Archivio per 29 novembre 2013

Giacomo Puccini – La vita… le donne… le mitiche musiche… – II Parte   3 comments


 
 





In questa seconda parte conosceremo
soprattutto i suoi amori
insieme ad altre sue immortali musiche…


 
 
 
 
 
 
 

GIACOMO PUCCINI
UNO DEI MASSIMI COMPOSITORI MUSICALI DI SEMPRE
 

 
 

II PARTE
 
 
 
 
 
Nel 1884 Puccini conobbe Elvira Bonturi, moglie di Narciso Gemignani, un droghiere di Lucca, dal quale ebbe due figli, Fosca e Renato. I due s’innamorarono perdutamente.
 
Elvira decise di lasciare il marito per andare a vivere con Puccini; portò con sé solo Fosca, l’altro figlio, Renato, rimase con il padre.
 
Puccini si affezionò alla piccola come fosse figlia sua.
 
Nel 1886 dall’ unione con Elvira nacque l’unico figlio di Puccini, Antonio.
 
Dopo tanti anni di convivenza Puccini regolarizzò l’unione con Elvira, sposandola nel 1904.
 
 
 
 
La tempestosa moglie Elvira Bonturi
 
 
 


Elvira era una donna estremamente gelosa, irascibile e anche violenta, capace di compiere gesti estremi pur di non perdere il proprio compagno (l’affare Doria Manfredi accaduto nel 1909 è un esempio di quanto Elvira non riuscisse a dominare e la gelosia nei confronti di Giacomo).
 
Doria era una domestica di casa Puccini, una ragazza dolce, umile che non avrebbe mai pensato di sedurre Giacomo, figuriamoci poi davanti agli occhi dell’infuriata moglie; fatto sta che l’Elvira a forza di accusarla pubblicamente di essere l’amante del Maestro, portò la ragazza, anima fragile e sensibile, al suicidio.
 
 
 
 

 
 
 
 
Questa nefasta vicenda incise notevolmente sullo stato d’animo e fisico del compositore, incrinando anche i rapporti con la moglie.
 
Varie circostanze però scoraggiarono Puccini dal chiedere il divorzio, rimanendo così al fianco di Elvira, sebbene il loro rapporto si fosse molto raffreddato dopo quel triste episodio.

 

 

Rose Ader
 
 
 


Puccini ebbe anche varie storie extraconiugali, alcune importanti come quella con Corinna, studentessa di Torino, conosciuta nei primi del 900, che gli fece completamente perdere la testa.

 

 

 

Josephine von Stengel


 

 

La vera passione la conobbe con lei, mentre la storia con Josephine, baronessa austriaca, fu un sentimento più profondo, languido e romantico.

Puccini aveva bisogno di innamorarsi per poter comporre, per potersi sentire ispirato doveva provare quel sentimento forte, passionale, dolce e struggente che è l’amore.


 

 

Sybil Seligman

 

 

D’altronde, come lui, molti compositori si prendevano queste libertà e piccole trasgressioni; Giacomo li chiamava i “piccoli giardini”, delle evasioni innocenti, per poter avere sempre uno spirito ringiovanito e regalare sempre così al pubblico della musica viva ed appassionata.

 

 

(La Bohème – Che gelida manina)  (Pavarotti)
 
 
 
 

Con il passare degli anni Puccini si sentiva sempre meno motivato, più svuotato dagli avvenimenti, sia personali che generali.

C’era stata la guerra del 1915-18, tante cose erano cambiate, anche nei teatri, nel modo di comporre un’opera, ormai lo stile musicale stava mutando, il pubblico desiderava storie e musiche meno appassionate e Giacomo si sentiva molto lontano da questo nuovo modo di intendere la musica.


 

 

 
 
 



Con Turandot finalmente egli compì un notevole passo in avanti: c’è infatti in quest’opera un Puccini diverso, più all’avanguardia, più innovativo.

Ecco che quest’opera riuscì a dargli una carica che gli mancava da tempo, sentiva che la storia della gelida principessa che si trasforma per amore avrebbe mostrato al mondo un Puccini diverso, nuovo, sorprendente!

