Archivio per 13 luglio 2013

Auguri Rubik… inventore del mitico cubo…   Leave a comment


 
Nel giorno del compleanno di Ernő Rubik
scultore, architetto e designer ungherese
famosissimo per l'invenzione dell'omonimo cubo e di altri giochi analoghi
mi fa piacere riproporre questo mio post
dedicato al gioco che ha spopolato per anni in tutto il mondo.
 
 
(Budapest, 13 luglio 1944)
 
 
IL ROMPICAPO CHE CI HA FATTI
DIVERTIRE O… IMPAZZIRE
NEGLI ANNI 80…

 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL CUBO DI RUBIK

 

 

COS’E'…?

 

 

 

 

 

 

Il cubo di Rubik, detto anche “Cubo Magico”, è composto da 26 cubetti esterni ed un “cubetto invisibile” interno in cui risiede il meccanismo che permette la rotazione dei piani in tutte le direzioni.

Lo scopo del gioco è di risalire alla posizione originale dei cubetti portando il cubo ad avere per ogni faccia un colore uguale.

Sei lati, ogni lato 9 quadratini colorati, e tutti i lati che si possono muovere sia in orizzontale che in verticale..vi sembra di ricordare, vero? 43.252.003.274.489.856.000 (si, proprio 43 miliardi di miliardi..) di possibili combinazioni, e una sola che portava al risultato agognato, tutte e 6 le facce del colore giusto, nello stesso momento!

Uscito dalla mente malefica di un matematico ungherese, il cubo di Rubik è stato per noi ragazzi degli anni ’80 quello che i Pokemon sono per i ragazzini di oggi, una mania, una febbre da cui non si poteva guarire. In tutti i formati e le dimensioni, ci giocavamo a tutte le ore, a scuola e fuori scuola, anche e soprattutto durante le lezioni..e mentre per molti l’unica soluzione possibile era quella di staccare i quadratini colorati e attaccarli dove serviva, ai campionati mondiali c’era chi lo completava in meno di 30 secondi!

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

Ma ecco ora in breve la storia completa di questo mitico rompicapo…

 

 

 

LA STORIA

 

Il cubo di Rubik (o cubo magico) è un celebre rompicapo inventato dal professore di architettura e scultore ungherese Ernő Rubik nel 1974.

Originariamente chiamato dallo stesso inventore Cubo Magico, fu rinominato nel 1980 “Rubik’s Cube” dalla Ideal Toys, l’azienda che ne ha curato la distribuzione.

Nello stesso anno ha vinto il premio come gioco dell’anno in Germania.

Si dice che sia il gioco più venduto al mondo, (imitazioni low cost comprese) con oltre 300 milioni di pezzi.

Fu inizialmente progettato da Rubik a scopi didattici e all’inizio si diffuse solo tra i matematici ungheresi, interessati ai problemi statistici e teorici che il cubo poneva.

Qualche anno più tardi un matematico inglese scrisse su quest’oggetto un articolo che portò la sua fama fuori dai confini dell’Ungheria.








Nel giro di pochi anni, il cubo di Rubik invase i negozi europei ed americani, diventando il rompicapo più venduto della storia. Oggi esistono anche lettori mp3 a foma di cubo.

Nel solo 1982 ne furono venduti oltre 100 milioni di pezzi e Rubik divenne il cittadino più ricco del suo paese. Ad oggi si svolgono veri e propri Campionati del Mondo nel quale i concorrenti, che giungono da ogni parte del pianeta, si sfidano nel ricomporlo nel minor tempo possibile.

Il record del mondo, ad oggi appartiene a Erik Akkersdijk che lo ha risolto in 7,08 secondi durante gli Open 2008 tenutisi a Pardubice, nella Repubblica Ceca, il 12-13 luglio 2008; nella competizione che tiene conto della media nella risoluzione di 5 cubi, il record appartiene a Yu Nakajima con 11,28 secondi, record ottenuto durante gli Open 2008 tenutisi in Giappone, nella città di Kashiwa il 5 maggio 2008.

 

 

 

 

 

 

 

IL VIDEO DI UN RECORD

 

 

Ecco come un campione risolve il tremendo rompicapo in pochissimi secondi…

 

 

 

 

 

 

Buon compleanno Rubic

 

 

anche da Tony Kospan

 

 

FONTI… VARI SITI WEB – IMPAGINAZ. T.K. 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

PSICHE E SOGNO


 LA TUA PAGINA DI FACEBOOK
 
psicheesognodelfini8fd2.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
 
 

Mahler e Man Ray – La 4° sinfonia e la donna violino – Classica ed arte   Leave a comment

 
 
 
 
Gustav Mahler
 
 
 
 
La mitica…
per la sua intima… elegante… “ironia”…
(così definita da Abbado in un'intervista
ed ascoltandola non posso non esser d'accordo)
  4° sinfonia di Mahler
fu composta fra il 1899 ed il 1901.
 
