Archivio per 28 settembre 2013

La Valse – Camille Claudel e Chopin – Scultura, musica classica e… poesia   3 comments

 

 

Paris. Musée Rodin. Camille Claudel. Vertume et Pomone




Proseguiamo nel nostro libero accostamento tra…

 
 
ARTE* E MUSICA CLASSICA
(*Stavolta scultura )
CON L'AGGIUNTA DI UNA POESIA
 
 
 
 
 
La Vague (L'Onda) – altra opera di Camille Claudel

 
 
 
 
LA VALSE
CAMILLE CLAUDEL**, CHOPIN E MARINA MARIANI
 
 
 
 
 
Camille all'opera

 

 

** Grande scultrice e sfortunata amante del grande Rodin
autore del famoso bacio in cui è raffigurata proprio Camille

 
 
 
 
Il bacio – Mitica scultura di Rodin
 
 
 
 

Stavolta il collegamento è, per così dire, automatico
dato che le 3 opere sono unite dallo stesso titolo!

 

 

Camille Claudel

 

 

LA VALSE  (VALZER)

 

Iniziamo dalla poesia, dedicata dall'autrice

alla Valse, che a mio parere, 

contiene in sé il movimento e l'armonia

sia della scultura che della musica…


 

 


 

 

LA VALSE

Marina Mariani

 

Tu
mia immagine,
mio ritmo,
mai come in uno specchio
– nitida, ferma, coi colori
giusti mi sei apparsa
mai.
Piuttosto sull’increspata
onda del lago,
che pure quando è fermo
lo sai, che se la burrasca
lo muove, sarà fatale.
E mai, se t’ho chiamato,
mio ritmo, sei arrivato
subito, come un amico fidato.
T’ho aspettato,
t’aspetto: ed ogni volta,
mia immagine, ti vedo
formarti dall’indistinto,
ti avverto,
mio ritmo, diventare suono
dal silenzio minaccioso,
gravido, che come il lago
non sai se sarà calma
o burrasca.
Poi, finalmente, nasci: e mi stai vicino,
mi accompagni nella mia città,
così grandiosa, la città in cui vivo
che devo stare attenta a non montarmi
la testa…Ci pensa lei,
mi mostra sempre l’inizio,
anche se vado per compere
o a teatro.
Lei ridendo esibisce le rovine,
l’inizio e anche la fine,
sempre davanti agli occhi:
perché in questa città
il giornale, l’attualità,
non dico che non c’è,
ma sta in secondo piano.
E allora,
mio ritmo, m’accompagni
sempre con la costante
dissonanza: la presenza
del doloroso inizio,
della fine improvvisa,
imprevedibile. Dunque non posso
abbandonarmi al festoso
motivo regolare
per poter arrivare
insieme, insieme agli altri
che hanno comprato come me il biglietto,
a battere le mani,
insieme agli altri, guidata
dal Direttore illustre
dell’Orchestra gloriosa.
L’uomo cambia, ma il rito resta uguale,
quello che conta è IL RITO.
(non per me,
mia immagine,
mio ritmo.)
 



 

 

Ed ora qui, unita alla bella scultura di Claudel,

la grande musica di Chopin….

 

 

   (Valse – Chopin)

Risultato immagine

La Valse di Camille Claudel 

 

 

Buon ascolto… se vi va… 

Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 

P.S. Chi fosse interessato a conoscere
la complessa, passionale e drammatica storia d'amore
tra i 2 grandi scultori Camille Claudel e Rodin,  
da poco tornata alla luce, può cliccare qui giù
 
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IL TUO GRUPPO DI RICORDI CULTURA ED AMICIZIA


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LA VALSE – CAMILLE CLAUDEL
 
 
 
 

La bella leggenda della… Danza di Luna   5 comments

 

 

 

 

 
 
 
 
Mentre cercavo informazioni, immagini e poesie sulla Luna,

non molto tempo fa,  mi sono imbattuto in questa bella leggenda

che mi fa piacere condividere con voi.

