Archivio per 15 agosto 2013

Breve ricordo di Nino Ferrer nell’anniversario della nascita   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
Breve ricordo di Nino Ferrer
vero mito della musica dagli anni 60 agli anni 80.
 
 
E' stato un grande artista e non solo un cantante
dal carattere forte ma anche tormentato.
 
 
 
 
 
Genova 15 agosto 1934 – Montcuq 13 agosto 1998
 
 
 
 
Nino Ferrer, all’anagrafe Agostino Arturo Maria Ferrari,
nasce a Genova da padre italiano e madre francese.

 
Dopo aver trascorso l'infanzia nella Nuova Caledonia
torna a Genova con la famiglia
che però poi, dopo la guerra, si trasferisce a Parigi.
 
 
 
 
 
 
 
 
Qui si laurea alla Sorbona in Lettere e filosofia.

Dopo una prima esperienza nel disegno
s'innamora della musica
cimentandosi prima come contrabbassista
e poi come cantante.

 

 
La sua voce, calda e profonda,
simile a quella dei mitici cantanti neri americani
ben presto lo fa conoscere ed a apprezzare
prima nell'ambiente musicale parigino
e poi in tutto il mondo ma soprattutto in Italia e Francia.
 
 
 
 
 
 
 
 
I temi della sue canzoni sono spesso molto impegnati
come “La pelle nera” contro il razzismo,
 o come “Il Re d’Inghilterra” contro la guerra
o “Il baccalà” contro lo stress della vita moderna etc…
ma anche leggeri come “Donna Rosa”, “Io, Agata e Tu” etc..
 
 
 
 
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I suoi successi italiani e francesi lo rendono un idolo amatissimo.
 
 
Dopo una breve ma intensa storia d'amore con Brigitte Bardot torna
dalla sua fidanzata storica che sposerà e da cui avrà 2 figli.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti e si è esibito
con bravura anche come attore in alcuni film.
 
 
Il successo pian piano scema
e lui decide allora di ritirarsi nella campagna francese
lontano dai rumori e fastidi mondani.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non tradì mai la sua italianità
affermando anzi di essere un emigrante.

Nel 1998 a causa di una profonda depressione
acuita dalla morte della madre
si sparò con un fucile 2 giorni prima del suo 64° compleanno.





 
 
Riascoltiamo infine la sua famosissima “Pelle nera”
 
 
 
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Ciao da Tony Kospan
 
 
 
 
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Come dire la verità? Ce lo spiega questa saggia favoletta!   1 comment

 

 

 

Questa favola ci insegna una cosa molto semplice…

 

“Sparare” la verità senza accortezza

può causare molti problemi e pochi benefici…

mentre dirla con diplomazia ci può donare vantaggi…

 

 

 

 

IL SAGGIO E LA VERITA'

 

 

(musica fantasy)

 

 

 

 

 Una volta, un imperatore sognò di aver perso tutti i denti.
 Si svegliò spaventato e fece chiamare un saggio  in grado di interpretare il suo sogno.
 – Signore, che disgrazia! – esclamò il saggio.
 Ciascuno dei denti caduti rappresenta la perdita di un famigliare caro a Vostra Maestà .
 – Ma che insolente! – gridò l'imperatore.
 Come si permette di dire tale fesseria?
 Chiamò le guardie ordinando loro di  frustarlo.
 
 
 
 

 
 

 
 Chiese in seguito che cercassero un'altro saggio.
 L'altro saggio arrivò e disse:
 – Signore, vi attende una grande felicità!
 Il sogno rivela che lei vivrà più a lungo  di tutti i suoi parenti.
 Il volto dell'imperatore si illuminò.
 Chiese che venissero consegnate  cento monete d'oro a quel saggio.
 Quando costui lasciò il palazzo,  un suddito domandò:
– Com'è possibile?  
 L'interpretazione data da lei fu la stessa  del suo collega.
Tuttavia lui prese  delle frustate mentre lei ebbe delle monete d'oro!!
 
 

 

 

 
 – Mio amico – rispose il saggio. Tutto dipende da come si vedono le cose
 Questa è la grande sfida dell'umanità .
 Da ciò deriva la felicità  o l'infelicità ,  la pace o la guerra.
 La verità  va sempre detta, non c'è alcun dubbio,  ma il modo come la si dice… 
 E' quello che fa la differenza.
 La verità  deve essere comparata ad una pietra  preziosa.
Se la rinfacciamo a qualcuno,  può ferire, provocando rivolta.
 Ma se l'avvolgiamo in una delicata confezione e la offriamo con tenerezza, 
sarà sicuramente accettata con più felicità .
 
