Archivio per 22 novembre 2013

Edward Hopper… Grande pittore della solitudine…   6 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Parlerò di questo grande pittore americano
nonché della sua arte “del silenzio” o “dell'incomunicabilità”
 anche attraverso le immagini di diversi suoi noti e significativi dipinti
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

EDWARD HOPPER…
OVVERO L'AMARA POESIA DELLA SOLITUDINE
NELLA PITTURA
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
(Nyack 22.7.1882 – New York 15.5.1967)
 
 
 
 
Edward Hopper è stato un pittore statunitense
divenuto famoso soprattutto per la sua capacità
di ritrarre il senso della solitudine
nella società americana contemporanea.
 

 
 
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NIGHTHAWKS – NOTTAMBULI
 
 
 
 
 Hopper – Autoritratto (partic.)
 
 
 
 
 
 
Le opere di Edward Hopper… “Pittore del silenzio“,  hanno grandi valenze simboliche che esplorano le difficili realtà comunicative della moderna società..
 
Infatti egli ama esplorare l’atmosfera di solitudine soprattutto delle grandi città… dei suoi tempi… ma che tuttavia, a ben vedere, l'esplosione delle moderne telecomunicazioni non ha minimamente intaccato.
 
 
 
 
 
 
Hopper – Sole di mattina
 
 
 
 
 
IL SUO MONDO PITTORICO
 
 
Nei suoi esordi fu molto vicino alla pittura impressionista soprattutto nel suo soggiorno europeo dei primi anni del secolo scorso ed in quelli successivi.
 
Poi però, pian piano, la “rarefazione” della sua pennellata,  in evidente contrasto con la vivacità dei colori, donando un senso di inquietudine, porta a definire la sua… una pittura metafisica
 
La scena dei suoi quadri è sempre silenziosa ed i personaggi dipinti appaiono fermi come se ripresi nell'attimo di un pensiero, di un momento di solitaria riflessione…
 
 
 

New York Movie 1939

 
 
 
 
I suoi dipinti rappresentano quello che appariva già evidente nell'America del 900 cioè il senso di vuoto, di alienazione di grave incomunicabilità soprattutto nelle classi medie delle grandi città americane.
 
Presento altri suoi dipinti per aiutarci a comprendere  ancor meglio quel che dicevo e cioè la sua visione di un mondo sempre più moderno, sempre più avanzato… ma che, proprio per questo, diventa moltiplicatore di solitudine ed incomunicabilità…
 
Quel che è certo è che egli coglieva nel segno dato che oggi più che mai. nel web e non solo, i suoi dipinti vanno per la maggiore… dirò di più… sono diventati mitici ed emblematici.
 
 
 
 
 
 
Automat
 
 
 
 
Escursione nella filosofiia
 
 
 
 
 
 
Compartment C Car 293
 
 
 
 
Sera blu
 
 

 
 
Tony Kospan 
 
 
 
 
 

 
 
 

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Il silenzio della filosofia sul… male nel mondo.   Leave a comment

 

 

 


 

Un articolo interessante…
un piccolo excursus sul  concetto di male…  attraverso i secoli
che porto all’attenzione di chi… come me…  
ama anche questi temi…
e che propongo alla vostra lettura… 

 

 

 

 

 

IL SILENZIO DELLA FILOSOFIA

SUL MALE NEL MONDO

 
 
 

 

Mario Tessari – 11 Settembre

 
 
 

 
Il brano è una parte dell’intervento di Sergio Givone
ad UmbriaLibri sul Tema
“In fondo al male”

 
 
 

NotaNEWAGE Nota

 

 

La filosofia tace sul male

 

