Archivio per 12 agosto 2013

Felice notte con la bella minipoesia… La filosofia dell’amore… di Percy Bysshe Shelley   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA FILOSOFIA DELL'AMORE
– Percy Bysshe Shelley –
 
Le fonti si confondono col fiume
i fiumi con l’Oceano
i venti del Cielo sempre
in dolci moti si uniscono
niente al mondo è celibe
e tutto per divina
legge in una forza
si incontra e si confonde.
Perché non io con te?
 
 
 
 
 
Frederic Soulacroix – Flirt
 
 
 
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I misteri del Principe e della Cappella Sansevero – La Cappella ed il Cristo Velato – II Parte   7 comments

 
 
 

 
 
 
 
La più importante opera del Principe Raimondo de Sangro è certamente questa Cappella da lui abbellita ed arricchita da eccezionali opere d’arte.
 
 
 
 
LA CAPPELLA DI SANSEVERO
 
 
 
 
Costruita già nel 1590 per ospitare le tombe della famiglia fu del tutto restaurata nel corso del ‘700 dal Principe.
 
 
 
 

La Cappella in una antica stampa

 


E’ situata in pieno centro storico a pochi metri dalla piazza San Domenico Maggiore, ed è accanto al palazzo di famiglia dei Principi di Sansevero, ma divisa da un vicoletto che era però sormontato da un ponticello sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere direttamente alla Cappella.
 
 
 
 

La piantina della Cappella

 
 
 
 
La prima cosa che stupisce è che nella Cappella sono presenti soprattutto sculture ed infatti gli unici dipinti sono: 
il soffitto affrescato da F. M. Russo nel 1749 con le immagini allegoriche dei Santi della famiglia ed i medaglioni monocromatici con i Santi protettori del Casato.
 
Tutti presentano ancor oggi colori vivissimi grazie all’uso di una cd. pittura “oloidrica” che consisterebbe nell’uso, al posto della colla, di sostanze create dal Principe ed il cui segreto avrebbe portato nella tomba con sé.
 
Questa massiccia preponderanza di sculture e di parti architettoniche rappresenta probabilmente un vero e proprio “unicum” nell’ambito delle Chiese e delle grandi Cappelle (benché questa sia ora sconsacrata).
 
 
 
 

 
 
 
LE 4 CHIAVI DI LETTURA
 
 
 
Prima dare un’occhiata alle opere più rappresentative presenti nella Cappella bisogna precisare che essa presenta, a mio parere, ben 4 chiavi di lettura:
– La prima è quella religiosa… certo è una Cappella… con statue e qualche dipinto di carattere religioso… eppure forse è la chiave meno importante.
– La seconda è quella della rappresentazione della
storia della famiglia del Principe e dei personaggi che più le diedero lustro.
– La terza è quella
artistica, per la presenza di fantastiche opere di grandi maestri dell’epoca inserite in un contesto tutto barocco ed in un trionfo (quasi musicale) di marmi e stucchi.
– La quarta, la più misteriosa e per molti affascinante, è quella
esoterica in quanto il Principe avrebbe “fatto nascondere ma non troppo” nelle diverse opere i suoi principi e le sue conoscenze ermetiche ed alchemiche. Qualcosa di vero certamente ci deve essere se si pensa alla persecuzione che il Principe subì da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
 
 
 
 

 
 
 
Dunque nell’esaminare ciascuna opera cercherò di evidenziare le diverse chiavi apparenti o nascoste… per quanto è a mia conoscenza.
 
 
 
 
 
IL CRISTO VELATO
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ certo l’opera più bella e nel contempo più misteriosa… in quanto è considerata uno dei massimi capolavori dell’arte mondiale e basterebbe da sola a giustificare una visita…
 
Il grande Canova, quando la vide, ne rimase così entusiasta che era pronto a spender qualunque cifra per poterla acquistare… e studiare… ed affermò che avrebbe dato 10 o 20 anni di vita per poter dire d’esserne stato lui l’autore.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
Il motivo di tanta stupefacente bellezza?
 
