Archivio per 1 ottobre 2013

Il Fantastico Mondo della Poesia è in festa per aver superato i 7.000 iscritti   6 comments

 

 

 

 

 

Care amiche e cari amici annuncio con gioia che

il nostro gruppo ha superato il numero

di 7000 iscritti…

 

 

 

 

 


Il gruppo come sapete è dedicato
alla Poesia ed alla Cultura in genere
e ripudia link e post
pubblicitari ed auto pubblicitari.

Come saprete sono stato costretto
a renderlo “chiuso”
per una vera e propria “valanga”
di richieste di iscrizione da parte di persone
che non avevano alcun interesse per la poesia
né per la cultura… e nemmeno per l'educazione.

 

 

 
La partecipazione giornaliera è davvero eccezionale
per numero e qualità degli interventi
al punto che faccio molta fatica a seguirli tutti.
 
 
 
 

 
 
 
 
Interventi che riguardano,
come in pochi o in nessun altro analogo gruppo,
sia opere degli iscritti che di grandi autori…
 
 
Un altro obiettivo inderogabile è la correttezza
e l'armonia nel gruppo per cui chi ha cercato
di criticar o offender idee e persone
è stato gentilmente accompagnato alla porta…
 
 
 

FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21

 
 
 
 
Concludo infine ringraziando
gli amministratori per la notevole collaborazione
e voi tutti per la fantastica partecipazione 
 
 
 
 

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Brindo augurando al
FANTASTICO MONDO DELLA POESIA
ed a voi tutti sempre nuovi successi…
 
 
Si dia inizio alla festa…
 
 
 
 
 
 
 
 
Tony Kospan


 

Ci giunge dall’antico Egitto… Il racconto del naufrago… di oltre 4000 anni fa…   1 comment

 

 

 

 
 
Favola trovata in un unico manoscritto…
il papiro 1115, dell’Ermitage di Leningrado, 
in scrittura ieratica,
risalente alla XII dinastia (ca. 2000 a.C.)
 
 
I suoi significati sono di vario tipo
ma il racconto riesce soprattutto a donarci l'atmosfera
di quell'antichissima epoca
 

 

  

 

 

IL RACCONTO DEL NAUFRAGO…

 

 

Disse allora l’ottimo cortigiano:
“Gioisci, o principe, vedi, abbiamo raggiunto la patria, afferrato il martello, il paletto è stato fissato.
La cima di prua è stata gettata in terra, si levano inni di lode, si ringrazia Dio, ognuno abbraccia il suo compagno.
Poichè il nostro equipaggio è tornato sano e salvo, non ci sono state perdite fra la nostra truppa.
 Abbiamo raggiunto il confine della Nubia, abbiamo passato l’isola Bigga.
Vedi, siam tornati felicemente, la nostra terra, l’abbiamo raggiunta.
Ma ascoltami, o principe,  non esagero: lavati, versa acqua sulle tue dita, rispondi a ciò che ti si chiede, parla al re con cuore raccolto, rispondi senza balbettio, perchè la bocca dell’uomo è in grado di salvarlo. Il suo discorso gli guadagna indulgenza.
Ma agisci come vuoi, è stancante consigliarti.
 
 
 

 
 
