Doveroso ritengo, nell'anniversario della sua nascita,
tracciare un breve ritratto dell'uomo e dello scrittore che,
più e meglio di ogni altro,
è stato capace di narrare la tragica realtà dei lager
trasmettendola alla memoria nostra e delle future generazioni.
(Torino 31 7 1919 – Torino 11 4 1987)
PRIMO LEVI…
TESTIMONE… SCRITTORE E… VERO UOMO
Nato a Torino da genitori di religione ebraica, fu brillante studente del liceo classico Massimo D’Azeglio e si laureò in modo encomiabile in Chimica con una tesi però di Fisica per l'ostracismo dei professori nei suoi confronti a seguito delle famigerate e vergognose Leggi Razziali.
Qui giovane con amici (ultimo a dx)
Lavorava a Milano come chimico quando nel '43 fu catturato dai Tedeschi che dopo un pò lo trasferirono ad Auschwitz… luogo di cui lui (come gli altri prigionieri) ignorava tutto…
«Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione.
Auschwitz: un nome privo di significato, allora e per noi»
(P. Levi – Se questo è un uomo)
Primo Levi giovane
Essendo giovane e valido non scomparve subito nel nulla come i vecchi… le donne ed i bambini… ma assegnato ad una fabbrica di gomma.
Nonostante fosse rasato a zero, con vestito a righe, costretto a rigidissime regole e con un numero cucito sulla giacca…, il suo era 174517, all'inizio non capiva quel che davvero stava accadendo.
In breve tempo però la tremenda realtà gli apparve chiara…
Primo Levi con la sorella Anna Maria nel 1947
Le sue conoscenze di tedesco e di chimica… gli consentirono però di evitare lavori troppo duri… ma l'esperienza vissuta nei campi di concentramento tra rapporti di grande amicizia tra prigionieri e per converso di incredibile violenza fisica e spirituale lo segnarono profondamente.
Fu liberato il 27 gennaio 1945 dai Russi, anche grazie a circostanze fortunate, (era stato spostato nel campo di Buna-Monowitz perché ammalato di scarlattina) ma riuscì a tornar in patria solo nell'ottobre successivo.
Primo Levi è stato dunque tra i pochissimi a tornare dai campi di concentramento.
In Italia, essendo stato testimone di tanta assurda e cieca violenza, sentì l'obbligo di rivelare al mondo quel che nessuno poteva immaginare e quindi nemmeno credere.
In questo modo poteva poi anche elaborare l'immenso dolore da cui non riusciva a liberarsi.
Primo Levi e Philip Roth
Da ciò nacque l'ormai mitico libro “Se questo è un uomo” che in un primo tempo piacque solo ai critici ma poi pian piano venne tradotto in diverse lingue ed apprezzato in tutto il mondo.
Con il libro “La Tregua” vinse la prima edizione del Premio Campiello.
Segue negli anni la pubblicazione di tante altre sue opere.
Morì l'11 aprile del 1987.
Dirà di lui il letterato Claudio Toscani: «L’ultimo appello di Primo Levi non dice… non dimenticatemi, bensì non dimenticate».
Infine, come omaggio al suo ricordo, ecco questo notissimmo suo poetico brano…
SE QUESTO E’ UN UOMO Primo Levi
«Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi, alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi».
Mi hai dato due incarichi. Non telefonarti. Non vederti. Adesso sono un uomo occupato. C’è anche un terzo incarico: non pensare a te. Ma tu non me l’hai affidato.
Pubblicarono anche diversi libri di poesie insieme…
Tornando ad Emily… era quella con il carattere più riservato
ed è ancor oggi ricordata ed amata da molti per il suo unico ma famoso romanzo Cime tempestose
ma personalmente amo molto anche le sue poesie.
Considerato un classico della letteratura inglese dell'800 il romanzo, per la sua complessa trama e per le suggestioni che dona, ha avuto molte versioni cinematografiche e televisive.
In Italia ebbe molto successo come sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI e diretto da Mario Landi nel nel 1956.
Mi fa piacere dunque ricordarla con 3 sue poesie,
in cui sono evidenziati il suo stile e la sua poetica,
e con un video tratto dall'indimenticabile sceneggiato Rai…
LE POESIE
NON DOVRESTI CONOSCERE LA DISPERAZIONE Emily Bronte
Non dovresti conoscere la disperazione se le stelle scintillano ogni notte; se la rugiada scende silenziosa a sera e il sole indora il mattino. Non dovresti conoscere la disperazione – seppure le lacrime scorrano a fiumi: non sono gli anni più amati per sempre presso il tuo cuore? Piangono, tu piangi, così deve essere; il vento sospira dei tuoi sospiri, e dall'inverno cadono lacrime di neve là dove giacciono le foglie d'autunno; pure, presto rinascono, e il tuo destino dal loro non può separarsi: continua il tuo viaggio, se non con gioia, pure, mai con disperazione!
