Archivio per 21 giugno 2013

L’inimmaginabile love story tra la figlia del Duce ed un capo partigiano – I Parte   1 comment

 
 
 
Un sorprendente… incredibile… amore
vissuto al di là delle ideologie e della storia,
e perfino al di là dei caratteri dei protagonisti,
venuto da poco prepotentemente alla luce.

 
 
 
 
 
 
 
 

Questa storia assolutamente vera, ma sconosciuta ai più,
è venuta alla luce, dopo oltre sessanta anni,
grazie al giornalista scrittore Marcello Sorgi.
 
 
 
 
 
L’INIMMAGINABILE LOVE STORY
TRA LA FIGLIA DEL DUCE
ED UN CAPO PARTIGIANO
 
 
 
I PARTE

 
 
 
Marcello Sorgi
 
 
 
 
Il giornalista scrittore ha scoperto per caso a Lipari,
la più grande delle Isole Eolie, mentre era in vacanza..
questo sorprendente gossip di fine guerra…
 
 
Una bruciante passione  testimoniata da lettere e «pizzini»
gelosamente custoditi nell’armadio della «petite mal maison»
di contrada Timparozzo,
che fu lo scenario di quel complesso ma profondo rapporto.
 
 
Ma andiamo avanti con ordine…
 
 
 
mini fleur

  
 
 
I PROTAGONISTI

 
 
EDDA MUSSOLINI… VEDOVA CIANO…
E
LEONIDA BUONGIORNO

 
 
 
 
 
 
 
 
LO SCENARIO
 
 
Il palcoscenico… bellissimo… sul quale si snoda la storia… 
è la bella isola di Lipari…
 
 
 
 
 
Un angolo dell'isola
 
 
 
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EDDA
 
 
 
CHE PERSONA E’? 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Figlia di Benito Mussolini… e Rachele Guidi… trascorre l'infanzia a Milano, discola e molto magra. 
 
Ormai giovanetta conosce il Conte Galeazzo fratello di un'amica e dopo soli due mesi Edda Mussolini, a soli 20 anni, lo sposerà il 24 aprile 1930.


 
 
 

Il matrimonio tra Edda e Galeazzo

 
 
 
 
Capri è la meta del loro viaggio di nozze lampo, poi i due sposi partono per Shanghai dove Galeazzo Ciano è console.
 
Dopo la nascita del figlio Fabrizio rientrano in Italia nel 1932.

Qui riparte la carriera politica di Ciano che culminerà con la nomina a Ministro degli Esteri.
 
 
 
 
 

Edda con il marito Galeazzo Ciano

 
 
 
Edda… nella Roma degli anni 30… è una delle più attive protagoniste della grande mondanità…
 
Potente, prepotente, inquieta, chiacchierata, adoratrice “bel mondo”, Edda Ciano è la “contessa dei Parioli”.


 
 
 
Edda e Ciano in spiaggia
 
 
 
 

Spregiudicata, stravagante, di non inespugnabile virtù, ama il gin, il poker, le sigarette forti, gli uomini più giovani, gli abiti audaci, i romanzi americani e le opere di De Chirico.
 
Appartiene alla fortunata razza di persone a cui la quotidianità riserva solo scosse di piacere.
 

 

 

Edda ed il marito G. Ciano

 



La sua vita è anche una sfida alle regole, un divertissement, un romanzo.
 
Il suo copione sembra scritto dal dio della fortuna.
 
Poi, inevitabile, scatta il contrappasso: gli dei malevoli si vendicano e la sua infinita elegante vacanza precipita nella tragedia delle cupe atmosfere del morente fascismo.






 
Salò, 1944 – Mussolini si rifiuta di revocare la condanna a morte di Ciano comminatagli nel Processo di Verona per aver votato contro di lui al Gran Consiglio.
 
La ribelle dorata dei quartieri alti si trasforma in ribelle autentica, dalla maschera tragica.
 
Donna “contro”, orgogliosa ma sfinita dalla vita, lotta con tutte le sue forze per salvare Galeazzo.
 
Implora, minaccia, gioca la carta dei Diari, maledice il padre tanto amato, piange tutte le sue lacrime.

Invano.
 
 
 

Edda col padre Benito

 
 
 
Ferita, furiosa, disperata, si rivela una donna vera, protagonista e vittima della Storia.
 
Gli altri muoiono, lei sopravvive ma è una donna senza sorriso.
 
Ha amato il marito Galeazzo, a modo suo, e glielo hanno portato via.
 
Ha amato il padre Benito con tutta se stessa e lui l’ha tradita.
 
