Archivio per 16 giugno 2013

Felice notte in minipoesia (Lo splendore dell’amicizia di R.W.Emerson)   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 
 
 

LO SPLENDORE DELL'AMICIZIA
R. W. Emerson
 
Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
 
 
 

 
 
 
 
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by Tony Kospan
 
 
 
 
 
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Rimbaud poeta maledetto – Breve biografia la rivoluzionaria poetica ed alcune poesie   Leave a comment



Tutti abbiamo sentito parlare dei poeti maledetti…
ma spesso ne abbiamo solo una vaghissima conoscenza…

Stavolta parleremo di uno dei più noti
oltre che vero e proprio innovatore in poesia
attraverso l'esaltazione senza alcun limite…
di ogni genere di emozioni e sensazioni

 
 
 

Charleville 20.10 1854 – Marsiglia 10.11.1891
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
Arthur Rimbaud il più maledetto dei poeti maledetti…
nacque a Charleville nel 1854 in una buona famiglia borghese
ma restò presto senza padre (scappato) e con una madre severissima.
 
 
Ebbe la classica educazione ma ben presto,
già a 10 iniziò a scriver poesie
ed a 16 si rivoltò contro le forme tradizionali
della buona società iniziando a vagabondare per la città
e vivendo esperienze di ogni tipo
comprese quelle della droga, dell'alcool e del carcere
ma anche leggendo di tutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
L'incontro con Paul Verlaine, di cui divenne amico,
rapresentò per lui un momento decisivo di consapevolezza
delle sue capacità poetiche e letterarie.
 
 
Nel 1870 fu ospitato a Parigi da Verlaine a casa sua
dove viveva con la moglie.
 
 
 
 
 Verlaine – Rimbaud
 
 
 
Verlaine l'introdusse negli ambienti letterari parigini
(circolo di poeti parnassiani)
ed ecco come lo definì tal Léon Valade
«poeta terrificante e selvaggio più che timido».
 
 
In pratica il poeta dalla faccia di bambino
affascinava e sconvolgeva il circolo
per le sue capacità artistiche e per la sua depravazione.
 
 
 
 
Henri Fantin Latour  – I poeti maledetti  – (Verlaine e Rimbaud a sinistra)
 
 
 
Proprio dal '70 e per 5 anni scrisse tutte le sue opere letteriarie
frequentando Verlaine, con cui fece dei viaggi a Londra e Bruxelles,
fino al 1873 quando l'amico poeta mise fine alla loro relazione
sparandogli un colpo di pistola e ferendolo.
 
 
Dopo di ciò abbandonò la poesia ed addirittura distrusse tutti i suoi scritti
iniziando una vita di avventure e peripezie… in giro per il mondo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Fece l'insegnante, lo scaricatore di porto, il mercenario,
il capomastro etc… ed infine il commerciante in Abissinia
 
 
Intanto Verlaine pubblicava le sue “Illuminazioni” nel 1886.
 
 
Tornato in Francia per curar un tumore al ginocchio vi morì a 32 anni.
 
 
 
 
 
 
 
 
LA SUA RIVOLUZIONARIA POETICA
 
 
Oscillando tra Victor Hugo ed i parnassiani ma soprattutto
volendo cambiare tutti i canoni preesistenti
perfino quelli degli innovatori prima di lui come Baudelaire
giunse ad una poesia detta della sensazione
ovvero delle emozioni totali senza filtri nè controlli.
 
 
Nei suoi versi si uniscono pensieri odori musiche colori…
in modo talmente libero da farlo considerare assolutamente unico
e l'iniziatore dell'audacia assoluta in poesia…
 
 
 
 
ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 
 
 
SOGNATO PER L’INVERNO
 
Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa
con tanti cuscini blu.
Sarà dolce. Un nido di baci folli
posa nei cantucci molli.
Tu chiuderai gli occhi,
per non vedere dai vetri
smorfiare l’ombre delle sere,
la plebaglia di demoni e di lupi tetri,
mostruosità arcigne e nere.
 Poi la tua guancia graffiare si sentirà…
un piccolo bacio, un ragno matto,
ti correrà sul collo…
Intanto tu mi dirai:
“Cerca!”, chinando a me la testa
prenderemo tempo a scovare quella bestia
che viaggia così tanto…
 
 
 
 
 
 
 
PRIMA SERATA
 
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
Seduta sul mio seggiolone,
Seminuda, giungeva le mani.
Al suolo fremevano lieti
i suoi piccolissimi piedi.
Io guardavo, colore di cera,
un piccolo raggio di luce
sfarfallare nel suo sorriso
e sul suo seno, mosca al rosaio.
Le baciai le caviglie sottili.
Ebbe un ridere dolce e brutale
Che si sciolse in un limpido trillo,
Un ridere grazioso di cristallo.
I suoi piedini sotto la camicia
Si salvarono: “Beh, vuoi finirla?”.
La prima audacia era stata permessa,
Ma ridendo fingeva di punirla!
Baciai, palpitanti al mio labbro,
I suoi timidissimi occhi;
Lei ritrasse la sua testolina
Esclamando: “Ma questo è ancor meglio!…
Signore, ho qualcosa da dirvi…”
Tutto il resto gettai sul suo seno
In un bacio, del quale ella rise
D’un riso che fu generoso…
Ella era ben poco vestita
E degli alberi grandi e indiscreti
Flettevano i rami sui vetri
Con malizia, vicino, vicino…
 
 
 
Berthe Morisot – Giovane donna
 
 
 
SENSAZIONE
 
Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna
.
 