Tony Kospan

Se vogliamo leggerla ascoltando questa bella musica new age 
 
 
 
 
  

 
 
 
 
 

LA LEGGENDA DELLA DANZA DI LUNA


Molti anni or sono Luna era alta nel cielo..
Il suo cuore triste lacrimava..
Cosi decise di abbandonare il cielo e andare a vivere sulla terra.
Chiese ad una stella di donarle due piccole ali per raggiungere la terra.
La stella subito esaudì il suo desiderio..
Luna viaggiò molto. Finalmente dopo molti mesi toccò terra.
La sua anima era ancora triste, iniziò a correre veloce nel bosco scuro..
I suoi occhi non volevano vedere e le sue orecchie non volevano sentire..
La strada era faticosa, salite discese, torrenti da attraversare, alberi sui quali camminare, ponti traballanti con grandi burroni , funi pericolanti, molti sassi grandi e piccoli sui quali camminare…

Inciampava tante volte, ma proseguì.
Iniziò a piovere molto forte. Si creo' molto fango, ma lei era coraggiosa.
Cadde e rialzo più volte .
Capi di lasciarsi andare a quel percorso senza timore.
Cosi inizio' a strisciare,era molto forte ,striscio' come un serpente.
Sapeva che sarebbe stata l'unica strada per salvarsi….continuando a strisciare entrò in un tunnel scuro dove incontrò molti animali in viaggio come lei.. Civette, Orsi, Lupi, Pipistrelli, Ragni, Lontre..
Tutti incitavano Luna a proseguire il suo Viaggio..
Luna gridava , piangeva.
Era disperata voleva andare via di li,
voleva la Luce più di ogni altra cosa..
E nuovamente si lasciò trasportare..
Mille emozioni attraversavano la sua forte anima..
Usci' dal tunnel, corse ancora disperata.
Poi all'improvviso si fermò.
Si guardò intorno.
Respirò profondamente.
Chiuse gli occhi.
 
 
 


 

 
Iniziò a danzare.
Una magica Danza.
Mai vista neppure dagli spiriti.
Si udivano in lontananza molti tamburi.
Gli spiriti del luogo videro Luna.
Si radunarono tutti e copiarono la danza..
Tutto il bosco era invaso da spiriti danzanti.

Luna danzava come il vento senza fermarsi neppure per prendere fiato, gridava, piangeva e rideva.
Venne risucchiata completamente dalla Danza, formando intorno a se una gigantesca sfera argentata che scoppiò creando una miriade di piccole luci che invasero l'Universo intero, formando tantissime stelle e giochi di colori infiniti.
Nessuno sa se la sua Danza fosse di dolore o di gioia.


Luna vive profondamente senza usare parole.

 

 

 

La leggenda vuole che da quel giorno molte popolazioni si riuniscono per donare alla Luna la loro Danza.

Si dice che qualcuno si trasformi ancora in Stella e che porti ovunque nell'Universo questa Danza…

 
 
 
 

 
 
 
  

 

Dal web – Impag. T.K.


 

CIAO DA TONY KOSPAN


 
 
 
 
 

 
 
 

Il Mondo di Orsosognante… festeggia il suo 3° anniversario…   4 comments

 
 
Permettetemi stavolta di parlare di lui…
del blog…
e di un suo giorno particolare…
 
 
 
 
 

 

 
 
IL MONDO DI ORSOSOGNANTE
COMPIE 3 ANNI
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Cari amici sì… oggi il blog…  
 
 
 
 
 
 
 
 
è in festa…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E' infatti qui…
sulla piattaforma WORDPRESS dal  
28 settembre 2010.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa piattaforma dona molti vantaggi come
la precisione e completezza delle statistiche,
la fscile gestione dei commenti…
ed una buona penetrazione nel web. 
 
