Archivio per 16 settembre 2013

Felice notte con la minipoesia… Caro dottore… di Vivian Lamarque…   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CARO DOTTORE
Vivian Lamarque
 
 
Caro Dottore
dentro il Suo cuore
c’è una barchetta
mi porti lontano

 
La prego Dottore
anche solo un’oretta
poi ritorniamo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

cuorecuorecuorecuorecuore
 
 

 
 
 
 
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Buonanotte a tutti
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 
 
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Perché in alcune specie le femmine… mangiano i maschi?   1 comment

 

 

 

Mantide religiosa

 

 

Le possibili spiegazioni di un istinto singolare.

 

L'amore mette… appetito…
 
 
Perché in alcune specie le femmine mangiano i loro maschi?
 
 
Una carrellata sulle teorie più accreditate
sul cannibalismo sessuale.
 
 
 
 
Munch – Il cannibale
 
 
 
 
 

STATI UNITI – «Ti mangerei di baci!», oppure, ti mangerei tutto!»: non è insolito che chi si vuol bene si scambi questo genere di effusioni, rivelatrici – si dice – di un desiderio di possesso totale dell'altra persona, di un amore talmente appassionato (quello tra innamorati, ma anche quello tra madre e figlio) che l'unico modo per appagare tale pulsione sarebbe quello di far entrare l'amato (o l'amata) dentro di sé, attraverso la bocca, appunto. C'è chi pensa si tratti di un primitivo istinto cannibale residuo, lasciatoci in eredità dai primi essere umani, e Freud probabilmente ricondurrebbe questi atteggiamenti al rapporto tra la madre e il suo bambino, alla cosiddetta «fase orale» in cui il piccolo succhia il seno della mamma. Nel mondo animale, però, le cose stanno forse un po' diversamente, e gli scienziati sono da sempre affascinati e incuriositi dalle forme di cannibalismo vero e proprio che caratterizzano certe specie.
 
 
AMORE E MORTE – Si pensi, per esempio, al triste rituale d’amore tra la mantide religiosa e il suo compagno: quando arriva la stagione dei corteggiamenti il maschio si fa bello per farsi notare dalla femmina, e quando riesce finalmente ad avvicinarla le sale sul dorso e comincia così l’accoppiamento. Ma, prima ancora che tutto finisca, la vera «serial killer» del regno animale decapita lo sfortunato compagno, dopodiché lo divora, avanzando solo le ali. Elegante e spietata, nell’antichità la mantide era per questo considerata portatrice di cattiva sorte e disgrazie. Ma per alcuni studiosi si tratta semplicemente di un insetto carnivoro, talmente vorace da non saper resistere a uno spuntino dopo l’amore: proprio l’eccessiva voracità femminile sarebbe infatti alla base di alcune forme di cannibalismo sessuale che caratterizzano, tra l’altro, anche certe specie di ragni e di insetti. Un’altra corrente di pensiero chiama invece in causa l’istinto di preservazione della specie: secondo questa teoria, l’aggressività – spesso fatale – delle femmine nei confronti dei maschi avrebbe lo scopo di selezionare il padre migliore (il più forte) per i propri figli.
 
 
VARIE TEORIE – Entrambe le teorie potrebbero essere giuste, e – come ha spiegato il professor Mark Elgar della University of Melbourne – ci sono molte altre spiegazioni al cannibalismo sessuale tra gli animali. Si pensa ad esempio che in alcuni casi il maschio si sacrifichi proprio per i propri pargoli: il suo corpo serve da nutrimento per la madre, che potrà così mettere al mondo i suoi piccoli, assicurando quindi continuità al patrimonio genetico del padre. E sempre la salvaguardia del proprio gene fa sì che il maschio di una particolare specie di ragno muoia subito dopo l’accoppiamento, lasciando però il proprio organo sessuale all’interno di quello della femmina, impedendo così che altri maschi possano deporre il proprio seme dentro di lei. In altri casi, invece, è assai probabile che la femmina uccida il compagno semplicemente perché lo scambia per una preda qualsiasi. Per errore, insomma, mica per cattiveria…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alessandra Carboni – corriere.it – impaginazione dell'Orso
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
A mio avviso c'è solo una cosa certa… ed è che da milioni di anni le Mantidi religiose fanno così
e quindi questa è stata una strategia vincente per la loro specie
anche se… ahimé…  sempre mortale per il maschio…
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
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Bach e Magritte… uniti dalla… fantasia. Grande musica e grande arte…   Leave a comment

