Archivio per 29 ottobre 2013

Buon compleanno Luciana Littizzetto con… I sapientoni   Leave a comment


 

 

 

 

NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO…

COME FAR GLI AUGURI ALLA GRAFFIANTE LUCIANA NAZIONALE?

 

 

 

 

 

 

PENSO CHE IL MIGLIOR MODO

SIA LEGGENDO UN SUO ARTICOLO…




I SAPIENTONI

 
 
 
 
Una categoria umana da evitare accuratamente?


Più delle spine nel branzino? 





  

Quella dei Dotti… Medici e Sapienti

 

Quelli cioè che la sanno
e te la spiegano… sempre.
 

By Luciana Littizzetto…

 

 

 

 

 

Tu comunichi una notizia che può variare dall’appuntamento col gommista all’arrivo della sonda Cassini.
E loro? La sanno già.
Anzi. Te la spiegano meglio e nel dettaglio.

Tu prepari il sugo e loro intervengono con pareri e consigli.


Tu racconti agli amici una barzelletta e ti interrompono continuamente per puntualizzare.

Tu chiedi l’ora e questi partono dal funzionamento della meccanica interna dell’orologio.

Tu domandi che tempo fa e loro te lo dicono partendo dal… Big Ben.
I Sapientini sono quelli che se devono comperare un paio di scarpe mandano alla neuro i commessi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Io ci ho avuto un fidanzato così. Il castigo del cielo acquistava le scarpe e poi le rodava in casa tutto il giorno successivo per verificare l’effettiva comodità del prodotto.
Ma per non sporcare la suola foderava il pavimento coi fogli di giornale. Io entravo in casa e dicevo: «Dài il bianco?». No. Provava le scarpe.
E poi mi chiamava «Carissima».
Io uno che mi chiama carissima lo prenderei a sprangate.
Carissima dillo alla tua capoufficia, alla tua zia Giunchiglia di Loano, alla tua maestra di cha cha cha, ma non a me che dovrei essere la tua amatissima, semmai…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma dove i Dotti Medici e Sapienti danno il meglio?
 
 
Al ristorante, ovvio!!!
 
 
 
 
Prima cosa chiedono con minuzia gli ingredienti delle specialità della casa e poi dibattono del perché e del percome il cuoco cucini il tal piatto in tal modo, mentre loro lo cucinerebbero in un altro.
E poi ordinano sempre i piatti senza qualcosa.
E di solito senza qualcosa di fondamentale.
Il risotto alla milanese senza zafferano, il carpaccio ben cotto senza parmigiano e la pizza marinara senza aglio.
Insomma.., a gavu ‘lfià [levano il fiato].
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Che ci facciamo con gente così?
Al massimo una partita a Trivial Pursuit.
Perdendo, naturalmente.
 
 
 
 

 

 

 

DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.

 

 

Cara Luciana… ancora…

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LA TUA PAGINA DI FB?
PSICHE E SOGNO
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La bella di notte. La pianta… una poesia ed una leggenda   Leave a comment

 
 
 
 

La pianta “Bella di notte” è un cespuglio erbaceo con
fiori che non hanno calice ma sono costituiti da una corolla,
che può essere di vari colori (giallo, rosso, rosa, bianco).
 

E' famosa per una sua originale caratteristica.

Spesso al sole i fiori si chiudono in tutto o in parte
per poi ritornare aperti e vigorosi al tramonto
e durante la notte.
 
 
Da ciò il suo nome.

 
 
 
 
 
 
 

LA BELLA DI NOTTE
UNA POESIA ED UNA LEGGENDA

 
 
 
 

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LA POESIA 

 

 

La città non ha bisogno nè della luce del sole, nè della luce della luna perchè la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.  Ap.21,23

 
 
 
 
BELLA DI NOTTE
Arousal
 
Al calar del’imbrunire
guardati intorno
ogni fiore va a dormire
ma per te inizia il giorno.
Sei nata dalla Luna
per realizzare un sogno
il popolo della notte
di te ha bisogno.
Con i tuoi teneri profumi
allieti le notti di veglia
richiamando quei piccoli lumi
al tocco di una ciglia.
 