 
 
 
F I N E
 
 
 
 
 
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Ho conosciuto di H. I. Khan – Piccola profonda poesia sufi di un mistico indiano   3 comments

IN QUESTA PICCOLA GRANDE POESIA
UN SUGGESTIVO PENSIERO SUL SENSO DELLA VITA




 

 

 

HO CONOSCIUTO
H. I. Khan
 

 

 

 


 
Come sempre la poesia con poche parole…

ci apre un mondo… ed in questo caso…

un mondo di Idee e Riflessioni… 

 

 

 

Debbo dire che oltre a subire il fascino dei versi

mi sento molto vicino ai concetti filosofici

espressi dall’Autore… 

 

 

Hazrat Inayat Khan

 

 

L'autore, Vadodara 1882 – Nuova Delhi 1927,

è stato un mistico indiano.

 

Nato in una famiglia di musicisti

abbandonò la musica per dedicarsi alla diffusione

del pensiero e della petica SUFI.

 

 

 






  HO CONOSCIUTO
Hazrat Inayat Khan
 
Ho conosciuto bene e male, peccato e virtù,
giustizia e ingiustizia;

ho giudicato e sono stato giudicato;
sono passato attraverso la nascita e la morte,
attraverso la gioia e il dolore,
il cielo e l’inferno
e alla fine ho capito
che io sono nel tutto
e il tutto è in me.
 

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 

LA PAGINA DI FB DEDICATA ALLA POESIA ED ALLA CULTURA


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Questo è il tempo di G. La Porta – Poesia leggiadra sugli amori leggeri d’oggi   2 comments

 
 
 
 
 
 
L’amico (in senso virtuale) ma potrei forse meglio chiamarlo
Maestro di Poesia e Pensiero
oltre che raffinato scrittore…
Gabriele La Porta
stavolta non ci offre una poesia sublime
di un autore antico o moderno… noto o ignoto…
com'è solito fare…
ma è lui stesso che ce ne dona una…

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Debbo dire che, pur frequentando il suo Blog…
e pur essendo uno spettatore attento
delle sue notturne trasmissioni,
ahimé ormai terminate da tempo e sempre più rimpiante,
m’era sfuggita…
 
 
 
 
 
 
 
Ma veniamo alla poesia…
 
 
Grande piacere m’ha invaso
la “profonda leggerezza” con cui i versi
di questa sua poesia
dipingono in modo geniale e perfetto
e soprattutto senza infingimenti
il nostro modo di vivere i sentimenti
in quest’era sempre più virtuale…
e sempre più veloce…
 
 
 
 
 
 
 
 
Ma non c’è critica… , a parer mio,
è solo una pennellata concisa e precisa.
 
 
Una pennellata che tratteggia la verità
dei nostri giorni… delle nostre amicizie…
dei nostri amori… sempre più… “volanti”…
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
QUESTO E’ IL TEMPO
Gabriele La Porta
 
Questo è il tempo dei visionari e degli amanti.
Dei bambini smarriti e dei cani senza collare,
questo è il tempo dei lacerati e dei sofferenti.
Questo è il tempo delle lacrime fluttuanti.
E’ il tempo
delle intese segrete.
Dei sussurri e dei bisbigli
nel buio.
E’ il tempo dei baci volanti.
 
 
 
 
 

 
 
 
Già conosce l'autore
questa mia riflessione
e mi ha espresso il suo gradimento.
 
 
Mi piacerebbe conoscere anche il vostro parere…
sia sulla poesia… che sulla “leggerezza”
degli amori d'oggidì.
 
 

 
 
Ciao da Tony Kospan
 
 
 

  
AMI LA POESIA?
FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21
 
 
 

Felice domenica in poesia (Ho sognato di volare di Dacia Maraini) arte ( J. T. Larson ) aforisma e…   Leave a comment

 
 
 
 
 
 
 Jeffrey T. Larson
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
14795
 
 
Chi non ha mai amato
non ha mai vissuto!

Oscar Wilde
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

scarica il midi 
 Jeffrey T. Larson
 
 
 

 
HO SOGNATO DI VOLARE
Dacia Maraini
 
Ho sognato di volare
tante volte in una
una volta in tante,
leggera sopra i tetti
con un sospiro di gioia nera
posandomi sui cornicioni
seduta in bilico su un comignolo
quanto quanto quanto
ho camminato sulle vie
ariose dell'orizzonte
fra nuvole salate e raggi di sole
un gabbiano dal becco aguzzo
un passero dalle piume amare
erano le sole compagnie
di una coscienza addormentata
vorrei saper volare
ancora in sogno ancora,
come una rondine,
da una tegola all'altra
e poi sputare sulle teste
dei passanti e ridere
della loro sorpresa, piove?
O sono lacrime di un Dio ammalato?
Volo ancora, ma nelle tregue del sonno
il piede non più leggero
scivola via, una mano si aggrappa
alla grondaia che scappa
vorrei volando volare
e riempire di allegrie
le spine del buio.
 
 
 
 
 Jeffrey T. Larson – Malvarosa
 
 
 
 
 
 
Animacin57.gif picture by RosachocolateAnimacin57.gif picture by RosachocolateAnimacin57.gif picture by RosachocolateAnimacin57.gif picture by Rosachocolate
 
 

a tutti da Orso Tony
 

 
 
 
 

 
 
 
 
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Felice notte in minipoesia (con Anita di A. Grandes) ed arte (con Jack Vettriano)   3 comments

 
 
 
 
 
 
 
 
ANITA
Almudena Grandes
 
Quando si svegliava pensava
ad Anita che si svegliava,
prima di addormentarsi pensava
ad Anita che si addormentava
e ad ogni passo vedeva
Anita che camminava,
si fermava, girava per casa
e quell’immagine dava un peso,
un senso al suo tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dipinti di Jack Vettriano
 
 
 
 
 
par Ours Antoine
 
 
 
 

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