Archivio per 23 ottobre 2013

Se devi amarmi… sublime poesia sul vero amore di E. Browning e la bio dell’autrice   2 comments

 
 
 
Nell’ambito della personale antologia delle poesie sublimi…
non può mancare questa che forse, ad una lettura frettolosa,
può nascondere il tesoro insito nei suoi versi.
 
 
 
 
 
Margaret Burne Jones –  Edward Burne Jones
 
 
 
 
 
SE DEVI AMARMI
ELIZABETH BROWNING
POESIA SUBLIME
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
QUALCHE PAROLA SULL'AUTRICE
 
 
 
Elisabeth Barret nacque in una ricca famiglia che però poi ebbe grossi problemi economici.
 
Ben presto iniziò a scrivere e pubblicare con successo poesie e traduzioni dal greco.
 
A 32 anni incappò in una grave malattia che le creò gravi difficoltà di deambulazione ma nello stesso periodo s'innamorò del poeta Robert Browning dopo una intensa corrispondenza.
 
 
 
 
 
Elizabeth Barrett Browning (1806 – 1861)
 
 
 
 
 
A causa dell'opposizione paterna lo sposò di nascosto e con lui scappò in Italia.
 
A circa 43 anni a sua salute migliorò e divenne madre di un bimbo.
 
Visse sempre a Firenze.

 

 

 

Firenze nell'800

 
 
 
 
 
Fu una sostenitrice del nostro Risorgimento ed in particolare di Camillo Benso di Cavour.
 
La sua opera più ampia è il lungo poema Aurora Leigh, del 1857, in cui esalta in modo poetico la necessità dell'emancipazione femminile.
 
Morì a 54 anni ed è sepolta nel Cimitero degli Inglesi.
 
 
 
 
 
LA POESIA SUBLIME
 
 
 


Tornando alla poesia essa non è che un inno sublime al suo amore per Robert.
 
 
Essa come sempre accade quando una poesia è sublime,
ci inoltra, con parole semplici ma precise e suggestive, 
in questo mondo assoluto e celeste in cui far viver il sentimento più bello che c’è…
 
 
 
 
 
 

Robert Browning

 

 

 

Il Vero Amore, ci dice Elizabeth,
non può esser legato a fattori esterni o concreti o a nostre comodità… o interessi…
ma si nutre di assoluta interiorità… al di là di ogni contingenza…
ed in tal modo esso potrà non aver mai fine…
 
 
 
 

 
 

 
E’ a parer mio una poesia che… fa volare…
Ma ora leggiamola…

Tony Kospan
 
 
 
 

 John William Waterhouse

 

 

SE DEVI AMARMI


Elizabeth Barrett Browning

 

 

Se devi amarmi,

per null’altro sia che per amore.

Mai non dire:

“L’amo per il sorriso, per lo sguardo,

la gentilezza del parlare,

il modo di pensare così conforme al mio,

che mi rese sereno un giorno”.

Queste son tutte cose che posson mutare.

Amore mio, in sé stesso o per te,

un amore così nato potrebbe poi morire.

E non amarmi per pietà di lacrime

che bagnino il mio volto.

Può scordare il pianto

chi ebbe a lungo il tuo conforto,

e perderti.

Soltanto per amore amami

per sempre e per l’eternità.

 


 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 

 

La Venere Landolina… La storia di questa antica scultura e l’amore per lei di Guy de Maupassant   2 comments

 
 
 
 
LA VENERE LANDOLINA
 
 
 
 
 
LA SCULTURA… LA STORIA… IL RITROVAMENTO
E LE PAROLE DI UNO SCRITTORE… INNAMORATO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA VENERE LANDOLINA
 
 
 
La Venere Landolina è una scultura marmorea appartenente alla serie di Afrodite “Pudica” in marmo pario copia romana di un originale greco della prima metà del I secolo a.C., ed è conservata nel Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa.(wikipedia con aggiunte)
 