 
Piuttosto ti racconto qualcosa di simile, una cosa a me stesso accaduta: ero partito per le miniere del re, ero uscito in mare con una nave.
Era lunga centoventi cubiti e larga quaranta, imbarcava centoventi mariani,l’élite d’Egitto.
Osservavano il cielo, osservavano la terra e il loro cuore era impavido più di quello dei leoni.
Allora annunciarono una tempesta, prima ancora che giungesse, e un temporale, prima che scoppiasse.
La tempesta ci colse che eravamo ancora in mare prima che potessimo raggiungere la terraferma.
Ancora veleggiavamo, quando il vento raddoppiò e sospinse un’onda di otto cubiti.
Mi scagliò addosso un pezzo di legno, la nave affondò.
Non si salvò nessuno dell’equipaggio, io solo fui gettato su un’isola da un’onda.
Vi trascorsi tre giorni in solitudine, col mio cuore unico compagno.
Dormii nell’incavo di un albero e (di giorno) cercavo l’ombra.
Mi accinsi poi a cercare qualcosa da poter mettere in bocca.
Trovai lì dei fichi e dell’uva e ogni sorta di porri, sicomori, maturi e acerbi e cetrioli, come fossero stati piantati.
C’erano anche pesci e uccelli, in breve: nulla vi mancava.
Mangiai a sazietà e qualcosa la gettai via, perchè avevo troppo sulle mie braccia.
Feci poi un bastoncino per il fuoco, ne accesi uno e bruciai un olocausto agli dèi.
Udii poi il rimbombo di un tuono e pensai:” E’ un’onda del mare”.
Alberi si schiantavano, la terrra tremò.
Mi scoprii il volto e lo riconobbi: era un serpente (un dio serpente), che si avvicinava.
Era lungo trenta cubiti la sua barba era lunga più di due cubiti.
Il suo corpo era rivestito d’oro le sue ciglia di vero lapislazzuli… 
Spalancò la sua bocca su di me mentre io ero sdraiato sulla pancia dinnanzi a lui.
Mi disse:”Chi ti ha portato, chi ti ha portato bricconcello, chi ti ha portato (qui)?
Se esiti a dirmi chi ti ha portato in quest’isola, farò in modo che ti  trovi incenerito, diventato un qualcosa che non si può guardare”.
(Io risposi:) “E’ a me che parli, ma non riesco a sentirti. Sono davanti a te, ma non mi riconosco più”.
Allora mi afferrò con la bocca, mi trascinò nella sua tana. 
Lì mi posò, illeso, ero sano e salvo, non mi aveva staccato nulla. Spalancò la sua bocca verso di me, mentro io ero prostrato davanti a lui.
Poi mi parlò: “Chi ti ha portato, chi ti ha portato? Bricconcello, chi ti ha portato su quest’isola del mare che sta in mezzo alle acque?”.
Allora gli risposi, le mie mani rispettosamente piegate. Gli dissi:” Andò così: ero uscito per raggiungere le miniere su incarico del re
(ero in mare con una nave).
Era lunga centoventi cubiti e larga quaranta, imbarcava centoventi marinai, l’élite d’Egitto. Osservavano il cielo, osservavano la terra e il loro cuore era impavido più di quello dei leoni. Allora preannunciarono una tempesta, prima ancora che giungesse, e un temporale prima che si formasse.
Ognuno di loro era più coraggioso e forte del proprio camerata. Fra di loro non c’era un balordo. La tempesta arrivò che eravamo ancora in mare prima che potessimo raggiungere la costa.
Quando ancora navigavamo, il vento raddoppiò e formò un’onda di otto cubiti che mi rovesciò addosso un pezzo di legno.
La nave affondò. Nessuno dell’equipaggio si salvò, a parte me, ed eccomi da te.
Fui portato su quest’isola da un’onda del mare”.
Allora mi disse: “Non temere, non temere, bricconcello, il tuo viso non deve impallidire, perchè è da me che tu sei giunto. Vedi, è stato un dio che ti ha fatto sopravvivere e che ti ha portato su quest’isola paradisiaca. Non c’è nulla che vi manchi, è piena di buone cose. Ebbene: vi trascorrerai un mese dopo l’altro fin quando non ne saranno trascorsi quattro. Allora verrà una nave dalla tua patria, con marinai che tu conosci.
Con loro navigherai verso casa, e potrai morire nella tua città.
Com’è felice chi può raccontare quello che ha passato, una volta superato il pericolo!
Adesso ti voglio raccontare qualcosa di simile accaduto su quell’isola.
 