 
 
 
Claudio Abbado
 
 
 

Mi fa piacere associarla alla famosissima…
originalissima… mitica…  opera dadaista
Donna Violino
di Man Ray
che troviamo più giù…
 
 
 
Man Ray

 
 
 
Prima però guardiamo altre straordinarie
opere fotografiche di Man Ray
che certamente riconoscerete
dato che vanno per la maggiore nel web
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ascoltiamola dunque…
questa meravigliosa sinfonia…
e sono certo che non potrà
non farvi piacere…
 
 
 
 
 
Man Ray – Donna Violino
 
 
 
 
Ciao e… buon ascolto…
da Orso Tony
 
 
 
 
 
 

IL SALOTTO CULTURALE DI FB
 
 
 
 

Su la testa! La Luciana nazionale contro i parrucchieri…   Leave a comment

 

 

 

Un altro simpatico pezzo della nostra Luciana che stavolta

se la prende con… quello che è la croce e delizia delle donne…

il mondo dei parrucchieri…

 

 

 

SU LA TESTA…
di Luciana Littizzetto…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
C’è un segnale inequivocabile. Un’azione apparentemente innocua.
Un piccolo gesto che annuncia che… ok, hai cominciato finalmente a prendere la tua vita tra le mani.
 
 
 
 
 
 
 
 
è quando riesci a dire al tuo parrucchiere che il taglio che ti ha fatto fa schifo.
Che persino la cavia peruviana di tua cugina è pettinata meglio.
Che la frangia non te l’ha scalata, te l’ha mozzata come la coda di un mulo e che, per non dare nell’occhio, non ti rimane che ragliare.
 
 
 
 

 

 

 

Che se quella che ti ha fatto è una tinta, che vada pure a graffitare le metropolitane di Milano.
Che persino le siepi di agrifoglio tremerebbero all’idea di farsi potare da lui.

Prima o poi ci farò un libro: Lo Zen e l’arte di mandare a stendere il tuo parrucchiere.
Devo spiegarlo io?
I capelli di una donna sono il termometro della sua anima.
Quando una purilla sta male, cosa fa?

 

 

 

 
 
 
 
Va dal parrucchiere.
Prima ancora che dall’analista.
Mette quel che ha di più vuoto tra le mani del coiffeur e si abbandona fiduciosa.
E magari, all’improvviso l’incoscienza, gli dice la fatidica frase: «Fai tu».
Dire a un parrucchiere «fai tu» è un pò come decidere di fare boungee jumping senza elastico.
Armato solo del suo ego colossale, come un boia al patibolo, lui darà mano alle forbici e taglierà.
Tanto.
 
 
 

 

 

 

Quei bei tagli asimmetrici, sfilacciati, impettinabili, portabili al massimo in sfilata a Milano Collezioni.
E mentre mieterà e falcerà, ti dirà:
«Tesoro, sei bellissima.., ti mancano solo le ali per essere un angelo…»,
e tu penserai:
“Ho le scapole alate, andrà bene lo stesso???
 
 
 
 
 
 
 
 
E soprattutto:
“Quanto ci metterà mai un capello a ricrescere? Un mese? Un anno? Un decennio???
Meglio così, comunque, che scegliere l’acconciatura sfogliando quei tremendi giornali che trovi solo dai parrucchieri, stampati in una specie di segreta tipografia di categoria.
Un misto di teste a pera e tagli da Basil l’investigatopo.
E poi c’è il tocco finale.
Una volta bastava la lacca a inchiodarti le chiome come Marion Cunningham di Happy Days.
 
 
 
 

 

 

 

Adesso si va di gel, olio, schiuma, silico­ne…
E così esci dal negozio che ci hai i capelli unti come dopo una settimana di influenza.
 
 
 
 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 
 
 
 
 
dal web – impagnazione dell’Orso
 
 

 

 

Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

LA PAGINA DI SOGNO DI FB?
APRI LO SCRIGNO
 
 
 
 
 

Lettera d’amore di Beethoven ad una sconosciuta…   2 comments

 

 

 

 

Scopriamo con queste 2 lettere

un lato poco noto del mitico Ludwig

 

 

 

 

 

 

  LE PIU’ BELLE LETTERE D’AMORE

DI GRANDI PERSONAGGI DEL PASSATO…

 

 

 

160x65160x65160x65 160x65 160x65 


 

 

 
 Gustav Klimt – 2 donne con l’oleandro
 


DA LUDWIG VAN BEETHOVEN
AD UNA SCONOSCIUTA

 
 
 
 
 

Fragonard – Donna che legge (partic.)