 

 

 (E lucevan le stelle)

 

 


Purtroppo il periodo della composizione di Turandot coincide anche con un aggravamento delle condizioni fisiche del Maestro; l’essere un fumatore incallito e l’infortunio di un osso d’oca inghiottito ed estratto con un piccolo intervento furono causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute.

Gli avevano trovato un papilloma letale sotto l’epiglottide: nonostante l’intervento, durato più di tre ore e mezza, avvenuto a Bruxelles presso la clinica del dottor Ledoux, i medici non riuscirono a salvarlo.

Puccini così moriva il 29 novembre del 1924, a 66 anni, lasciando il mondo e il suo pubblico senza parole…


 

 

 
 
 
 


Se n’era andato un grande nel pieno della sua arte creativa, con un’ opera incompiuta…..

Tutto il mondo pianse il cantore di Mimì, Manon, Tosca, Butterfly, Turandot, il creatore di musica celestiale, accorata e sofferta.

La notizia lasciò tutti increduli e sbigottiti, ma la sua musica non si sarebbe mai spenta con lui, essa sarebbe sopravvissuta al tempo che fugge, Puccini avrebbe continuato a vivere con la sua musica, con le sue eroine, trionfando in tutto il mondo, commovendo il pubblico con il suo stile unico ed inconfondibile.

Daniela di Raimondo


 

 

 

 

Al termine di questa breve biografia
ascoltiamo il brano finale 
della sua mitica… incompiuta…
Turandot
 
 
 
 
 (Turandot – La scena finale)  

 
 
 
 
 
CON LA VISIONE E L’ASCOLTO DI QUESTO MITICO BRANO
VI SALUTO RINGRAZIANDO ANCORA L’AUTRICE DEL TESTO
DANIELA DI RAIMONDO
DI CUI MI ONORO ESSER AMICO IN FB
E VOI PER L’ATTENZIONE…
 

 
 
 
 
TONY KOSPAN


 
 
 
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Chi volesse legger la I Parte
 
 
 



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La Littizzetto stavolta attacca i… presunti… super esperti del… vino…   1 comment



Un attacco divertito e divertente, ma deciso,

a quelli che si credono, ostentando una ridicola prosopopea,

perfetti conoscitori di tutti i “segreti” del vino.



Penso che tutti noi ne conosciamo qualcuno eh eh



Ma leggiamolo.

 

 

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GLI ESPERTI DEL… VINO

by Luciana Littizzetto…

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Io un saltino lì l’avrei fatto.
Giusto così.
Per bermi un bicchiere di vino e godermi lo spettacolo.
Pieno di pubblico e intenditori così.
Tutti a Verona Vinitaly, tutti a dire la loro.
Già, perché i veri intenditori sono pochi.
La maggior parte son gadani che si credono esperti e poi non sanno distinguere una coca da un chinotto.
Però fanno i fighi.
Stan lì a sventolare i polsi, a girare il bicchiere come se dovessero far sciogliere l’aspirina. 
Gente che fino ad un giorno prima non distingueva il grignolino dal cherosene, di colpo parla di annate: 
«Eh ma quella del 2002 non ha niente a che fare con quella del 1998…»


 

 



 

Ma taci… 

Ma che ne sai… io non mi ricordo neanche se nel ‘98 ero già fidanzata! 

Ma non hai una mazza, da ricordarti di più sensato? 

Sono quelli che per bere un goccio di vino ti fan due sfere dei ching così… 

E poi annusano. 

Mettono il canapione dentro e tiran su di narice. 

Cosa fai? L’areosol? 

Cosa vuoi che ci sia lì dentro? Pipì? 

Son quelli che se ti sbagli a chiedergli: Com’è sto vino? 

Loro cominciano: «Dunque… questo Brachetto ha buona personalità e voglia di dimostrare le proprie qualità». 

Un bicchiere di Brachetto? Ma si dice una roba così di un vino? 

Ma al limite del produttore! E quando il vino non è granché allora cosa devi dire? 
’Sto Barbera non si applica, ’sto Grignolino non si impegna, ’sto Zibibbo è distratto e macchia le tovaglie? 
«Naso complesso con bouquet di frutti neri e fiori appassiti». 

E che gusto sanno i fiori appassiti? Scusa tesoro amore. 