 
 
 
 

 

 
 
 
E' molto nota per alcune caratteristiche che la rendono quasi unica nel panorama delle sculture dell'antichità… e per questo è molto amata ed attira visitatori da ogni dove…
 
Ci sono diverse altre copie di svariate epoche di “Afrodite pudica“, sparse nei musei, come ad. es. questa situata nei Musei Capitolini
 

 

 
 
 
La dea è raffigurata mentre sta per denudarsi prima del bagno.
Il nudo opulento e sensuale è messo in risalto dal ricco panneggio e dal gesto pudico della mano che copre il pube.
La statua è acefala e priva dell'avambraccio destro, che originariamente copriva il seno.
A sinistra della figura c'è un delfino acefalo che evoca le acque marine da cui nacque Afrodite.
L'originale fu realizzato probabilmente da scultori greci della scuola rodio-asiatica o scolpito da maestranze greche nella stessa città di Siracusa.







La statua dell’Afrodite fu rinvenuta a Siracusa nell'Orto Bonavia, poi Giardino Spagna, il 7 gennaio 1804 da Saverio Landolina, Regio Custode delle Antichità di Val Demone e Val di Noto. (dal sito Siracusani famosi).
 
Questo spiega con chiarezza il perché del nome “Landolina“…
 
 
 
 
 

Saverio Landolina

 

 
Bella anche quest'altra lettura dell'opera…
 
Pudica perché colta nell'atto di coprirsi, ma anche sfacciatamente seduttiva per l'aprirsi al vento della veste e per la fremente verità del suo corpo di donna, la Venere Landolina di Siracusa racconta la metamorfosi dell'immagine distante di una dea nelle forme attraenti della natura femminile. (Roberta Schenal*)
 
*esperta d'arte antica ed in particolare di opere della Magna grecia.
 
 
 
 

Scultura - Venere Anadiomene detta Landolina - Siracusa - Museo Archeologico Nazionale

 
 
 
 
Ma veniamo ora alla descrizione che ci dona lo scrittore Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques 5 agosto 1850 – Parigi 6 luglio 1893) scrittore, drammaturgo e poeta francese, nonché gran viaggiatore ed uno dei padri del racconto moderno che ne era profondamente “innamorato
« Fu probabilmente lei che mi decise ad intraprendere il viaggio; parlavo di lei e la sognavo in ogni istante, prima ancora di averla vista. […] è la donna così com’è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. […]. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. » (GdM – wikipedia).

Leggiamo ora come il grande scrittore racconta l'incontro con questa stupenda scultura.
 
 
 
 

 

 

 

VENERE LANDOLINA O ANADIOMENE

Guy de Maupassant

 

 

Varcando la soglia del museo, la scorsi in fondo una sala, bella come l'avevo immaginata. Le manca la testa, non possiede un braccio; eppure, giammai una figura umana mi è apparsa più stupenda e fascinosa. Non è affatto la donna dei poeti, la donna favoleggiata, la donna divina e maestosa, come la Venere di Milo, è la donna tale come è, come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. E' prosperosa, col seno florido, l'anca robusta e la gamba vigorosa; è una Venere carnale che quando la si vede , in piedi, è naturale immaginarla coricata. Il braccio perduto celava i seni; con la mano rimasta solleva un panno col quale copre, con grazia, i fascini più intimi. Tutto il corpo è fatto, ideato, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi confluiscono, tutto il pensiero vi concorre. Questo gesto semplice e naturale, pregno di pudore e di sensualità, che nasconde e mostra, che vela e svela,che attrae e allontana, sembra definire tutti i caratteri della donna sulla terra.

Il marmo è vivo. ……. La Venere di Siracusa è una donna, ed è pure il simbolo della carne……..è l'espressione perfetta della bellezza esuberante, sana e semplice……Non ha la testa! E che importa? Il simbolo ne è uscito più completo. E' un corpo di donna che esprime tutta la reale poesia della carezza……La figura di marmo che ho veduto a Siracusa è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico: è la donna che copre e rivela a un tempo lo stupefacente mistero della vita.