 
 
 
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Aggiungo con grande piacere ed un pò di sorpresa 
che le pagine più lette sono sempre…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
quelle d’arte (storie, analisi e segreti),
dei ricordi di personaggi mitici,
delle poesie a tema e di quelle sublimi e di sogno,
delle canzoni di un tempo e le loro atmosfere
 etc…
 
 
 
 
 
 
In questi 2 anni
non solo vi sono state oltre 2.580.000 visite
ed oltre10.400 commenti…
ma sia le une che gli altri
sono in continuo aumento…
 
 
 
Il blog manterrà un'unica direzione 
e continuerà con il suo stile variegato e colorato
con i suoi post completi ma non lunghi
(tranne casi particolari)
con i suoi temi di cultura varia ma non pedante…
etc…
 
 
 

Botticelli – Marte e Venere – 1483

 
 
 
 Ma prima di festeggiare questo momento,
 con una poesia ed un brano di musica classica,
desidero ringraziare di tutto cuore i tantissimi di voi
che, via Google, via Facebook, via Twitter
o iscrivendosi al blog… 
lo visitano quotidianamente o saltuariamente.
 
 
 
 
 
Il mio ringraziamento è doveroso in quanto
senza il vostro calore
e senza la vostra assidua presenza
ben diversa sarebbe stata questa mia virtuale esperienza.

 
 
 
 
 
 
  
 
Permettetemi ordunque
di festeggiare e brindare insieme a voi 
 con una poesia di Tagore…
 
 
 
 
Globos4.gif picture by LylaAmor
 

 
 
 

 
 
 
 
 
 

TALVOLTA LA MIA GIOIA
Rabindranath Tagore
 
Talvolta
la mia gioia
ti spaventa
amore mio
nasce dal nulla
e si nutre di poco
di larve invisibili
che il vento trasporta
di frammenti di paura
che si fondono in tepore
di briciole di serenità
cadute
dalla mensa dei poveri
di un raggio di sole
che risveglia lucciole
addormentate
in gocce di rugiada
se mi ami
amore mio
perdona la mia gioia

 

 

 
 
 
 
… e con le note dell' Inno alla gioia
di Beethoven
 
 

 Nota 

 
 

  



 

 
 

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Pubblicato 28 settembre 2013 da tonykospan21 in INTERNET BLOG NEWS, Senza categoria

Un ricordo di Marcello Mastroianni attraverso le foto di Tazio Secchiaroli   Leave a comment



Nell'anniversario della nascita di uno dei più grandi attori italiani del XX secolo

mi fa piacere ricordarlo attraverso le immagini di un grande fotografo…

che ripercorrono la sua vita artistica, e non solo, sul set…

ed un video omaggio con alcune mitiche scene

 

 

 

 

Marcello Mastroianni

  

 

 

 

Tazio Secchiaroli 

 

 

Tazio Secchiaroli e Marcello si sono frequentati

sul set e fuori per circa 30 anni

e Tazio lo ha potuto fotografare in infinite situazioni.

 

 

 

 

Mastroianni – Fontana Liri 28.9.1924 – Parigi 19.12.1996

.

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Le foto raccontano dunque 30 anni di amicizia e di collaborazione…

.

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Mastroianni e Fellini


 

 

Tazio Secchiaroli, tra i maggiori fotografi italiani del XX secolo, ha rivoluzionato il modo di fotografare il cinema portando il reportage sul set.

All’inizio della sua carriera era fotografo ambulante (“scattino”) e al mattino arrivava a Termini dove cominciava a fare le prime foto della giornata, alle persone in arrivo e partenza dalla stazione. 

 

 

 

 

 

 

Mastroianni e Pasolini

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Il

con Anita Ekberg (La dolce vita)

 

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Le fotografie provengono quasi tutte dall'archivio di Tazio Secchiaroli

 

 

 

 

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Mastroianni
 
 
 
con la Loren
 
 
 
 
 

con Anita Ekberg (La dolce vita)
 
 
 
 

E concludiamo… con un… tris d'assi
 
 
 
 
Fellini Mastroianni Loren





MARCELLO MASTROIANNI IN UN VIDEO OMAGGIO








 
 
 
 
 

immagini vari siti web – impaginazione Tony Kospan…
 
 
 
 
 
 

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IL GRUPPO DI CHI AMA
VIVER L'ARTE…
INSIEME

Vita ed opere di Marietta figlia prediletta del Tintoretto ed il libro di Melania Mazzucco   4 comments

 

 

 

 

Il segreto di Marietta

svelato insieme ad un profilo inedito dell’artista

grazie all'opera di Melania Mazzucco nel suo libro

– LA LUNGA ATTESA DELL'ANGELO –

 

 

 

 

TINTORETTO E MARIETTA

– I RIMORSI DEL GRANDE ARTISTA –

 

 

 

Tintoretto

 

Il romanzo di Melania Mazzucco, dopo i successi di Vita e di Un giorno perfetto, si può definire a tutti gli effetti un romanzo storico: un genere che la scrittrice ha già ampiamente frequentato.