Diceva David Foster Wallace, lo scrittore americano da poco scomparso:
anche l’ aragosta “sa” il male, quanto meno lo sente.
Basta prestare orecchio al rumore sordo delle chele che sbattono contro i bordi della pentola in cui è stata gettata viva. E non si dica che il suo è un sentire elementare, rozzo.
Se l’ aragosta non ha le parole per dire la sofferenza che prova e il tormento che le viene inflitto, forse noi le abbiamo? Si pensi alla filosofia.
Di fronte al male è stata reticente, ha balbettato.
Vero è che tutte le tradizioni da cui proveniamo traboccano di riferimenti al più inquietante dei molti misteri che ci circondano.
Non c’ è male che sia stato risparmiato a Giobbe.
«Appena temo un male, questo mi colpisce».
Inutile chiedere perché, avverte Qohélet.
Tutto è inutile. Tutto è vano.
E questo forse è anche peggio del male.
«Sarebbe opportuno che noi ci radunassimo a piangere la casa nella quale qualcuno sia venuto alla luce, pensando ai molti mali della vita umana, ma a chi con la morte ha posto fine a gravi sofferenze, gli amici con lode e con gioia dovrebbero dare sepoltura», aveva scritto Euripide, rievocando l’antica sentenza del Sileno (…) per cui la cosa migliore sarebbe non nascere, e in subordine morire al più presto.
Ma siamo sicuri che in quei testi si stia parlando del male e non di qualche cos’altro?
Qualcosa che ha bensì a che fare col male, ma che nulla dice circa la sua natura?
Certamente le sciagure che senza tregua colpiscono gli uomini, con il loro corteo di sofferenze afflizioni pene e tormenti vari, per non parlare della morte e del nulla, sono dei mali.
Ma non lo sono necessariamente.
Tant’ è che hanno potuto presentarsi talvolta come forme di liberazione o di sollievo.
Il male sfugge alla presa. E si rifugia in una dimensione dov’è difficilissimo stanarlo.
E’ la dimensione in cui il male appare strettamente legato alla colpa.
Anzi, non appare se non come colpa.
Ossia come qualcosa di cui l’individuo deve rispondere.
Non importa a chi: se a Dio, alla propria coscienza, agli altri uomini.
Né importa se ciò di cui deve rispondere è un che di fatale, addirittura un destino.
C’è autentico male dove c’ è assunzione (o rifiuto) di responsabilità per una colpa.
Ma quale colpa?
A questo proposito i greci hanno parlato di amartia.
I cristiani invece di peccato.
Si coglie qui la differenza nel modo in cui gli antichi e i moderni hanno concepito il male.
Per gli antichi la colpa appartiene all’ordine delle cose.
E’ una specie di marchio, è il retaggio della nostra finitezza, come sostenne Anassimandro.
Siamo mortali; lo siamo poiché ci siamo separati dall’uno-tutto e siamo precipitati nel mondo della vita e del divenire.
Questa separazione è la nostra colpa.
Da espiare con la morte.
Come se ci dicessero: sei venuto al mondo, hai goduto della luce del sole, e allora paga.
Anche per il cristianesimo la colpa è tutt’uno con la nascita.
L’uomo nasce portatore di un peccato d’origine.
Però questo peccato non appartiene all’ ordine delle cose, come nel mondo classico, ma a quel principio spirituale che è l’anima.
Donde la questione come possa essere imputabile all’anima un peccato non commesso.
Il cristianesimo introduce allora l’idea della solidarietà nella colpa.
Ricevendo la vita, ciascuno è tenuto a farsi carico di tutto ciò che la vita comporta, non solo nel bene ma anche nel male.
Un pò come quando si riceve un’eredità.
Se la si accetta, i debiti connessi devono essere onorati.
C’ è dunque differenza, ma anche profonda affinità fra la nozione di colpa tragica e quella di peccato originale. (…)
Ma che cosa accade nel momento in cui, come oggi, la colpa perde credibilità filosofica?
Chiaro che se la colpa è sempre e soltanto della società, o non è che senso di colpa, di cui è bene disfarsi per igiene mentale, allora tanto vale rinunciare ad essa.
Salvo che, tolta la colpa, è tolto anche il male.
Non è certo un caso se la filosofia contemporanea, tranne pochissime eccezioni, sul male ha taciuto.
 
 

 SERGIO GIVONE

 

 

 

 
 
 
Repubblica-07 11 2008-sez. Cultura
Impaginaz. T.K
.

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 



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Energia mutabile – Piccola intensa e profonda poesia di Giuseppe Conte   5 comments


 
 
 

Ecco una piccola intensissima ed affascinante poesia
di un autore contemporaneo… Giuseppe Conte



Giuseppe Conte – Imperia – 15 novembre 1945


ENERGIA MUTABILE

 
– PICCOLA INTENSA PROFONDA POESIA –
 
 
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 La si può idealmente dividere in 2 parti contrapposte.
 

La prima ci parla di un amore indipendente dal possesso 

anzi… perfino dal legame stesso… dell’amore
 

 


L’amore vero, tu lo sai,
è volere la gioia
di chi non ci appartiene


 



 
La seconda invece è tutta un traboccare…
di un’energia necessaria ed irrinunciabile…
che però non può prescindere
dall’intensità di un legame forte…

Quasi un patto di amore e sangue, dunque,
tanto intenso… quanto in continua evoluzione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Possiamo anche dire… in altre parole…
 che la prima è la parte astratta
 propedeutica però… alla seconda… parte concreta
in cui si snoda come in un ruscello
l’eterno mutamento della realtà dell’amore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ENERGIA MUTABILE
Giuseppe Conte

L’amore vero, tu lo sai,
è volere la gioia
di chi non ci appartiene
è questo uscire, traboccare da se stessi
come il sangue dalle vene
per un taglio,
è l’irrinunciabile,
amore energia mutabile eterno bene.
 
 
 
 
 
 
 
Cosa ne pensate?
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 

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Buon W. E. in poesia… Autunno di E. Borchers – arte – J. A. Grimshaw – canzone – Comme femme… e…   4 comments

 

 

John Atkinson Grimshaw  – Malinconie d'autunno

 
 
 
 
 
 
 
 

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Non esistono grandi scoperte nè reale progresso
finché sulla terra esisterà un bambino infelice.
Albert Enstein
 
 
 
 
 

John Atkinson Grimshaw – Iris
 
 
 
 
AUTUNNO
Eugène Borchers
 
 
E viene il tempo degli alberi
che lasciano cadere le foglie d’oro.
 
E viene il tempo
dei giorni che si accorciano.
 
Le notti sono lunghe
e ogni sera ha un nome
sempre nuovo di fiabe.
 
Nel vano della finestra
una stellina si ferma ad ascoltare.
 
 
 
 
John Atkinson Grimshaw – Endimione sul Monte Latmus
 
 
 
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da Tony Kospan
 
 
 
 
 

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Felice notte con la bella poesia… Come l’andare dell’acqua… di Vera Ambra   3 comments

 

 
 
 
 
 
 
COME L'ANDARE DELL'ACQUA
Vera Ambra
 
Come l’andare dell’acqua,
lungo il tragitto crea i suoi suoni,
così diventai fiume morente
tra le sue braccia.
Diventai stella per sposare
la scintilla danzante della sua luce.
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bonne nuit 
 
 
 
par Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

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VIVIAMOLA… INSIEME…
 
 

Pubblicato 22 novembre 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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