 
 

 
 
 
Ero su di essa con la mia stirpe, fra di loro dei bambini; tutti insieme eravamo settantacinque serpenti, i miei bambini e la mia schiatta.
Nulla ti dirò di una figlioletta, donatami in seguito a una preghiera. Allora una stella cadde (dal cielo) e tutti perirono tra le fiammme!
Ma accadde che io non fossi tra quelli bruciati, perchè in quel momento non ero con loro:
Quando perciò li vidi tutti morti, su un unico mucchio, fu come se fossi morto anche’io.
Se saprai essere forte e vincerai il tuo cuore, allora riabbraccerai i tuoi bambini… bacerai  tua moglie e rivedrai la tua casa.
E’ la cosa più bella di tutte, ritornare nella tua patria; raggiungere la tua stirpe”.
Allora mi prosternai e toccai la terra dinnanzi a lui.
Gli dissi: “Parlerò della tua gloria al mio signore e gli racconterò della tua grandezza.
Ti farò portare ladano, oli di Hekenu, profumo, balsamo, incenso per il tempio, con i quali ogni dio si fa benigno.
Racconterò quello che mi è succeso e quello che ho visto del tuo potere.
Sì (il re) loderà dio per te nella sua residenza, davanti ai funzionari di tutto il paese.
Sacriferò dei tori in tuo onore e li brucerò, tirerò  il collo alle oche. Ti invierò delle navi, cariche di tutti i tesori d’Egitto, come si fa per un dio che ama gli uomini in un paese straniero, sconosciuto agli uomini”.
Allora egli rise per colpa mia, (più precisamente) per ciò che avevo detto e che per lui era così stolto.
Mi disse:” Non sei affatto ricco di mirra o di altri tipi di incenso.
Io sono il signore di Punt e la mirra mi appartiene.
Quell’olio di Hekenu che promettevi di portarmi è proprio il tesoro di quest’isola.
Inoltre, quando lascerai questo posto non lo rivedrai mai più, perchè diverrà acqua.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
Poi venne quella nave, come egli aveva predetto. mi incamminai verso un grande albero e riconobbi quelli che erano a bordo.
Tornai indietro per informarlo, ma vidi che già sapeva.
Allora mi disse:”Ritorna sano e salvo a casa, bricconcello, per rivedere i tuoi bambini.
Parla bene di me nella tua città: vedi, questo è ciò che desidero da te”.
Allora mi prosternai dinnanzi a lui, con le braccia rispettosamente piegate.
Mi diede un carico di mirra, oli di Hekenu, profumo e balsamo; erbe di Tischepse, essenze e ombretto, code di giraffa, grandi pezzi d’incenso e zanne d’elefante, levrieri, cercopitechi, babbuini e ogni sorta di oggetti preziosi.
Caricai tutto sulla nave e mi prosternai per ringraziarlo.
Allora mi disse:”Vedi, fra due mesi raggiungerai la tua patria, abbraccerai i tuoi bambini e potri ringiovanire nella tua bara”.
A quel punto scesi verso la riva, vicino alla nave e parlai all’equipaggio.
Lungo la riva intonai poi un inno di ringraziamento al signore dell’isola e quelli che erano sulla nave fecero la stessa cosa.
Navigammo dunque verso nord, verso la residenza del signore che raggiungemmo dopo due mesi, proprio come lui aveva predetto.
Entrai poi (nel palazzo), mi presentai al cospetto del signore e gli diedi i doni che avevo portato dall’isola.
Allora di fronte a tutti i funzionari egli mi ringraziò, mi promosse suo cortigiano e mi diede duecento schiavi.
Pensa a come stavo dopo aver raggiunto la terra, quando mi voltavo a guardare ciò che avevo passato.
Ascoltami! E’ bene che gli uomini ascoltino.
 
 
 
 

 

 

 

 
Lui però (il principe) rispose soltanto: ” Non ti sforzare troppo amico mio.
Chi dà da mangiare a un’oca prima dell’alba, quando il mattino stesso le tireranno il collo?”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

DAL WEB – IMPAGINAZIONE T.K.
 