 

 

 

6 luglio 1812, di mattina

 

Mio angelo, mio tutto, mio io.

Solo poche parole per oggi e addirittura a matita (con la tua) — Non sarò sicuro del mio alloggio sino a domani; che inutile perdita di tempo è tutto ciò! — Perché quest’angoscia profonda, quando parla la necessità — il nostro amore può forse durare senza sacrifici, senza che ciascuno di noi pretenda tutto dall’altro; puoi tu mutare il fatto che tu non sei tutta mia, io non sono tutto tuo? — Oh, Dio!, rivolgi il tuo sguardo alla bella Natura e da’ pace al tuo animo per ciò che deve essere — L’amore esige tutto e ben a ragione, così è di me per te, di te per me — Ma tu dimentichi così facilmente che io debbo vivere per me e per te. Se fossimo completamente uniti, tu sentiresti questa dolorosa necessità, tanto poco quanto la sento io – Il viaggio è stato orribile.

Sono arrivato qui soltanto ieri mattina alle quattro.
Siccome c’erano pochi cavalli, la diligenza ha scelto un altro itinerario; ma che strada orribile! Alla penultima stazione mi hanno sconsigliato di viaggiare di notte, hanno cercato di ispirarmi paura d’un bosco ma ciò non è servito ad altro che a spronarmi — e ho avuto torto.
La vettura ha finito con lo sfasciarsi su quell’orribile strada, un semplice sentiero di campagna senza fondo.

Se non avessi avuto quei due postiglioni, sarei rimasto per strada — Per l’altra strada, quella solita, Esterhàzy con otto cavalli ha avuto la stessa sorte che io con quattro — Tuttavia, in un certo senso la cosa mi ha anche fatto piacere, come succede ogni volta che supero felicemente qualche ostacolo — Ora voglio passare in fretta dagli eventi estrinseci a quelli intimi. Confido che ci vedremo presto; ed anche oggi mi manca il tempo per dirti i pensieri che ho rimuginato in questi ultimi giorni sulla mia vita — Se i nostri cuori fossero sempre l’uno vicino all’altro, non mi capiterebbe certo di avere simili pensieri. II mio cuore trabocca del desiderio di dirti tante cose — Ahimè – ci sono momenti in cui sento che la parola è inadeguata — Cerca di essere serena — e sii per sempre il mio fedele unico tesoro, ii mio tutto, come io lo sono per te. Sono gli dèi che debbono provvedere, qualunque possa essere il nostro destino.

Il tuo fedele Ludwig

 

 

      




7 Luglio 1812

A letto i miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri, posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a casa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti.

Purtroppo così deve essere, ti rassegnerai, tanto più conoscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai, mai.

O Dio perché doversi allontanare dall’oggetto di tanto amore,  la mia vita a V. è ora miserevole.

Il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini, alla mia età avrei bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse, ma è ciò possibile nella nostra situazione?

Angelo mio, mi dicono ora che la posta funziona tutti i giorni quindi chiudo affinché tu possa ricevere la lettera al più presto.

Sii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il nostro scopo di vivere insieme.

Sii calma – amami – oggi – ieri.

Quanta nostalgia, quanto rimpianto di te, di te, di te, mia vita, mio tutto.

A presto, ti prego continua ad amarmi, non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato.

Ludwig

Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri




Giulia Guicciardi




Dopo la morte di Ludwig van Beethoven (1770-1827) queste lettere vennero trovate in un cassetto segreto del suo armadio.

Scritte fra il 6 e il 7 luglio 1812 a Teplilz non vennero probabilmente mai spedite.

Da allora i biografi hanno cercato di identificare la misteriosa destinataria senza approdare a una conclusione definitiva.

Quale delle donne che il musicista frequentava è l’amata immortale?  

 

 

Renoir – Giovane donna dal cappello nero

 

 

La contessa Giulietta Guicciardi, allora diciassettenne? Therese Brunsvick? Amalie Sebald? Josephine Staekelbeig?

Sfuggente a ogni più precisa identificazione, la donna sconosciuta resta comunque una delle più suggestive incarnazioni del mito romantico

 

 

Testi dal web – Impaginaz. T.K



160x65160x65160x65



Ora, se ci va, 

possiamo ascoltar in questo video la 2° lettera

letta da par suo da Fabio Volo.