PIU' FELICE SONO… Emily Bronte
Più felice sono quando più lontana porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla, in una notte di vento quando la luna brilla e l'occhio vaga attraverso mondi di luce
Quando mi annullo e niente mi è accanto né terra, né mare, né cieli tersi e sono tutta spirito, ampiamente errando attraverso infinite immensità.
L’INFINITO MISTERO
Emily Bronte
Improvviso, il buio della casa
il sole rischiarò,
il canto dei canarini rallegrò,
rianimò il salto del gatto,
ravvivò i fiori del giardino
le lacrime si tramutarono in sorriso,
il pianto in gioia
e la tristezza diventò quasi allegria:
oh, Amore, l’infinito
LO SCENEGGIATO TELEVISIVO
Ed infine il video…che è poi anche un ricordo
dei mitici sceneggiati RAI in bianco e nero…
In particolare di questo ricordo soprattutto l'ululare del vento…
Fu scritta nel 1917 dal notissimo paroliere-poeta Libero Bovio e musicata da Gaetano Lama a tempo di valzer.
Libero Bovio
Essa ci parla di una donna che ha preferito lasciare le sue semplici origini… (di quando mangiava pane e ciliege…) ed anche il suo innamorato senza pretese… per divenire una raffinata sciantosa (oggi potremmo definirla soubrette ma il significato è più ampio) che parla in un incerto francese e che veste abiti scollati ed eleganti.
L’avvilimento del suo ex è tale che neanche il cardellino trova la forza di volare via e di cercarsi una nuova padrona, pur con la gabbia ormai aperta.
IL FAMOSO RITORNELLO ED IL BRANO
Il ritornello
«Perché, ora che non ci amiamo più, tu distrattamente pensi a me, distrattamente parli di me, distrattamente chiami me?»
rivela che il fuoco dell’amore seppur ormai semispento sotto la cenere cova ancora in entrambi…
Quel “distrattamente” a mio parere, quasi come un lapsus freudiano, mostra proprio questo… mentre però intanto i due stanno già prendendo strade ormai diverse…lontane…
Edoardo Tofano – Donna con ventaglio
E' quindi un brano dolce e malinconico che ci parla della fine di un amore con toni così accorati che lasciano immaginare non del tutto spente nè la passione nè le emozioni che quell’amore ha destato.
La canzone ebbe un successo immediato.
ATMOSFERE DI QUELL'ANNO
Siamo nel 1917 e la 1° guerra mondiale vive ancora momenti molto critici pur se s’inizia ad intravedere la fine..
ma intanto nonostante tutto… e soprattutto nonostante i tantissimi lutti… nelle città la vita continua…
con i ritmi e le modalità d’allora
ASCOLTO DELLA CANZONE
Ma ora ascoltiamola in questo video in cui vi sono anche bellissime immagini… cantata da Robeto Murolo
e poi, se ci va, anche qui… potendo leggerne anche il testo originale e la traduzione… cantata da Massimo Ranieri
Pittore, architetto, scrittore, ma anche anche scenografo, decoratore, costruttore di apparati effimeri per i carnevali… matrimoni… etc…il versatile aretino però è stato e resta soprattutto una miniera di informazioni storiche… tecniche ed artistiche sul mondo dell'arte rinascimentale oltre che l'inventore del linguaggio dell'arte.
Possiamo dire in poche parole che dopo di lui l'Arte, soprattutto come conoscenza analisi e storia…, non fu più la stessa…
Cercheremo di analizzare, in breve come sempre, la sua figura e le sue opere…
(Arezzo 30.7.1511 – Firenze 27.6.1574)
GIORGIO VASARI
ARTE… PENNELLO E… PENNA…
Tony Kospan
BIOGRAFIA DEL VASARI
PITTORE E ARCHITETTO
Vasari dipinge – Casa di Arezzo
Iniziò giovanissimo a frequentare la bottega d'arte di Guglielmo di Marcillat dove incontrò Rosso Fiorentino che ebbe poi grande influenza nelle sue opere. A soli 13 anni si trasferisce a Firenze massimo centro culturale ed artistico dell'epoca e dove conobbe diversi grandi artisti tra cui Michelangelo e Andrea del Sarto che completarono la sua formazione artistica…
San Giorgio e il Drago
Qui strinse un sodalizio artistico con il quasi coetaneo Del Salviati Cecchino insieme al quale affrescò per il cardinale Salviati a Palazzo Salviati, “La vita di Giovanni il Battista” che portò fama soprattutto al Cecchino e col quale fece un viaggio per ammirare opere d'arte in varie città d'Italia tra cui Roma, Napoli e Bologna… ma nelle quali operò anche…
Tentazioni di San Girolamo
Il centro principale della sua attività però resta Firenze… dove fondò l'Accademia delle arti e del disegno insieme ad altri artisti e dove conosce Cosimo I dei Medici che gli commissiona delle opere architettoniche… e dal 1560 in poi è incaricato della Costruzione del Palazzo degli Uffizi… della ristrutturazione di Palazzo Vecchio e del Palazzo degli Anziani di Pisa.
