Archivio per 13 giugno 2013

Felice notte in minipoesia con “Il Caffè” di L. Cohen   Leave a comment

 
 
 
 
 
IL CAFFE’
Leonard Cohen
 
La bellezza del mio tavolino.
Il ripiano di marmo incrinato.
Una ragazza dagli occhi marroni
dieci tavoli piu’ in là .
Vieni con me.
Voglio parlare.
 
 
 
 
Edward Hopper
 
 
 
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by Tony Kospan
 
 
 
 
 

IL GRUPPO PER CHI AMA L'ARTE
E NON SOLO
Ripped Note

 
 
 

Grazie grazie grazie… a tutti per gli auguri ricevuti…   1 comment

 
 
 
 
 
 
 
A tutti quelli che via @…, nei vari gruppi, nei blog,
in facebook, su twitter mi hanno inviato gli
auguri
in quanti modi, benché orso, posso dir 
GRAZIE?

 
 
tenor ok 498
 
 
 


CERTO POTREi DIRLO IN MODO
STENTOREO O SCULTOREO… 
 
 


O IN MODO ELEGANTE
 
 
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OPPURE IN MODO DIVERTITO…

 
 

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MA ANCHE CON QUESTO CESTO DI FIORI
 
 
 
 
 
 
 
 
O CON MARGHERITE
 
 
 
 
 
 
 
 
O CON QUESTI CUORI
 
 
 
 
 
 
 
O CON TUTTE LE LINGUE DEL MONDO

 
 
grazie thanks
 
 
 
 
O CON QUESTO UCCELLINO
 
 
GRAZIjbgiphy
 
 
 
 
 
O CON QUESTA STRETTA DI MANO…

 
 
 
 
 

O TRA LE PAROLE DI UN LIBRO…
 
 
 
 
 
 
 
O CON PAROLA “GRAZIE
SCRITTA IN TANTI MODI DIVERSI
 
 
 
 
 
 
 
 
MA DATO CHE SIAMO QUI DAVANTI AD UN MONITOR
IL MODO PIU' ESATTO POTREBBE INVECE ESSER QUESTO
 
 

 
 
 
 


O  CON QUESTO MIO MODESTO LAVORO
DI QUANDO MI DILETTAVO DI GRAFICA


 
 


 
 
 
 
IN OGNI CASO,
QUALE CHE SIA IL GRAZIE CHE PREFERITE,
ESSO E' CON SINCERITA'
DIRETTO A CIASCUNO DI VOI

 
 

 
 
 
ORSO TONY








Pubblicato 13 giugno 2013 da tonykospan21 in A U G U R I

Taggato con

La lunga storia della pizza fino alla mitica…. Margherita…   1 comment





Diamo uno sguardo all’evoluzione, nel corso dei millenni,
della pizza
uno degli alimenti più amati in tutto il  mondo.






Partirò però dalla simpatica storia della nascita
della mitica Margherita, regina delle pizze…
e poi parlerò di quella specie di pane schiacciato…
che rappresenta l’antichissimo antesignano della pizza.


Il post poi si concluderà…
con la simpatica canzoncina a lei dedicata.








 
 
 
 
LA VERA STORIA DELLA PIZZA MARGHERITA (E NON SOLO)
a cura di Tony Kospan
 
 
 
 



In verità questa pizza condita da mozzarella, pomodoro e basilico, già esisteva… ed era amata dalla Regina Carolina moglie di Re Ferdinando di Borbone… che, essendone ghiotta, aveva perfino fatto costruire, nella reggia, un bel forno a legna.





 




Non sapeva però la regina borbonica Carolina che i 3 colori sarebbero stati quelli di un’altra dinastia, quella dei Savoia, che avrebbe poi esautorato la sua.

Ma andiamo con ordine









Nell’estate del 1889 il re d’Italia Umberto I e la regina Margherita erano in vacanza a Napoli nella reggia di Capodimonte.


La regina, avendo saputo delle bontà della pizza da qualche personaggio del seguito mandò a chiamare a corte il pizzaiolo Don Raffaele Esposito.

I coniugi Esposito, utilizzando i forni della Reggia, non prepararono solo la pizza in questione ma anche diverse altre… con vari ingredienti: una con sugna, formaggio e basilico; una con l’aglio, olio e pomodoro etc.



