Archivio per 7 dicembre 2013

Buon compleanno Maria Luisa Spaziani… grande poetessa del ‘900…   3 comments



Nel fare gli auguri ad una delle più grandi poetesse italiane del 900,
in occasione del suo  89° compleanno,
mi fa piacere renderle omaggio con questo post
in cui ella stessa racconta la sua “amicizia” con Montale
ed in cui ci sono alcune sue belle poesie… 
 
 
 
 
 
 
 

Appare sempre interessante… affascinante…
l’incontro… il feeling… l’amore tra 2 poeti…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL SODALIZIO TRA 2 GRANDI POETI
M. L. SPAZIANI E MONTALE
 
 

 
 
 
 
 
 
Qui leggeremo del “sodalizio” 
tra 2 poeti italiani che sono tra i più grandi
della seconda metà del 900…
 

 

 

 

INTERVISTA ALLA SPAZIANI DA MANUALE DI MARI

 

 

 

Nicla Morletti e Maria Luisa Spaziani

Siamo  sedute l’una accanto all’altra Maria Luisa Spaziani ed io, in un ristorante sul mare a Sestri Levante.

Settembre, le onde che si alzano, gli spruzzi sulla vetrata. Gabbiani in volo. Poesia. Concorso letterario Maestrale Marengo D’oro, gli autori che si affollano attorno. Lei ha ricevuto il Premio alla Carriera. Io il primo premio per la narrativa edita con il romanzo “Difficili, impossibili amori” edito da Giuseppe Laterza.

Maria Luisa ha capelli biondo oro e due occhi di un azzurro intenso che buca l’anima. Due occhi che narrano la sua storia, una storia che viene da molto lontano e porta in sé gli echi della poesia del novecento, di parole che hanno preso vita e si sono amalgamate nei migliori salotti letterari italiani. Di versi catturati alla vita come note nostalgiche e lontane che hanno il fascino di amori sempre vissuti e mai sepolti nelle regioni del cuore. Lo si percepisce stando accanto a lei, questo alone di pura poesia che conserva ancora l’anima di Eugenio Montale.

Quando due anime si uniscono nel sodalizio della parola nascono mondi immensi e giardini di stelle si accendono nel firmamento della poesia.

Dialoghiamo insieme Maria Luisa Spaziani ed io, con piacere, tra piatti di ostriche, calamari, antipasti vari di pesce. Mi parla di principesse russe e di Giovanna D’Arco, una donna dal carisma straordinario secondo lei. La donna come dovrebbe essere dopo ogni femminismo riuscito, e cioè una creatura che abbia le stesse potenzialità di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l’universo maschile.

A fine pasto Maria Luisa apre la borsetta, mi strizza l’occhio, poi dice:

“Adesso ci mettiamo un po’ di rossetto e di cipria. Ti va, fanciulla?”

 Sorrido complice di queste delizie tutte femminili. Poi le chiedo del suo incontro con Eugenio Montale.

Mi prende la mano, mi racconta prima una barzelletta divertentissima e poi, con voce calda e suadente, inizia l’interessante racconto.

 

 

 

      

M. L. Spaziani  – Torino 7 dicembre 1924

 

 

 

L’INCONTRO

 

 

“Pur conoscendo ‘Ossi di Seppia’ ed il suo grande valore, non desideravo incontrare Montale. Ne avevo sentito parlare male: dicevano che fosse misantropo, misogino, scostante, che non sorridesse mai. Ma poi un angelo me l’ha spedito a Torino e per curiosità sono andata a una sua conferenza al Teatro Carignano il 14 gennaio 1949. Mentre stavo per uscire, la direttrice mi dice: ‘Si fermi che vogliamo presentare i giovani poeti torinesi a Montale.’ Io non mi sentivo poeta, perché non avevo pubblicato niente e poi ero molto intimidita.

 

 

 

Eugenio Montale
(Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981)

 

 

 

Eravamo sei persone in fila. Montale passava, ad occhi bassi, senza guardare in faccia nessuno. Dava la mano a tutti e diceva: ‘Piacere, piacere.’



Stavo per scappare quando lui arrivò davanti a me e appena sentì il mio nome alzò gli occhi e disse: ‘Ah, è lei.’

Rimasi senza fiato e dissi la prima banalità che mi venne in mente per vincere l’imbarazzo: ‘Viene a pranzo da me domani?’

E lui: ‘Sì’.”

 

 

 

 

 

 

 

Testo dal Blog di Nicla Morletti

 

 

IL SODALIZIO

 

“Sodalizio è una bella parola un po’ vecchia che vuol dire un’unione profonda di due creature, sulla base di cose comuni. Questa base di fondo tra me e lui è stata sempre poesia”

– Maria Luisa Spaziani -.

