MOMENTO
– Dino Campana –
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue
e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
P.S.
E così dimenticammo le rose.
Marie Bracquemond – Suo figlio e sua sorella
PER CHI AMA LA STORIA.. I RICORDI E LE ATMOSFERE DI UN TEMPO
Marie Bracquemond – Sotto la lampada
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NELLA NOTTE PROFONDA
Sandro Penna
Nella notte profonda
si consumano le stelle.
Un dolore m'inonda:
un amor di cose belle.



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