Ma secondo te io nella vita passo il tempo ad assaggiare le rose spuflite e poi a chiedermi che gusto sanno? 
«Un vino sapido con un finale lunghissimo». 

Che finale può esserci dopo un bicchiere di vino? 

Un rutto? Stiamo parlando di un vino… 
Semplifica ciciu…


 

 

 

 

Dì che se lo bevi è buono… 

Dì che non ti fa venire il mal di testa, che ti resta un buon sapore in bocca e che però devi stare attento al fondo perché viene giù quella segaturina schifida che te lo rovina. 

Con quelle manine bianche e curatine che si vede che non fai una mazza dalla mattina alla sera… 

Sempre lì tirarti il vino sulla medaglia… a tirar giù golate e a fare sciac sciac sciac con la bocca come paperino… 

Sai cosa mi fai venire voglia di fare, tu? Te lo dico. Di bere. 

Ma sai cosa? Un bicchiere di coca. 
Una media di coca fredda. Con delle bolle grosse come palloni. 

E quando annusano il tappo? Io divento matta. T

e lo dico io che odore ha il tappo, amore. Odore di vino. 
Pensa un po’. Il tappo sa di vino. Credimi.

 


 

 

 

Son sicura. Son poche cose sicure al mondo. 

Che la macchina di uno che ha il cane sa di selvatico, che i calzini puliti dopo una giornata di Clark san di gorgonzola, e che il tappo di una bottiglia di vino sa di vino, credimi sulla parola.. 

E poi io mi dico: coi vini non sarà come coi profumi? 

Che magari io sento un gusto e tu ne senti un altro? 
Come con le ascelle. Ognuno ha le sue. E una diversa dell’altra. 
Se su di te il Pico Srabam sta da dio, su di me magari sa odore di margarina rancida. 
Se su di me il Fanfaluc sa di bouquet, su di te prende il retrogusto di sgombro sott’olio.



 

 

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Da La Stampa del 6/4/2007 – Impaginazione t.k.

 


 

Ciao da Tony Kospan

 

 

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Definizioni e vignette esilaranti per un po’ di relax…   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
DEFINIZIONI ESILARANTI
 
 
 
L’IMPICCATO
Il marito si stava impiccando,
ma, per fortuna, giunse la moglie.
“Taglia la corda”, riuscì a farfugliare lui.
E lei, ubbidiente…
fuggì.
 
 
CATTOLICESIMO
Era cattolica osservante.
Faceva coppia con uno.
E amava il prossimo
 
 
 
 
 
 
BONTA'
Se qualcuno ti fa un torto,
mettici una pietra sopra.
…tombale.

 

 

CAPO
Non ho mai nascosto il capo sotto la sabbia.
Il mio boss non amava le sabbiature.
 
 
 
CRETINO
Chi giudica tutti gli altri uguali a lui,
si vede circondato da cretini.
 
 

 
 
DELICATEZZA
La Politica è la delicatissima ricerca del giusto equilibrio
fra l’ingannare troppo e l’ingannare troppo poco.
 
 
 
FONDAZIONE
Quando la fondarono, i Romani
la chiamarono “Torino”,
perché “Juventus”
proprio non gli andava giù.
 
 
 
GIUDICE
L’Italia ha oltre cinquanta milioni di giudici.
… Qualcuno esercita.
 
 
 
GRANDEZZA
In ognuno di noi,
c’è qualcosa di grande.
Nei fortunati…
il  sedere.
 
 
 
 
 
 
 
 
HOTEL
I governanti non possono capire i pensionati.
Loro non vanno mai in pensione.
Vanno sempre in hotel….
(e che Hotel)
 
 
 
ITALIA
In Italia non è tutto cattivo.
Esistono i buoni pasto, i buoni fruttiferi,
i buoni del tesoro, e… i buoni a nulla.
 
 
 
LINGUE
“Vuoi conoscere una lingua straniera?”
“Dipende dalla proprietaria.”
 
 
 
MODESTIA
A Piazza San Pietro….… la folla si domandava
Chi  sarà quell’uomo vestito di bianco
alla finestra… accanto a Silvio?

    

 

Padre ho peccato – Sì lo so

 
 
 
NASCITA
Cretini si nasce.
Ma ci si può anche specializzare.
 