 


La Regina Margherita





Ma la Regina Margherita si entusiasmò soprattutto per quella con mozzarella, pomodoro e basilico, cioè con i colori della bandiera italiana, e però… non solo per motivi patriottici.
Don Raffaele, colse al volo l’occasione di farsi pubblicità (e farsi benvolere dai Reali) e quindi chiamò questa pizza, in onore della Regina, “alla Margherita“. 












Nel menu della sua pizzeria, già il giorno dopo, essa troneggiava richiestissima ed al primo posto.

Era nata la pizza Margherita…
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La storia della pizza – in senso lato – 
però ha origini molto più antiche..
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LE LONTANISSIME ORIGINI DELLA PIZZA

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Diversi storici ritengono che una specie di pizza, molto simile al pane, era presente già nell’alimentazione etrusca, egizia e di altri popoli antichi con forme e condimenti ovviamente molto diversi.
Era un alimento semplice che necessitava solo di componenti facilmente reperibili: farina, olio, sale e lievito. 
La pizza inizia ad avvicinarsi a quella che intendiamo oggi a Napoli, nel medioevo, per cercare di rendere più saporita e condita la preesistente schiacciata di pane;
Dunque in origine è simile al pane, cotta in forni a legna e condita con aglio, strutto e sale grosso… a cui alcuni poi aggiungevano formaggio (caciocavallo) e basilico.










Bisogna ricordare che fu la pizza, anche nella forma più povera, a far sì che nei territori del Regno delle 2 Sicilie le popolazioni riuscissero a superare,  in modo meno drammatico di altre zone, le tante diverse carestie… avvenute nel corso dei secoli (in Germania questo stesso ruolo lo ebbe invece la patata).











La pizza infine proprio come oggi la conosciamo, e cioè non più simile al pane ma con impasto morbido e gustoso, appare a Napoli tra il ‘500 e il ‘600.


Era preparata a forma di disco sul quale venivano aggiunti i condimenti più diversi disponibili all’epoca.
Il definitivo trionfo della pizza moderna avviene però con la scoperta del pomodoro che, importato dal Perù solo come pianta ornamentale, rivelò poi la sua capacità di trasformarsi in una gustosa salsa.



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Dunque solo in un momento successivo qualcuno ebbe l’idea di guarnire la pizza con la salsa… e fu… subito grandissimo amore.

Incomincia cosi l’era della pizza moderna che, partendo da Napoli, si diffonde dappertutto diventando uno dei cibi più amati e… mangiati… nel mondo… assumendo però poi forme,  cotture… spessore… e condimenti d’ogni genere secondo i diversi gusti dei popoli.







Molto recentemente… il 7.12.2017… l’Unesco ha proclamato la pizza napoletana “patrimonio dell’umanità“.


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LA PIZZA IN… MUSICA

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Dopo questo breve excursus storico – pizzaiolo, 

vi saluto con questa canzoncina a lei dedicata…

e fantasticamente interpretata da Aurelio Fierro








e… vado a farmi una bella… pizza.

Mi dispiace non poterla mangiare insieme a voi…


Questo, per ora, non c’è concesso nel mondo virtuale…

ma… col pensiero… forse sì.


Ciao da Orso Tony



COPYRIGHT TONY KOSPAN



La tua pagina d’Amore.. Cultura, Psiche e Sogno
per colorare insieme e non banalmente le nostre ore

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Un ricordo di Pessoa.. poeta del sogno e dell’introspezione.. con bio.. aforismi e poesie   4 comments

  

 
 
 
 

IL GRANDE POETA PORTOGHESE HA STUOLI DI AMMIRATORI
PER LA BELLEZZA DELLE SUE POESIE E DELLE SUE RIFLESSIONI
CHE ESPLORANO CON CORAGGIO I MEANDRI DELL'ANIMO UMANO


GIUSTO DUNQUE AVVICINARCI A LUI ED ALLE SUE OPERE.

MA COME?

LO FARO'  SEMPLICEMENTE…
CON UNA BREVE BIOGRAFIA, ALCUNE IMMAGINI,
5 AFORISMI E 4 POESIE…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FERNANDO PESSOA
POETA DEL SOGNO E DELL'INTROSPEZIONE 

 

 
 

  

 

BREVE BIOGRAFIA

 

Fernando António Nogueira Pessoa nasce a a Lisbona il 13 giugno del 1888 ma all’età di 5 anni va a vivere con la madre a Città del Capo in Sudafrica…

Impara così benissimo l’inglese e scriverà poesie ed altre opere anche in questa lingua.
 