I moltissimi personaggi che vi compaiono hanno una loro attendibilità verificata sui documenti, così come gli ambienti interni e gli scenari aperti in cui essi si muovono.

La lunga attesa dell’angelo racconta la vita di Jacomo Robusti, detto il Tintoretto: una vita, che percorre buona parte del Cinquecento, narrata da lui stesso, immobile a letto nei suoi ultimi quindici giorni di febbre e di insonnia (tra il 17 e il 31 maggio 1594), con una visionarietà spesso allucinata che prende la forma di una lunga confessione al Signore («Signore» è invocazione ricorrente).

 

 

Tintoretto (Venezia 29 4 1519  – Venezia 31 5 1594)

 

 

«Ho lavorato a questa storia per cinque anni, dice Melania Mazzucco, e anche l’ultimo barcaiolo di cui parlo è esistito davvero».

La folla dei personaggi è sterminata: nobili, cortigiane, gioiellieri, medici, gondolieri, monache e frati, camerlenghi, attori, girovaghi, venditori ambulanti, ambasciatori, nani, ladri, pittori geniali e imbrattatele. Anonime comparse e protagonisti celebrati dalla storia. Come il duca di Mantova, Michelangelo e Tiziano, il grande rivale di Tintoretto. Prima di essere un romanzo storico, La lunga attesa dell’angelo è però un romanzo sulla paternità, perché la dorsale della narrazione è il rapporto d’amore tra un padre e una figlia (illegittima): tra l’artista e Marietta (che diverrà artista a sua volta), concepita con la giovane tedesca Cornelia, una passione segreta e infelice.

Anzi, si tratta di un romanzo su tante paternità quanti sono i figli del protagonista: quattro femmine (oltre a Marietta) e quattro maschi. Rispetto ai quali Tintoretto stabilisce una rete di relazioni diverse come sono diversissime le loro personalità e i loro caratteri. 

.

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Marietta Tintoretto (Venezia 1554 – Venezia 1590)

 

 

 

«Una ventina d’anni fa mi sono imbattuta nella Presentazione della Vergine al Tempio, che si trova alla Madonna dell’Orto di Venezia.

 
 
 
 
Tintoretto – Presentazione della Vergine al Tempio
 
 
 
 
Rimasi turbata dalla bambina di spalle che si trova ai piedi della scala e alla quale sua madre indica Maria, in alto.
 
 
 
 

 
 
 
Quel quadro lo chiamano l’architettura che cammina, perché è come se si mettesse in movimento».
 
Intanto ha messo in movimento, in Melania Mazzucco, l’idea di un libro su Tintoretto: «Non sapevo nulla di Tintoretto e tanto meno di sua figlia Marietta. Un paio d’anni dopo ho avuto tra le mani una biografia di lei e ho scoperto che era diventato un mito, specie nell’Ottocento, e che il mito fu creato da suo padre». Marietta, a sua volta, coltiva il mito del padre, che è suo maestro di pittura e di vita, idolo vivente, con tutte le sue contraddizioni, al cui amore finirà per sacrificare la propria esistenza di donna socialmente anticonvenzionale e scandalosa: sarà Tintoretto a decidere per lei il marito, le passioni, la casa in cui abitare, persino il luogo in cui morire.
 
Il padre possiede la vita della figlia, non per antico uso patriarcale ma per una spontanea e reciproca adesione elettiva: perché è vero che Marietta dipende intimamente da Tintoretto fino ad annullarsi in lui, ma è anche vero il contrario.
La più amata è lei, la figlia illegittima, indomabile da tutti tranne che dal padre, che la vestiva da maschietto per permetterle di aggirare i divieti imposti alle donne. «è un amore totale, assoluto, dice Melania Mazzucco, come se l’uno volesse vivere per far felice l’altro».
 