 
 

CIAO DA TONY KOSPAN 

 

 

 

 

IL GRUPPO CULTURALE DI FB
 
 
 

Ahi ahi anche le mamme sotto le visioni controcorrente ma sorridenti della Littizzetto   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
Potevano mancare le mamme nell’antologia
dissacratrice e controcorrente
della Luciana nazionale?
 
 
No!?!?
 
 
Ed allora eccole servite!A bocca aperta
 
 
(Povere mamme)
 
T.K.
 
 
 
 
 
 
Viva le mamme
(son doni del cielo)
Luciana Littizzetto
 
 
 
 
 
 
 
Pur essendo una donna tanto approssimativa, una cosa l’ho imparata: che le madri sono come i senatori a vita. Una volta elette, che tu lo voglia o no, continuano a governarti per sempre. Dal seggiolone fino alle soglie della demenza. Tua, naturalmente. Con una tenacia invidiabile. -E stai dritta con la schiena, e mettiti la canottiera, e tagliati la frangia che se no ti rovini la vista, e te l’avevo detto, e assaggia prima di dire che non ti piace, e mastica bene, e bevi piano che è fredda, e non sporgerti dal balcone che la testa è più pesante e cadi giù.
– Questi i capisaldi della loro politica sociale. Per le madri delle femmine si aggiunge: -Ma quand’è che ti compri un bel tailleur?-.
Mia madre, nonostante io abbia diciannove anni per gamba, quando incontriamo qualcuno per strada riesce ancora a dirmi: -Saluta!-.
Resta inteso che sia la donna moderna, sia il maschio del 2002 alla madre vogliono comunque un sacco di bene. Le madri son doni del cielo, come i fulmini, i tomadi e la grandine. Ci sono madri poi che, quando esauriscono le raccomandazioni classiche, si cimentano con avvertimenti che sfiorano la supplica, pericolosamente vicini a patologie della sfera maniacale. Tipo: «Non scendere dall’aereo prima che sia veramente fermo». Oppure: «Vai pure a giocare a calcio, ma mi raccomando: non correre e non sudare». O ancora: «Non aprire il frigo senza il golf addosso che ti prende la polmonite e non stare vicino al camino dalla parte della schiena che ti cuoce il midollo». Il mio amico Marcello, che tutti i giorni per lavoro è costretto a farsi Milano-Bologna in auto, si deve sorbire quotidianamente la preghiera disperata della madre che gli raccomanda: «Attento nelle gallerie!». Peccato che quel tratto di autostrada ne sia sprovvista. E poi aggiunge: «E non posteggiare la macchina dove te la rubano».
Che pazienza… La madre di Elvira e Rosella, ossessionata dalla verginità delle fìglie, quando sa che escono col fidanzato le minaccia così: «Mi raccomando: aprite gli occhi e stringete il culo». Che classe.
E quando c’è una mamma, c’è sempre nei paraggi una figlia migliore di tè con la quale fare laceranti paragoni.
Il mio confronto costante era una certa Giosetta, antipatica come la merda. «Guarda Giosetta che s’è fatta i codini!» «Guarda Giosetta che ha già finito i compiti delle vacanze!» «Guarda Giosetta che balla sulle punte!»
Poi verso i sedici anni Giosetta ha cominciato a farsi le pere e mia madre miracolosamente ha smesso di fare paragoni. Anzi no. Quando cambio fidanzato mi dice: continua così che fai la fine di Bruc (quella di Beautifui, per capirci).
 
 
 
 
 

 

 

 
 
