Archivio per 9 luglio 2013
Con “Follia” di Nizar Qassani auguro a tutti una felice notte in… minipoesia 2 comments
Il giuggiolo… questo sconosciuto – Descrizione, storia, usi, il famoso detto e la ricetta 6 comments
Quasi tutti conosciamo l’espressione “andare in brodo di giuggiole”.
E’ un’esclamazione che talvolta sentiamo pronunciare e pronunciamo per sottolineare un momento vissuto con grande soddisfazione.
Il fiore
IL GIUGGIOLO… QUESTO SCONOSCIUTO
DESCRIZIONE – STORIA – RICETTA – MODI DI DIRE E…
a cura di Tony Kospan
LA PIANTA
Il giuggiolo (Zizyphus vulgaris) è una pianta alta dai 5 a i 12 metri originaria dell’Africa settentrionale e della Siria che in tempi antichissimi si diffuse in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni.
LA GIUGGIOLA (IL FRUTTO)
La giuggiola… il frutto… assomiglia ad una grossa oliva dal colore prima verdastro e poi rosso marrone scuro quand’è matura.
LA STORIA DEL GIUGGIOLO
Già per Erodoto, che definì le giuggiole simili ai datteri, esse potevano essere usate per produrre un vino liquoroso ed inebriante.
Però i Greci le mangiavano anche come frutta.
IL GIUGGIOLO IN ITALIA
I romani per primi lo importarono in Italia chiamandolo”Zyzyphum” e per essi era simbolo del silenzio ed adornava i Templi della Prudenza.
In Romagna in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa nella zona più riparata ed esposta al sole.
In Veneto ed in particolare a d Arquà Petrarca i giuggioli sono ancora piantati nei giardini di molte abitazioni e le giuggiole sono variamente utilizzate in cucina ed in… cantina.
L’USO ODIERNO
Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall’albero, sia quando sono un po’ secche.
C’è un solo nocciolo all’interno simile a quello delle olive.
Si possono trasformare anche in marmellate oppure conservate sotto grappe.
Si fanno anche tisane e sciroppi dolcissimi utilizzati contro la tosse ed anche il famoso… brodo liquoroso.
I frutti sono diuretici, emollienti e lassativi.
IL BRODO DI GIUGGIOLE
LA RICETTA
INGREDIENTI:
– 1 kg di giuggiole
– 1 kg di zucchero
– 2 mele cotogne
– 1 limone non trattato
– 1 litro di vino bianco
– 200 gr di uva isabella o vespolina sgranata
ESECUZIONE:
Prediligete delle giuggiole mature e raggrinzite, che sono poi quelle più dolci, eliminatene il nocciolo.
Mettetele in acqua unitamente alle mele cotogne tagliate a fettine, la scorza di limone, l’uva e lo zucchero, cuocete e dopo un’oretta di cottura a temperatura dolce aggiungete un po’ alla volta il vino di modo che questo possa sostituire l’acqua.
Passate tutto al setaccio.
Il risultato finale deve essere quello di una “marmellatina” tenera e saporita.
IL DETTO:
ANDARE IN BRODO DI GIUGGIOLE
L’espressione nasce a seguito della ricetta con questo nome usata nei paesi intorno al Lago di Garda e considerata una vera e propria prelibatezza.
Viene riportata già nel 1612 nel Vocabolario degli accademici della Crusca e le viene dato il significato di “godere di molto di chicchessia”.
Poi essa si diffuse in tutta Italia e resiste bene ancor oggi… nel senso di “gran godimento“.
CIAO DA TONY KOSPAN









Una bella riflessione sulla felicità di Martin Luther King 8 comments

Forse Dio vuole che incontriamo un pò di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontreremo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie di amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Dare a qualcuno tutto il tuo amore non è un’assicurazione che sarai amato a tua volta!
Non ti aspettare amore indietro, aspetta solo che cresca nei loro cuori, ma se non succede accontentati che cresca nel tuo.
Ci vuole un minuto per offender qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze, possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va, vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di far le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa, soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
Quando sei nato stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai tu sorrida.
Alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici.
La speranza di pure rivederti… poesia bella ma non facile del grande Montale Leave a comment
Piccola… criptica… ma famosissima e davvero sublime
è questa poesia…
L'autore anche qui utilizza una forma scarna ed essenziale
per manifestare con forza quel fondo di angoscia verso la vita
che lo caratterizza apparendogli essa nemica ed oscura…
Eugenio Montale – Genova 12 10 1896 – Milano 12 9 1981

LA SPERANZA DI PURE RIVEDERTI
Eugenio Montale
(da “Le Occasioni”)
La speranza di pure rivederti
m’abbandonava;
e mi chiesi se questo che mi chiude
ogni senso di te, schermo d’immagini,
ha i segni della morte o dal passato
è in esso, ma distorto e fatto labile,
un tuo barbaglio:
(a Modena, tra i portici,
un servo gallonato trascinava
due sciacalli al guinzaglio).
Magritte – La memoria
Spero di legger anche un vostro parere..
CIAO DA TONY KOSPAN

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Breve ricordo di Ernest Brognine grande caratterista del cinema americano Leave a comment


e tornava spesso in Italia

ma ha anche vinto un Oscar nel 1956

Una delle sue ultime immagini




Amare per perdersi – Sublime racconto di Hermann Hesse… 2 comments


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Si ritirò del tutto nella propria anima e gli parve che il fuoco d’amore l’avrebbe consumato.
Perdette il mondo, non vedeva più il cielo azzurro e il verde bosco, il torrente per lui non frusciava, l’arpa per lui non suonava, tutto era sprofondato e lui era caduto in miseria.
Ma il suo amore cresceva, e lui avrebbe preferito morire e rovinarsi piuttosto che rinunciare al possesso della bella donna che amava.
Sentì allora che il suo amore aveva bruciato in lui ogni altra cosa, e l’amore divenne potente e tirò e tirò, e la bella donna dovette obbedire.
Venne, e lui era lì a braccia aperte per attirarla a sé.
Era davanti a lui e gli si arrendeva,cielo e bosco e torrente, tutto gli veniva incontro in nuovi colori, fresco e splendido, gli apparteneva, parlava il suo linguaggio.
Aveva amato e amando aveva trovato sé stesso.