 

 
(dal sito – Fiori di pensiero)

 
Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno poichè non vi sarà più notte.  Ap.21,25


 

 
 
LA LEGGENDA DELLE BELLE DI NOTTE


Monica Eleonora Lapenta




 
 
 
Si perde nella notte dei tempi la leggenda del fiore più bello.
Il fiore che allieta le notti di tutti gli uomini insonni perché li attende sveglio d’estate quando non riescono a prendere sonno: le belle di notte.
Una notte, tanto tempo fa, un pianto lungo e sommesso si aggiungeva ai rumori dell’oscurità. Questo pianto si ripeté a lungo, finché la Luna decise di trovarne la fonte.
A lungo girò intorno a tutto il pianeta e, quando aveva ormai perso del tutto le speranze, lo scorse.
Un piccolo punto luminoso: era da lì che proveniva il pianto.
La Luna scese dal suo cocchio e si avvicinò.
Accanto ad un pozzo, ai margini del bosco, era seduta una lucciola. “Chi sei tu? E perché rattristi con il tuo pianto tutte le mie stelle? “ chiese la Luna. La lucciola spaventata alzò gli occhi e rimase stupita nel vedere il suo interlocutore.
Allora disse: “Deve scusarmi, signora Luna, non volevo mettere tristezza alle sue stelle!”
“Io sono Lumil, il principe delle lucciole!”
“Perché piangi principe Lumil?” chiese la luna.
“Si avvicina la primavera e il mio popolo comincerà a vagare per i prati e i giardini, per illuminare le calde notti” disse Lumil “Ma noi non troveremo nessuna corolla dischiusa ad attenderci. Solo tanto verde!”
“E qual è il problema? “ chiese la Luna. “Il tuo popolo, da quando è stato creato, è sempre stato il popolo della notte! Voi avete un ruolo importante: dovete illuminare, come me e le stelle, le notti degli alberi”.
“E questo compito ci onora !” rispose Lumil. “Ma, vede signora Luna, c’è un sogno che ogni lucciola ha da quando nasce: io questo sogno lo faccio da sempre!”
“E qual è questo sogno?” chiese la Luna.
“Uscire dalla nostra casa, volare in un prato e trovare, almeno per una volta, un fiore che ci attenda e poterci posare sui suoi petali!” esclamò Lumil.
“Ma è un sogno, e solo un sogno rimarrà. Buona notte signora Luna e mi perdoni se l’ho disturbata”. E così dicendo Lumil volò via.
La Luna ritornò in cielo, ma non riusciva a smettere di pensare a Lumil e al sogno delle lucciole.
Le notti passavano e il pianto di Lumil le riempiva, ma all’improvviso il pianto cessò.
Sirio, una delle stelle, andò dalla luna e le disse: “Mamma ascolta!”e la invitò a tendere l’orecchio.
“Cosa devo ascoltare?”chiese la Luna.
“Il principe triste! Questa notte il suo pianto non si sente.” rispose Sirio.
“E’ vero ! esclamò la Luna . Non odo il suo lamento!”
“E se gli fosse accaduto qualcosa?” aggiunse Sirio molto preoccupata. “Ti prego mamma va a vedere!”
E cosi fu. La Luna salì sul suo cocchio e andò in cerca del pozzo presso il quale aveva incontrato Lumil per la prima volta.
Quando lo ebbe trovato, si fermò e si avvicinò.
Ferme, vicino al pozzo, trovò tante lucciole e ad una di loro chiese:
“Cosa accade?”la risposta la rattristò.
“Il nostro principe si è ammalato. Era molto triste perché sapeva che i suoi giorni stavano finendo, e che non sarebbe mai riuscito a realizzare il sogno del suo popolo. E il dispiacere lo ha consumato.”
La Luna rimase lì ferma ad attendere di poter vedere il principe Lumil.
Quando la vide il principe disse: “Signora Luna, come mai è ritornata? Io non ho pianto questa notte!”
“Ero preoccupata per te, ragazzo mio e volevo assicurarmi che tu stessi bene!” rispose la Luna dolcemente.
“Non deve preoccuparsi per me. Il mio tempo ormai è finito.
Raggiungerò i miei antenati con un unico rimpianto: non aver potuto realizzare il sogno del mio popolo. Spero che il prossimo principe ci riesca!”
Le forze stavano abbandonando il principe delle lucciole.
Tutto il suo popolo era preso da grande tristezza.
L’amore che le lucciole dimostravano al loro principe e la dolcezza di Lumil colpirono al cuore la Luna.
“Lumil la tua luce si spegnerà presto, questo io non posso evitarlo, ma – disse la Luna – andrai via sapendo di aver realizzato il sogno del tuo popolo. Guarda……..”
La Luna si strappò una ciglia, la prese tra le mani e la posò in terra di fianco a Lumil.
Come d’incanto dalla terra cominciarono a spuntare foglie.
Le foglie presero a germogliare, d’improvviso una gemma si schiuse e fece capolino un bel fiore giallo e fucsia.
“Ecco Lumil!Questo sarà il fiore delle lucciole, per sempre, e si chiamerà come te: Lumil, che nella lingua delle lucciole significa colui che rende bella la notte!” Lumil pianse di gioia e disse: “Grazie o luminosa Luna, sarà bella di notte per il mio popolo!”
E con tutta la forza che gli rimaneva, accese la sua lucina e volò sul suo fiore. E lì si spense felice.
Da quella notte, tante volte la Luna si è levata in cielo, ma ancora oggi quando, nelle notti d’estate guarda i prati, sorride.
Ogni notte le lucciole raggiungono le belle di notte che si schiudono solo per loro e c’è soltanto una pianta, la più bella, che non permette a nessuna lucciola di sedersi sui suoi petali e illuminarla: è la pianta nata vicino al pozzo ed è la sola che non ha bisogno di luce perché nei suoi fiori vive Lumil.