Poi le madri sono tutte un po’ stregone. Fanno diagnosi e prescrivono cure con la sicurezza e la professionalità di un primario delle Molinette non indagato. Mia madre riusciva a sentire se avevo l’alito di acetone a distanza di otto metri e ancora adesso mi dice che quando prude guarisce e mi urla che il naso si soffia prima un buco e poi l’altro. La madre di Bea, quando lei le disse che non rimaneva incinta per via di una tuba otturata, le rispose: «E sturatela!». Formidabile.
Poi c’è la mamma dei miei amici Linuccia e Saverio che è un monumento all’ironia involontaria. Un donnone pugliese vecchio stampo che cucina tutto il giorno. Ventiquattr’ore su ventiquattro. E la sua unica soddisfazione è che i figli mangino. Basta. Linuccia fa la dieta ormai dal giorno della sua prima comunione, ma la madre pur avendo sotto gli occhi il fisico della figlia, che è sinuoso come un pezzo di torrone Sebaste, non può fare a meno di raccomandarle sempre e quasi in lacrime: «Linu’ non dimagrire troppo che poi ti scende il rene». Saverio invece ha gettato la spugna. A oggi pesa centodieci chili. Metà muscoli e metà dolci al cucchiaio. Ma la mamma Zita comunque davanti alle sue betoniere tanto amate, che sono ciccia della sua ciccia, continua con le sue folli raccomandazioni: «E mangia l’insalata che tanto è solo acqua». Che fin lì può anche essere. «E mangia la verdura che tanto è solo acqua.» Come faccia la caponata a essere solo acqua, è veramente un mistero. «E mangia il pesce che tanto è solo acqua.» Ora, a rigor di logica, una volta che il pesce è pescato, l’acqua non c’è più. E poi lei cucina fritto di mare, mica sogliola al vapore. Quando invece ti serve la carne e si rende conto che dire «è solo acqua» è un po’ un azzardo, allora temeraria ripete: «E mangia la carne che tanto è solo carne». Un genio. E quando il figlio la fa arrabbiare? Gli grida così: «Io ti ho dato la vita e io tè la tolgo! Era meglio che mi compravo un maiale invece di comprare a tè. Almeno a Natale l’ammazzavo e ci facevo i salami». Insomma. Qualcosa di culinario c’è sempre
.
 
 
 
 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 

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A

I saggi consigliano l’essere e non l’avere. Verità o buonismo? Cosa ne pensate?   4 comments

 

La forza e la grandezza dell’uomo non consistono
nel suo avere ma nel suo essere “
– Michel Quoist –

 

 

 

 
 
 
 

ESSERE O AVERE?

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Ci crediamo davvero o facciamo finta di crederci?
 
La domanda-riflessione posta in un gruppo di amici virtuali
mi ha portato a queste brevi considerazioni
che desidero esternare… con voi…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

E’ vero… spesso appaiono parole di circostanza…
quasi consolatorie per chi ha poco…
 
Quasi per dirgli… stai buono… tu pensa all’essere
alla cultura… alla correttezza… all'educazione…
che all’avere ed a far i nostri comodi
ci pensiamo noi… alla faccia tua… 
 
 

 
 
Però poi quando accadono tragedie…
o crisi economiche causate proprio da quest’ultimi…
dai fanatici dell’avere… dai cultori del mercato come giungla…
dell’avere sempre di più… dell’avere a tutti i costi…
anche calpestando il prossimo, le leggi, la morale, l'umanità etc…
allora… ecco che di loro non c’è più traccia…
scompaiono dalla scena e si rendono invisibili.
 
 
 
 
 
 
 
Ma guardiamo bene… stiamo attenti…
sono sempre lì in agguato a rovinare il mondo…
l'ambiente… la morale… i rapporti umani… etc.
con la loro cupidigia… senza fine…,
che è per loro l'unico motivo di vita.

Cupidigia che però non impedirà a loro
di avere alla fin fine
gli stessi problemi di tutte le altre persone
sì perché la ricerca spasmodica di sempre nuove ricchezze
e la paura di perderle non darà a loro mai pace..
 
 
Debbo dire che non li invidio… neppure lontanamente…
e mi fanno molta rabbia… ed anche…
mi sia consentito… un pò schifo  per la loro disumanità.
 
 
 
 

 

 

 

A me basta il giusto… il superfluo è un optional…
se c’è… bene  benissimo… A bocca aperta  e se non c’è… va bene lo stesso…
purché io possa esprimere le mie idee…
vivere i miei sogni…
concretizzare le mie aspirazioni.