 
 

Marietta Tintoretto

 

 

La più amata è lei, fino a suscitare nel lettore un lieve sospetto di sensualità incestuosa: «Anima mia, tu sei il mio capolavoro», le dirà Tintoretto.

Poi vengono gli altri, che incarnano aspetti vari di Tintoretto, emanazioni ed enfasi di singoli aspetti del suo carattere inafferrabile, burbero, canagliesco, orgoglioso, ribelle e fedele insieme, furbo e ingenuo, dolce e amaro, impetuoso e calcolatore, eccessivo e temperato, contemplativo e materialista, ambizioso e monomaniaco (pittura, nient’altro che pittura, oltre a Marietta, certo…).

Il figlio perfetto, o quasi, è Dominico, ubbidiente fino all’autofrustrazione. Sarà lui, talentuoso quanto basta, l’erede di Tintoretto, sarà lui a dirigere lo studio, ormai avviato alla grande e centro di commissioni prestigiose.

Il figlio odiato e recuperato in extremis è Marco, fannullone, arrogante, oppiomane, incapace.

Poi ci sono le donne avviate alla vita monastica, c’è Giovanni che farà una brutta fine, eccetera: figli lasciati per lo più alle cure, più affidabili, della moglie Faustina.

Quella di Tintoretto è una paternità modernissima, venata di ambiguità e corrosa dai sensi di colpa e dalla consapevolezza postuma di essere stato un genitore assente, troppo proiettato sulla carriera e sulle curiosità di un’esistenza piena di (poche) gioie e di (molti) tormenti (bellissime le pagine strazianti che rievocano la morte dell’unico nipote).

****

 
Ma leggiamo di Marietta cosa scrive Bartolomeo Gamba in
Alcuni ritratti di donne illustri delle province veneziane
(Nota di Tony Kospan)
 

Marietta Tintoretto… Veneziana
 
 
Marietta Tintoretto
 
 
 
CARA delizia di Iacopo Tintoretto suo padre, illustre capo-scuola nella pittura, da lui medesimo apprese l'arte del disegnare e del colorire. A quella del suono addestrolla Giulio Zacchino, maestro eccellente napolitano che dimorava in Venezia. Il talento che le diè appresso fama è stato, quello di effigiare ritratti, che nell'accordo, nel colorito, nella somiglianza si trovavano pregiabilissimi in un tempo che Venezia era assuefatta ad averli di mano di Tiziano, di Leandro Bassano, di Paolo. Narra il Ridolfi che lavorò anche in opere d'invenzione e che alcune ne trasse dal padre, ma non è ben noto se queste tuttavia sussistano. Avendo Marietta avuto occasione di ritrarre Iacopo Strada, celebre letterato ed antiquario dell'imperatore Massimiliano, così bene vi riescì, che, vedutasi l'opera da quell'Augusto, egli desiderò tosto di avere la pittrice alla sua corte; desiderio che mostrò poi anche Filippo II re delle Spagne.
 
 
 
 
Marietta Tintoretto
 
 
 
Nè all'uno nè all'altro volle il padre che consentisse, non sofferondogli il cuore che stesse da sè lontana una figlia che con isviscerato affetto egli amava. Fu più presto contento di darla in isposa a certo Mario Augusta, gioielliere veneziano, il quale, siccome buono e discreto marito, niente curavasi ch'essa effigiasse o principi o personaggi di nominanza, e più volentieri vedeala occupata a ritrarre altri gioiellieri e uomini di bassa condizione suoi amici. Vivea Marietta in quella pace che godesi fra le tranquille virtù dimestiche, quando nell'età più fiorita, quasi colta da folgore, videsi per improvviso morbo tratta al sepolcro di soli trent'anni, nel 1590. Il misero vecchio suo padre per questa perdita passò in continua ambascia i pochi anni che a lei sopravvisse, nè bastarono a rasciugarli le lagrime Domenico e Marco altri due suoi valenti figliuoli.
Anche l'affettuoso marito volle tributare questa giovane di rispettosa mercede, spendendo il rimanente de' suoi giorni nella vedovanza e nel lutto.
 
web

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«Mi sono innamorata di questa storia», dice Melania Mazzucco. Al punto che mentre lavorava al romanzo, si è dedicata in parallelo a un «libro gemello», una biografia familiare, la cui uscita è prevista in primavera: «Spesso le opere di Tintoretto sono doppie: per esempio, accanto a un quadro esposto esternamente sulle portelle di un organo c’è un secondo quadro segreto nascosto all’interno.

