Archivio per 6 giugno 2013

Breve bio ed alcune opere di Diego Velázquez grande maestro del colore e del barocco   Leave a comment




Oggi è l'anniversario della nascita del più grande pittore


spagnolo del '600




Diego Velazquez
(Siviglia 6.6.1599 – Madrid 6.8.1660)




BREVE BIOGRAFIA



Nato in una buona famiglia ebbe fin da piccolo un'ottima istruzione 
ma ben presto mostrò passione per la pittura 
per cui già da ragazzo iniziò a frequentare la “bottega” 
del  pittore Francisco de Herrera che gli insegnò le tecniche di base.


A 12 anni passò alla scuola di un altro pittore Francisco Pacheco, 
artista ed insegnante di Siviglia, la cui pittura era di un semplice realismo 
ma capace di fargli conoscere l'uso delle proporzioni e delle prospettive
oltre a consentirgli di frequentare gli ambienti artistici della città.



La cucitrice – National Gallery of Art – Washington D.C.



Ben presto divenne noto per le sue capacità tecniche
per cui poco più che ventenne (1622-1623) il Conte Duca di Olivares, 
suo ammiratore, gli diede l'incarico di pittore di camera


Divenuto ben presto Pittore di Corte 
nel 1629 è in Italia (finanziato dal Re di Spagna) 
e viaggia dal nord al sud fino a Napoli 
approfondendo la conoscenza della pittura italiana.



Festa di Bacco



Tornò in Italia poi nel 1649 e vi restò fino al 1651
incontrando tra l'altro a Napoli il suo amico e collega Ribera.

La critica d'arte, nell'analisi delle sue opere,
divide (anche se a grandi linee)  
la sua produzione pittorica in 3 periodi… 


I – Prima del primo viaggio in Italia…
II – Dopo il primo viaggio in Italia e
III – Dopo il secondo viaggio



Contadini a tavola


Rientrato in Spagna dopo poco tempo fu nominato dal Re
Gran Maresciallo di Palazzo
cosa che lo distolse sì un po'  dalla pittura 
ma certo non dalla sua passione né dalla sua bravura 
per cui anzi sono proprio di questo periodo 
molte delle sue opere più belle.


La rigidità del formalismo e del puritanesimo
della Corte spagnola era così forte che neppure il Re,  in certi casi,
poteva aiutarlo al punto che ci vollero ben 3 anni di indagini
sulla purezza del suo sangue
e sul non aver fatto commercio di dipinti (!)
per ottenere l'onorificenza della Croce Rossa dell'Ordine di Santiago.




Venere e Cupido



Riuscì nel corso della sua vita artistica
 a dipingere un solo ritratto di nudo 
 Venere e Cupido (1644-1648)
e questo solo perché era sotto l'ala protettrice del re.


Morì nel 1660




Autoritratto




PICCOLA ANALISI DELLA SUA ARTE




Possiamo ritenere, a grandi linee, che il successo delle sue opere
sia stato dovuto ad una certa (anche se vaga) vicinanza con il Caravaggio
ma soprattutto alla sua appassionata ricerca estetica
con un continuo tentativo di armonizzare linee e colori
ed alla sua capacità di render con precisione distanze e prospettive.

Infatti il Velazquez risente sì della lezione caravaggesca,
ma poi miscela il suo realismo con l'armonia delle parti cromatiche.

Benché poi sia stato anche ammiratore dei grandi pittori veneziani

il suo stile, avvolto in una calda atmosfera barocca,

appare a tutti sempre e comunque indipendente e originale.




<font color="#ff9900" font="" caravaggio

LAS MENINAS 




LAS MENINAS
 
 
 
 
Il suo massimo capolavoro è “Las Meninas“, del 1656,
il cui titolo nasce dalla parola portoghese «menina», 
e vuol quindi significare «damigelle d’onore».
 
 
In verità il dipinto, che apparentemente doveva privilegiare
 la figlia maggiore della regina,
ritrae invece tutta la famiglia del re di Spagna, e cioè
Filippo IV e sua moglie Marianna d'Austria (nello specchio)
dame e personaggi di corte, 2 nani con un cane ai loro piedi
e… lo stesso Velazquez mentre dipinge.
 