 
 
RETRIBUZIONE
All’inferno pagano male.
Sento sempre parlare di poveri diavoli.
 
 
 
TANGENTE
La tangente è nata nel Sud Italia.
A Pizzo Calabro.
 
 
VERGINITA'
Bisogna proteggere la foresta tropicale.
è l’ultima vergine rimasta.

 
 
ZERO
Lo scaldino da letto a costo zero,
va collegato alla presa per … i  fondelli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 


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Un’incredibile… sorprendente ma anche divertente… lettera… – Io sono mio nonno   1 comment


Credevo che questa sorprendente  lettera 

fosse una cosa assolutamente assurda

(benché strappi qualche sorriso)

e certo lo è…

ma quello che leggiamo talvolta nella cronaca…

quanto ad  incastri familiari incredibili

la rende un po' meno… impossibile…

 

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IO SONO… MIO… NONNO!!!!!

Incredibile… lettera…

 

 

La seguente lettera sarebbe stata realmente inviata al Ministero della Difesa
alcuni anni fa da un ragazzo che chiedeva l'esonero dal servizio militare.
 
 
 
 

 

 

 

Signor Ministro della Difesa,
mi permetta di prendere rispettosamente la libertà di esporvi quanto segue, e di sollecitare per vostra benevolenza lo sforzo necessario al rapido disbrigo della pratica.
Sono in attesa della chiamata alle armi, ho 24 anni e sono sposato con una vedova di 44 anni, la quale ha una figlia di 25 anni.
Mio padre ha sposato tale figlia.
Quindi attualmente mio padre è diventato mio genero, in quanto ha sposato mia figlia.
Inoltre, mia nuora è divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio padre.
Mia moglie e io abbiamo avuto lo scorso gennaio un figlio.
Costui è quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi cognato di mio padre; e inoltre mio zio, in quanto fratello della mia matrigna.
Mio figlio è dunque mio zio.
La moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio,
che quindi è contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre, e mio nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie.
Io sono quindi fratello di mio nipote, e siccome il marito della madre di una persona è suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio.
Quindi io sono mio nonno!
 
Spiegato ciò, Signor Ministro, la prego di volermi concedere di essere esentato dal servizio militare, in quanto la legge impedisce che padre, figlio e nipote prestino servizio contemporaneamente.

Fermamente convinto della vostra comprensione, la prego Signor Ministro di accettare i miei più distinti saluti.”
 
 
 

 

 

 

Per la cronaca, pare che il ragazzo in questione


sia stato effettivamente riformato per


“stato psichico instabile e preoccupante e turbe mentali aggravate


da un clima familiare molto disturbante”. Sorpresa


 
 
 
 
 
 




 
Testo dal Web
 


 


 



Inutile dire che la cosa mi convince poco…
anzi per nulla… ma non c'è dubbio
che sia una storia molto originale e divertente
e come dicevo su… chissà però se qualcosa del genere
non sia davvero accaduta…

Ciao da Tony Kospan



 

IL SALOTTO CULTURALE DI FB



 


Giacomo Puccini – L’uomo… il grande musicista… i suoi amori – I PARTE   5 comments

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GIACOMO PUCCINI  
 
UNO DEI MASSIMI COMPOSITORI MUSICALI
DI SEMPRE
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Lucca 22.12.1858 – Bruxelles 29.11.1924
 
 

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I PARTE

 
 
   
 
 
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LA SUA VITA –  LA SUA MUSICA – IL SUO MONDO
 
 
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 Omaggio filatelico…
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Intanto iniziamo con un “assaggio” della sua arte musicale….
con uno dei brani che l’hanno reso famoso nel mondo…
tratto… dalla  “Madame Butterfly” cantato dalla Callas
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Ho scelto, tra le tante, questa biografia trovata nel web… perché, a mio parere, è la più completa in quanto tratteggia del nostro non solo i momenti della sua vita… da un punto di vista cronologico… ma anche e soprattuttto dal punto di vista umano ed in tal modo ci consente quasi di vederlo… di essere accanto a lui…
 
Mi complimento pertanto con l’autrice… appassionata ammiratrice e studiosa di Puccini… Daniela Di Raimondo. (Tony Kospan)
 