 
 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

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Balocchi e profumi. La mitica canzone poesia e l’atmosfera del 1929   2 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ora è il turno di… un’altra famosissima… storica…
indimenticabile canzone che fin da piccolo mi colpiva
duro al cuore…
 
 
 
 

BALOCCHI E PROFUMI

ATMOSFERE E NOTE… DI UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan

 
 
 
BALOCCHI E PROFUMI
Autore: E. A. Mario – Anno 1929
 
 
Più che una canzone… una poesia…
ed insieme il grido di dolore di una bambina…
 
 
 
 
 
 
Ecco questa su.. una pubblicità di profumi dell’epoca…
e giù… il sogno della bambina… ammalata…
di una cameretta piena di balocchi…
 
 
 
 
 
Vediamo qualche altra immagine
in modo da rivivere l’atmosfera di quell’anno
prima di ascoltare la canzone…
 
 
 
 
 
 
 
 
Crollo di Wall Street
 
 
 
 
 
 
Louise Brooks- 1929
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma ora veniamo alla canzone che possiamo
ascoltare cantata da Milva
ed insieme leggere il testo.
 
 

Note
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 

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Henri Cartier-Bresson… l’occhio del 900. Arte e fotografia   3 comments

 

 

 
 
 
Non sono necessarie molte presentazioni per chi è conosciuto come il padre della fotografia e ha fermato nei suoi scatti quasi un secolo di eventi.
 
Henri Cartier-Bresson, è nato il 22 agosto 1908 a Chanteloup (Francia), 30 chilometri ad est di Parigi, da una famiglia alto borghese amica delle arti.
 
Henri Cartier-Bresson
 
Inizialmente si interessa solo di pittura (grazie soprattutto all'influenza di suo zio, artista affermato, che all'epoca considerava un po' come un padre spirituale), e diventa allievo di Jaques-Emile Blanche e di André Lhote, frequenta i surrealisti e Triade, il grande editore. 
 
Dagli inizi degli anni '30 sceglie definitivamente di sposare la fotografia.
 
Nel 1931 infatti, a soli 23 anni, ritornato in Francia dopo un anno in Costa d'Avorio, Henri Cartier-Bresson scopre la gioia di fotografare, compra una Leica e parte per un viaggio che lo porta nel sud della Francia, in Spagna, in Italia e in Messico.
 
La Leica con la sua maneggevolezza e la pellicola 24×36 inaugurano un modo nuovo di rapportarsi al reale, sono strumenti flessibili che si adattano straordinariamente all'occhio sempre mobile e sensibile del fotografo.
 
L'ansia che rode Cartier-Bresson in questo suo viaggio fra le immagini del mondo lo porta ad una curiosità insaziabile, incompatibile con l'ambiente borghese che lo circonda, di cui non tollera l'immobilismo e la chiusura, la piccolezza degli orizzonti.
 
 
 

 
 
 
Nel 1935 negli USA inizia a lavorare per il cinema con Paul Strand e tiene nel 1932 la sua prima mostra nella galleria Julien Levy.
 
Tornato in Francia continua per qualche tempo a lavorare nel cinema con Jean Renoir e Jaques Becker, ma nel 1933 un viaggio in Spagna gli offre l'occasione per realizzare le sue prime grandi fotografie di reportage.
 
 
 

 
 
Ed è soprattutto nel reportage che Cartier-Bresson mette in pratica tutta la sua abilità e ha modo di applicare la sua filosofia del “momento decisivo“.
 
Una strada che lo porterà ad essere facilmente riconoscibile, un marchio di fabbrica che lo distanzia mille miglia dalle confezioni di immagini celebri e costruite.
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
Ormai è diventato un fotografo importante.
 
Catturato nel 1940 dai tedeschi, dopo 35 mesi di prigionia e due tentate fughe, riesce a evadere dal campo e fa ritorno in Francia nel 1943, a Parigi, dove ne fotografa la liberazione.
 
 
 
 

 

 
 
Qui entra a far parte dell'MNPGD, un movimento clandestino che si occupa di organizzare l'assistenza per prigionieri di guerra evasi e ricercati.
 
Finita la guerra ritorna al cinema e dirige il film “Le Retour”.
 
Negli anni 1946-47 è negli Stati Uniti, dove fotografa soprattutto per Harper's Bazaar.
 
 
 

 

 

 

 

Nel 1947 al Museum of Modern Art di New York viene allestita, a sua insaputa, una mostra “postuma”; si era infatti diffusa la notizia che fosse morto durante la guerra.