 
 
Libero accostamento tra 2 grandissimi
un musicista tedesco ed un pittore belga…
 
 
 
 
magritte
 
 
 
 
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CLASSICA ED ARTE
 
 
 
 

 

 

 

 

BACH E MAGRITTE…

 

 

 

Johann Sebastian Bach
(Eisenach 31.3.1685 – Lipsia 28.7.1750)

 
 
e
 
 
    
René Magritte
(Lessines 21.11.1898 – Bruxelles 15.8.1967)
 
 
La musica di Bach,
  diversamente da quella in auge alla sua epoca,
appare variopinta e fiorita…
e l'arte di Magritte gioca con il mistero della realtà…
sia con accostamenti inconsueti che con deformazioni irreali.
 
 
 


 


  Dunque l'idea dell'accostamento…  tra i 2 grandi artisti… meglio dire forse geni… nasce dalla loro suprema fantasia… e dalla loro capacità d’inventare e mescolare stili diversi…  

 


 Ma è giunto ora il momento d'ascoltare questo fantastico brano… magnifico esempio della grandezza musicale di Bach… 



 




 CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

  
LA TUA PAGINA DI SOGNO


 

Arcimboldo… mito dell’arte della meraviglia – Breve bio… opere… ed analisi…   2 comments

 
 
 
Una breve biografia…
un'ampia carrellata di sorprendenti opere
 ed un'analisi della sua arte fantastica ed unica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
L’originalissimo artista milanese creava infatti
i suoi ritratti con frutta, fiori, rami, conchiglie e pesci
e, pur con pochissimi (ma notissimi) dipinti,
ha un suo preciso posto nella storia dell’arte.
 
 
 
 
 
(Arcimboldo – Milano 5 aprile 1526 – Milano, 11 luglio 1593)
 
 
 
ARCIMBOLDO
IL GENIO DELL'ARTE DELLA MERAVIGLIA
 
 
 
 
 
Flora
 
 
 
 

BREVE BIOGRAFIA

 

 

Arcimboldo nacque a Milano nel 1527

Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.

E’ ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.

L’origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c’era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.

Il precoce contatto di Giuseppe con l’arte e la letteratura fu favorito dall’amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci anche se non è documentato un contatto diretto con i due artisti.

In ogni modo grazie al Luini Arcimboldo ebbe l’opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.

Arcimboldo coltivò contatti anche con filosofi e altri scienziati dell’epoca e debuttò come pittore nel 1549 a soli 22 anni come aiutante del padre presso il Duomo di Milano per alcuni disegni per le vetrate.

Molti lo conoscono per le sue raffigurazioni di volti formati dagli oggetti più disparati come animali piante libri e altro ma presso la corte dell’imperatore Ferdinando I d’Austria dove visse per ben 25 anni fu molto ben veduto e ben pagato anche per molte sue altre invenzioni come giostre giochi e decorazioni per matrimoni e altre feste

Morì nel 1593 a Milano.

 

 

 

 

 

  ECCO ALCUNE TRA LE OPERE PIU’ NOTE

 

Come si può vedere qui di seguito…

esse sono spesso… in serie…

 

 

LE 4 STAGIONI

 

 

 

L’autunno

 

 

 

L’inverno

 

 

 

La primavera

 
 
 
 
L’estate

 

 

I 4 ELEMENTI

 

 

Aria (1566)

 

 

Fuoco (1566)

 

 

Terra (1570)

 

 



Acqua (1566)

 

 



 

 

 

 

UN’ANALISI DELLA SUA OPERA

 

 

Grazie a pochissimi quadri conosciuti da tutti, soprattutto attraverso ogni sorta di riproduzioni e rielaborazioni utilizzate nei contesti più diversi compresa la pubblicità, Arcimboldo è oggi sicuramente uno degli artisti più famosi della storia dell’arte.

L’aggettivo «arcimboldesco» è diventato sinonimo di bizzarro, stravagante, eccentrico, fantastico, sorprendente, immaginifico, surreale.