 
L’originalità e la genialità del quadro
è nel totale ribaltamento
di ciò che vediamo in un normale dipinto.
 
 
Cioè qui l’immagine della scena è vista
non con con l'occhio del pittore
bensì con quello di chi è dipinto
e cioè dei sovrani in posa.
 
 
 
 
 
 
 
VELAZQUEZ E GLI ARTISTI DEL '900




Papa Innocenzo X (poi rivisitato da Bacon)
 
 
 
 
 
Picasso, Dalì e Francis Bacon sono tra i principali artisti del '900
che l'hanno molto apprezzato ed hanno rivisitato alcune sue note opere.
 
 
 
 
 
F I N E 


IL GRUPPO DEGLI ARTISTI
E DI CHI AMA L'ARTE
IN OGNI SUO ASPETTO
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Le 3 pipe – Saggio raccontino d’alto valore morale degli Indiani d’America.   4 comments

 
Come quasi sempre i Pellerossa hanno molto da insegnarci…
 
Questo raccontino in particolare mostra, a mio parere,
un'elevatissima visione morale dei rapporti umani…

 
 
 
 
 
 
 
LE TRE PIPE
RACCONTINO DI SAGGEZZA INDIANA
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù:
“Quando sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per lavare l’onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala.
Finita la prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la colpa commessa.
Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura.
Prima di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo.
Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate.
Bene!
Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona”.
 
 
 
 

 
 
 
 

Ciao da Tony Kospan

 

 

 
 
 
IL SALOTTO DI SOGNO DI FB?
PSICHEESOGNO1RID.gif PSICHE E SOGNO picture by orsosognante
 
 

Ilaria del Carretto… sposa d’Italia – La sua storia, il mito del monumento scultoreo e la poesia…   2 comments


 


Un’eccezionale opera d’arte,
un vero, bellissimo, inno alla maternità trasferito nel marmo,
che emoziona da secoli.
.
.
.

 
 
 
 
 

ILARIA DEL CARRETTO
 LA VITA – L’OPERA D’ARTE – LA POESIA
a cura di Tony Kospan

 
 
 
 
 
 
 
 
 

LA STORIA D’ILARIA
 
 


Ilaria ha lasciato questo nostro mondo parecchi secoli fa ed ora le sue ceneri riposano tranquille in un grande sarcofago di marmo posto nella sacrestia del Duomo di San Martino a Lucca… una delle più belle città medievali della Toscana.

Ilaria nacque nel 1379 in una nobile famiglia… il padre, Carlo, era Marchese della Liguria Occidentale.

 

Gian Galeazzo Visconti signore di Milano per rinforzare l’alleanza contro la Signoria  di Firenze propose all’amico Guinigi di risposarsi con la marchesina Ilaria.

Di lei si diceva che era di grandissima bellezza e molto ben educata ed inoltre il matrimonio giovava a stabilizzare i rapporti politici dell’epoca.

Il padre accettò con piacere ed a 24 anni Ilaria lasciò il natio castello per sposarsi a Lucca in modo sfarzosissimo…

Dopo un viaggio di nozze nei vasti possedimenti del marito si stabilirono a Lucca e qui Ilaria alla vigilia di Natale del 1404 diede alla luce il primogenito Ladislao.

L’anno dopo però, nel dicembre 1405, nel dare alla luce Ilaria Minor, morì tra indicibili dolori.

 

 

 

 

Anche i figli non ebbero vita lunga per tragiche, ma ahimè classiche, vicende degli intrighi dell’epoca… così come lo stesso marito di Ilaria che fu deposto da una rivolta dei notabili di Lucca ed a cui non solo fu tolto tutto ma furono anche distrutti tutti i suoi beni e perfino le tombe di famiglia…

Ma… ma i rivoltosi si fermarono, per fortuna, dinanzi alla sacralità ed alla bellezza del sarcofago contenente le spoglie di Ilaria… che però vennero disperse.

