TI VEDRO’?
F. G. Lorca
Ti vedrò?
Non ti vedrò?
A me importa
soltanto il tuo amore.
Hai sempre il riso di allora
e quel cuore?


TI VEDRO’?
F. G. Lorca
Ti vedrò?
Non ti vedrò?
A me importa
soltanto il tuo amore.
Hai sempre il riso di allora
e quel cuore?
nel mondo dell’arte, della poesia e degli aforismi.
Domenico Fiasella
Vittorio Corcos
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Più conosco gli uomini e più mi piacciono i cani.
Madame de Stael
Il cane è la virtù che, non potendo farsi uomo, s’è fatta bestia
Victor Hugo
Il cane: La più onesta creatura di Dio.
S. Pietro l’eremita
Reynolds Sir Joshua – Miss Bowles
Picasso – Bambino con cane
Ed infine… sempre in suo onore
altri dipinti ed alcune poesie a lui dedicate…
Federico Zandomeneghi – L’Amico Fedele
QUINCI
W. Dayton Wedgefort
Parlo a lei quando mi sento solo,
e son sicuro che mi capisce.
Allora lei mi guarda attenta,
e mi lecca dolcemente le mani;
poi strofina il naso sul mio vestito elegante,
ma nulla a Quinci le ho mai detto.
Grazie a Dio posso comprar altri vestiti,
ma un amico che mi ama… no mai…
Vittorio Reggianini – Scherzando col cane
LA CAREZZA MATTUTINA
Tagore
Ogni mattina il mio devoto cane
presso la sedia silenzioso aspetta,
finché io lo saluto con una carezza.
Mentre questo leggero omaggio riceve,
di gioia il suo corpo trasale.
Fra tutte le creature mute,
lui solo,
penetrando il velo del bene e del male,
ha visto l’uomo per intero,
quell’essere per cui può dare la vita contento,
al quale senza fini può riversare amore,
da un opaco sentire che a stento
trova una via verso il mondo cosciente.
Quando l’offerta vedo di questo cuore muto
che supplicare sa del suo stesso bisogno,
non so immaginare quale raro valore
la sua saggezza pura trova nell’uomo.
Col suo silenzio guardare,
patetico, smarrito, che che afferra
non può esprimere in parole…
Per me però rivela il vero significato
dell’Uomo, nello schema del Creato.
ODE AL CANE
Pablo Neruda
Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda
senza parlare
e i suoi occhi
sono due richieste umide, due fiamme
liquide che interrogano
e io non rispondo,
non rispondo perché
non so, non posso dir nulla.
In campo aperto andiamo
uomo e cane.
Brillano le foglie come
se qualcuno
le avesse baciate
a una a una,
sorgono dal suolo
tutte le arance
a collocare
piccoli planetari
su alberi rotondi
come la notte, e verdi,
e noi, uomo e cane, andiamo
a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,
nella campagna cilena,
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si ferma,
insegue le api,
salta l’acqua trepida,
ascolta lontanissimi
latrati,
orina sopra un sasso,
e mi porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
è la sua freschezza affettuosa,
la comunicazione del suo affetto,
e proprio lì mi chiese
con i suoi due occhi,
perché è giorno, perché verrà la notte,
perché la primavera
non portò nella sua canestra
nulla
per i cani randagi,
tranne inutili fiori,
fiori, fiori e fiori.
E così m’interroga
il cane
e io non rispondo.
Andiamo
uomo e cane uniti
dal mattino verde,
dall’incitante solitudine vuota nella quale solo noi
esistiamo,
questa unità fra cane con rugiada
e il poeta del bosco,
perché non esiste l’uccello nascosto,
non è il fiore segreto,
ma solo trilli e profumi
per i due compagni:
un mondo inumidito
dalle distillazioni della notte,
una galleria verde e poi
un gran prato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che procede,
e l’antica amicizia,
la felicità
d’essere cane e d’essere uomo
trasformata
in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe
e una coda
con rugiada.
POST IN PRECEDENTI VERSIONI INTEGRALMENTE COPIATO
PIU’ VOLTE E DA PIU’ PARTI !!!
IN CASO DI ULTERIORE COPIA
CON OMISSIONE DEL NOME DELL’AUTORE E DEL BLOG
SI PROCEDERA’ PER VIE LEGALI
*Qui giù la simpatica ed originale storia di questo mio aforisma sul cane
CIAO DA TONY KOSPAN
PER LE NOVITA’ DEL BLOG
Pompeo Batoni – Diana rompe l’arco di Cupido
Il modo di ridere è
un’ importante via di comunicazione: a seconda delle vocali che usiamo,
VEDIAMO I SIGNIFICATI DI OGNI SINGOLA VOCALE…
– la risata “ah, ah, ah”:
la “a” è la vocale delle risate di vero cuore, vitale, aperta e solare come la personalità di chi ride in questo modo.
Fa bene al cuore apre la respirazione e aiuta la circolazione; è quindi utilissima per stress a stati d’ansia.
– la risata “oh, oh, oh”:
caratteristica di chi apprezza la buona cucina e si sente a proprio agio soprattutto in una tavolata di amici.
La risata in “o” è grassa o di pancia, risuona nel ventre e dà benefici all’apparato digerente
– la risata “uh, uh, uh”:
è la più profonda , più vicina agli istinti.
E’ preziosa per sciogliere la tensione, soprattutto quando si accumula nella schiena.
– la risata “eh, eh, eh”:
risuona nella gola, che fa da ponte tra la testa e il cuore, tra le emozioni e la razionalità.
E’ la risata caratteristica di chi privilegia la razionalità nel lavoro e nelle relazioni.
Sarcastica e pungente ha spesso per bersaglio qualcosa o qualcuno.
Può esprimere cinismo, difficoltà di contatto affettivo, tendenza a fuggire le emozioni.
Attenzione a non controllare troppo con la testa; lasciate andare un po’ di più la vostra parte emozionale, ne trarranno beneficio mente e corpo.
– la risata “ih, ih, ih”:
vibra nel naso e nella testa, ed è piuttosto mentale e controllata.
Così è la risata del sarcastico, di chi sta reprimendo l’aggressività.
Sembra più una scarica nervosa che un atto piacevole.
Comunica spesso disagio, tensione o nervosismo, e può significare un’aggressività repressa che sceglie questo modo per esprimersi.
Copyright © 2005 Antonella Lucato – Impaginazione T.K.
Ed ora facciamoci delle gran belle risate
– quale che sia la vostra vocale… –
con Totò e Peppino… falsi testimoni…
in questa mitica scena…
dal film… LA CAMBIALE
CIAO DA TONY KOSPAN
JOHN WAYNE
UN MITO DEL CINEMA WESTERN AMERICANO
RICORDIAMOLO CON QUESTI 2 VIDEO…
CHE CI PARLANO DEL MITO DEL GRANDE JOHN…
Ciao da Tony Kospan
Thomas Edwin Mostyn
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti.
Federico García Lorca
Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica difficile del mondo.
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.
Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.
Thomas Edwin Mostyn – L'appuntamento