Archivio per 5 ottobre 2013

Il mitico Cantico delle Creature…. cantato in modo sublime da Branduardi   1 comment

 

 

 
 
 
 
Ieri abbiamo ricordato l'immensa figura
laica e religiosa di San Francesco
e la sua visione d'amore universale…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Abbiamo altresì letto la sua mitica poesia…
 
 
Ecco ora ascoltiamola… 
cantata da Angelo Branduardi…
per completare il nostro omaggio
al grande Santo… amato da tutti.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
CIAOOOOOOO
 
 
 
TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 

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Stanchi… annoiati? Questo ci tirerà su…   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
STANCHI ANNOIATI?
 
 
 
 
 
 
Nessun problema…
 
 
 
 
 
 
 
ECCO QUALCOSA
CHE CERTO CI TIRERA’ SU…A bocca aperta
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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 Ciaoooooooo 
 
 
 
 
T.K.
 
 
 
 
 
 

Pubblicato 5 ottobre 2013 da tonykospan21 in BUONUMORE

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L’eccezionale ritrovamento del ritratto leonardesco di Isabella D’Este   11 comments







Leonardo, come sappiamo, è stato 

un uomo di grandissimo ed universale ingegno in diversi ambiti del sapere, 

dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle invenzioni, 

dalla scenografia all’anatomia, dalla musica alla scrittura… etc




La sua opera più nota – Monna Lisa (Partic.)



E’ anche unanimemente ritenuto uno dei più grandi geni di sempre.

Volendo quindi ricordarlo in modo completo non basterebbe certo un solo post, 

per cui mi limito a proporre questo post 

dedicato ad un dipinto da poco attribuitogli anche se tra molte polemiche.





Vinci 15.4.1452 – Amboise 2.5.1519




Spesso le opere di Leonardo presentano grandi misteri

(a partire dalla Gioconda)

ed anche questa, recentemente attribuitagli, non è da meno.


Ma stavolta i dubbi sono proprio sull’attribuzione

(alla fine dirò il mio pensiero)

anche se resta in ogni caso un’opera affascinante.



Isabella d’Este – Leonardo



IL DIPINTO DI ISABELLA D’ESTE

ECCEZIONALE RITROVAMENTO O INCERTA ATTRIBUZIONE?

LE PROVE… E LE POLEMICHE

a cura di Tony Kospan



Il dipinto ritrovato in caveau di una banca Svizzera quasi casualmente, tra le opere della collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il Centro Italia e la Svizzera tedesca era tra i dipinti più ricercati ed un vero e proprio giallo della Storia dell’Arte.


C’era sì la prova della sua esistenza… ma erano 500 anni che gli storici dell’arte cercavano il ritratto leonardesco di Isabella d’Este per quasi 50 anni (dal 1490 al 1539) Marchesa di Mantova nonché tra le donne più famose ed interessanti del Rinascimento e dipinta anche da Tiziano.



 Isabella d’Este – Leonardo – Partic.



LE PROVE DELL’ESISTENZA DEL DIPINTO LEONARDESCO



1 – disegno preparatorio su cartone conservato al Museo del Louvre

2 – le lettere della Marchesa che chiedevano modifiche del colore

3 – notizie del 1517 di un quadro di Isabella nel castello di Blois.




Il bozzetto del Louvre



Ma il quadro trovato in un caveau svizzero è davvero quello che si cercava?

Beh per molti esperti non ci sono dubbi…

Lo confermerebbero queste prove scientifiche ed… artistiche.



LE “PROVE”  DELL’ATTRIBUZIONE A LEONARDO







1 – La prova del carbonio

2 – I pigmenti sono uguali a quelli utilizzati da Leonardo in altri dipinti

3 – Lo stile del Maestro

4 – La certificazione del prof. C. Pedretti massimo esperto di Leonardo

5 – La fedele riproposizione dell’immagine del bozzetto del Louvre con la sola aggiunta di corona e scettro.