E’ soprattutto la presenza di un velo di marmo che lascia incredibilmente visibile sia il corpo sottostante che perfino le ferite ed i buchi fatti dai chiodi sul corpo di Gesù.
 
Molto si è scritto su quest’opera in quanto ci sono opposte versioni su questo velo.
 
Secondo presunte clausole del contratto d’opera che sarebbero state ritrovate nell’Archivio Notarile di Napoli tra il Principe ed il Sammartino (che potremo leggere nelle note in calce), allora apparirebbe certo che il “velo trasparente di marmo” sia stato un composto alchemico fornito dal Principe allo scultore.
 
 
 
 

 

 

 
 
Tuttavia sulla base di altri documenti c’è anche una tesi opposta e cioè che l’opera sia tutta un unico blocco di marmo finemente e favolosamente lavorato dal Sammartino.
 
In ogni caso, quando la vidi qualche anno fa, davvero mi sbalordì e mi sconvolse la trasparenza e l’aderenza del velo di marmo capace di mostrar con estrema e realistica precisione tutto quanto è da esso coperto… e cioè… la vena gonfia sulla fronte, i fori dei chiodi sui piedi e sulle mani, il costato scavato e l’aspetto rilassato del Cristo per la sopraggiunta morte liberatrice dal dolore.
Questi incredibili aspetti si possono ammirare con stupore soprattutto da vicino non potendo le foto dare l’esatta visione del realismo dell’opera.
 
 
 
 

Il foro nel piede

 
 
 
 
Ma cosa voleva dirci il Principe volendo realizzare quest’opera?
 
Potrebbe aver avuto lo scopo di dimostrare la possibilità di una felice unione tra arte ed alchimia oppure richiamare l’attenzione sulla Sindone quale simbolo esoterico di perfezione..
A mio modesto parere, con essa il Principe ha voluto soprattutto evidenziare la grandezza della sua potenza (in tutti i sensi) in quanto capace di pensare e di far realizzare (con o senza alchimie) un’opera davvero mitica ed unica al mondo.
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
NOTE
Tra le virgolette ecco degli estratti dalle clausole del contratto per la realizzazione del Cristo Velato rinvenute in alcuni siti in cui si afferma che siano state ritrovate nell’Archivio Notarile di Napoli ma delle quali non sono in grado di confermare l’autenticità:
 – Lo scultore s’impegna a realizzare una ” statua raffigurante Nostro Signore Morto al Naturale da porre situata nella cappella Gentilizia del Principe, un Cristo Velato steso sopra un materasso che sta sopra un panneggio e appoggia la testa su due cuscini, apprè del medesimo vi stanno scolpiti una Corona di spine tre chiodi e una tenaglia“.
Il Principe s’impegna a fornire il marmo ed a realizzare una “Sindone, una tela tessuta la quale dovrà essere depositata sovra la scultura, dopo che il Principe l’haverà lavorata secondo sua propria creazione e cioè una deposizione di strato minutioso di marmo composito in grana finissima sovrapposta al telo; Il quale strato di marmo da usa idea, farà apparire per la sua finezza il sembiante di Nostro Signore dinotante come fosse scolpito di tutto con la statua“.
Lo scultore avrebbe però dovuto mantenere il segreto sulla “maniera escogitata dal Principe per la Sindone ricovrente la statua” e però l’opera sarebbe stata attribuita solo allo scultore.
 
 
 
 
 
FINE II PARTE
 
 
 
Chi volesse conoscer la biografia
del misterioso ma geniale Principe e della sua famiglia
(I Parte del post) può cliccare qui giù…
 
 
 
 
 

CONTINUA
CON LE ALTRE MIRABILI OPERE DELLA CAPPELLA… E NON SOLO…
 
 
LE IMMAGINI SONO PRESE DAL WEB E SARANNO SUBITO RIMOSSE SE
CHI NE DETIENE IL COPYRIGHT LO CHIEDERA’
 
 
 
 
 
 


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Torna a Surriento. La mitica canzone e la sua… sorprendente storia.   Leave a comment




Rieccomi a parlare con voi
delle affascinanti canzoni di un tempo.
 