Nel 1905 torna a Lisbona dove lavorò tutta la vita come “corrispondente commerciale”.
 
Svolse da giovane un’intensa attività nei circoli culturali portoghesi e fondò e diresse diverse riviste letterarie.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Viene considerato il creatore della corrente “modernista ” portoghese.
 
Dedicò molti suoi studi all’esoterismo ed alle concezioni mistiche orientali condividendo anche le teorie sulla reincarnazione.
 
Per comprendere la complessità del suo pensiero basti pensare che nelle sue opere si firma con 3 nomi diversi… ma non per gioco…
 
Ogni firma… Alberto Caerio, Alvaro de Campos e Ricardo Reis rappresenta davvero una visione diversa della vita rispetto alle altre 2…
 
La personalità di Alvaro de Campos è quella vicina alle teorie futuriste… ma ciascuno dei tre “eteronimi” meriterebbe una singola analisi ed un lungo discorso a sé stante.
 
La sua “poetica” è ricca di immaginazione, sensibilità e sogni nell’ambito di una personalità certo sottilmente introversa.
 
Egli è infatti in perenne ricerca di un equilibrio e molti suoi testi lo testimoniano.
 
Gli viene universalmente riconosciuta una lucida e grande capacità di esplorazione del mondo del dolore umano… cosa questa che gli consente di rimanere sempre attuale. 
 
 
 



 
 
 
 
Poche delle sue opere, parte in inglese e parte in portoghese, furono pubblicate in vita… e tutte hanno riscosso un grande successo solo dopo la sua morte… che avvenne il 30 novembre 1935.
 
Diversi scrittori e critici letterari (in particolare il premio nobel Octavio Paz) affermano che la sua vita, per nulla eccezionale, fa da incredibile contrasto all'eccezionalità delle sue opere
 
Personalmente lo ritengo uno dei grandissimi…
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
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ALCUNI MITICI AFORISMI
 
 
 
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte ciò,
ho in me tutti i sogni del mondo.

 
 
E se tutti noi fossimo sogni che qualcuno sogna,
pensieri che qualcuno pensa?
 
 
Ripassa domani, realtà!
Basta per oggi, signori!
 
 
La mia anima è una misteriosa orchestra;
non so quali strumenti suoni e strida dentro di me:
corde e arpe, timpani e tamburi.
Mi conosco come una sinfonia.

 
 
Amo come l'amore ama.
Non conosco altra ragione di amarti che amarti.
Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo,
se ciò che ti voglio dire è che ti amo?
 
 
 

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ALCUNE SUE POESIE
 
 
 
 
 

  

NULLA

 

Gli angeli vennero a cercarla
La trovarono al mio fianco,
lì dove le sue ali l’avevano guidata.
Gli angeli vennero per portarla via.
Aveva lasciato la loro casa,
il loro giorno più chiaro
ed era venuta ad abitare presso di me.
Mi amava perché l’amore
ama solo le cose imperfette.
Gli angeli vennero dall’alto
e la portarono via da me.
Se la portarono via per sempre
tra le ali luminose.
É vero che era la loro sorella
e così vicina a Dio come loro.
Ma mi amava perché
il mio cuore non aveva una sorella.
Se la portarono via,
ed è tutto quel che accadde.

 
 
 
 
 
 
 
 
E’ L’AMORE CHE E’ ESSENZIALE
 
E’ l’amore che è essenziale.
Il sesso è solo un accidente.
Può essere uguale
o differente.
L’uomo non è un animale
è una carne intelligente,
anche se a volte malata.
 
 
 
 

 

CONTEMPLO

 

Contemplo il lago silenzioso
che la brezza fa rabbrividire.
Non so se penso a tutto
o se tutto mi dimentica.
Nulla il lago mi dice
né la brezza cullandolo.


Non so se sono felice
né se desidero esserlo.
Tremuli solchi sorridono
sull’acqua addormentata.
Perché ho fatto dei sogni
la mia unica vita?