 
 
 
 
 
 
 
dal web
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN 
  






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I sentimenti… la dolce canzone di Francoise Hardy. Storia ed atmosfera del 67   Leave a comment



ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…

by Tony Kospan


 



Anche stavolta la canzone e l’atmosfera

non sono proprio lontanissime dai nostri giorni… 


Eppure son passati 46 anni in cui sono successe davvero

grandi trasformazioni epocali… 

La dolcissima canzone di Francoise Hardy

è sì del 1966 ma giunse in Italia nel 1967

  

 
 
  
 
 
Il titolo originale è “ET MEME”

e gli autori sono Pallavicini e la stessa cantante…

 
 La canzone fu presentata su RAI 1
ed ebbe gran successo…
  
 
 
 
 
 
 
Personalmente rimasi molto colpito dalla bellezza della voce

della cantante francese e da quella del testo.

  

Prima di ascoltarla in 2 versioni, una solo audio ma con testo,

e l’altra in video dell’epoca…

immergiamoci nel clima di quell’anno…

con alcune immagini degli accadimenti più importanti. 
 
 
 

 ATMOSFERA DEL 1967
 

 
 
 
Viene ucciso Che Guevara
 
 
 
 
 
Il dr Barnard esegue il primo trapianto di cuore
 
 
 
 
Gimondi vince il Giro d’Italia
 
 
 
 
Infuria la guerra in Vietnam
 
 
 
 
Pablo Neruda vince il 1° Premio Viareggio
 
 
 
 
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LA CANZONE
 
 
Ma ora veniamo alla canzone


che possiamo ascoltare qui


 leggendo anche il testo…

 
 
 
 
 
 
e poi, se ci va, qui in questo video…
 
 


Ciao da Tony Kospan


POESIE?
UN MODO DIVERSO DI VIVERLE??
ImageChef.com


 
 

Buon martedì pomeriggio in poesia – Quando pronunci il mio nome di Amy Károlyi – arte.. Picasso – canzone.. Oh my love – e…   6 comments

 
 
 
 
Amanti – Picasso
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Se non ricordi che Amore
t'abbia mai fatto commettere
la più piccola follia,
allora non hai mai amato
William Shakespeare
 
 
 
 

         

       

 

Profilo di giovane donna – Picasso
 
 
 
 
 
QUANDO PRONUNCI IL MIO NOME
Amy Károlyi
 
 
La parola diventa rugiada sulle tue labbra.
Dici: albero –
E vedo foreste di alberi.
Dici: pietra –
Non asfalto o cemento,
ma sotto l’acqua punge la roccia.
Dici: bello –
E l’alba fa spuntare tulipani
e il nostro grembo si riempie di primule.
E quando è finito già quasi tutto:
un sigillo rosso prende il posto della tua bocca
quando sciogli lentamente il mio nome.
 
 
 
 

 
Picasso – Cortigiana con collana di gemme 1901
 

 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
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Felice notte con la bella minipoesia… Un filo ci lega… di Roberto Perin   6 comments

 

 
 
 
 
 
 
UN FILO CI LEGA
Perin
 
 
Un filo ci lega,
ci fascia con
un cordone virtuale,

La tua voce,
bassa e lontana,
stringe la mia anima.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

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