Ha tanto amato e la vita l’ha portata a odiare: tragico capriccio del destino, che, impietoso, le ha chiesto il conto.


 
Nel settembre del 1945, a cinque mesi dalla fucilazione del padre Benito Mussolini e ventuno da quella del marito Galeazzo, Edda Ciano viene mandata al confino a Lipari.
 
La “sorvegliata speciale numero 1“, come ama definirsi, è malata, depressa, chiusa nella solitudine.
 
A 35 anni sembra ormai una donna finita.
 
Ma… non sarà così.
 
 
 
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LEONIDA BUONGIORNO
 
 
 
CHI E’?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Figlio di Don Eduardu Bongiorno, capomusica della banda municipale di Lipari, socialista con Mussolini e poi così antifascista da essersi sempre rifiutato di suonare col suo trombone “Giovinezza” e da aver aiutato la fuga in motoscafo di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti nel 1929, era ritornato da poco sull’isola.
 
Era stato Tenente degli Alpini in Grecia e Francia, quindi orgoglioso partigiano comunista della resistenza francese ed ex prigioniero dei tedeschi.
 
Era colto (laureato in Economia a Bologna), ma anche conoscitore di greco e latino e… romantico.
 
E’ il capo del Pci isolano… quando…
 
 
 
 
mini fleur
 
 
 
 
 
LA LOVE STORY

 
 
 
Abbiamo lasciato Edda triste e sconsolata al confino ma ecco che dal mazzo di carte del cangiante destino esce un jolly che ha il volto di Leonida Bongiorno, partigiano comunista bello, alto, forte, colto, romantico.
 
Lei ha il fascino dell’inquietudine, la seduzione del mistero, l’appeal della dea pagana che fu.


 
 
 
 
 
 

La contessa lo corteggia subito, per stuzzicarlo lo chiama “Baiardo” (come il cavallo di Rinaldo) o “Lecret” (come il generale liberatore di Cuba nel 1898), e gli chiede di poter stare nella sua «casetta moresca» del Timparozzo che le ha «preso il cuore» e che ribattezzerà “Petite Malmaison” (come il castello regalato da Napoleone a Joséphine de Beauharnais dopo il divorzio).
Il loro nido.
 
Nelle lettere spesso lo provoca: «Mio adorabile allievo di sieur Palmiro»; «Continuate a essere comunista? Davvero?»…
Lui, un po’ in soggezione dinanzi a quella donna misteriosa, le dà il nome di Ellenica, le racconta epici episodi di guerra, leggende e miti delle Eolie, le declama a voce alta l’Odissea, che conosce a memoria.
 
Soprattutto, la ragguaglia sul suo passato sentimentale, sulle sue tre storie d’amore degne di essere ricordate. Edda ricambia le confidenze, ricorda i tradimenti di Galeazzo, l’indifferenza del Duce («Una donna italiana fascista deve saper portare le corna»), e anche i suoi. 
 
Presto l’amicizia, complici le gite in barca, i versi di Byron, la sbocciante primavera eoliana, senza però sottovalutare i succinti costumi da bagno della rifiorita e abbronzata 35enne, si trasforma in altro.
 
E poco prima della Pasqua 1946 i baci diventano più audaci, le carezze spinte, gli incontri bollenti.

A Vulcanello il 16 marzo Baiardo la disegna nuda, dritta su una piccola roccia in mezzo al mare; un ritratto destinato, dopo il rientro a Roma, a una parete del bagno personale di Ellenica.
 
Ormai il soldato conquistatore è cotto a puntino.

Una sera le confessa: «Voi per me potreste essere la donna ideale!».

Ma viene gelato: «è possibile che io lo sia per tutti gli uomini che si sono innamorati di me?».
 
Fra la figlia del duce, la “fascistissima” Edda, e un uomo che orgogliosamente esibisce la tessera del Pci nasce una grande passione, un amore disperato.

 
 
 

 

 


Si incontrano, si corteggiano, si amano.

Baci dati e negati, fughe repentine, capricci di monella, parole sussurrate, poesie dedicate, sguardi persi nel vuoto, momenti di passionalità intensa, lettere, gelosia.

Una storia d’amore struggente, impossibile, che nasce e si consuma nelle magiche Eolie, inebriata dal profumo dei gelsomini, bagnata dalle acque blu di quelle isole vulcaniche, rincorsa sulle spiagge nere nei giorni di scirocco «bianco», il vento africano che toglie le forze e induce alla rilassatezza.

E come tutte le storie d’amore, capace di superare ogni differenza e ideologia.
 