 


LA POESIA

Nella mia mente è sopita una poesia
che esprimerà la mia anima intera.
La sento vaga come il suono e il vento
eppure scolpita in piena chiarezza.
Non ha strofa, né verso né parola.
Non è neppure come la sogno.
E' un mero sentimento, indefinito,
una felice bruma intorno al pensiero.
Giorno e notte nel mio mistero
la sogno, la leggo e riprovo a sillabarla,
e sempre la parola precisa è sul bordo di me stesso
come per librarsi nella sua vaga compiutezza.
So che non sarà mai scritta.
So che non so che cosa sia.
Ma sono contento di sognarla,
e una falsa felicità,
benché falsa, è felicità.

 



 
 
 
TONY KOSPAN
 
 
 
 


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UN MODO DIVERSO DI VIVER
LA POESIA (E LA CULTURA)
NELLA PAGINA FB


 

 

 

La creazione della pecora in questo dolce racconto… per grandi e piccoli…   2 comments

 
 
 
Un altro simpatico racconto
di Bruno Ferrero…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LA DOLCE LEGGENDA
DELL’ORIGINE DELLA… PECORA…

Bruno Ferrero

 

 

Nota
 
 
 
 
 
 
Appena creata, la pecora scoprì di essere il più debole degli animali.

Viveva con il continuo batticuore di essere attaccata dagli altri animali, tutti più forti e aggressivi.
 
Non sapeva proprio come fare a difendersi.

Tornò dal Creatore e gli raccontò le sue sofferenze.
.

“Vuoi qualcosa per difenderti?”, le chiese amabilmente il Signore.

 
“Sì”.
 
“Che ne dici di un paio di acuminate zanne?”.
.
La pecora scosse il capo: “Come farei a brucare l’erba più tenera? .
.
Inoltre mi verrebbe un’aria da attaccabrighe”.
.

“Vuoi dei poderosi artigli?”.

.

“Ah no! Mi verrebbe voglia di usarli a sproposito”.

.

“Potresti iniettare veleno con la saliva”, continuò paziente il Signore.

.

“Non se ne parla neanche. Sarei odiata e scacciata da tutti come un serpente”.

.

“Due robuste corna, che ne dici?”.

.

“Ah no! E chi mi accarezzerebbe più?”.

 
 
 
 
 

 

 

“Ma per difenderti ti serve qualcosa per far del male a chi ti attacca…”.

.
“Far del male a qualcuno? No, non posso proprio. Piuttosto resto come sono”.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 

Siamo, in un certo senso, come piccoli animali senza nemmeno una pelliccia o denti aguzzi per difenderci.

Ciò che ci protegge non è la cattiveria ma l’umanità:
la capacità di amare gli altri e di accettare l’amore che gli altri vogliono offrirci.
.
Non è la nostra durezza a darci il tepore la notte, ma la tenerezza, che fa desiderare agli altri di scaldarci.
 
 
La vera forza dell’uomo è la sua tenerezza.
 
 
 

 

 

 

 

dal web – impagin. t.k.

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 

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CON LEGGEREZZA

La storia di Andrea Parodi e la sua bellissima canzone “Frore in su nie”   Leave a comment

 

 

 

 

 

FRORE IN SU NIE – FIORE NELLA NEVE
(E NON CI LASCEREMO MAI)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
UNA CANZONE CHE NON PUO’ NON EMOZIONARE…
COSI’ COME LA STORIA DI
ANDREA PARODI
DEI TAZENDA…
GRUPPO ETNO-ROCK NATO IN SARDEGNA
 
 
 
 
Andrea Parodi
(Porto Torres 18 7 1955 – Quartu Sant'Elena17 10 2006)
 
 
 
Nasce a Porto Torres da padre savonese e madre sarda,
si diploma all'Istituto Tecnico Nautico,
dove poi tornerà come docente di Marinaresca.
 

Matura una lunga esperienza msicale nel Coro degli Angeli,
di Sassari, con il nome di Sole Nero..
 
 
 
 
 
 
Andrea Parodi viene premiato dai critici a Sanremo nel 1991
per la mitica…  “Spunta la luna dal monte”
presentato con i Tazenda e Pierangelo Bertoli.
 
 
Nel 1988, con Luigi Camedda e Luigi Marielli,
 aveva fondato il gruppo dei Tazenda
(nome preso da un libro di fantascienza di Isaac Asimov)
con l'intento di miscelare la musica tradizionale sarda
ed il pop melodico all'italiana.
 