Benché gli storici dell’arte siano divisi su quest’opera in ogni caso questo monumento funebre, davvero unico per magnificenza e bellezza, è lì a testimoniare e ricordare in modo sublime il senso della caducità della vita ed il silenzio eterno della morte… ma anche il grande amore che doveva albergare in chi volle commissionare un simile gioiello marmoreo.


 

 

Ed infatti è impossibile non emozionarsi… non commuoversi…

nell’osservar quest’opera

che da secoli è universalmente ammirata (ed amata).



L’OPERA D’ARTE


 
 
 
Sopra il sarcofago c’è la statua con la sua immagine, che pur nella tranquillità del sonno perenne, esprime sia una dolce sofferenza di madre che non ha potuto veder crescere la propria creatura ma anche tanta serenità per averle donato la vita in cambio della sua.



L’opera marmorea affascina non solo per la bellezza del viso o per l’armonia del corpo modellato dal vestito, ma anche e soprattutto per quella nobiltà d’animo e quel profondo senso di maternità che emana in un modo che colpisce ed emoziona.
 
 
 

Il sarcofago (particolare)

 
 

 
Jacopo della Quercia, autore di quest’opera commissionata dal marito, è stato veramente grande non solo nel ricostruire l’aspetto fisico, ma soprattutto nel dare a questo freddo marmo un’anima.
 
Narra Sgarbi che Ilaria è stata la prima donna che ha amato… ma non so proprio se lei poi avrebbe contraccambiato.
 
Ai piedi del sarcofago c’è un cane e penso che sia stato posto lì perché simbolo della fedeltà.

 
 
 
 
Il cane – dal sito… Stilearte.it

 
 
 
 
LA POESIA
 
 
 
Anche Pasolini dedicò dei versi
(come aveva già fatto D’Annunzio)
 a quella che per la sua storia e la sua bellezza
è considerata la… 
Sposa d’Italia”.

Eccoli
.
.
.
.
Dentro nel claustrale transetto
Come dentro un acquario, son di marmo
Rassegnato le palpebre, il petto
dove giunge le mani in una calma
lontananza. Lì c’è l’aurora
e la sera italiana, la sua grama
nascita, la sua morte incolore.
Sonno, i secoli vuoti: nessuno
Scalpello potrà scalzare la mole
tenue di queste palpebre.
Jacopo con Ilaria scolpì l’Italia
perduta nella morte, quando
la sua età fu più pura e necessaria



 
 

 

 

  


L’OPERA IN VIDEO


 

Possiamo infine ammirare quest’opera eccezionale

insieme alla Cattedrale di San Martino a Lucca,

in modo ancor più approfondito grazie a questo video.


 

fre bia pouce

 

 


FINE

 

 

FONTI VARI SITI WEB – COORDIN. E IMPAGINAZIONE TONY KOSPAN
 
 
 
 
 

3
IL GRUPPO DI CHI AMA L’ARTE
IN SENSO LATO
Frecce (174)
 
 .
.
.
.
Dal sito… “Dovealucca.it”




 

L’alimentazione può, e se sì, in che modo migliorare ed allungare la vita?   1 comment

 

 

 

 

L’ALIMENTAZIONE
PUO’ DAVVERO ALLUNGARE
E MIGLIORARE LA VITA?
 
 
 
 
 
 
 
 
SI’
 
 ma con i dovuti accorgimenti.
 
 
 
Ecco le regole che garantiscono longevità,
pelle liscia, dimagrimento senza rinunce, evacuazione regolare e pancia piatta
 
 
 
 
 
 
 
 

Il consumo di pasti a basso contenuto calorico e ricchi di fibre è in grado di rallentare l’invecchiamento del cuore e del cervello e di prolungare il corso della vita del nostro organismo, anche del 50%. Lo dice la scienza dell’alimentazione.