Questa, che ha per oggetto la bellissima Sorrento,
favoloso (e storico) luogo di villeggiatura,
nasconde una storia poco nota ai più.


  
 
 

 
 


ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO 


TORNA A SURRIENTO 
 STORIA MUSICA ED IMMAGINI
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA VERA STORIA
 
 
 
 
Questa famosissima e classicissima canzone napoletana
al contrario di quel che tantissimi pensano…
non nasce affatto come canzone d’amore… anzi!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Siamo nel 1902
ed il proprietario del Grand Hotel di Sorrento,
per sé e per la cittadinanza,
perora presso l’onorevole Giuseppe Zanardelli
la causa dell’apertura di un Ufficio Postale,
grande novità per l’epoca.
 
.


.
.


 ..
.
Gli viene l’idea poi, per dare incisività a tale richiesta,
e dunque esser più convincente,
di dedicare all’onorevole una canzone.
 
 
Chiede allora ai fratelli Gian Battista ed Ernesto De Curtis
di prepararla al più presto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’onorevole, ignaro di tutto,
mentre sta per lasciare l’Hotel riceve dunque
la graditissima sorpresa
di sentirsi dedicare una dolce canzone
che l’invita a tornare tra le bellezze di Sorrento
appunto…
Torna a Surriento“.
 
 
La cosa lo colpisce a tal punto che,
poco dopo, Sorrento ha l’agognato Ufficio Postale!
 
 
 
 
 
Piedigrotta
 
 
 
 
La canzone così nata, però con alcune modifiche,
 qualche anno dopo partecipa alla famosa
Festa di Piedigrotta
e diventa un successo
che si estende in breve tempo in tutto il mondo.

 
 
 
 

 
 
 

A mio modesto parere il grande successo,
oltre che alla bellissima musica,
è dovuto anche alla perdita del suo originario reale significato
per diventare un accorato appello
da parte di ogni amata/o al proprio amore 
per un ritorno nei luoghi che li hanno visti felici.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’ATMOSFERA DEL 1902
 
 
 
Ora, prima d’ascoltar la canzone
e di leggerne il testo,
diamo un’occhiata all’atmosfera del 1902

 
 
 

Villa Comunale di Napoli nel 1902

.

.

.

Una cucina del 1902


 
 
 
 
 
 

 .
.
 
 
Il Ministro Zanardelli
 
 
 
 
 
Ascoltiamola dunque  
in questo bel video cantata da Bocelli
cliccando sull’immagine qui giù.

 
 
fre bia pouce     musicAnimata

 
 
 
 
Buon ascolto, se vi fa piacere.
 
 
Ciao da Tony Kospan







Grete Stern… ovvero regina dell’arte fotografica sognante e surreale   2 comments

 
 
 
 
 

Niño-flor, 1948
 

 
 
 
 
 
 

E' considerata una delle più grandi fotografe d'arte tedesche
e certo ha un posto importante nella Storia della Fotografia
 
 
 

(Elberfeld, 1904 – Buenos Aires, 1999)
 
 

 
 

CULTURA E SOGNO IN FOTOGRAFIA
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
Grete Stern nacque nel 1904 a Wppertal, Elberfeld, in Germania.
All'inizio si dedicò allo studio del pianoforte e della chitarra… poi passò alle arti grafiche e fu allieva del fotografo Peterhans Walter.
Nel 1929 con la  sua amica Ellen Auerbach aprì uno studio di “graphic design” e fotografia.
Con l'arrivo al potere di Hitler si trasferì prima a Londra e poi in Argentina…
dove frequentò con successo gli ambienti artistici d'avanguardia e collaborò con la rivista “Idillio” di Buenos Aires.
 