Sue caratteristiche sono il piacere di lavorare in compagnia… di altri artisti… al punto che da alcuni è anche stato definito una specie di talent scout… ed un'altra, come dirà egli stesso, è la sua grande celerità nel dipingere.
In tutto il corso della sua vita alternò la creazione di opere d'arte con quella di opere effimere curando l'organizzazione e le scenografie per matrimoni nobiliari… per manifestazioni teatrali… e carnevalesche… etc..
Morì nel 1574 a Firenze.
LO STILE DEL PITTORE
Caino e Abele – Dipinto a Napoli
Può essere considerato fra i maggiori manieristi tosco-romani ma possiamo forse meglio definire il suo stile come una combinazione tra manierismo, visioni michelangiolesche ed i colori di Rosso Fiorentino.
Il Manierismo è la corrente artistica che si distinse per la ricerca di uno stile fatto di eleganza, armonia e sicurezza che ebbe vita dal 1525 fino al 1563 anche se il termine fu usato dal Vasari principalmente per descrivere il virtuosismo del pittore.
La fucina di Vulcano
In effetti la pittura vasariana è incredibilmente precisa e ricchissima di particolari, anche minimi come capelli, mani, occhi, vesti, oggetti etc…, ed i colori sono sempre vivaci… vari e stupendamente applicati.
Tuttavia la sua pittura pur elegantissima appare non manifestare quel pathos… che caratterizzò i grandissimi del Rinascimento.
“LE VITE ”
E LA NASCITA DELLA STORIA DELL'ARTE
Come si diceva all'inizio pur essendo stato un valente pittore… architetto… e non solo… tuttavia la sua fama principale oggi gli viene dall'Opera che scrisse e che rappresenta una vera e propria pietra miliare nel campo della storiografia e del linguaggio nel campo dell'Arte.
Eppure il Vasari in una lettera ad un amico si lamentava di non esser così bravo con la penna come col pennello…
Allegoria
Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, da Cimabue insino a’ tempinostri è il titolo originale dell'opera che ebbe 2 edizioni, la prima nel 1550 e la seconda nel 1568, ma che per brevità ormai è da tutti chiamata “Le vite“.
L'opera contiene oltre 160 biografie di artisti ed è quindi un'opera che possiamo definire “monumentale” e la sua importanza è immensa… al di là della condivisione o meno dei suoi giudizi sugli artisti di cui scrive…
Inizia grazie a “Le vite” l'interesse per le biografie degli artisti… per la critica e l'analisi delle opere… per le conoscenze delle tecniche pittoriche… e per la storia delle “scuole” dal duecento in poi ed infine per la consapevolezza di tutto quello che il suo secolo rappresentava per l'evoluzione dell'Arte mondiale coniando il termine “Rinascita“.
Deposizione di Cristo nel Sepolcro
Ne “Le vite” il Vasari parla anche di se stesso come “Novello Giotto“… e racconta, in alcuni casi con dovizia di particolari (come per il periodo napoletano), ed in altri con strategici silenzi o strategiche amplificazioni la sua vita e le sue opere…
Il testo, a dire il vero, contiene anche diversi e marchiani errori in quanto il Vasari prendeva per buone le dicerie e le leggende createsi intorno alle vite degli artisti vissuti nei secoli precedenti… ma tuttavia questi errori, che per lungo tempo hanno inficiato l'attendibilità dell'opera…, non possono danneggiarne nè l'impianto complessivo nè la precisione e la cura dei suoi giudizi estetici e critici… come concordemente oggi la critica ha finalmente riconosciuto.
In ogni caso non possiamo sottacere 2 importanti aspetti:
1 – che le vite degli artisti temporalmente a lui più vicini appaiono abbastanza corrette e precise…
2 – che alla sua epoca non c'erano i moderni strumenti tecnologici che avrebbero potuto consentirgli più precise ricerche ed analisi scientifiche.
Pertanto, in considerazione dell'assoluta innovazione rispetto al preesistente “vuoto” (o quanto meno “grande dispersione“) di conoscenze nell'ambito dell'arte, al Vasari ed alla sua opera letteraria va riconosciuto un merito davvero incommensurabile…
Come sempre ne traccerò un profilo in modo sintetico
ma auspicabilmente abbastanza completo e chiaro.
(Zundert 30 3 1853 – Auvers sur Oise 29 7 1890)
L'ARTISTA
Vincent Van Gogh è proprio il prototipo dell'artista maledetto… dalla breve e tormentata vita conclusasi con un suicidio.
