
In un'antologia di canzoni – poesie penso che questa nota…,
ma non notissima canzone…, del grande Tenco non possa mancare…
Per me è poesia pura…
Luigi Tenco (Cassine 21 3 1938 – Sanremo 27 1 1967)
La canzone è tutta sua…
testo e musica…
Appare a me… ma non solo…
come una delle sue canzoni più incisive…
più sensuali… più romantiche e più intriganti…
Direi che rappresenta un vero e proprio unicum…,
proprio per questi aspetti…,
tra le canzoni di questo mitico cantautore…
vero mito della gioventù… degli anni 60…
E’ bello ascoltarla
sia nella versione maschile sofferta e profonda del grande Luigi…
che nella versione femminile
cantata con la consueta sensualità ed intensità
dalla classica Ornella Vanoni…
Prima però… leggiamo il testo…
per apprezzarne il valore “poetico”.
IO SI’
– Tenco –
Io sì,
che t’avrei fatto vivere
una vita di sogni
che con lui non puoi vivere
Io sì,
avrei fatto sparire
dai tuoi occhi la noia
che lui non sa vedere
ma ormai…
Io sì,
t’avrei detto il mio amore
cercando le parole
che lui non sa trovare
Io sì,
t’avrei fatta invidiare
dalle stesse tue amiche
che di lui ora ridono,
ma ormai…
Io sì,
t’avrei fatta arrossire
dicendoti “ti amo”
come lui non sa dire
Io sì,
da te avrei voluto
quella tua voce calda
che a lui fa paura
ma ormai…
Io sì,
t’avrei fatto capire
che il bello della sera
non è soltanto uscire
Io sì,
t’avrei insegnato
che si incomincia a vivere
quando lui vuol dormire,
ma ormai…
Io sì,
che t’avrei insegnato
qualcosa dell’amore
che per lui è peccato
Io sì,
t’avrei fatto sapere
quante cose tu hai
che mi fanno impazzire
ma ormai…

Ascoltiamola dunque cantata dall’autore…
e, se ci va, anche cantata dalla Vanoni…
Ciao da Tony Kospan

ARTE MUSICA POESIA ETC…
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Oggi è il 75° anniversario della sua morte…
3 dicembre 1938
ma il suo mito… è più vivo che mai
così come le sue poesie… sono sempre più amate…

(Milano 13.2.1912 – Milano 3.12.1938)
ANTONIA POZZI
VITA AMORE DOLORI E VERSI SUBLIMI
a cura di Tony Kospan

La sua è stata una breve ma molto intensa vita
illuminata dalla suprema luce della poesia…
ma condannata dall'ottusità della… buona società.
Conosciamola… ricordiamola… leggiamola…
.
.

.
.
BREVE BIOGRAFIA
Antonia Pozzi nasce a Milano il 13 febbraio 1912.
Da piccolina è biondina ma delicatina di salute.
Crescendo diventa una bella ragazza contenta dei suoi genitori
l'avvocato Roberto Pozzi e la contessa Lina Cavagna Sangiuliani
e vive in un ambiente familiare (in senso ampio) molto colto ed elegante.
E' però il liceo che segnerà la sua vita.
Qui inizia ad avere delle belle amicizie ed inizia a scrivere poesie.
Ma soprattutto resta affascinata dal professore di latino e greco.
Non dalla bellezza però… bensì dalla sua profonda cultura
e dalla sua grande passione per l'insegnamento.

E' il 1927.
Antonia scopre,
nonostante la severità del docente… ed i suoi occhi tristi…,
d'aver tantissime affinità, di condivider gli stessi ideali
e soprattutto d'aver in comune
l'amore per la poesia, la cultura, l'arte etc..
Scoppia l'amore… che il padre cerca però in ogni modo di contrastare.

Nel 1933 Antonia si arrende al volere della famiglia…
ma scrive di farlo “non secondo il cuore, ma secondo il bene”.
In realtà questo amore non finirà mai d'albergare nel suo cuore
anche se cerca di vivere altri amori e di dedicarsi ad altri interessi.
Nel 1935 si laurea con lode
con una tesi sulla formazione letteraria di Flaubert.
In questi anni vive come qualsiasi giovane alto-borghese di quei tempi
frequentando molto anche la montagna con passeggiate e scalate.

Questo le dà molte emozioni che trasferisce poi nelle poesie.
Fa però anche una crociera nel mediterraneo
visitando quei luoghi d'antica civiltà di cui le parlava il “suo” professore…
nonché un viaggio in Austria e Germania
per approfondire la lingua tedesca che tanto amava.

Una foto scattata da Antonia
Un altro suo grande interesse è, in quegli anni, la fotografia…
(i suoi scatti appaiono vere e proprie poesie figurate)
ma è forte anche il suo impegno sociale verso i poveri.
Nel 1937 Antonia inizia ad insegnare presso l’Istituto Tecnico Schiapparelli.
Tuttavia, nonostante tutte queste attività,
non viene mai meno in lei una grave inquietitudine…
che il 3 dicembre del '38 la portò ad un tragico gesto.

Probabilmente i contrasti col padre, oltre all'amore negato,
ebbero nella genesi delle sue difficoltà tremenda importanza.
Quel che proprio appare assurdo ed incomprensibile è
che il padre, dopo la sua morte,
arrivò perfino a censurare e modificare alcune sue poesie…
e questo la dice lunga
sulla tremenda pressione psicologica subita da Antonia.

LA SUA POETICA
Non sono poche le sue poesie… ben 300…
soprattutto se consideriamo la sua breve vita…
Qualcuno ha voluto limitarne la bellezza e la profondità
definendole “diaristiche”.
Ma non sono poi da sottacere
diversi aspetti innovativi e coraggiosi della sua poetica
nè la sua capacità, pur essendo giovanissima,
d'affrontar con coraggio i difficili temi della vita.

Ma ora facciamo parlare lei attraverso alcune mitiche poesie…
ALCUNE SUE POESIE
PREGHIERA ALLA POESIA
Oh, tu bene mi pesi
l’anima, poesia:
tu sai se io manco e mi perdo,
tu che allora ti neghi
e taci.
Poesia, mi confesso con te
che sei la mia voce profonda:
tu lo sai,
tu lo sai che ho tradito,
ho camminato sul prato d’oro
che fu mio cuore,
ho rotto l’erba,
rovinata la terra –
poesia – quella terra
dove tu mi dicesti il più dolce
di tutti i tuoi canti,
dove un mattino per la prima volta
vidi volar nel sereno l’allodola
e con gli occhi cercai di salire –
Poesia, poesia che rimani
il mio profondo rimorso,
oh aiutami tu a ritrovare
il mio alto paese abbandonato –
Poesia che ti doni soltanto
a chi con occhi di pianto
si cerca –
oh rifammi tu degna di te,
poesia che mi guardi.
CONFIDARE
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
PUDORE
Se qualcuna delle mie parole
ti piace e tu me lo dici
sia pur solo con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come una mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.
BELLEZZA
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.

Grazie Antonia per le bellissime poesie
e scusaci per l'immenso dolore
che il perbenismo formale di una società ipocrita ti ha dato…

Tony Kospan
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