 
 
 
 
 
I Tazenda raggiunsero una grande popolarità
ma poi nel '98 si sciolsero e Parodi continuò da solista…
 
 
 
 
 
 
Il suo ultimo concerto solo qualche mese prima della sua fine
nonostante il fatto che il suo tremendo male fosse ormai evidente
e la cosa emozionò tanti di noi per il suo coraggio
e per il suo amore per la musica e per la vita.
 
 
Rimane un mito per molti…
 
 
 
 
 
 
 
 
Ricordiamolo con questa canzone…
di cui potremo leggere il poetico testo
in sardo ed in italiano
prima di ascoltarla…
 
 
 
FRORE IN SU NIE
                                                                                                       

 

Frore in su nie   

(e non ci lasceremo mai…)

 

 

Fiore della neve

(e non ci lasceremo mai…)

Che foza in su ‘entu so deo

Che frore in su nie

Comente nue in custos chelos

Raidos de abba e de anneos

Deo chena caminu e cun meda oriolos

Deo chena respetu e chena a “mie”

 

 Chentu disizos asie

Chentu pensamentos

Chentu ‘ortas cada die

Milli e unu die asie

Milli testamentos

Milli e unu pentimentos

 

Sa notte colet fuinde

Currende che sos sonnios meos

Sa notte colet fachende

‘occhider sos inimicos meos

 

Deo intr’ ‘e sos silentzios ‘e Deus

Intro ‘e su coro meu

Sas manos ‘alu unidas, asie

Chi parent in pregatoria

Deo contr’ ‘e su tempus,

su tempus contr’ a mie

Deo comente frore in su nie

 

Cento desideri miei

Cento pentimenti

Cento volte insieme a te

Mille e un giorno ancora qui

Mille testamenti

Mille volte insieme a te

   

Chentu disizos asie

Chentu pensamentos

Chentu ‘ortas cada die

Milli e unu die asie

Milli testamentos

Milli e unu supra a mie…

 

…e non ci lasceremo mai

In questo o all’altro mondo

…e non ci stancheremo mai

Nel cielo più profondo

…e non ci perderemo mai

Nel buio dentro il sogno

…e non ci lasceremo mai

Insieme fino in fondo 

Come foglia nel vento sono io

Come fiore nella neve

Come nuvola in questi cieli

Gravidi di pioggia e di affanni

Io senza una strada e con molti pensieri

Io senza rispetto e senza “me”

Cento desideri così

Cento inquietudini

Cento volte ogni giorno

Mille e un giorno così

Mille testamenti

Mille e uno pentimenti

 

La notte trascorra fuggendo

Correndo come i miei sogni

La notte trascorra

Uccidendo i miei nemici

 

Io dentro i silenzi di Dio

Dentro al mio cuore

Le mani ancora unite, così

Che sembrano in preghiera

Io contro il tempo,

 il tempo contro di me

Io come fiore nella neve

 

Cento desideri miei

Cento pentimenti

Cento volte insieme a te

Mille e un giorno ancora qui

Mille testamenti

Mille volte insieme a te

 

Cento desideri così

Cento inquietudini,

Cento volte ogni giorno

Mille e un giorno così

Mille testamenti

Mille e uno su di me…

 

…e non ci lasceremo mai

In questo o all’altro mondo

…e non ci stancheremo mai

Nel cielo più profondo

…e non ci perderemo mai

Nel buio dentro il sogno

…e non ci lasceremo mai

Insieme fino in fondo

 
 
 
ORA GRAZIE A QUESTO VIDEO NOTO, 
PER LA SUA BELLEZZA, 
IN TUTTO IL MONDO DEL WEB…
ASCOLTIAMOLA
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 
 
 
 
 
 
 
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Felice giovedì in poesia (I tuoi occhi di Hikmet) arte (De Blaas) aforisma e… non solo   3 comments

 
Eugene de Blaas – La ragazza dei fiori

 
 
 
 
 
 

 

 

Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto
al dolore che… non provano
William Shakespeare
 
 
 
Nota
Eugene de Blaas – La corte
 
 
I TUOI OCCHI
– Nazim Hikmet –
 
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all’ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d’Antalya,
sono cosi, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s’illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
Così sono d’autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà giorno, mia rosa, verrà giorno
che gli uomini si guarderanno l’un l’altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.

 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

Eugene de Blaas – Momenti di riflessione

 

 

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