Nel 1947 insieme ai suoi amici Robert Capa, David “Chim” Seymour, George Rodger e William Vandivert (un manipolo di “avventurieri mossi da un'etica”, come amava definirli), fonda la Magnum Photos, cooperativa di fotografi destinata a diventare la più importante agenzia fotografica del mondo.

 

 

 

 

 

 

Dal 1948 al 1950 è in Estremo Oriente.
 
Nel 1952 pubblica “Images à la sauvette”, una raccolta di sue foto (con copertina, nientemeno, che di Matisse), che ha un'immediata e vastissima eco internazionale. 
 

Nel 1954 fu il primo fotografo occidentale a poter visitare l'allora URSS.
 
 
 
 
 

 

 

Cartier Bresson, ragazze, Mosca, 1954

 

 

Henri Cartier Bresson, fotografo, Russia, anni '50, società

 

 
 
 
Nel 1955 viene inaugurata la sua prima grande retrospettiva, che farà poi il giro del mondo, al Musée des Arts Décoratifs di Parigi.
 
Dopo una serie di viaggi (Cuba, Messico, India e Giappone), dal 1966 si dedica progressivamente sempre più al disegno.
 

Innumerevoli, in questi anni, sono i riconoscimenti ricevuti, così come le esposizioni organizzate e le pubblicazioni che in tutto il mondo hanno reso omaggio alla sua straordinaria produzione di fotografo e di pittore.
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 
 
Dal 1988 il Centre National de la Photographie di Parigi ha istituito il Gran Premio Internazionale di Fotografia, intitolandolo a lui.
 
Oltre ad essere universalmente riconosciuto tra i più grandi fotografi del secolo, Henri Cartier-Bresson ha avuto un ruolo fondamentale nella teorizzazione dell'atto del fotografare, tradotto tra l'altro nella già ricordata e celebre definizione del “momento decisivo“.
 
L'occhio magico della sua macchina fotografica ha praticamente catturato le immagini di un secolo in ogni parte del mondo…
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Poco prima di raggiungere i 96 anni, morì a Parigi il 2 agosto 2004.
 
La notizia commosse e fece il giro del mondo… ma le sue opere gli sopravvivono come affascinanti, emozionanti ed insuperabili documenti sia storici che artistici. 

 
Testo da Biografieonline.it con mini modifiche ed impaginazione t.k.
 
 
Chi desideri vedere un'ulteriore carrellata di sue fotografie… ecco un video che ne raccoglie parecchie…
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
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Buon Ferragosto in poesia… Ti ho incontrata di M. Vecchione – arte… Curran – canzone… Legata ad un granello di sabbia… e   2 comments

 
 
Charles Courtney Curran
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
LOVE HEART
 
 
 
Rallegrati sempre della felicità degli altri,
affinché essi si rallegrino della tua.
Claude Rael
 
 
 
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Charles Courtney Curran  Riposo pomeridiano 1894.

 
 
 
TI HO INCONTRATA
Mario Vecchione

Ti ho incontrata
lungo la vita
che suonavi
le corde del vento
e cantavi canzoni di sole
canzoni d’amore
io pifferaio senza topi
tu in cerca
dell’ultimo fiore
siam caduti
nell’argento dei rimpianti;
ti ho incontrata
lungo la vita
che scrivevi
su foglie di gelso
e parlavi di storie di stelle
di storie d’amore
io don chisciotte senza mulini
tu violinista senza un archetto
siam caduti
nel buco nero dell’amore;
e adesso che
siamo vicini
pure lontani
come due poli
non indosso più gilè
grigio scuri
la tua mano nella mia
come un messaggio planetario
con il nettare di dio
nei nostri cuori.
 
 
 

Charles Courtney Curran – Vento del sud

 
 
 
 
 
 
 
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A TUTTI … DOVUNQUE VOI SIATE…
DA TONY KOSPAN
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Felice notte e buon Ferragosto… con la minipoesia… L’amore… di Marina Cvetaeva   Leave a comment

 

 

 

 

L'AMORE
Marina Cvetaeva
 
L'amore
è lama? è fuoco?
Più quietamente – perché tanta enfasi? –
è dolore
che è conosciuto
come gli occhi conoscono il palmo della mano
come le labbra sanno del proprio figlio
il nome.
 
 
 

William Vincent Cahill – Pensieri guardando il mare

 
 
 
 
 
 
 
 
E
 
 
 
a tutti
 

 
 
 
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