 
 
 
 
 
 
 
PUCCINI – LA BIOGRAFIA
Daniela Di Raimondo
 
 
 
 
 
 
 

“Ho sempre portato con me un gran sacco di malinconia,
non ne ho ragione, ma così son fatto”
Puccini

 
 
 
Questo pensiero così profondo ed intenso giunge dall’anima del più grande compositore d’opera del ventesimo secolo, Giacomo Puccini.
Un simile stato d’animo probabilmente lo ha accompagnato nei momenti più significativi della sua vita, come la creazione dei suoi personaggi femminili più acclamati al mondo: la dolce Mimì, la passionale Tosca e la fragile Butterfly, in un costante stato di angoscia, sofferenza e mestizia, Puccini ha composto delle opere indimenticabili che racchiudono tutto il dolore e la passione che ognuno di noi porta con sé nell’arco della sua esistenza.
Giacomo Puccini nacque il 22 dicembre 1858 a Lucca. Il padre, Michele, era un musicista, organista. La famiglia Puccini contava già altri compositori, a cominciare da Jacopo, il primo genio della famiglia, nato nel 1712. 
Il padre indirizzò  Giacomo allo studio della musica quando aveva solo cinque anni, cercando di fargli toccare i tasti dell’organo in modo alquanto curioso (appoggiava sui tasti delle monetine di rame e il piccolo Giacomo correva subito a raccoglierle).
Ma il papà morì troppo giovane, a soli 52 anni, e non poté proseguire i suoi insegnamenti al caro figlioletto, così lo zio Fortunato Magi si incaricò di ciò. 
Puccini cominciò poi a frequentare l’Istituto musicale di Lucca nel 1864 sotto la guida di Carlo Angeloni. 
La decisione di dedicarsi all’opera arrivò nel 1876, quando Puccini assistette al teatro di Pisa a uno spettacolo di Aida: fu un vero colpo di fulmine per lui. 
Purtroppo gli studi operistici potevano  essere approfonditi solo a Milano, presso il Conservatorio; poiché la famiglia Puccini, dopo la morte del padre, si ritrovava con gravi problemi economici,  la mamma di Giacomo, Albina Magi, donna forte e volitiva, decise di chiedere un sussidio alla regina Margherita, per permettere al figlio di proseguire gli studi.  
La regina fece così ottenere a Giacomo una borsa di studio di cento lire mensili, fiduciosa che il suo talento si sarebbe affermato molto presto.

 
 
 
 
Puccini Giovane

 
 
 
 
Puccini poté così diplomarsi in composizione al Conservatorio nel 1883.
Partecipò poi ad un concorso indetto da Sonzogno, presentando il suo Capriccio Sinfonico come saggio finale, ma non lo vinse. 
Nel maggio del 1884 andò in scena al teatro Dal Verme di Milano la sua prima opera Le Villi: fu un grande successo, di pubblico e di critica. 
La seconda opera però non ebbe altrettanto successo; infatti l’Edgar, rappresentato nell’aprile del 1889 alla Scala di Milano, fu accolto tiepidamente. 
Non piacque tanto quanto l’opera  precedente e questo ovviamente avvilì notevolmente Puccini e ancor di più il suo fedele amico e protettore, l’editore Giulio Ricordi, che credeva ciecamente nel suo immenso talento e che volle dargli un’altra occasione per potersi affermare nel mondo. “Puccini è il successore di Verdi”  soleva ripetere il caro Ricordi.

 
 
 
 
 
 
 
 