Diciamo che il romanzo è lo sportello visibile della storia di Tintoretto, la monografia sarà l’altra faccia del dittico: da un lato c’è la visione e l’interpretazione libera dei fatti, dall’altra la ricerca di una verità storica». La verità storica attraversa un secolo nel romanzo, quasi due secoli nella biografia familiare, dove vengono seguite anche le vite dei discendenti.

Intanto, però, già qui appare la ricostruzione, a volte grandiosa, di ampi squarci storici saldamente tenuti sotto controllo nella narrazione: Melania Mazzucco è molto brava nel narrare le scene di massa, come il Carnevale o la Festa dei Tori a San Felice, dove Tintoretto incontra Cornelia, tra scoppi di petardi, clamore di tamburi, palchi rovesciati e boati di paura.

Il che dà il senso della visione ampia di un’epoca e di un contesto fisico e mentale: la Venezia postridentina, diffidente e violenta, centro cosmopolita del commercio e dell’arte, intrico di canali, con le sue fondamenta nebbiose, le piogge puzzolenti, le sagome di palazzi nobiliari e fatiscenti, la ragnatela delle calli.

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Marietta Tintoretto – L'Annunciazione
 
 
 

A proposito di arte, va detto che nel romanzo corre il filo tenace dell’autoriflessione estetica, perché Tintoretto ci racconta il farsi delle sue opere, in modo tale che il lettore le possa osservare appena abbozzate e poi via via portate a compimento. «Ho voluto raccontare il rapporto con ciò che si crea. Leggendo le teorie estetiche del tempo, ho tratto parecchi insegnamenti: invenzione è dare una luce, «destacare», separare gli oggetti dallo sfondo, decidere da che distanza guardarli.



Marietta Tintoretto – Leda e il cigno
 
 
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Tintoretto è un maestro dell’inquadratura, ha un modo folgorante di guardare da molto vicino. Infatti qualcuno gli rimprovera che guardando da troppo vicino i personaggi importanti che ritrae finisce per mettere a nudo i loro difetti: sono questioni che toccano anche la letteratura». Dunque, La lunga attesa dell’angelo è un romanzo che intreccia a una delicata storia intima (d’amore, si direbbe) e familiare, motivi storici e sociali (le cruente zuffe da taverna, la piaga della peste che invade la città, la prostituzione…), pensieri sull’ossessivo e mai risolto rapporto con Dio, teorie sull’arte: il tutto dosando puntualissime nozioni di vita materiale (esemplare la precisione con cui viene reso il lavoro negli studi pittorici del tempo) e impennate metaforiche, sentenziose o filosofico-edificanti. Senza dimenticare che i molteplici piani narrativi, nel riflettere a regola d’arte l’alternarsi di delirio e lucidità nella mente del narratore, producono un continuo e vertiginoso slittamento del passato nel presente e viceversa. Il che mette quasi il lettore nelle stesse condizioni febbricitanti di chi narra. Resta da dire qualcosa sullo stile, molto sostenuto (per via di metafore) nella cornice (Exitus) e nei capitoli iniziali, e poi via via più fluido con la sobria immissione di parole locali o gergali, e anche qua e là icasticamente cruento nelle zone più aspre (e molto efficaci) del racconto. è il linguaggio ondeggiante dell’animo, troppo libero e insieme troppo disperato, di un uomo che spegnendosi, dopo aver compiuto a ritroso un percorso forzato nella memoria, trova il suo angelo. Quale che sia.

.

