
INCONTRO
Carlo Bramanti
Un mar
Di sogni e pensieri
Di volti sinceri
S’affollano, ora assolati
E c’è odor di foglie
Di verdi voglie
E ora null’altro
Null’altro che gli occhi tuoi






da Tony Kospan
Vivere il web… come in un club…
un salotto tra amici e lontano dalla folla?
NEL GRUPPO DI AMICI DI PENNA
di “GABITO GRUPOS”
UN MODO DIVERSO DI VIVERE IL WEB
PROBLEMI AD ISCRIVERTI?
T.K.
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Stavolta sotto la lente dissacrante
della Luciana nazionale
finiscono gli “amati – odiati” artigiani…
LUCIANA E GLI… ARTIGIANI…
Ho un'impellenza. E non si tratta di pipì. Devo urgentemente conoscere degli artigiani. Due, quattro, sette, dodici, venticinque. Più ce n'è meglio è. Segnalatemeli. Che mi si presenti un esercito di artigiani, tutti in casa, li accoglierò a braccia aperte. Basta solo che siano singles, perché dopo averli sfruttati il giusto voglio fare anche una buona azione: appiopparli uno per uno alle mie amiche spaiate.
Ma sì… signorinelle pallide, cambia il vento: non fatevi sorprendere sottocoperta. Adeguatevi ai nuovi trend. Smettetela di sbavare dietro agli ingegneri sfigati, che dopo 20 anni di esami all'università e concorsi statali si trovano ad elemosinare ancora un impiego stabile alle soglie della pensione. Piantatela di ostinarvi con i liberi professionisti, che saranno anche liberi ma cambiano mestiere con la frequenza con cui si cambiano le mutande.
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E già che ci siete state alla larga dagli avvenenti rappresentanti di quisquilie dall'occhio languido e dalle tasche vuote. Qui, per garantirsi un futuro solido, ci vogliono loro: gli artigiani. I nuovi ricchi. Gli imbianchin. I tubista. I tapisè. Quelli che cambiano le guarnisiun. (All'artigiano si parla sempre in piemontese: se poi Pasquale, Carmine, Salvatore non capiscono una fava, pasiensa). Gli imperatori supremi dell'artigianato planetario sono i minusiè. I mastri geppetti. I falegnami.
Quelli che ti fanno il mobile su misura. Malleabili come il legno che piallano. Tempi d'attesa di un intervento chirurgico, parcella uguale a quelle del chirurgo medesimo. Domanda gentilissima tua: «Tanto per sapere, quanto ci mette?». Risposta irritatissima sua: «Ci metto il tempo che ci vuole». Intenzione di senso: «Ti conviene non rompermi le palle sennò 'sta merda di scaffale te lo consegno quando avrai già traslocato da un'altra parte. E se non ti va bene, va a comprarti la libreria all'Ikea».
Perché qui sta il punto: l'artigiano sa perfettamente che è uno dei pochi ad artigianare ancora in questa valle di lacrime, conosce il potere che ha e per questo fa quel che vuole. Un duce. Dice «vengo domani» e arriva tre giorni dopo. Ma minchia. Se io dico a TorinoSette: ti consegno l'articolo domani, e poi lo spedisco 48 ore dopo, Ferraris mi licenzia.
Come mai per te che sei elettricista, idraulico, antennista vale tutto? Perché io devo stare ad aspettarti giorni interi come se avessi solo quello da fare? Senza contare che poi quando arrivi, testolina mia ripiena di niente, non hai mai quello che ti serve. Avete fatto caso? Quando finalmente l'artigiano si prostra come un mullah in ginocchio davanti alla lavatrice per cambiar la guarnizione, si accorge che non ha quella giusta. Mai. Gliene manca sempre un pezzo.
Ma santa creatura, cosa ti porti dietro in quel baule? L'occorrente per il pic-nic? Questa volta non mi scappi. Ti lego col nastro isolante e a prendere la guarnizione ci vado io.
Alla prossima…
da Tony Kospan

IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
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EDITH PIAF E “LA VIE EN ROSE”
UNA CANTANTE ED UNA CANZONE NEL MITO
La storia, l'atmosfera, la poesia e l'interpretazione
della sua leggendaria canzone…
LA VIE EN ROSE…
è una delle canzoni più belle e più note di tutti i tempi…
nonché la canzone simbolo dell’amore romantico…
La “vita in rosa” per noi italiani
ha lo stesso significato che ha per i francesi
soprattutto nell’espressione
“Vedere la vita in rosa”.

(Parigi 19 12 1915 – Grasse 11 10 1963)
EDITH PIAF E LA VIE EN ROSE
La Piaf stessa scrisse il testo con il titolo però
Les choses en rose (Le cose in rosa),
e chiese al maestro Robert Chauvigny di musicarlo.
Però egli si rifiutò essendo il brano secondo lui
senza alcun valore e mai vi fu errore così clamoroso.
Lei si rivolse allora al pianista Louiguy (Louis Gugliemi)
che la musicò, cambiandole anche il titolo in
La vie en rose.
La canzone divenne un successo mondiale… e dirò di più…
un successo che non è mai tramontato…
Dove poteva nascere una canzone così se non a Parigi?
Siamo nel 1945…
l’anno in cui termina la seconda guerra mondiale…
Ricordiamo per un attimo quei giorni…
Torniamo quindi alla nostra canzone ed ecco
il poetico testo… in italiano…
IL TESTO
Occhi che fanno abbassare i miei
Un ridere che si perde nella sua bocca
Ecco il ritratto senza ritocchi
Dell’uomo al quale appartengo
Quando mi prende fra le braccia
Mi parla a bassa voce
Vedo la vita tutta rosa
Mi dice parole d’amore
Parole di tutti i giorni,
E sento che qualcosa
E’ entrato nel mio cuore,
Una parte di felicità
Di cui conosco la causa
E’ lui per
Me, io per lui nella vita
Me l’ha detto, l’ha giurato sulla sua vita,
E fin dal momento in cui lo scorgo da lontano
Allora sento in me, il cuore che batte…
Notti d’amore senza fine
Una gran felicità che si fa largo
I fastidi, i dolori si cancellano
Felice, felice da morire
Ma ora è giunto il momento di ascoltarla…
con le orecchie e con il cuore
… dato che è una musica che emoziona…
ed affascina ancor oggi
come affascinò i contemporanei…
avendo superato i confini del tempo…
CIAO DA TONY KOSPAN
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