 
 

 
 
 
Portò al massimo livello la tecnica dei fotomontaggi che chiamava “Suenos” (sogni) anche perché volevano proprio illustrare… evocare…emozioni… intese in tutti i sensi ed in tutti i modi.
 
Questi “sogni” apparvero subito dei capolavori… in quanto applicavano alla fotografia le concezioni surrealiste e visionarie all'epoca in auge nel mondo nell'arte.
 
 
 

 
 
 
Nel 1936 sposa il fotografo argentino Horacio Coppola e dopo la fine della guerra si dedicò soprattutto alla fotografia d'architettura e di documentazione. 
 

 

 

 

Ricevette pertanto anche importanti incarichi di reportage tra cui la documentazione dal vero di popolazioni aborigene e delle loro culture.
 
 
 

 
 
 
Nel 1982 ha ricevuto il premio Konex per l’attività di fotografa.
 
 
In verità deve la sua fama  soprattutto alle opere dei 2 decenni antecedenti al secondo conflitto mondiale.
 
 
 
 
 
 

Grete

 
 
 
 
 
 
LA TECNICA E L'ARTE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E' da tener presente che all'epoca il fotomontaggio non era assolutamente semplice per cui i suoi ingrandimenti… o rimpicciolimenti, le sue scomposizioni delle immagini, i suoi effetti ottici ed i suoi “trucchi” fotografici che componevano quelli che possiamo anche definire dei collages dai risultati sognanti e coinvolgenti erano frutto di un segreto lavoro molto impegnativo e necessario di grande precisione.

Oggi è molto facile con i programmi di foto modificare tutto ma allora… non era proprio così…
 
 
 

 
 
 

Inoltre le sue opere… appaiono molto originali… ironiche e talvolta anche (per l'epoca) trasgressive ma sempre comunque dense di cariche emotive.
 
Tuttavia la rivista Abril che le pubblicava non ne comprese fino in fondo la genialità e per questo se ne sono perse davvero tantissime ma quelle rimaste, per lo più quelle della rivista Idillio, sono comunque in grado di affascinarci e di farci comprendere il suo mondo.
 
 

 

 
 
 
 
 
 
ORA ANDIAMO A QUESTA
PICCOLA “MOSTRA” DI ALTRE SUE FOTO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ojo eterno
 
 
 
 
 


Artículos eléctricos para el hogar
 
 
 
 
Con sentimiento
 
  
 
 

foto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonti: vari siti web

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

         
LA PAGINA CULTURALE DI FB?
PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante

 

 

Buona settimana di Ferragosto in poesia – Sonetto dell’amore totale di De Moraes… arte – J. L. David – canzone… Insieme di Mina e…   Leave a comment

 
 
 
Jacques-Louis David
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ho pensato a quanto spiacevole sia essere chiusi fuori;
e ho pensato a quanto sia peggio essere chiusi… dentro.
Virginia Woolf
 
 
 
 
 
 

 

 

 

Jacques-Louis David – Amore tra Elena e Paride
 

 

 

SONETTO DELL’AMORE TOTALE

~ Vinicius De Moraes ~

 

Ti amo tanto, amore mio…non canti

il cuore umano con maggiore verità….

Ti amo come amica e come amante

in una sempre diversa realtà.

Ti amo per affinità, di un quieto amore prestante

e ti amo al di là, presente nella nostalgia.

Ti amo, infine, con grande libertà

per l’eternità e a ogni istante.

Ti amo come un animale, semplicemente

di un amore senza mistero e senza virtù

con un desiderio massiccio e permanente.

E amandoci così, molto e sempre

un giorno nel tuo corpo all’improvviso

morirò per aver amato più di quanto ho potuto.

 

 
 
 
Jacques-Louis David – Saffo col Fauno e Cupido
 
 
 
 
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A TUTTI…
 
DOVUNQUE VOI SIATE…
 
DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 

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