Archivio per 29 giugno 2013

Felice notte in minipoesia con “Che sia l’amore tutto…” di E. Dickinson   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 

CHE SIA L’AMORE TUTTO CIO’ CHE ESISTE
Emily Dickinson

 
 
Che sia l’amore tutto ciò che esiste
 
è ciò che noi sappiamo dell’amore;
 
E può bastare che il suo peso sia
 
uguale al solco che lascia nel cuore.

 

 

 

 Irina Vitalievna Karkabi

 

 

 

 
 
 
 

 

 

by Tony Kospan

 

 

 

 

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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E NON SOLO)
NELLA PAGINA
 
 
 

‘A tazza ‘e cafè – La storia… la musica… l’allegra mitica canzone…   Leave a comment

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Una canzone simpatica ed allegra
con alcuni doppi sensi e dal ritmo incalzante.

Una canzone dal sapore vivace e forte
come un buon caffè
e che, pur avendo oltre cento anni, 
appare ancora moderna ed attuale.
 
 
Conosciamone la storia, 
l’atmosfera… il significato…
e poi soprattutto ascoltiamola!


 
 
 
 

A’ TAZZA E’ CAFE’
ATMOSFERE E NOTE… D’UN TEMPO…
a cura di Tony Kospan

Siamo nel 1918 la tremenda “grande” guerra
è finalmente agli sgoccioli, l’Italia non ne può più,
ma la vita nelle città ferve comunque.







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E’ in quest’anno che nasce questa canzone
che, pur nella sua allegra leggerezza,
 fa parte del grande repertorio
della canzone classica napoletana.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
STORIA DELLA CANZONE
(L’autore e… Brigida)

 
 
L’autore è Giuseppe Capaldo
cameriere del Caffè Portoricco di Napoli.
 
La cassiera di questo locale, 
una certa Brigida,
era un po’ scontrosa
ma donna molto affascinante.
 
Tra i suoi tanti ammiratori 
c’era anche il giovane Giuseppe.

 
 
 

 
 
 
 
LA MUSICA
 
 
 
La musica è invece del Cav. Vittorio Fassone
che aveva l’hobby di comporre musiche
soprattutto per la gran passione per le canzoni napoletane.
 

 
 

 
 
 
 
IL SIGNIFICATO
 
 
La canzone (un po’ ottimistica)
ci vuol dire che una corte fatta bene e con costanza
prima o poi farà crollare le resistenze dell’amata
per quanto scontrosa e scostante possa essere.
 

Ed allora… dolcezze infinite saranno certo… garantite.

 

 

 
 
 
Dunque paragona la donna al caffè ancora amaro,
ma con lo zucchero depositato nel fondo.

Caffè che però, girando il cucchiaino nella tazzina,
dolce diverrà e tanto piacere donerà
alle labbra e non solo.
 
 
 
 


 
 
 
 
 
La canzone è quindi intrisa di sensuali doppi sensi
e proprio il suo successo mondiale
ha contribuito a dare ai napoletani
la fama di massimi esperti ed estimatori
della nera bevanda.
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
Ma ora ascoltiamola cantata, 
anzi “cesellata”, da Roberto Murolo.

 
 
 
 
LA CANZONE


 
 


 

 

CIAO DA ORSO TONY

 
 
 
 

COPYRIGHT TONY KOSPAN


 
 
 





 

 
 

Omaggio a Leopardi nell’anniversario della nascita   4 comments

 
 
 
 
 
 
LE PIU' BELLE POESIE DI LEOPARDI
 
 
 
 

GIACOMO LEOPARDI
(Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837)
 
 
 
Parlare di Leopardi è per me come parlare di un proprio Padre spirituale … ma penso che questo non sia molto diverso per tutti coloro che sentono di far parte della grande e comune famiglia della Poesia.
 
Per questo… per la sua immensa grandezza… la sua intramontabile notorietà… e per la geniale profondità dei suoi versi… e delle sue opere in genere, qualunque cosa scriverei sembrerebbe vecchia e banale…
 
La sua infatti è una delle più grandi figure di tutti tempi nell'ambito della letteratura mondiale…
 
 
 

 
 
 
Mi astengo dunque, nel giorno in cui  cade l'anniversario della sua nascita… dal parlare della sua poetica e della sua biografia… e mi limiterò a condividere con te, lettore amante della poesia, alcune tra le sue più note e stupende liriche…
 
Aggiungo solo che da ragazzo mi sentivo tanto profondamente vicino a lui ed al suo animo da giungere a scrivere sulla copertina di un mio diario… questi miei modestissimi versi… (eravamo nell'epoca della contestazione giovanile e delle battaglie per il divorzio etc…)
 
 
 
Qui la sensibil alma
di colui che sigolar vita visse
nel borghese mondo
che la bestia umana crear seppe
per ritener valori
che pur già morti
vissero ancora a rovinar le genti
la fraterna dolorosa psiche
dell'amico Leopardi ammirando
all'ignara pagina
tutta si svelò…
 
 
Ma torniamo al sommo Giacomo… ed alle sue liriche…
 
 
 

 
 
 
Quelle che ho scelto e che possiamo leggere qui di seguito sono tra quelle che considero più belle.
 