 
 
 
 
 
Guy de Maupassant
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

fonti: vari siti web indicati – ricerche coordinam. e impaginaz. t.k.

 

 

 

 
 

IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
 
 
 
 

Mille lire al mese… la mitica significativa canzone del 1939 e l’atmosfera dell’epoca   1 comment

 
 

“Se potessi avere mille lire al mese”
cantava Umberto Melnati
nel film omonimo…
Mille lire al mese – del 1939
 
 
 

 
 
 
 
 
 
MILLE LIRE AL MESE
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 
Alida Valli nel film
 
 

 

La canzone ebbe gran successo…
 
Successo che è poi proseguito
fino ai nostri giorni…

 
 
 
 
 
  
 
Oggi certo non ci bastano neanche lontanamente…
1000 lire al mese…
(poco di più di cinquanta centesimi attuali)
anzi non ci bastano affatto nemmeno 1000 euro al mese… A bocca aperta
ma in questi tempi di crisi con la disoccupazione che avanza
forse i  1000 euro sono tornati ad esser un sogno per molti.
 
 
 
 
 
 
Questa qui giù è l'ultima versione della banconota
di mille lire prima dell'avvento dell'euro..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ora alcune immagini di quel 1939
per assaporarne l'atmosfera…



 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Oggi questa canzone rimane simpatico e storico simbolo
dell’aspirazione… dell’italiano medio…
ad una vita di tranquillo… benessere…  
 
 
 
 
 

 

Ascoltiamola… ora qui nella versione originale
cantata da Natalino Otto potendo nel contempo
leggere il testo
 
 
 
  
 
 
 
Se si vuole… possiamo ascoltarla anche qui…
in questo video… dove vi sono
anche bellissime immagini di quel tempo…
e… della mitica… Mille Lire
  
 
 
 
 
 

Ciao da Tony Kospan



 

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Buon mercoledì in poesia – Anche tu ami gli uccelli bianchi di A. Brandolini – arte.. F. Vallotton – canzone.. Volare – e..   2 comments

 

 

Felix Vallotton – Donna che legge

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una vita senza sogni

è come un giardino senza fiori.

G. Beese

 

 

 

Felix Vallotton – Il bacio

 
 
 
ANCHE TU AMI GLI UCCELLI BIANCHI
Alessio Brandolini
 
Anche tu ami gli uccelli bianchi
dalle ali morbide più del pane
per questo rubarti vorrei
alla fine d’un sogno e dell’estate
quando già si comincia a pensare
al ritorno al proprio quartiere
al monotono lavoro
ai problemi di tutti i giorni
alle leggi nefaste del governo
alle guerre e al fanatismo religioso.
Mi aspetti a un’ora insolita
con la mente che nuota
tra le onde e la schiuma
con le mani e i piedi nudi
che tracciano nodi nell’aria.
Oggi c’è qualcosa di strano
nell’odore salmastro del Tirreno
parla di te, di noi
unisce le nostre mani
i corpi nudi che tessono
trame dai colori precolombiani
un amore difficile, ma intenso.
 
 
 
 

Felix Vallotton – Donna con cappello nero

 

 
 
da Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
 
 
 
 
 
 

Felice notte con la bella minipoesia… Il giardino dei fiori… di Kabir   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL GIARDINO DEI FIORI
Kabir
 
 

Non andare al giardino dei fiori!

 

Oh amico! Non andarci!

 

E’ nel tuo corpo il giardino dei fiori!

 

Siediti sui mille petali del loto e…

 

… da lì, guarda l'infinita bellezza.
 
 
 
 
 
John William Waterhouse – Mia dolce rosa
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
à tout le monde
par Tony Kospan
 
 
 
 
 
 

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