6 – La visione con la fluorescenza mostra il libro.




Autoritratto



In verità il dipinto era stato ritrovato alcuni anni fa 
ma solo dopo una serie di approfonditi esami 
diversi esperti ne hanno confermato l’autenticità.




Isabella d’Este – Bozzetto e opera



Ma come si diceva diversi altri esperti 
contestano questa attribuzione ritenendo l’opera di allievi di Leonardo.



LE CONTESTAZIONI ALL’ATTRIBUZIONE



La foggia del vestito sarebbe stata non di moda nel 1514 ma lo era nel 1500;

Mancanza dei tipici chiaroscuri di Leonardo;

Dito indice eccessivamente lungo e quindi cosa assurda per un artista come Leonardo amante delle proporzioni e conoscitore del corpo umano;

Sia i drappeggi che i capelli appaiono duri e privi dei consueti volumi realizzati da genio fiorentino in altri dipinti… come questo che vediamo qui sotto.



Leonardo – La Vergine delle rocce (partic.)



UN MIO PERSONALE PENSIERO



Appaiono verosimili entrambe le tesi e quindi il dilemma sarebbe irrisolvibile.

Esaminiamo però alcuni punti incontrovertibili.

La rassomiglianza dell’opera con il dipinto preparatorio (conservato al Louvre) del 1499 creato da Leonardo durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga, dimostra la conoscenza del primo da parte degli autori del successivo dipinto.

Orbene le 2 tesi hanno un punto in comune evidenziato anche nell’analisi tecnica del dipinto.

Parlo della presenza accertata di più mani nella sua realizzazione.

Questo fa supporre che l’opera iniziata da Leonardo sia stata completata da allievi del Maestro i suoi “preferiti” Salai e Melzi e questo spiegherebbe le segnalate incongruenze.

Per questo la massima parte degli esperti (ed io con loro) quindi, pur con questi limiti, attribuiscono l’opera a Leonardo.

Tony Kospan



Frecce (104)







Informazioni scientifiche e storiche… vere ma… sorprendenti – II Parte   Leave a comment

 
 
 
 
ALCUNE DAVVERO INCREDIBILI…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CURIOSITA’ SCIENTIFICHE O STORICHE… 
VERE MA… SIMPATICHE O SORPRENDENTI
 
 
 
 
II PARTE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ impossibile starnutire con gli occhi aperti (… ci state provando?!)
 
L’unico alimento che non si deteriora è il miele.
 
Il “Quac, Quac” delle oche non dà eco (non si sa perché).
 
Lo scarafaggio può vivere nove giorni anche se privato della testa, dopodiché… muore di … fame.
 
Un coccodrillo non può tirare fuori la lingua.
 
Il cuore di un gamberetto è… nella testa.
 
La formica può sollevare pesi pari a 50 volte quello del suo corpo, e spingere oggetti 30 volte più pesanti di lei e cade sempre sul fianco destro quando è inebriata.
 
Una pulce può saltare una distanza pari a 350 volte la lunghezza del suo corpo.
 
L’accendino è stato inventato prima dei fiammiferi.
 
Come le impronte digitali, l’impronta della lingua è diversa per ogni uomo.

 

 

 

 

 

 

Nel Vangelo di San Matteo si legge
E’ più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli”.
In realtà San Gerolamo, che tradusse dal greco al latino il testo, interpretò la parola “kamelos” come “cammello”, mentre l’esatto significato è “grossa fune utilizzata per l’attracco delle navi“.
Il senso della frase resta sostanzialmente lo stesso, ma acquista molta più coerenza.
A parte ciò, si spiega perché gli scaricatori del porto di Genova si chiamano “CAMALLI“.
 
Per legge, le strade interstatali degli Stati Uniti hanno almeno un miglio rettilineo ogni 5.
Questi rettilinei possono essere utili come piste di atterraggio in casi di emergenza o in guerra.
 
 
 
 

 
 
 
 
Il nome “Jeep” deriva dall’abbreviazione, in uso nell’esercito americano, dell’espressione “General Purpose”, ovvero “GP”. 
 
Ecco come nasce la… Luna di miele.
Circa 4.000 anni fa, in Babilonia, c’era l’usanza per cui, per un intero mese dopo il matrimonio, il padre della sposa forniva al genero tutto l’idromele che egli riusciva a bere.
Essendo l’idromele una bevanda ricavata dal miele ed essendo a quei tempi il calendario basato sulle fasi lunari, quel periodo fu denominato mese di miele o “luna di miele“.
 
Nell’antica Inghilterra non si poteva fare sesso senza l’autorizzazione del Re (erano esclusi i membri – notare il termine molto opportuno – della casa reale).
Quando si desiderava avere un bambino si doveva chiedere il consenso del Re che consegnava agli interessati un cartellone da affiggere alla porta di casa durante la pratica del sesso.
Sul cartellone era scritto: “F.U.C.K.” (Fornication Under Consent of the King).
 
In Scozia, quando inventarono un nuovo gioco solo per uomini, lo chiamarono “Gentlemen Only Ladies Forbidden” da cui, più semplicemente, G.O.L.F.

 

 

 

 
 
 
 
F I N E
 
 
 
Testo dal web – Impaginaz. t.k.
 
 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
Chi desiderasse leggere la
I Parte
con diverse, ma ugualmente sorprendenti,
notizie scientifiche… storiche etc..
 
 
 
 
 
 

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Chiedo silenzio – Neruda – Poesia di profonda spiritualità   7 comments







Tra le poesie che definisco ”sublimi”,
intendendo con questo termine poesie
che uniscono alla bellezza dei versi
anche profondità di pensiero, riflessioni sulla vita, etc…,
non può mancare questa del mitico Neruda…






In molti pensano che Neruda abbia scritto solo
poesie bellissime d'amore… mentre ha in realtà
scritto anche opere morali e sociali…
di cui tra l'altro andava più fiero che delle prime.

Questa, che è di genere morale ed introspettivo,
ci sorprende molto favorevolmente come sempre.






CHIEDO SILENZIO
– NERUDA –
– SUBLIME POESIA MORALE –


Può sembrare all’inizio una poesia triste
di una persona che dà l'addio al mondo,
ma poi si apre in un affresco in cui è dipinta,
in modo chiaro e lucido,
la sua idea delle stagioni della vita… dell’amore…
ed in definitiva la sua visione del senso del nostro vivere.






Visione che appare quasi filosofica o religiosa…
con la suggestiva affermazione di un eterno ciclo
nel quale la nascita ci porta sempre alla morte
e che la morte che ci porta sempre ad una nuova nascita…

Il Poeta dunque, pur facendo un resoconto della sua vita,
non si lascia trascinare nella malinconia dei ricordi
nè dal pessimismo del pensiero sul destino dell’uomo.





Anzi, grazie anche alla proclamazione
del suo amore per Matilde (Urrutia),
che considera la donna del suo destino,
la poesia raggiunge anche un grande vigore lirico.

In ultima analisi a me sembra
che la poesia contenga, pur nel commiato,
un sereno ed innamorato abbraccio alla vita…
in ogni suo aspetto.






CHIEDO SILENZIO
Pablo Neruda

Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.
Io chiuderò gli occhi
E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.
Una è l’amore senza fine.
La seconda è vedere l’autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.
La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.
La quarta cosa è l’estate
rotonda come un’anguria.
La quinta cosa sono i tuoi occhi.
Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occhi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.
Amici, questo è ciò che voglio.
E’ quasi nulla e quasi tutto.
Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.
Accade che sono e che continuo.
Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i grani che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.
E’ che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.
Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere.





Come sempre mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere…



CIAO DA TONY KOSPAN





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