Marietta Tintoretto – Venere, Vulcano ed Amore
 
 
 

– Testo: Paolo Di Stefano per il Corriere della Sera

Impaginazione coordinam.e ricerche: Tony Kospan

 

 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 

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IL GRUPPO DI CHI AMA
VIVER L'ARTE…
INSIEME



 

 

Liriche d’amore dall’antico Egitto – Stanza VI – Donna   Leave a comment

 
 
 
DAL PAPIRO CHESTER BEATTY I
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LIRICHE D’AMORE
CHE VENGONO DALL’ANTICO EGITTO
 
 
 

 

 

Vai a:      Liriche d’amore   Torna a:

 

 

 new      age

 

 

STANZA SESTA (DONNA) 

 

 
 
 

Quando passai vicino a casa sua,
trovai il portone spalancato:
il mio amato stava accanto a sua madre,
tutti i suoi fratelli e sorelle erano con lui.
Il cuore di tutti quelli che si fermavano sulla strada
s’infiammava d’amore per lui,
il giovane perfetto e senza eguali,
l’amato, dalle scelte qualità.
Mentre passavo, mi guardò:
fui felice,
col cuore contento, con grande gioia.
Ero sola per rallegrarmi,
o mio amato,
perché ti avevo visto.
Ah, se sua madre conoscesse il mio cuore!
(i miei sentimenti, ndt)
se questo le venisse subito in mente!
O Dorata,(
La Dea Hathor n.t.k.)
metti ciò nel suo cuore;
allora mi affretterò verso il mio amato,
lo bacerò davanti ai suoi,
non avrò vergogna della gente,
ma mi rallegrerò della loro considerazione,
perché tu mi riconoscerai.
Farò una festa alla mia dea
– batte il mio cuore fino ad uscire –
(dal petto, ndt)
perché faccia ch’io veda il mio amato,
questa notte:
è così bella, quando arriva!

 

 

 

 

 

Scritti raccolti da Danny Fan – impagin. t.k.

 

 

 – continua – 

 

 

Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
 

PER LEGGER LA POESIA DELLA V STANZA…
E DA LI' TUTTE LE PRECEDENTI…
 
 
 
 
 
Storia, archeologia, misteri,
opere d'arte e letterarie del passato etc…
nel nuovo gruppo di Google Plus

 

 

Buon sabato in poesia – L’amor mio è vestita di luce di Joyce – dipinti di Velasquez – canzone… Pazzo di lei e…   3 comments

 

 

 

Venere allo specchio (Diego Velasquez)

 

 

 

 

La mia anima viene da mondi migliori

ed ha un'inguaribile nostalgia delle stelle.

Nikos Kazantzakis

 

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Nota

La Regina Isabella (Diego Velasquez)
 
 
 
 
L'AMOR MIO E' VESTITA DI LUCE
James Joyce
 
 
L'amor mio è vestita di luce
 In mezzo ai meli
 Dove i lieti venti più bramano
 Di correre insieme.
 
Là dove i venti lieti restano un poco
 A corteggiare le giovani foglie,
 L'amor mio va lentamente, china
 Alla propria ombra sull'erba;
 
Là, dove il cielo è una coppa azzurrina
 Rovescia sulla terra ridente,
 Va l'amor mio luminoso, sostenendo
 Con garbo la veste.
 
 
 
 

 

Trionfo di Bacco (Diego Velasquez)

 

 

 

  

DA TONY KOSPAN

 

 

 

IL GRUPPO DEDICATO ALL'ARTE

 

Felice notte con la bella minipoesia… Con me non bisogna parlare… di Marina Cvetaeva   3 comments

 
 
 
 
 
*
 
 
 
CON ME NON BISOGNA PARLARE
Marina Ivanovna Cvetaeva
 
 
 
Con me non bisogna parlare,
ecco le labbra: date da bere.
Ecco i miei capelli: carezzali.
Ecco le mani: si possono baciare.
Meglio però, fatemi dormire.
 
 
 
 
 
 
 
 
à tout le monde
 
par Tony Kospan
 
 
 
 
*Consuelo Bagaloni – Volto di donna
 
 
 
 
IL GRUPPO PER CHI AMA L'ARTE
E NON SOLO
Ripped Note
 
 
 
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