Archivio per 27 ottobre 2013

Felice notte con la bella minipoesia… La notte… di Matteo Bonsante   1 comment





LA NOTTE
Matteo Bonsante


La notte è tanto fonda e sono solo.

Mi assedia un tramestio di stelle.

E tu sei tanto sola e tanto muta…

Lontana come l’etere.
 


da SIGIZIE Poesie d’amore


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by Tony Kospan





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La simpatica storia di Maruzzella e l’atmosfera del 1956…   Leave a comment

 

  

 
 
 
 
 
 
 
Stavolta parleremo di un’altra classicissima e notissima
canzone napoletana scritta nel 1954/55
da Bonagura (testo) e da Carosone (musica)
 
 
 

MARUZZELLA
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan




 
 
 
Iniziamo a parlare del titolo che ha sempre incuriosito tanti… 
ed in molti pensavamo al diminutiva di Maria o Mara…

 
In realtà Maruzzella è un diminutivo di Marisa… 
ma in napoletano significa anche piccola lumaca di mare e piccola treccia di capelli.


 
 
 


 
 
 
Maruzzella però è anche il modo con cui Renato Carosone chiamava la moglie Marisa… 
e sembra che la canzone sia stata dedicata proprio a lei…

 
 
 
 
 
 
 
Resta tuttora impresso nella mente e nei cuori il celebre ritornello 


grazie al quale sembra di sentire anche l’odore del mare… e lo sciabordio delle onde
 
 
 
 
 
«Maruzzella Maruzzè,
t’e’ miso dint’a ll’uocchie
‘o mare e m’e’ miso
mpietto a mé nu dispiacere.
Stu core mme faje sbattere
cchiù forte ‘e ll’onne
quanno ‘o cielo è scuro:
primma mme dice sì,
po’ doce doce mme faje murí»
 
 
(Maruzzella, Maruzzella ti sei messa negli occhi il mare
ed hai messo nel mio petto un dispiacere.
Mi fai battere il cuore più forte delle onde:
prima mi dici sì, poi dolce dolce mi fai morire)
 
 
 
 

 

Il successo della canzone fu clamoroso al punto che ne nacquero 2 film… 

e più recentemente, nel 1973, è stata inclusa nella colonna sonora di “Main Streeet di Martin Scorsese.


Prima di ascoltarla in 2 versioni… diamo un’occhiata fugace a quanto accadeva quell’anno…
 
 

 
 
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La rivoluzione ungherese è soffocata nel sangue… 

 

 

La televisone entra nelle abitudini degli Italiani 

 

 

la 2° guerra arabo israeliana
 
 
 
 
La tragedia di Marcinelle (BELGIO)
in cui morirono oltre 600 minatori italiani

 

 

Matrimonio di Grace Kelly
con il Principe Ranieri di Monaco

 

 
Ma torniamo a Maruzzella…

 
Ascoltiamola, in questa delicata versione di Sergio Bruni,
potendo leggere il testo originale… ed in italiano 
 
 
 

 
 
 
e poi, se ci va, anche in questo video
che riprende una scena del film omonimo
in cui è cantata proprio dall'autore…
 
 
Qui possiamo anche respirare in pieno l'atmosfera di quell'anno

 

 
  
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 


 
 
 


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La storia della nascita delle… scarpe   Leave a comment

 
 
 
 
Scarpa in pelle di 5500 anni fa
 
 
 
 
LA NASCITA DELLE… SCARPE…
 
 
Uno studio affronta il problema 
del periodo in cui gli uomini primitivi
iniziarono ad usare scarpe…
 
 
 
 
Scarpa persiana 6° sec a.C.
(SCARPA PERSIANA)
 
 
 

Lo studio dimostra che le prime rudimentali scarpe
apparvero circa 40.000 anni fa
e modificarono le ossa dei piedi dei nostri antenati

 
 
 
 
 

Il professor Trinkaus al lavoro
NEW YORK Gli uomini primitivi avrebbero indossate le prime rudimentali scarpe tra 40.000 e 26.000 anni fa.
 
 Lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista «Journal Archaelogical Science» dallo scienziato americano Erik Trinkaus, professore della Washington University a St Louis, che ha studiato le ossa di alcuni nostri antenati.
 
 
 
 
 
 

SCARPE
 
 
 
 
Secondo Trinkaus la presenza di scanalature nelle ossa dei piedi dei nostri antenati testimonia l’invenzioni delle prime scarpe, che con il tempo resero le osse meno forti e resistenti.
I primi uomini che comparvero sulla terra, circa 500 mila anni fa, sentirono presto il bisogno di coprire i loro piedi a causa per difenderli dal caldo e dal freddo. 
Ma solo molti anni dopo, furono create vere e proprie calzature protettive comparabili alle moderne scarpe.

Lo scienziato afferma che non è possibile stabilire l’epoca esatta nella quale gli uomini non andarono più scalzi, 
e costruirono le prime scarpe perché il materiale animale e vegetale allora usato… adesso non è più reperibile.

«Oggi le più antiche scarpe nel mondo sono di 9.000 anni fa, e sono state trovate in California» 
dice il professor Trinkaus.
 
 
 
 

ESAME DELLE OSSA DEI PRIMITIVI

 

Ossa di un piede primitivo (Bbc on line)

 

 

Esaminando le ossa dei piedi dei primi uomini primitivi (Homo neanderthalensis) e di quelli successivi (Homo sapiens) vissuti rispettivamente 100.000 e 10.000 anni fa, lo scienziato ha stabilito che i primitivi vissuti nel periodo intermedio del Paleolitico (tra i 100.000 e 40.000 anni fa) avevano ossa più pesanti e più forti, mentre coloro che trascorsero la loro esistenza 26.000 anni fa, nell’epoca del Paleolitico superiore, avevano osse messo spesse e meno resistenti.