«La loro è una storia d’amore e di grande bellezza di vita isolana, un po’ indigena, impensabile oggi. Passavano le nottate a far l’amore sul terrazzo di casa, lei faceva il bagno in due pezzi…» 
 

 
 

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CONTINUA…
 
 
 
 
Testo ed immagini da vari siti rielaborati e coordinati da T.K. 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN



IL SALOTTO CULTURALE DI FB?

LA TUA PAGINA D’AMORE PSICHE E SOGNO






Gli arcani simboli della “Religione dell’amore” nota poesia Sufi. Forum   3 comments

 

 

 

 

Conobbi anche questa poesia, in verità all'epoca poco nota,
attraverso la trasmissione culturale notturna di RAI 2…
INCONSCIO E MAGIA di Gabriele la Porta… ormai scomparsa…
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ una poesia non semplice
che ha tante arcane chiavi di lettura…
dalle più semplici alle più complesse…
 
 
Ci sono infatti diverse ipotesi
dei tanti simboli nescosti nei versi…
 
 
 
 
 
 
 
 
La mia più immediata riflessione fa riferimento
all’esistenza di qualcosa… che va oltre le religioni…
oltre le filosofie… oltre le ideologie…
 
 
 
E questo qualcosa è
L’AMORE UNIVERSALE
che dovrebbe affratellarci tutti…
 
 
 
Amore universale che va visto però come vera sintesi
sia della complessità che degli apparenti contrasti della natura 
e delle nostre quotidiane ingarbugliate realtà…
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Ma provateci… proviamoci… insieme…
a scoprire qualche altra chiave nascosta 
con semplicità… senza problemi…
così come la “sentite” così come la “sentiamo”…
nel cuore e nella mente…

 
 
 

 

 

 

Possiamo ascoltare nel leggerla, se ci va,

questa musica new age 

 

 

  

 
 
 

LA RELIGIONE DELL’AMORE
IBN’ ARABI
 
 
Miracolo della natura!
Una gazzella velata indica un giuggiolo
e sbatte le ciglia.
 
Il suo pascolo giace tra le costole e le interiora,
miracolo,
un giardino in mezzo alle fiamme.
 
Il mio cuore può assumere ogni foggia:
Pascolo per le gazzelle,
Convento per i monaci,
Tempio degli idoli,
Caaba dei pellegrini,
Tavole della Torà,
Esemplare del Corano.
 
Credo nella religione dell’amore
ovunque si dirigono i suoi destrieri,
poiché l’amore è la mia religione e la mia fede.

 
 
 
 

 

 

 

Tony Kospan





LA POESIA… LA CULTURA…
IL LORO FANTASTICO MONDO…
E LE LORO SUBLIMI EMOZIONI…
NELLA PAGINA FB



 

Lazise ed il lago di Garda… Il solstizio d’estate di un… orso.   4 comments

 
 
Qualche anno fa
sono stato ad un raduno di amici virtuali di FB…
a Lazise… sul Lago di Garda…
 
 
Inutile rievocare le modalità dell'incontro
sia per il tempo trascorso
che per la ormai totale…
“dispersione” degli “amici”
mentre rimane vivo e luminoso il ricordo
di quei giorni vissuti a Lazise…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
METTI IL SOLSTIZIO D’ESTATE
D'UN ORSO A LAZISE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Due parole sulla cittadina che mi è piaciuta moltissimo…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LAZISE STORIA E BELLEZZA
 
 
 
 
Lazise, adagiata sulla sponda orientale del Lago di Garda ha una storia antichissima. 
Infatti il suo territorio fu abitato fin dall’età del ferro.
Numerosi sono i resti di palafitte rinvenuti in zona.
Il suo nome deriva dal latino “lacus” che significa villaggio lacustre e dai romani era chiamata “Lasitium”.
Le merlate mura di cinta con le varie porte di accesso e le torri del castello scaligero le danno ancor oggi un aspetto medievale.
Molto bello anche il moderno “lungolago” pavimentato a onde.
 
 
 
 
 

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Questo connubio tra natura e architettura medievale oltre all’aspetto raccolto quasi di bomboniera della piccola cittadina rappresenta per il turista una vera e bella oasi di pace dell’anima…
 
 
 
 
 

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IL PIU’ ANTICO COMUNE D’ITALIA
 
 
 
Una lapide di marmo ricorda a tutti i passanti che Lazise è il più antico comune d’Italia: “Il 7 maggio 983 l’imperatore Ottone II concesse agli originari di Lazise (18 quibusdam hominibus in terra et castro Lazisii morantibus) il privilegio di imporre diritti di transito e di pesca, il toloneo, il ripatico e di fortificare il borgo con mura turrite”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Infatti l’imperatore Ottone II ricevette 18 uomini rappresentanti la popolazione di Lazise e concesse loro dei privilegi che in concreto si possono definire “autonomia amministrativa”.
 