Sue costanti amiche sono angosce ed emarginazione… che lo avvicinano ad artisti e poeti del suo tempo come ad esempio Toulouse-Lautrec e Rimbaud.
Questa tradizione “nera” era nata già col romanticismo ma si era ampliata nel mondo artistico di fine '800.
Eppure da queste sofferenze psicologiche per la non accettazione delle realtà sociali sono nate opere immortali…
BREVE BIOGRAFIA
Figlio di un pastore protestante dopo svariati lavori ebbe ad un certo punto anche lui una vocazione religiosa e divenne un predicatore.
Nello svolger la sua missione girando per poveri villaggi di minatori si appassionò alle loro lotte per migliorar le loro tremende condizioni di vita.
Questo però lo fece ritenere un soggetto socialmente pericoloso e fu licenziato.
Dopo un periodo di crisi e di sofferenze psicologiche ormai 27enne iniziò a dipingere.
La sua attività di pittore durò 10 anni scanditi da momenti di depressione ed altri di esaltazione.
Autoritratto
Innamoratosi di una prostituta nel 1882 andò a convivere con lei poi la lasciò e si trasferì nel nord dell'Olanda sempre consigliato ed assistito dal fratello Theo sia in campo artistico che economico.
Il miglior risultato di questo primo periodo è “I mangiatori di patate” del 1885 che vedremo più giù.
Cesto di patate
L'anno dopo raggiunge il fratello a Parigi che si trovava lì per lavoro e qui frequenta l'atelier Cormon, dove conosce altri giovani pittori come Toulouse – Lautrec ed incontra artisti come Pissarro, Gauguin, Seurat, Signac etc.
Questo gli consentì di approfondire la tematica dell'evoluzione dell'impressionismo e di affinare la sua arte soprattutto nell'uso del colore e nel contempo gli diede nuovi entusiasmi.
Vincent van Gogh – La taverna – Paris – 1886
Dopo 2 anni si trasferì in una cittadina del sud della Francia… Arles dove lo raggiunse Paul Gauguin.
Qui dopo un breve periodo d'intensa e favolosa (dal punto artistico) collaborazione Gauguin andò via ed in quell'occasione accadde la controversa storia del taglio del lobo di Van Gogh.
L'orecchio tagliato
Dopo la partenza di Gauguin entrò di nuovo in una grave crisi psicologica alternata da momenti di euforia ed altri di depressione che ebbero fine col suo suicidio con un colpo di pistola.
I suoi quadri più famosi furono realizzati in pochissimi anni ed in vita non ebbe alcun riconoscimento tranne un articolo di giornale.
Subito dopo la morte però la sua arte fu riconosciuta e lui divenne un vero e proprio mito.
Autoritratto
LE OPERE
Il suo primo significativo periodo definito di Nuenen è contaddistinto dal grande interesse per la pittura sociale nella quale il tema principale è quello del mondo degli umili.
Significativa in tal senso è, come si diceva su, la tela “I mangiatori di patate“.
Mangiatori di patate
Il periodo parigino segna un totale rinnovamento, come abbiamo accennato su.
Van Gogh modifica la tecnica di stendere i colori con rapide pennellate e li rischiara.
I soggetti diventano per lo più urbani… sia interni che esterni ma anche i paesaggi.
Caffetteria in piazza
La stagione di Arles è quella dei suoi capolavori.
E' il periodo breve ma intenso della completa maturazione in cui lascia libero e totale spazio all'esplosione del colore e che termina con la notissima “Camera da letto“.
Ecco alcuni capolavori di questo periodo partendo dalla mitica “Notte Stellata“.
La felicità? – disse il bell'uccello e rise con il suo becco dorato – la felicità, amico, è ovunque, sui monti e nelle valli, nei fiori e nei cristalli. H. Hesse
Édouard Manet – Sulla spiaggia – 1783
PENSO A TE Elgreco
Un refolo di vento porta le tue lontane parole mistero del mio andare verso una terra sconosciuta, se penso alla parole dette, scritte, ai pensieri andati, portati dal vento, al velo di cipria con cui la tua voce accompagnava le parole, al lieve tocco delle carezze raccontate, mai sentite. Adesso resta il refolo di vento, un pensiero dolce, e la solitudine antica compagna scrive parole gia lette sul foglio bianco del mio cuore, vela all’orizzonte scompare e riappare ondeggiando tra le onde e poi nulla più. Solo negli occhi il ricordo di labbra incise su un foglio di carta rossa.
Ci sarà la luna. Ce ne sta già un pò! Eccola che pende piena nell'aria. è Dio, probabilmente, che con un meraviglioso cucchiaio d'argento rimesta la zuppa di pesce delle stelle.