 

 

 

 

Spaziani e Montale

 

E lui mi aspetterà nell’ipertempo,
sorridente e puntuale, con saluti
e storie che alle poverette orecchie
dell’arrivata parranno incredibili.

Ma riconoscerà, lui, ciò che gli dico?
In poche note o versi qui raccolgo
i messaggi essenziali. Un altro raggio,
aria diversa glieli tradurrà.

M. L. Spaziani
(Viaggio Verona – Parigi 1987 – 1990, da “I fasti dell’ortica, 1996”)

 

 

 

 

M. L. Spaziani

 

 

LA STORIA DEL LORO SODALIZIO

 

 

Poco tempo dopo il primo incontro, Maria Luisa trova lavoro nell’ufficio stampa di una ditta anglo-cinese a Milano. Anche Montale si è trasferito di recente a Milano, dove lavora per il «Corriere della Sera».

Iniziano a vedersi ogni giorno, avendo anche un’altra complicità: quella del canto. «Io avevo una voce discreta, e lui sognava — avendo perduto la possibilità di diventare un baritono — di avere un’allieva. è nata così un’amicizia quasi amorosa, che non è paragonabile però a una storia d’amore.

Ci vorrebbe una lunga analisi per dire che cosa è stato questo legame, testimoniato da 360 lettere di lui che sono state date, dopo la sua morte, all’archivio di Maria Corti, presso l’Università di Pavia».

 

 

 

Eugenio Montale


 

 

Quando ti amavo sognavo i tuoi sogni.
Ti guardavo le palpebre dormire,
le ciglia in lieve tremito.
Talvolta,
é a sipario abbassato che si snoda
con inauditi attori e luminarie,
 – la meraviglia.

M. L. Spaziani

 

 

 

L’amicizia dura per oltre quindici anni, più o meno fino al ’65-’66.
 
I rapporti si allentano un poco a seguito del trasferimento di Maria Luisa a Roma.
 
 

 

Recente immagine della Spaziani

 

 

IL RICORDO

 

Mi ha lasciato il ricordo di undici anni bellissimi, di allegria, di confidenza, di studio, di ispirazione. è stato veramente una figura grandiosa vicino a me, ed è stato molto bello tutto quello che ho vissuto con Montale. E soprattutto il piacere di far parte del suo lavoro, perché moltissime cose le abbiamo fatte insieme e allora l’idea di aver messo una piccolissima cellula del mio talento, delle mie capacità in quello che era il lavoro, magari anche soltanto giornalistico di Montale, è per me fonte di grandissimo orgoglio. –  Maria Luisa Spaziani

 

 

da vari siti web – impaginazione  e coordinamento di Tony Kospan









 

 

anche da Tony Kospan


 

 
 
 
 
 

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Pubblicato 7 dicembre 2013 da tonykospan21 in A U G U R I

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Il fantastico ponte tibetano di Claviere in Piemonte vietato a chi soffre di vertigini   2 comments

 
 
 

 

 


 
 
Esistono ponti davvero incredibili….
 
Questo è proprio da brivido ed è famoso in tutto il mondo… ma si trova non lontano da noi… ed è in funzione solo dal 2006.
 
 
Infatti questo ponte tibetano si trova in Piemonte, a Claviere, tra Sestriere e Bardonecchia.

 
 
 
 
 

[IMG]https://i0.wp.com/s10.postimg.org/tl4wka1jt/The_Tibetan_Bridge_in_Claviere_Piedmont_Italia.jpg[/IMG]

 

 
 
E' infatti letteralmente sospeso per aria ma non solo… si trova a notevole altezza
ed è anche strettissimo ed abbastanza lungo.
 
Mi vengono le vertigini solo a veder le foto…
 
Molti però, che non le hanno, hanno la possibilità di una vera passeggiata stile Indiana Jones.
 
 
 
 
 
 


Ponte Tibetano Claviere – Piemonte

 
 
 
 
 
 
Se vi fa piacere qui lo potrete vedere in video
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
http://www.youtube.com/watch?v=fExdV8ARphY

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

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Un ricordo di Mino Reitano… re della canzone popolare italiana e… gran bella persona   Leave a comment

 

Un cantante amatissimo dalla gente semplice
e che possiamo definire “nazionalpopolare
sia per il suo modo genuino e modesto di porsi 
 che per i temi delle sue canzoni.



Mino Reitano.. il «ragazzo» di Calabria



San Pietro di Fiumara 7.12.1944 – Agrate Brianza 27.1.2009



Sfondò con «Avevo un cuore»

In Germania ebbe modo di conoscere

quelli che sarebbero diventati i mitici Beatles





 


MILANO — E’ stato il rappresentante più clamoroso del così detto bel canto all’italiana, quello «alla Claudio Villa».
Il suo spiegamento di voce era generoso come il suo carattere, che lo aveva portato a distribuire i guadagni ottenuti fra schiere di parenti.
Era nato a Fiumara, non lontano da Reggio Calabria, il 7 dicembre 1944.
Di famiglia povera, studiò per 8 anni al conservatorio di Reggio.
Trasferitosi giovanissimo in Germania, mosse i primi passi della carriera musicale assieme ai suoi fratelli (la band si chiamava proprio così: i Fratelli Reitano) dandosi al rock and roll.
Ad Amburgo ebbe luogo uno degli episodi più incredibili della sua vita: si esibì in un club assieme ai Quarrymen, che altri non erano che i Beatles ai loro esordi ed ebbe una buona amicizia coi Fab Four.