 

Per testare questa teoria lo scienziato ha preso come riferimento anche i primi nativi americani che andavano scalzi e i contemporanei Inuiti, popolazione che vive in Alaska e che invece indossavano stivali di foca.

 
 
 
EVOLUZIONE E… SCARPE 
 
 
 
 
 
 
 
L’apparizione delle prime scarpe coincide con un periodo storico ricco di progressi per il genere umano.
 
Secondo il profesore Paul Mellas, ordinario di storia primitiva all’Univeristà di Cambridge in quest’epoca ci furono «drammatici cambiamenti» nella vita dei nostri antenati.

«Circa 35.000 anni fa e via di seguito gli uomini producono le prime forme d’arte, i primi arnesi in pietra, le prime decorazioni personali e i primi gioielli.

Non sarebbe una sorpresa scoprire che la comparsa delle prime scarpe sia avvenuta proprio in queste epoca».
 
 
 
 
F I N E
 
 
testo dal Corriere della Sera con mini modifiche – Immagini dal web – Impaginazione t.k.
 
 
 
 
 
 
 

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La risata è contagiosa? Certo! Ecco i motivi…   2 comments

 
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LA RISATA E’ CONTAGIOSA…
ECCO PERCHE’…

 

Lo ha dimostrato uno studio scientifico,
che spiega i meccanismi con cui il cervello
risponde agli stimoli emotivi provocati da sorrisi e risate.

 

 

 

 

La ricerca pubblicata un pò di tempo fa, da un gruppo di scienziati della “University College e dell’Imperial College di Londra”, su “The Journal of Neuroscience” , sostiene che quando qualcuno ride o scoppia in un sussulto di gioia, nel cervello di chi ascolta si attivano le stesse aree che si “accendono” quando siamo noi stessi a ridere.

In pratica, quando vediamo qualcuno che ride il nostro cervello istintivamente lo imita, mettendo in moto i muscoli facciali che permettono il sorriso.

E’ un meccanismo di “specchio” , spiegano.

Ridere è contagioso!

Quando qualcuno inizia, non si può resistere.

Scatta un automatismo in tutti i presenti, ma nessuno era ancora riuscito a capire da che cosa era motivato.

 


 

 

 

 

Quelli che si attivano sono i centri neurali formati dai “neuroni specchio”, quelli che ci permettono di osservare le azioni degli altri e di imitarle, che svolgono un ruolo chiave nella socializzazione.

SOLO I SUONI “positivi” fanno scattare il meccanismo di imitazione.

E solo la risata, produce nel nostro cervello un effetto così marcato, come se in quel momento fossimo noi in prima persona a ridere.
E’ possibile che questa risposta automatica si sia creata per favorire l’interazione sociale, consentendoci così di capire ed empatizzare con la felicità altrui, quando questa si esprime con una risata.

 

 

 

 
 
 
 
BE’ QUEL CHE E’ CERTO E’ CHE LA RISATA FA BENE…
AL CORPO ED ALLO SPIRITO…
COME ANCHE ALTRI STUDI CI CONFERMANO…
 
 
 
 
 
 
 
 
ED ALLORA…
SOLI O IN COMPAGNIA… CON O SENZA CONTAGIO…
MOLTIPLICHIAMO LE OCCASIONI… PER RIDERE… O SORRIDERE…
SICURAMENTE STAREMO MEGLIO…

 
 
 
 

 

 

 

 

CIAOOOOOOOO DA TONY KOSPAN

CON UN… SORRISO…

 

 

 

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Buona domenica in poesia – Il vento nell’isola di Neruda – arte… T. de Lempicka – canzone… Al di là… e   4 comments

 

 
 Tamara De Lempicka *




 
 
 
 
 
 
Pablo Neruda con Matilde Urrutia a Capri
dove fu scritta la poesia che leggeremo

 

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A forza di guardare il cielo
e di respirare a pieni polmoni l’aria fresca della notte,
mi sembrava di riempirmi di stelle.
Tiziano Terzani

 

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Idillio – Tamara De Lempicka

 

 

IL VENTO NELL'ISOLA

Pablo Neruda

 

Il vento è un cavallo:
senti come corre
per il mare, per il cielo.
Vuol portarmi via: senti
come percorre il mondo
per portarmi lontano.
Nascondimi tra le tue braccia
per questa notte sola,
mentre la pioggia rompe
contro il mare e la terra
la sua bocca innumerevole.
Senti come il vento
mi chiama galoppando
per portarmi lontano.
Con la tua fronte sulla mia fronte,
con la tua bocca sulla mia bocca,
legati i nostri corpi,
all’amore che che brucia,
lascia che il vento passi
senza che possa portarmi via.
Lascia che il vento corra
coronato di spuma,
che mi chiami e mi cerchi
galoppando nell’ombra,
mentre, sommerso,
sotto i tuoi grandi occhi,
per questa notte sola
riposerò, amor mio.

 

Autoritratto – Tamara De Lempicka

 
 
 
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da vivere insieme
anche se solo virtualmente
 
Orso Tony
 
 

 
 
*Ritratto del Marchese d'Afflitto 

 
 
 
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Felice notte con la bella minipoesia… Canto… di O.H. Hauge   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
CANTO
Olav H. Hauge
 



Canto, cammina adagio sul mio cuore,
cammina adagio come erica sull’acquitrino,
come uccello su ghiaccio vecchio d’una notte. 
Se spezzi la crosta del dolore
annegherai, canto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Pubblicato 27 ottobre 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

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