Infatti il suo fiuto infallibile ebbe poi conferma nell’opera Manon Lescaut, rappresentata al teatro Regio di Torino il primo febbraio del 1893; da allora Puccini riuscì a conquistare la gloria in tutto il mondo, le sue opere furono acclamate nei teatri più prestigiosi d’Europa e  d’oltreoceano, un crescendo che decretò Giacomo Puccini il più grande compositore del Novecento.
Così vediamo nascere nel 1896 la Bohème rappresentata sempre al Regio di Torino e la Tosca nel 1900 al Costanzi di Roma, la Madama Butterfly nel 1904 alla Scala di Milano(qui l’opera fu fischiata e derisa, forse per una congiura ai danni del Maestro, ormai affermato, ricco, e invidiato ovunque per il suo genio, ma anche per il fascino e l’ eleganza, elementi inconsueti per un compositore di quei tempi…..)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
A differenza di altri compositori un po’ trasandati, spettinati, poco curati nel vestire e nei modi, Giacomo Puccini appariva come un uomo estremamente intrigante, raffinato, elegante; amava vestire come un Lord inglese,  soprattutto dopo aver ottenuto successi e ammirazione internazionale…. 
Le donne erano catturate dalla sua musica, inebriate dal suo sguardo così magnetico e sensuale, travolte dai suoi lineamenti così forti, da  vero maschio latino; voluttuoso ed invitante, ecco come risultava Puccini agli sguardi del gentil sesso.
Puccini amava le donne, ne era incantato, ammaliato, “innamorato perdutamente dell’amore”, ecco come amava descriversi. 
Era anche un uomo schivo, evitava di partecipare a banchetti organizzati appositamente per lui; non amava la folla e il dover parlare davanti a tanta gente gli incuteva ansia ed imbarazzo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fondamentalmente timido, dolce, affettuoso, anche un po’ scontroso, era comunque se stesso solo insieme agli  amici più cari, gente modesta e semplice come piaceva tanto a lui, gente di campagna, buona, leale, schietta ed onesta. Non amava vantarsi o atteggiarsi a genio;
 
Giacomo preferiva l’amicizia vera, le risate, le sane bevute  insieme ai suoi amici di Torre del Lago, ( piccolo paesino sul lago di Massaciuccoli vicino Lucca, divenuta poi residenza del Maestro). 

Lì riusciva a comporre, ad estraniarsi da tutto e da tutti, a sognare, meditare e godere di quei lussuriosi tramonti sul lago: lì nascevano tutte le opere più commoventi del Maestro perché lì c’era la sua anima, il suo spirito, il suo vero Io.  (CONTINUA)
 
 

Ascoltiamo ora, se vogliamo,
questo famoso brano da “Manon Lescaut”

 
 
 
 

 
 
 
 
 
C O N T I N U A…
CON LE STORIE DEI SUOI TANTI AMORI…
 

 
 
TESTO DAL WEB – IMPAGIN. E COORDIN.  T.K.

 
 
    






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Buon W. E. in poesia – Insieme di R. Verzelloni – arte – P. A. Cot – canzone – La cura di Battiato – e…   Leave a comment

 

 

Pierre Auguste Cot – Dionisia

 

 

 

 

 

 

 

 Nel vero amore è l’anima che abbraccia il corpo.

Friedrich Nietzsche 

 

 

 

 

 

Pierre Auguste Cot – Primavera

 

 

 

I N S I E M E

~ R. Verzelloni ~

 

Giocheremo a piedi nudi

sulle onde del mare,

raccoglieremo fiori

sui rami del sole,

danzeremo sulle foglie vellutate

delle nuvole in cielo,

ascolteremo la melodia

della sabbia dorata,

fiuteremo l’aroma

della pioggia primaverile.

Tutto questo lo vivremo insieme,

tenendo i nostri cuori per mano,

uniti dallo stesso destino

fatto da lacrime di gioia.

E come anime vaganti

rigonfie di emozioni

ci fermeremo solo un attimo

ad osservare

chi non capisce e

chi non potrà mai capire

cosa vuol dire

……

amare.

 
 
 

 

Pierre Auguste Cot – Pisana con cesto di arance e limoni

 

 

 

 

 

 

da Orso Tony

 

 
 
 
 
 
 
 
 

ARTE MUSICA POESIA ETC…
I N S I E M E
NEL GRUPPO DI FB
 
 
 
 

Buonanotte con la bella minipoesia… Il tuo arrivo… di Peter Cameron   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
IL TUO ARRIVO
Peter Cameron
 
Il tuo arrivo.
E poi il tuo ritorno.
Com'è possibile?
Sembra tutto così casuale,
così fragile.
Come un vetro
sul punto di rompersi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
par Tony Kospan
 
 
 
 
 

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LA PAGINA DELLE POESIE

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Pubblicato 29 novembre 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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