 

 

 

 

Il miglior metodo è variare, seguendo queste semplici ma fondamentali regole di base:

  • consumare cibi ricchi di fibre

  • privilegiare gli alimenti integrali a quelli raffinati

  • “cambiare” ogni giorno tipo e qualità dei nutrimenti

  • bere tanta acqua minerale

  • andare in bagno regolarmente, aiutandosi se necessario con appositi integratori e non con lassativi o purganti

  • inserire sempre nel menù giornaliero verdura a volontà (cruda e cotta) e frutta di stagione

  • mangiare con calma e lentamente, masticando bene ogni boccone

  • evitare di guardare la televisione mentre si consumano i pasti

  • preferire i grassi di origine vegetale (come l’olio extravergine d’oliva) rispetto a quelli di origine animale (burro, strutto e derivati)

  • non saltare la prima colazione

  • fare sempre uno spuntino a metà mattina e un altro a metà pomeriggio (meglio se accompagnati da una mini porzione di frutta o verdura ricca di fibra)

  • avere, quindi, cinque contatti quotidiani con il cibo (mattina, merenda a metà mattina, pranzo, merenda a metà pomeriggio, cena)

  • privilegiare il consumo di pesce rispetto a quello di carne

  • scegliere, comunque, carne bianca e magra (tacchino, pollo e vitello)

  • evitare cibi in scatola

  • limitare il consumo di sale

  • praticare attività fisica, anche leggera

  • ritagliarsi spazi per hobby o riposo

  • passeggiare spesso nella natura, respirando a pieni polmoni, lontani da smog e traffico

  • stare lontani il più possibile dallo stress

  • eliminare o ridurre il consumo di alcolici.

 

 

 

 

 

 

La nostra dieta mediterranea, unita a una regolare attività fisica, è la soluzione ottimale per mantenersi in forma e in salute.

 

 

 

 

 

 

L’alimentazione deve essere bilanciata e ricca dei nutrienti contenuti in cereali integrali, ortaggi, legumi, pesce, verdura cotta e cruda, frutta, frullati, latticini magri, acqua e carboidrati complessi (pasta, riso, e pane, meglio se integrali), che riducono anche la pressione sanguigna, grazie alla presenza di aminoacidi, magnesio, triptofano (precursore della serotonina) e fibre.

 

 

 

 

 

Basta con le diete improvvisate che possono causare gravi malattie e accelerare l’invecchiamento dell’organismo! E per ottenere i migliori benefici dalla dieta quotidiana dobbiamo inoltre evitare le calorie “vuote”, prive cioè di vitamine e sali minerali: stop dunque ad alcolici, merendine preconfezionate, snack, pizzette, grissini e tramezzini. 

Non serve a nulla mangiare metà hamburger o mezzo pacchetto di patatine fritte, né bere mezza lattina di una delle tante bevande zuccherate in commercio. Meglio preferire cibi naturali e meno processati come verdure, cereali integrali, legumi, pesce, olio extravergine di oliva e frutta, rispetto ai cibi industriali raffinati e particolarmente elaborati. Non facciamoci ingannare dalla pizza al trancio: molto meglio una semplice marinara con sopra verdure alla griglia.

Una dieta ricca di frutta, verdura e cibi integrali fa parte di uno stile di vita sano, che previene l’insorgere o l’aumento della stipsi e le malattie croniche collegate. Mangiare meno e meglio, dunque, favorisce la longevità, aiutandoci ad invecchiare in salute.

 

 

 

Dott.ssa Elsa Emilienne Anne Niola

 

 

 

DAL WEB – IMPAGINAZ. T.K. CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 


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Buon giovedì pomer. in poesia (Ho fame della tua bocca di Neruda) arte (Magritte) aforisma e…   2 comments

 

 

 

Magritte – Amore a distanza

 

 

 
 

 

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Come in un sogno,

l’amore viene con passi silenziosi.

Rabindranath Tagore

 

 

 

Magritte – Gli amanti

 

 

 

HO FAME DELLA TUA BOCCA

Pablo Neruda

 

Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli

e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,

non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,

cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,

delle tue mani color di furioso granaio,

ho fame della pallida pietra delle tue unghie,

voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,

il naso sovrano dell’aitante volto,

voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,

cercandoti, cercando il tuo cuore caldo

come un puma nella solitudine di Quitratùe. 

 

 

Magritte – La gran guerra

 

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par Orso Tony
 
 
 
 

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