 
 
 
 
 

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LAZISE PER IMMAGINI
VISTA DA TONY KOSPAN
 
 
 
I
 
 
 
LE PORTE E LE MURA
 
 
 
 
 
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II
 
 
IL LAGO DI GARDA ED IL “LUNGOLAGO”
 
 
 
 
 
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F I N E
 
 
 
 
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Canto alla vita di Josh Groban… Il testo e la sublime canzone poesia…   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono forse poche le canzoni
che inneggiano davvero alla vita…
ma esse, in genere,
sono proprio belle…







 
 
Questa è davvero una canzone-poesia
apprezzata ed amata in tutto il mondo
e mi fa piacere condividerla con voi…
sperando che possa donarvi belle emozioni
così come le ha donate e le dona a me…







La canzone,
del 2001 e quindi abbastanza recente,
è del cantante Josh Groban 







  
Ma leggiamo prima
il poetico testo in italiano
per chi non conosce l'inglese.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CANTO ALLA VITA
Josh Groban
 

“Dedicato a chi colpevole o innocente
perso in questo mare
si è arreso alla corrente
chi non è mai stato vincente?
 
Dedicato a chi ha sempre una speranza
davanti ad un dolore
nel freddo di una stanza
 
Dedicato a chi cerca la sua libertà
Canto alla vita
alla sua bellezza
ad ogni sua ferita
ogni sua carezza
 
Dedicato a chi l’ha sempre inaridita
come fosse sabbia uscita tra le dita
e la sente già finita
 
Canto alla vita
negli occhi tuoi riflessa
fragile e infinita
terra a noi promessa
 
Canto alla vita
canto a voce piena
a questo nostro viaggio
che ancora ci incatena
 
Ci chiama
Non dubitare
mai
Non dubitare mai
Tu non lasciarla mai da sola
da sola
… ancora …
 
Canto alla vita
alla sua bellezza
 
Canto alla vita
canto a voce piena
a questo nostro viaggio
che ancora ci incatena
 
Ci chiama…
 
Ci chiama…
 
 
 








Ma è giunto il momento di ascoltarla…




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CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

Il tuo salotto culturale e di sogno di FB
con oltre 590.000 fans
 
 

Felice w. e. in poesia (Il giorno in cui di Tagore ) arte (V. Corcos) canzone (Almeno tu nell’universo) e…   Leave a comment

 
 
 
 
 
Vittorio Matteo Corcos – Nostalgia
 
 
 
 
 
 
 

Se cerco l'amore vero…
prima devo stancarmi degli amori mediocri
Paulo Coelho

 
 
 
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Vittorio Matteo Corcos – Elegante signora a St. Malo

 

 

 

IL GIORNO IN CUI…
Rabindranath Tagore
 
Il giorno in cui fiorì il loto,
ahimè, la mia mente era persa
e io non me ne accorsi.
Il mio cestino rimase vuoto
e il fiore inosservato.
Ogni tanto però
una tristezza mi prendeva
mi svegliavo dal mio sogno
e sentivo nel vento del sud
la presenza dolce
di una strana fragranza.
Quella vaga dolcezza
come desiderio tormentava il mio cuore
sembrava l'alito ardente dell'estate
in cerca di soddisfazione.
Non sapevo allora
che era così vicina
che era già mia
che questa dolcezza perfetta
era fiorita
nel profondo del mio cuore.
 
 
 
 
Vittorio Matteo Corcos
 
 
          

 

 

 
a tutti… da
 
 
 
 
 
 

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ARTE MUSICA POESIA ETC
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Felice notte in minipoesia con la classica “Non sono in queste rive” di T. Tasso   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
NON SONO IN QUESTE RIVE
Torquato Tasso (1544-1595)

Non sono in queste rive
fiori così vermigli
come le labra de la donna mia,
né ‘l suon de l’ aure estive
tra fonti rose e gigli
fa del suo canto più dolce armonia.
Canto che m’ardi e piaci,
t’interrompano solo i nostri baci.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
by Tony Kospan
 
 
 
 
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IL NUOVO GRUPPO DI
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CON LEGGEREZZA
 
 
 

Pubblicato 21 giugno 2013 da tonykospan21 in BUONANOTTE IN MINIPOESIA

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