Nel 1966 partecipò al Festival di Castrocaro, per poi debuttare nel 1967 a Sanremo con una canzone scritta da Mogol e Lucio Battisti «Non prego per me».
Ma per avere il Reitano che commuove gli amanti della musica popolare italiana bisogna aspettare il 1968, quando esplodono due canzoni che diventano dei classici: «Avevo un cuore (che ti amava tanto)» e «Una chitarra cento illusioni».
Grazie al successo di questi brani acquistò un terreno ad Agrate Brianza dove costruì una sorta di ranch in cui portò fratelli, cognati e nipoti, allestendo anche una sala di registrazione.
Nel 1971 vinse “Un disco per l’estate” con «Era il tempo delle more».









Sono gli anni di ottimi piazzamenti e riconoscimenti (Cantagiro, Festivalbar, dischi d’oro, tournée).
Scrive brani per grandi interpreti della musica italiana come Mina o Ornella Vanoni.
Per otto anni è a Canzonissima, guadagnandosi sempre la finale e classificandosi tra i primi.
Le giovani generazioni e i critici, mentre avanza la canzone d’autore e il rock, lo considerano una sorta di reperto archeologico.
In parecchi hanno ironizzano sulla laurea honoris causa assegnatagli dalla Loyola University.
Ma lui è un buono, uno che porge l’altra guancia:
«Non ce l’ho con chi mi critica. Grazie a molti detrattori credo di essere migliorato. E quando appaio in tv l’ascolto non scende, anzi… ».









Nel 1988 si ripresenta a Sanremo con «Italia» che arriva al sesto posto.
La sua enfasi, ma anche la sua bontà sembrano in netto contrasto con un mondo della canzone sempre più aggressivo.
Nel 2007 scopre di avere una grave malattia, ma fino all’ultimo vuole apparire in tv.
Portando nel programma di Magalli la testimonianza della malattia che lo stava uccidendo e non disdegnando nemmeno di fare dell’autoironia nel programma di Chiambretti.
Mino Reitano è morto a 64 anni ad Agrate Brianza, dove viveva, dopo una lunga e dolorosa malattia.

Mario Luzzatto Fegiz


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Aggiungo 2 parole a quelle del noto esperto musicale.

Mino è stato uno di quegli artisti  che con le sue canzoni, la maggior parte di successo, e per il suo stile popolare, ci ha accompagnati nel corso della vita (ovviamente ciò vale per coloro che hanno qualche anno in più).

Di lui ho sempre apprezzato la serietà professionale, la grande passione, la correttezza e la gentilezza verso tutti.

Alcune sue canzoni hanno un importante posto nel patrimonio musicale italiano.


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Chiudo questo breve ricordo con questa sua nota canzone che sembra quasi parlarci del suo cuore.


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fre bia pouce    musicAnimata





Testo di Mario Luzzatto Fegiz scritto in occasione della morte di Mino ed adattato ora per l’anniversario.



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Buon sabato in poesia – Taci, anima stanca.. di C. Sbarbaro – arte.. J. Romero de Torres – canzone.. Lilly – e..   3 comments

 
 
 
 
 
 

Julio Romero de Torres – Carmen Otero

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo.
L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso.
Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
H. Hesse
 
 
 
 
 
 

Julio Romero de Torres – La buona fortuna
 
 
 
 
TACI ANIMA STANCA DI…
Camillo Sbarbaro
 
 
Taci,anima stanca di godere
e di soffrire
(all'uno e all'altro vai rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza ,non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
 
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
 
Non ci stupiremmo,
non è vero,mia anima,se il cuore
si fermasse,sospeso se ci fosse
il fiato…
 
Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
 
E gli alberi son alberi,le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quello
che è, soltanto quel che è.
 
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca.

Perduto ha la voce
la sirena del mondo,
e il mondo è un grande deserto.
 
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso..
 
 

 
 

Julio Romero de Torres – Venus of Poetry

 
 
 
 
 
 

à tout le monde par Ours Antoine

 

 

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Buonanotte con la bella minipoesia… Amore!… di Martin Tupper   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
AMORE!
Martin Tupper
 
 
Amore!

 

Ecco un volume in una parola,

un oceano in una lacrima,

un turbine in un sospiro,

un millennio in un secondo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 

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