Il «segreto» dello straordinario successo delle sue composizioni antropomorfe che appaiono come dei complicati puzzle (fatti di frutta, verdure, fiori, uccelli, pesci, conchiglie, o oggetti vari) sta nell’ambiguo e affascinante scarto, facilmente decodificabile con un po’ d’attenzione a una lettura immediata, fra l’osservazione dei particolari e dell’insieme unitario.

Tutto dipende dalla distanza da cui si osservano queste opere.

 

 

 

Bibliotecario

 

 

L'ortolano


 



A uno sguardo ravvicinato si è colpiti dalla brulicante e formicolante presenza di innumerevoli elementi dipinti con estrema precisione naturalistica, mentre da una prospettiva più distante il tutto si ricompatta per formare l’immagine strana ma assolutamente verosimigliante di teste (o più precisamente di mezzi busti) anche con accentuate connotazioni espressive, sia pure al limite del grottesco.

L’effetto paradossale e ambivalente (percettivamente reversibile) mette in gioco nel modo più spettacolare e intrigante, all’interno stesso del dipinto, una dialettica fra realtà e rappresentazione, fra mimesi e apparenza illusoria.

 


 


Il Giurista
 
 
 
 

Rodolfo II in veste di Vertunno

 
 
 

 
A questo livello di fruizione della «magia» della pittura si ferma lo sguardo del grande pubblico, poco interessato, per lo più, a interpretazioni più complesse di ordine simbolico e allegorico legato al contesto storico culturale dell’epoca dell’artista.

In ogni caso si tratta di qualcosa di fondamentale, e perciò sempre attuale.

L’analisi dell’attualità dell’«Effetto Arcimboldo» che continua giustamente ad avere un enorme successo documenta l’influenza dell’opera dell’artista sulle generazioni seguenti, ma soprattutto sull’arte d’avanguardia ed in particolare su quella dadaista e surrealista.

Francesco Poli

 

 

Eva e la mela



UN PERSONALE PARERE



La sua arte bizzarra non ha alcun riferimento con la pittura del '500.


Alcuni vedono nella sua opera un'anticipazione del surrealismo ma la sua arte è animata da un vero piacere per il gioco caricaturale e scherzoso con cui viene presa in giro la realtà… ma, a mio parere, in questo gioco il nostro mostra vera genialità se ancor oggi le immagini delle sue opere destano stupore e sono amatissime e ricercatissime nel web.





Allegoria dell'autunno


 

 

 

Testi dal web – impaginazione aggiunte e rielaborazione by Tony Kospan

 

 

Ciao da Tony Kospan 

 

 

 

 

IL SALOTTO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
 
 
 

Felice settimana in poesia… Da Lontano di D. Maksimovic – arte… Renoir – canzone… Sono gocce di memoria – e…   4 comments

 
 
 

Pierre-Auguste Renoir – Signora al piano

 

 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Amore guarda non con gli occhi
ma con l’anima…
Shakespeare
 
 
 
 

 
 
Nota
Pierre-Auguste Renoir – Ragazze al piano
 
 
 
 

DA LONTANO
Desanka Maksimovic

 
No, non t'avvicinare!
E' meglio che da lontano
io li ami e li desideri i tuoi occhi.
Solo quando si attende
appare bella la felicità,
e quando non cercata
ci manda un cenno.
No, non t'avvicinare!
E' molto più suadente
questo fremito dolce di paura e d'attesa
ed è molto più bello
ciò che a lungo s'insegue
ed il suo presentimento già ci turba.
No, non t'avvicinare!
Perché farlo e a che scopo?
Soltanto da lontano tutto splende
come una stella, tutto
ci incanta da lontano.
No, non avvicinarmeli i tuoi occhi.
 
 
 
 

Pierre-Auguste Renoir – Yvonne e Christine Lerolle suonano il piano

 

 

 

da Orso Tony

 

 
 

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Felice notte con la minipoesia… Tramonto… di Carlo Bramanti…   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
TRAMONTO
Carlo Bramanti

 

Si frangono piccole onde
sulla chiglia
dei sogni,
un’armonica in cielo
le veste di rosso:
la nave,
entra la nave
nel mio tramonto!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 
 
 
 
 

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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
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Pubblicato 16 settembre 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA, Senza categoria

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