Se vi va, qui o neigruppi di poesia, potete aggiungere le sue poesie che amate di più…
 
 

 
LA SERA DEL DI' DI FESTA
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai nè pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.
 
 
A SILVIA
Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
 

 
L'INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare
 
 
ALLA LUNA
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
 
Infine il video della poesia LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA letta da Vittorio Gasmann
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 

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Ciao Margherita Hack… ora sei tra le tue amate stelle   4 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
Margherita Hack ci ha lasciati
qualche ora fa…
 
 
Aveva 91 anni…
 
 
 
 
 
(Firenze 12 6 1922 – Trieste 29 6 2013)
 
 
 
 
E' stata una notissima astrofisica
e divulgatrice scientifica…
ma si è anche distinta per una strenua difesa
dei diritti civili e degli animali.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fino alla fine è stata una figura prestigiosa e limpida
del mondo scientifico italiano,
ma anche, da sincera democratica, sempre in prima fila
per i diritti delle donne e per la laicità dello Stato.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Rivediamola in questo video relativo
ad una sua abbastanza recente partecipazione televisiva.
 
 
 
 

 
 
 
 
 

Certamente
Margherita…
ora sarai tra le tue amate stelle
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
 

Siedi qui in Paradiso… suggestiva ed affascinante poesia Sufi   5 comments

 
 
 
 
 
 
 
Torniamo, con questa, a leggere poesie Sufi…  
poesie suggestive e sublimi
che ci portano in mondi… ultraterreni…
pieni di amore…
 con leggerezza e soavità… facendoci volare…
oltre le miserie umane….
 
 
 
 
 
 
 
 
Ricordo che queste poesie affascinanti
e che hanno sempre avuto nel corso dei tempi…
stuoli di ammiratori…
hanno anche diverse chiavi di lettura
 
 
Ora però leggiamola con calma,

e… se vi va… poi… parliamone…

 
 
Tony Kospan…
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SIEDI QUI IN PARADISO

Omar Khayyam
 
 
 
 
 

Voglio un carico di vino di rubino, e un libro di versi.

 

 


Mi occorre appena lo stretto necessario, e un pezzo di pane.

 

Poi io e te seduti in un luogo deserto…

 

Questa è una vita superiore al potere d’ogni sultano.

 

Non t’affliggere così vanamente, vivi contento,


e nell’ingiusta via della tua sorte, vivi con giustizia.

 

Giacché in conclusione questo mondo è il nulla,

pensa di essere il nulla, e libero vivi.

 

Per quanto d’ogni lato io volga lo sguardo,

scorre nel giardino un rivo di paradiso.

 

La piana è divenuta un paradiso, non parlare d’inferno!

 

Siedi qui in paradiso, assieme a un volto di paradiso.

 

 

 

 

  

 


 

 

 

Cosa ne pensate?

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 

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Felice sabato in poesia (Le più belle poesie di A. Merini) arte (F. Fressinier) canzone (Tu nella mia vita) e…   Leave a comment

 
 
 
 
 
Francois Fressinier – Il mandolino
 
 
 
 
 
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Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo:
la prima quando per la prima volta può dire “Amo”,
l'altra, ancora maggiore,
quando può dire “Sono Amato”.
Carlo Dossi
 

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Francois Fressinier – Bianco fiore
 
 
 
 
LE PIU’ BELLE POESIE
Alda Merini
 
 
Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da agenti
della divina follia.
Cosi, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso
né ti ha mai maledetto.
Ma tu si, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’ assenzio
di una sopravvivenza negata.
 
 
 
 
Francois Fressinier – L'ombrellino rosso
 
 
 

 
 
DA ORSO TONY
 
 
 
 

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Felice notte in minipoesia con “La notte” di Pedro Salinas   1 comment

 

 

 

 

 

 

LA NOTTE

Pedro Salinas

 

 

La notte è il grande dubbio

del mondo e del tuo amore.

Ho bisogno che il giorno,

ogni giorno mi dica

che è il giorno, che è lui

che è la luce: e lì tu.

Mi hai mai amato?

E mentre tu taci, ed è notte,

non so se luce, amore esistono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto: Sognare è un atto di pura immaginazione, 
che attesta in ogni uomo il potere creativo
che se fosse presente al risveglio, 
farebbe di ogni uomo un Dante o uno Shakespeare.

*_*H. F. Hedge*_*

 

 

da Tony Kospan

 

 

 

 

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Pubblicato 29 giugno 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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