 

 

 

 
Ciao da Tony Kospan
 
.
 
 
 
 
.
.
.
.
.

69x6969x6969x6969x6969x6969x6969x6969x6969x69
 PER CHI AMA LA STORIA.. I RICORDI E LE ATMOSFERE DI UN TEMPO
 



   (Per Elisa – Richard Clayderman)



Io di più non posso darti – Sublime visione del vero amore in questa poesia di Salinas   6 comments

 
 
 
 
 
 
 
 

Questa poesia del grandissimo poeta spagnolo
è senz’altro una poesia che,
per il suo intimo messaggio di verità ed amore,
non posso non definire sublime.

 
 
 

Image Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.usImage Hosted by ImageShack.us
 
 

 
 

IO DI PIU’ NON POSSO DARTI
PEDRO SALINAS – POESIA SUBLIME
 
 
 
 
Pedro Salinas
(Madrid 27.11.1891 – Boston 4.12.1951)
 
 
 
 
Cosa vuol dirci?
 
 
Attraverso i suoi versi raffinati ed eleganti
il poeta intende dirci che l’amore…
il vero amore…,
unico gancio che ci unisce al Cielo,
rifiuta maschere e compromessi…
e richiede verità ed autenticità assolute…
 
 
 
 
 
 
 
 
Solo l’accettazione reciproca delle proprie libere personalità…
consente all’amore di librarsi in emozioni senza fine…
senza timori di… amare sorprese…
 
 
 
 

 
 
 
Ciò non toglie…però… come dice Salinas…
che chi ama… all’amata/o vorrebbe,
come nelle più facili dichiarazioni,
donare la Luna…
ma poi… non può e forse in verità non vuole
che donare se stessa/o.
 
 
 
 
Chagall
 
 
 
 
 
IO DI PIU’ NON POSSO DARTI
Pedro Salinas
 
 
 
Io di più non posso darti.
Non sono che quello che sono.
 
Ah, come vorrei essere
sabbia, sole, in estate!
Che tu ti distendessi
riposata a riposare.
Che andando via tu mi lasciassi
il tuo corpo, impronta tenera,
tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
sopra di te, il mio bacio lento:
colore,
dalla nuca al tallone,
bruno.
 
Ah, come vorrei essere
vetro, tessuto, legno,
che conserva il suo colore
qui, il suo profumo qui,
ed è nato tremila chilometri lontano!
 
Essere
la materia che ti piace,
che tocchi tutti i giorni,
che vedi ormai senza guardare
intorno a te, le cose
– collana, profumi, seta antica –
di cui se senti la mancanza
domandi: «Ah, ma dov’è?»
 
Ah, e come vorrei essere
un’allegria fra tutte,
una sola,
l’allegria della tua allegria!
Un amore, un solo amore:
l’amore di cui tu ti innamorassi.
 
Ma
non sono che quello che sono.
 
 
 
 
 
Mondocuore.png image by VanillaCH

 

 

 

Come sempre mi piacerebbe leggere il vostro pensiero…
 

Tony Kospan

 

 

 

 

   
LA POESIA IN TUTTE LE SUE FORME?
IN FACEBOOK
FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21 
 
 
 

Io non so – Sublime poetico canto pellerossa.   Leave a comment


 

 

 

 

 

 



 

 

Ancora una volta la genuina semplicità e profondità

del pensiero degli Indiani d'America

si manifesta in questo canto che possiamo anche definire…

secondo i nostri criteri… poesia…

 

 


 

 

 

IO NON SO…

 

 

Io non so

se la voce degli uomini

può raggiungere il cielo,

 

io non so

se il Divino

sentirà la mia preghiera,

 

io non so

se ciò che chiedo

potrà essere esaudito,

 

io non so

se si può udire

la voce degli Antichi,

 

io non so

cosa ci porterà il futuro.

 

Spero soltanto che bene

e solo bene

possa venire a noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

dal web – impaginazione tony kospan

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 



ARTE POESIA MUSICA… INSIEME…
NEL GRUPPO DI FB
 
 
 
 

Siamo esseri abitudinari? Sì! Lo conferma la scienza…   Leave a comment

 
 
 
 



  
Sapevamo già che l’uomo
è un essere abitudinario…
ma mai era stato accertato
con tanta statistica scientifica certezza!
 