Dunque sono convinto
dell’estrema giustezza di quest’aforisma
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Debbo anche dire, ad onor del vero,  
che da giovane ho lavorato tantissimo…
– ma sempre nel rispetto dei miei principi –
per poter giungere a questa
libertà… dal bisogno…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma cosa ne pensate voi?
 
 
Ci credete davvero… o no…
a questo aforisma?
 
 
 

Ciao da Orso Tony

 

 

 

 

 

 

 

 

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T.K.
 
 
 

Breve ricordo di Tony Curtis mitico interprete delle Commedie Hollywoodiane   Leave a comment


 
 
 
 

 
 
 
Nato nel Bronx in una modesta famiglia ebrea di origini ungheresi
in realtà si chiamava Bernard Schwartz
 
 
Dopo qualche esperienza cinematografica raggiunse il successo
con le famose commedie di Billy Wilder in cui recitava
con Jack Lemmon e Marilyn Monroe

 
 
 
 

(New York 3.6.1925 – Las Vegas 29.9.2010)



E' raro che un marito, la moglie ed una loro figlia
abbiano tutti avuto una notevole carriera
nel mondo della recitazione, ma è proprio il caso
di Tony Curtis, Janet Leigh e la loro figlia Jamie Lee
anche se ciascuno in ambiti molto diversi.



.
.
.
.
.
Ma di mogli e di figli ne ha avuti ben sei
e tra l'altro, anche una storia con Marilyn Monroe.






Ma per le sue centinaia di interpretazioni indimenticabili
ed in particolare per quelle nelle simpaticissime
Commedie Hollywoodiane
 che questo grandissimo attore viene ancor oggi ricordato.
 
 
 
 

 Qui con Marilyn e Lemmon
 
 
 
 
Immensa e coinvolgente infatti era la sua simpatia
che dispensava a piene mani con classe ed ironia
 in quel genere cinematografico…
 
 
 
 
 

anche qui con Marilyn
 
 
 
 
In verità ha recitato in ben 75 film dal 1949 al 1995 di vario genere…
avventura, comico, commedia, documentario, drammatico,
fantastico, giallo, giallo rosa, guerra, horror, musicale, poliziesco,
spionaggio, storico, western…
 
 
 

 
Qui in tarda età…
 
  

Questo video, davvero carinissimo, è un piccolo omaggio
alla sua lunga grande e bella carriera artistica…
 
 

 




Infine la mitica scena della spiaggia
dal film “A qualcuno piace caldo
in cui è con Marilyn…
che ci consente di rivivere l'atmosfera
delle commedie americane…
 

 
 
 
 
  
 
 Ciao da Tony Kospan






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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
NELLA PAGINA FB





Felice martedì in poesia – Vedessi… di A. Merini – arte… G. De Nittis – canzone… Passion – e….   Leave a comment

 
 
 
 
 
Giuseppe De Nittis
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La poesia è il palesamento del divino
Gustavo Roll
 

 
 
 


Giuseppe De Nittis

 
 
 
 
VEDESSI
Alda Merini
 
 
Vedessi com'è grande il pensiero del mare
dove il mio dolce amore oggi è andato a pescare
vedessi com'è grande la vela del pensiero
eppure sono sola come un vecchio mistero
vedessi che coralli ci sono in fondo al mare
e lui non mi ha pescato perché doveva andare
vedessi come piango un pianto universale
un amore così bello non doveva far male.
 
 
 
 
 

Giuseppe De Nittis


 

 
 
 
 

 
 
 
 
à tout le monde par l’Ours…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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IL  GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DEGLI AMANTI DELL'ARTE
 
 
 

Felice notte con la bella minipoesia… Alicante… di Jacques Prevert   1 comment

 
 
 
 
Jean-Baptiste Valadié
 
 
 
 
 
ALICANTE
Jacques Prevert

 
Un' arancia sulla tavola
il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.
 
 
 
 
 
Jean-Baptiste Valadié
 
 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 
 
ARTE MUSICA POESIA
INSIEME
NEL GRUPPO DI FB
 
 
 
 
 

Pubblicato 1 ottobre 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

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