 
 
 
 
 
 
 
Ecco un interessante articolo, a mio parere,
che offro alla vostra conoscenza
e, se volete, alle vostre riflessioni…
anche sui vari aspetti che ne conseguono…
 
 
 
 
 
 
 
 
ESSERI UMANI… ABITUDINARI!!!!
By Lupo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Attraverso il segnale dei telefoni cellulari un gruppo di ricercatori ha monitorato per sei mesi 100.000 persone. Un campione particolarmente grande seguito per capirne gli spostamenti, scoprendo che gli esseri umani passano l’80% del loro tempo sempre negli stessi luoghi.
Siamo una specie abitudinaria, che tende a frequentare gli stessi spazi a intervalli precisi e sempre abbastanza vicino ai luoghi familiari. Spostamenti che assomigliano a quelli di altri animali predatori secondo schemi collaudati in natura. Per il gruppo di ricerca formato dai fisici Marta Gonzàlez, César Hidalgo e Albert-Làszlo Barabèsi saremmo una sorta di “predatori passivi”.
 
 
 
 
 

 

 

 

Si tratta della prima ricerca che indaga gli spostamenti delle singole persone: lo schema osservato, simile ma non identico a quello già visto in altre specie, è detto Levy flight ed è caratterizzato da spostamenti in zone limitate con qualche occasionale movimento su una distanza più lunga.
Già in uno studio del gennaio 2006, pubblicato sulla rivista Nature, si concluse che gli esseri umani seguissero questa legge.
In quella ricerca si seguì il viaggio delle banconote, attraverso la registrazione dei numeri di serie grazie al lavoro di numerosi volontari.
Per Gonzàlez, Hidalgo e Barabèsi, tuttavia, il metodo su cui fu basato lo studio del 2006 era limitato: le banconote cambiano proprietario continuamente, al contrario dei cellulari che rimangono con la stessa persona per periodi molto lunghi.
Inoltre, il segnale del cellulare è rintracciabile automaticamente, senza dover ricorrere a volontari. Considerare le antenne da cui passa il segnale significa poi tracciare in modo preciso il percorso del cellulare nello spazio.
 
 
 
 
 

 

 

 

Per evitare errori dovuti ai cellulari spenti, i ricercatori hanno comparato i dati ottenuti con quelli ricavati da un campione più modesto, in cui la posizione del telefonino era verificata ogni due ore, che fosse acceso o meno. Tale comparazione ha dimostrato che le rilevazioni effettuate per il gruppo più grande erano molto simili a quelle per il gruppo più piccolo.
Ogni rilevazione è stata eseguita in forma anonima, registrando solo il segnale del cellulare e non associandolo ad alcun nominativo.
Secondo lo studio anzidetto, il movimento degli esseri umani è sì di tipo Levy flight, ma in forma modificata, in quanto la distanza degli spostamenti non è casuale come negli animali predatori ma è tipica per ogni individuo.
La spiegazione è che la nostra specie passa la maggior parte del tempo, l’80%, nei medesimi luoghi.
 
 
 
 
 

 

 

 

Un comportamento abitudinario che ha permesso al gruppo di ricerca di elaborare una funzione che descrivesse il movimento e che, eliminati determinati fattori individuali, potesse ritenersi di ordine universale.
Le conclusioni dello studio potrebbero avere importanti ripercussioni in futuro: il modello ricavato dall’analisi statistica degli spostamenti potrebbe essere utile per pianificare meglio le vie di traffico, preparare piani di emergenza e prevedere schemi di diffusione delle patologie in area urbana.
 
 
 
 
 

 

 

 

Pubblicato su: Understanding individual human mobility patterns, Nature, 453, 779-782 (5 June 2008). Da ANTHROPOS
 – Impaginazione Tony Kospan –
 
 
 
 
 

CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
IL SALOTTO CULTURALE DI FB?
samp5873205a0f06c928.jpg PSICHE E SOGNO picture by orsosognante

 

 

Felice sabato in poesia (Quando ti bacio di E. Fried) arte (Franz Dvorak) canzone (Infiniti noi dei Pooh) e…   Leave a comment

 

 

 

Franz Dvorak – Purezza e passione

 

 

 

 

Il vero amore è come i fantasmi;
tutti ne parlano,
ma sono pochi quelli che lo hanno visto davvero.
(Francois de La Rouchefoucauld)
 

 
 

Franz Dvorak – Lettrice
 
 
QUANDO TI BACIO

Erich Fried

 

Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombellico
non è solo il tuo grembo
che bacio.

Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.

 

 

 
 

 

Franz Dvorak – Testa di donna con corona di fiori

 

 

image image imageimage

 

 

 

 
 

 

PER LE NOVITA' DEL BLOG

 
SE IL BLOG TI PIACE
I S C R I V I T I
 
 
 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: